Questa sera c’è luna calante, di solito la mia amica Khandi “i cerchi donne” li organizza in luna piena oppure luna nuova, oggi deve essere un’eccezione. (apri articolo del mio primo cerchio di donne).
Il luogo di oggi dove lo abbiamo fatto è incredibile e non lo conoscevo. A Brignano all’aperto e c’erano quattro tende con tanti cuscini e tavolini bassi in metallo, al centro c’era un grande cerchio, pieno di cuscini e al cui centro un piccolo braciere acceso. Tutto molto suggestivo.
Non sapendo quale sarebbe stata la temperatura serale, avevo portato un ricambio che non ho usato. Serata perfetta grazie anche al calore del fuoco.

Ho rivisto volentieri alcune ragazze conosciute in altri cerchi precedenti, la maggior parte di loro sono sotto i trent’anni, ma questa sera c’era qualcuna più vicina alla mia età. C’erano ben sette donne al loro primo cerchio e in totale eravamo oltre una dozzina.
Viste da fuori chissà che impressione avremmo fatto se non che era in una zona non frequentata la sera e con una specie di recinto, ma mi è andato il pensiero alle streghe del medioevo, quelle riunite attorno a un fuoco a compiere chissà quali stregonerie.
In realtà non abbiamo fatto riti magici, ma meditazione e condivisione tra donne scambiandoci energia e solidarietà.

Cerchio donne, donna lo sono legalmente, sono piena di ormoni femminili, il mio pensiero è molto femminile, ma per il resto? Mi sono forse sentita un’intrusa? Per nulla, per essere donna non è obbligatorio avere un utero (che da statistica l’1% delle femmine nel mondo, non lo ha oppure è malformato e non funzionale).
La mia energia che trasmetto è molto femminile e a volte mi dicono esagerata. In queste serate c’è anche molto contatto fisico, ci si tiene per mano creando il cerchio e aiuta a sentire la presenza delle altre.
All’inizio si sta in piedi per fare la purificazione dell’aura, con anche un liquido messo sulla mano, poi ci si siede comode e si fa la meditazione di venti minuti circa. Prima di rialzarci ho alzato lo sguardo al cielo, ma si vedevano solo tre stelle, peccato che in Lombardia quasi non si vede più il cielo notturno a causa dell’inquinamento luminoso. Ho poi abbassato lo sguardo lentamente, su di noi ed è stata una bella vista di donne speciali.

Divise in due gruppi ci siamo accomodate dentro due tende dove abbiamo condiviso il motivo per cui eravamo lì. Su suggerimento dí Khandi, ero l’unica del mio gruppo con esperienza, ho iniziato e dopo che ho rotto il ghiaccio a turno ci siamo raccontate cose estremamente intime e intense come anche l’ammissione di malattie, abusi subiti e altro. In ogni racconto delle altre, ognuna trova qualcosa di se stessa. Lo sguardo di ognuna è senza giudizio e con una voglia di fornire supporto anche se solo morale. Già il fatto di dirlo rende il problema meno importante.
Khandi ci ha fatto notare che lo sguardo di tutte era cambiato rispetto all’inizio della serata, era molto più vivo, attento e luccicante.
Khandi mi ha presentata con “Bianca che è quella saggia
”, sono una veterana? La zia? Credo sia a causa delle cose che racconto, ho sempre qualcosa di speciale inerente alla mia meditazione, visioni, pensieri, aneddoti sentiti.
Questa mattina, mentre camminavo in paese, un’auto ha rallentato e un tizio mi ha detto: “ti ammiro per il coraggio che dimostri
“. Non so chi sia, non ricordo di averlo mai visto, ma abita anche lui nel paese. Il suo timore era la transfobia verso di me, l’ho rassicurato che sono stata accettata in paese senza problemi. Mi sono però chiesta cosa dicono di me dietro le spalle, anche se non è importante. Nella condivisione si è parlato anche della paura del giudizio degli altri e le donne lo sentono sempre su di se, oltre al farsi carico di aiutare gli altri: marito, figli, genitori, nonni. Giudizi, giudizi che ci immaginiamo, giudizi che ci impongono di fare cose e che accettiamo di fare.
Ho raccontato anche, in breve, che sono una donna transgender e l’età (sgranano tutti gli occhi quando la sentono), più che altro per completare il mio racconto del motivo per cui ero li con loro. Motivo che deve rimanere nel mio intento del lasciare andare, lo leggerete a gennaio se si sarà realizzato.

La parte finale è stata quella di scrivere su dei fogli, le cose che vogliamo lasciare andare, arrotolare la carta e a turno dire una piccola frase mentre lo si è messo nel braciere a bruciare. E’ una cosa simbolica, ma anche di liberazione.

E’ stata una serata davvero particolare e molto speciale, mi è venuto da pensare a come mai ci facciamo del male nella vita di tutti giorni, soprattutto le donne che non hanno quella sorellanza che c’era questa sera, almeno finché la vita non le pone di fronte a delle prove molto dure.