Un anno fa, una mia amica mi aveva detto che aveva partecipato a questo Storytime, dove aveva raccontato la sua attività di insegnante di danza e di tour operator. Con tutte le cose che faccio e le attività divulgazione mi ero dimenticata.
Due settimane fa, ho visto la pubblicità su Instagram e ho mandato la richiesta per fare un’intervista. Hanno telefonato dopo qualche giorno e oggi sono andata nei loro studi per fare l’intervista.
Sono dovuta andare a Milano al lavoro in macchina. Mi sono svegliata alle ore sei e ho affrontato l’intenso traffico del mattino, per riuscire a trovare parcheggio. Dopo aver lavorato, ho preso due ore di permesso per andare a fare l’intervista dalla parte opposta della città. A metà pomeriggio c’era già un traffico intenso, ma per fortuna in 45 minuti sono riuscita a arrivare. Una volta qua mi sono resa conto che gli studi sono a 500 metri da dove faccio danza al sabato mattina.
Appena arrivata mi hanno fatto accomodare e ho compilato la liberatoria. Mi hanno chiesto dei miei contatti social e quali pubblicare.
Avevo già preparato alcune domande su carta, la segretaria ne ha scelte alcune e inserite nel computer che sarebbe stato letto dallo speaker.
Dopo circa venti minuti di attesa, finalmente mi hanno portata nella stanza dove si registra e presentata allo speaker, un tipo simpatico.
Avevo la voce un po’ rauca e leggermente bassa, ma appena sono entrata nello studio ero talmente a mio agio che tutto è tornato normale. Abbiamo riletto le domande e mi ha spiegato che doveva essere un’intervista come se fosse un colloquio informale.
Dopo una prova microfono, ho indossato le cuffie e abbiamo iniziato .
Sono stata spigliata e spontanea, ma sono stato troppo rapida. Ho impiegato solo otto minuti dei dodici che avevo a disposizione. Ho raccontato quello che volevo dire e comunque è andata bene.
L’importante era lanciare un messaggio di positività. Al termine dell’intervista lo speaker mi ha detto che lui fa stand-Up comedy e una sua amica è transgender, anche lei fa stand-Up.
Spero che la mia voce registrata risulti decente, ma lo scoprirò la settimana prossima quando andrà in onda.
Tra due giorni mi manderanno un SMS con indicazione del giorno in cui verrà trasmessa e comunque la ripetono on demand per tutta la giornata, vedrò di registrare l’audio quel giorno.
Non ho chiesto la registrazione video e neppure l’audio podcast via del costo di circa 90 €, non è così indispensabile e con tutte le mie attività di divulgazione non posso spendere molto. Oggi ho preso due ore di permesso e sono venuta in auto, che è già un costo.
È stata comunque un’esperienza molto interessante: il mezzo radiofonico mi mancava tra le mie esperienze.
Oggi ho ascoltato via web la trasmissione. Impressioni?
Sono partita leggermente impacciata, anche se sul momento non mi sentivo a disagio, ma poi sono andata abbastanza bene.
Il volume della mia voce è troppo basso rispetto a quello dello speaker. Ma davvero ho una vocina adesso? L’importante è avere un timbro femminile, dopo anni di logopedia ed esercitazione.
Credo fossi anche stanca dalla giornata intensa e sveglia prestissimo.
Allego un pezzetto dell’audio della mia voce (per confronti futuri).
Questo è la trascrizione dell’intervista (fatta con Sonix A.I.).
Intervistatore: [00:00:09] Amici di Story Time, ben arrivati con una nuova storia tutta da raccontare. Io sono Stefano e vi ricordo di seguirci su tutti i nostri canali social. Qui con me. Oggi ho il piacere di avere ospite Bianca Iula divulgatrice. Ciao Bianca, ben arrivata. Grazie a te per essere qui con noi in studio. Allora Bianca, parlaci un po di te, di chi sei, un po della tua esperienza.
Bianca: [00:00:26] Sì, sono una donna transgender. Ho iniziato il mio percorso un po tardi, a 55 anni, quindi cinque anni fa. Si aspetta sempre tanto perché si ha paura del giudizio degli altri. Certo, si ha paura di perdere gli amici, gli affetti. Però a un certo punto arrivi che dici vabbè, io vado.
Intervistatore: [00:00:52] Diciamo questa è comunque è sempre stata una scelta immagino che hai voluto fare.
Bianca: [00:00:56] Non è proprio una scelta.
Intervistatore: [00:01:01] Scelta obbligata nel senso proprio.
Bianca: [00:01:04] Sì, prima o poi andava fatto.
Intervistatore: [00:01:06] Certo, certo. E come è stato un po il percorso di transizione?
Bianca: [00:01:11] È difficile trovare informazioni in Italia. Per fortuna ho trovato una delle poche associazioni che mi ha dato qualche dritta. E quindi diciamo che il percorso, solo per arrivare a prendere gli ormoni richiede un anno. Dopo tre anni circa, si può iniziare ad avere la carta d’identità con nome e genere. Il percorso comunque include dei colloqui con degli con degli psicologi, poi delle visite mediche e poi si fanno degli esami ogni sei mesi, perché comunque non è un gioco può pericoloso.
Intervistatore: [00:01:49] Pericoloso certo, perché comunque è proprio una trasformazione fisica quella che si va affrontare.
Bianca: [00:01:54] E poi per fortuna, dal 2015 non è più obbligatorio fare le operazioni chirurgiche. Per due motivi: uno è che in Italia adesso c’è anche una lista d’attesa di oltre quattro anni.
Intervistatore: [00:02:05] Ma già con i tempi del nostro Paese…
Bianca: [00:02:08] E all’estero costa come un’automobile.
Intervistatore: [00:02:10] Certo, immagino. Quindi per fortuna si è arrivati a un’alternativa.
Bianca: [00:02:15] Esatto. Però comunque adesso sono a un buon punto. Mi sento felice di essere finalmente me stessa.
Intervistatore: [00:02:21] Certo, è davvero una gran cosa. E si, si sente. Ti vedo proprio contenta e serena in questo. E appunto per raccontare un po la tua esperienza, sei diventata quindi una divulgatrice.
Bianca: [00:02:32] Esatto. Allora ho iniziato da quando ho preso la decisione e ho cominciato a scrivere un mio piccolo diario personale e a farmi tante fotografie, perché volevo vedermi dall’esterno i cambiamenti. Dopo circa cinque mesi, siccome come lavoro sono un’informatica, ho aperto un mio blog dove ho iniziato a pubblicare tutti i miei pensieri, le idee, quello che succedeva. E adesso, dopo cinque anni, ho circa 1.000 persone al mese che lo leggono. Oltre a essere un diario è pieno zeppo di informazioni che sennò altrimenti si riesce a trovare. La vocazione era appunto di aiutare le altre persone transgender e soprattutto informare tutte le persone di chi siamo realmente. Nei media, purtroppo da anni si parla solo di omicidi, di prostituzione e di violenze. Quando il 98% più o meno, di noi siamo persone con una vita normale.
Intervistatore: [00:03:38] Normalissima. Purtroppo questo stereotipo anche per colpa appunto dei media dei film piuttosto che di tante altre cose viene tramandato questa questa pessima informazione sulla vostra comunità.
Bianca: [00:03:49] Esatto. E tra l’altro in Italia il Ministero della salute ha stimato che siamo almeno 500.000 quindi comunque non pochi.
Intervistatore: [00:03:56] Comunque un numero molto importante, assolutamente va riconosciuto tutto quanto. Assolutamente e per quanto riguarda i tuoi progetti per il futuro, soprattutto per quanto riguarda il tuo aspetto di divulgatrice?
Bianca: [00:04:08] Sì, io mi occupo principalmente di divulgazione in ambito medico scientifico. Collaboro con alcune associazioni nazionali, soprattutto di oncologia, dove racconto le problematiche viste da dentro. Segnalo delle cose e spesso fanno studi scientifici o approfondiscono. E poi partecipo spesso un po dove capita, per lanciare questo mio messaggio di normalità.
Intervistatore: [00:04:35] Certo, esatto. Far conoscere, appunto, divulgare questa bellissima cosa e appunto. In base alla tua esperienza di divulgatrice ci sono delle domande particolari che le persone ti fanno che ti capita di ricevere più spesso?
Bianca: [00:04:51] Sì, tantissime. Comunque spesso vogliono sapere qual era il nome anagrafico prima.
Intervistatore: [00:04:55] Ok.
Bianca: [00:04:56] Per me non è un problema, sono una divulgatrice. Però è una delle cose da non chiedere mai.
Intervistatore: [00:05:00] Esatto, immagino, perché appunto.
Bianca: [00:05:04] Esatto. Poi l’altra cosa che la pensano ma non la chiedono: è si sia già fatto le operazioni chirurgiche. Certo con il discorso di sessualità, anche qui c’è lo stereotipo che se diventi donna devono piacerti gli uomini.
Intervistatore: [00:05:25] Esatto esatto, è una cosa che ancora molte persone fanno ancora confusione. Invece bisogna è bene assolutamente ribadirlo. E alla fine per concludere, c’è un messaggio che ti senti di lasciare ai nostri ascoltatori e nostre ascoltatrici?
Bianca: [00:05:37] Sì, se vi capita di incontrare una persona transgender o vi viene detto che quella persona lo è, cercate di andare oltre a quello che vedete come aspetto fisico, perché all’inizio della transizione non siamo così diciamo esteticamente nel genere di destinazione. Quindi mostrare pazienza e soprattutto cercate di usare la grammatica corretta.
Intervistatore: [00:06:04] Esatto. I pronomi sono importanti. E comunque si tratta di un percorso, quindi bisogna anche rispettarlo questo percorso.
Bianca: [00:06:10] Un’ultima cosa per trovarmi nel mio blog, basta che cercate su Google, scrivete “blog bianca” e saltò fuori per prima.
Intervistatore: [00:06:18] Quindi proprio non si può sbagliare. Per Instagram?
Bianca: [00:06:31] Iula.Paprika, con la K, dove mostro più che altro le fotografie più artistiche, sia di me che di quello che faccio.
Intervistatore: [00:06:40] Beh, giustamente Instagram è un social che si presta di più per questo tipo di attività. Perfetto Bianca, è stato davvero un enorme piacere averti ospite qui con noi, è stato molto interessante. Ti ringrazio davvero tanto e ti faccio un enorme in bocca al lupo per la tua attività e per il tuo percorso.
Bianca: [00:06:55] Grazie mille! Salve a tutti! Grazie a te.
Intervistatore: [00:06:57] Grazie per essere stata con noi. Ciao a tutti! L’intervista di oggi è giunta al termine, ma non preoccupatevi, ce ne sarà presto un’altra tutta da scoprire a tra poco. Story Time.