“Il ruolo del counselor è quello di supportare le persone in momenti di difficoltà o cambiamento, aiutandole a sviluppare consapevolezza, a esplorare soluzioni e a prendere decisioni più autonome. Il counselor lavora principalmente su problematiche legate al presente, senza intervenire su patologie o traumi profondi (questo è compito di psicologi o psicoterapeuti).
“
Le aree in cui il counselor può offrire sostegno sono molto varie: stress, autostima, problemi relazionali, gestione delle emozioni e transizioni di vita (come cambiamenti lavorativi o familiari). Utilizza strumenti di ascolto empatico, tecniche di comunicazione e strategie per favorire la crescita personale, creando un ambiente sicuro dove la persona può esprimersi liberamente e riflettere su sé stessa.
Questo è un post particolare, non andrò in dettaglio su alcune cose perché le storie relative sono argomenti privati, ma ho bisogno di mettere per iscritto alcune cose e questi pensieri, dopotutto questo è anche il mio diario.
Dopo che ho fatto coming-out, ho scoperto di avere una grande empatia, a volte è anche troppo esagerata. Questo ha fatto sì, che molte delle mie amiche cisgender, si aprissero con me, raccontandomi cose estremamente personali e spesso chiedendomi consigli su come comportarsi con i loro compagni problematici. Volevano due opinioni: quella femminile e quella del mio sé maschile. Per fortuna questo “ragionare” al maschile sta sparendo vivendo al femminile, ma qualcosa è rimasto tra cui un certo pragmatismo e nessun senso di colpa quando ritengo di avere valutato per bene una situazione.
Molti di questi racconti sono relativi a uomini narcisisti. Le conversazioni sono spesso fatte al telefono, per via della distanza tra noi, e sono sempre delle lunghe conversazioni, a volte anche di un paio d’ore.
Non ho qualifiche di counselor o da psicologa, cerco di stare attenta a quello che dico, di fornire delle idee per cercare di farle elaborare, anche se spesso è difficile. Mi hanno detto che già il fatto che io presto loro ascolto, è già importante. Essere ascoltati in questa società è davvero un successo.
Sarà anche che sono una donna transgender e questo le mette a loro agio, mi raccontano fatti ed emozioni che spesso non riescono a dire anche ad altre loro amiche, oppure non vanno così in profondità come con me.
Essere un “genere misto”, al di fuori del binarismo, porta anche a questo se non ti chiudi in te stessa nella tua transizione di genere.
Alcune storie sono tremende e non so mai bene cosa rispondere. Anni fa ho deciso di non dare mai consigli: le persone non li seguono mai. Provo a dare delle informazioni specifiche e chiare, per poi lasciare fare agli altri di elaborarle e decidere come comportarsi.
Da parte mia invece ascolto sempre e molto spesso seguo i consigli che mi vengono forniti quando sono sensati. A volte lo diventano più avanti nel tempo in base alla mia esplorazione dell’universo femminile, visto da dentro.
Elena “Il fatto che tu sia una donna transgender (quindi: nata uomo) è di grande aiuto per le donne.
”
Conosci anche la psicologia maschile e puoi condividere opinioni preziose.
Certo, è vero - come dici tu - che spesso le cose giuste non vengono ascoltate.
Emotivamente è spesso difficile ascoltarle, a volte ci sono dei lunghi silenzi da parte loro, mentre elaborano qualcosa che ho detto.
A volte, mi sembra quasi di denigrare il genere maschile, raccontando cosa pensano alcuni maschi che non hanno quelle emotività che una donna si immagina abbiano. Per le mie amiche cisgender è davvero difficile comprendere alcuni comportamenti maschili. Interpretano sempre male e spesso sono fuorviate dai sensi di colpa, pronte a parlare per risolvere situazioni che sono irrimediabilmente rovinate. I maschi se ne approfittano sempre.
Nella mia esperienza, una donna biologica si costruisce un’immagine del compagno, e la arricchisce di cose ed emozioni. Cose che viste dall’altro lato non esistono.
Immaginano che quando viene tradita oppure trattata in un determinato modo, anche di là ci sia la stessa elaborazione ed eventualmente che soffrono dentro.
Cercano sempre di aggiustare le cose (sensi di colpa), magari parlandone e raccontando ai compagni/compagne del male che hanno subito. Pensano che vengano comprese le loro ragioni e magari raccontino qualcosa anche di quello che hanno sentito loro.
Purtroppo la verità è un’altra e quando la racconto loro non ci vogliono credere. Non parlo di tutti i maschi, ma dai racconti che ho sentito, capita troppo spesso questo comportamento: il maschio non soffre psicologicamente dentro di sé e comunque pensa prima a se stesso e poi alla compagna. Lo stare con una donna è più fisico che mentale e una volta che si inizia a fare sesso, le loro attenzioni lentamente iniziano a calare. Si sentono appagati e continuare a corteggiare, fornire attenzioni, viene ritenuto uno sforzo inutile.
Spesso mi viene chiesto se vivere da uomo in quel modo, si viva una vita molto povera. Non so cosa rispondere, ma nel mio caso lo era.
Poi ci sono i narcisisti, più o meno consapevoli di esserlo, che provocano violenza soprattutto psicologica e spesso anche economica. Distruggono l’autostima delle donne con cui dovrebbero avere un rapporto. Le fanno sentire inutili senza la loro presenza, spesso le privano di sostegni economici in modo che siano dipendenti da loro per qualsiasi cosa.
Questi comportamenti sono subdoli, questi individui si fanno vivi, poi spariscono per qualche giorno e ritornano. La donna cerca spiegazioni sul loro comportamento, ponendosi tanti perché: che in realtà non esistono. Il maschio narcisista non ragiona come una donna.
Nella mente femminile si immagina sempre, che comunque ci sia un qualcosa di affettivo e che provino emozioni di lontananza e altre tipicamente femminili, ma per questi soggetti conta solo il controllo e poter scopare quando lo desiderano.
Lo stereotipo indica che il maschio, specie di una certa età, gli interessa sì di avere una compagna con cui fare l’amore, ma di non avere rotture di scatole e che possa seguire le sue passioni, come magari guardarsi lo sport in televisione, oppure vedersi ogni tanto con gli amici. Ne ho conosciuti alcuni che gli interessava più giocare a con la PlayStation, che stare con la moglie. Per loro questo è un vivere sufficiente per lavorare e rimanere appagati.
Per fortuna non tutti gli uomini sono così, ma molte delle mie amiche attirano sempre certi individui, senza che capiscano da principio come sono in realtà.
C’è anche l’imperativo biologico di procreare oltre che al fatto che l’attivazione della sessualità è tutta mentale: le donne si creano un film, una storia nella loro testa, senza che dall’altra parte ci siano le stesse cose.
A volte provo a dir loro che con certi uomini è meglio troncare subito i rapporti, ma non ci riescono e ritardano per paura dell’abbandono, di cercare di risolvere parlandone, ma in realtà continuano a subire quelle che sono vere proprio violenze psicologiche, anche se a loro non sembrano, finché non è tardi e ne rimangono devastate…quelle che riescono a uscirne.
Alcune a rapporto chiuso, dopo alcuni mesi riescono addirittura a rimettersi con questi ex compagni, pensando che quella era stata magari solo “una fase” e non che sono così stronzi veramente.
La settimana scorsa ho partecipato a un evento, dove è intervenuto il responsabile di un’associazione che si occupa della violenza di genere in ambito LGBT+. La cosa che mi ha sconvolta e che non avrei mai immaginato che ci potesse essere una violenza di coppia, anche al di fuori del classico uomo contro la donna biologica.
Hanno avuto nell’ultimo anno anche tre donne trans che si sono rivolte a loro.
Purtroppo, quando queste persone si rivolgono a queste associazioni, sono già devastate psicologicamente. Vengono aiutate in vari modi e questa associazione la si può trovare a Milano all’interno del numero verde 1522.
Oltre all’empatia, mi è nata anche questa voglia di aiutare il prossimo, ma non di dare sovvenzioni e aiuti economici. Di provare a usare la mia empatia per cercare di aiutare e far ragionare, a migliorare la vita delle persone.
Anna S. “Buongiorno Bianca, grazie per aver condiviso con me la sua presentazione e la sua vita. Molto profonda, molto emozionante e molto coraggiosa.
“
Mille complimenti per tutto quello che ha fatto e che sta facendo per tutti noi, perché il mondo progredisca sempre al meglio.