La mia amica Luciana mi aveva invitato a fare una serata presso il locale Spirit de Milan, dove c’è musica dal vivo e si danza.
Il raduno l’ha organizzato Cinzia, che non conoscevo, a sua detta pensava che sarebbero arrivate poche persone invece eravamo quasi una trentina!
Fino al giorno stesso però ero indecisa se andare, viste le mie esperienze negative nelle discoteche, c’è poi il problema che dopo una giornata di lavoro al computer è ancora più stancante farmi un’ora di auto, in mezzo al traffico di Milano per arrivare e la notte ritornare a casa provata dalla giornata e serata.
Sperando che tantissime persone siano ancora in ferie, ho preso due ore di permesso, di cui una sono riuscita a dormire e l’altra per prepararmi. Dopo una cena frugale sono andata a Milano scoprendo che non c’era nessun traffico di auto!
Quando sono arrivata vedo che c’era questa fabbrica dismessa con solo un tizio fermo all’ingresso. Non c’è nessuna indicazione che fosse lì locale anche se Google Maps mi metteva il pallino proprio lì. Poi ho visto arrivare gente abbastanza elegante e quindi ho capito che era davvero lì. Ho parcheggiato poco distante e sono entrata raggiungendo la mia amica Luciana che era già a mangiare un tagliere insieme a poche persone.
Prima delle 20:30 allo Spirit, c’è l’aperitivo dove ti portano noccioline, olive, un po’ di patatine e un drink, più tardi solo da bere e costa di più. Questa volta ho provato a bere un Daiquiri che non è stato male.
Le persone del nostro gruppo non le conoscevo, tranne un tizio che mi aveva conosciuta all’inizio della transizione (forse al maschile addirittura) e quindi un paio di volte rivolgendosi a me, ha sbagliato i pronomi, poco male. Ho capito che quando sono stanca, il mio tono di voce a volte non è più così femminile e la gente inconsciamente sbaglia.

Con grandissima sorpresa una ragazza che passava mi chiama. Era la mia amica Elena S. che non vedevo da tre anni e con lei c’era anche Paola P.. Ci siamo date degli abbracci lunghi e intensi. Con loro era iniziato il periodo della transizione di genere e si era creato anche un bel gruppo, in un periodo dove ognuno aveva bisogno di poter parlare di quello che gli succedeva, in un ambiente sicuro, come quello che avevamo creato delle conversazioni del sabato pomeriggio (apri articolo del blog).

Dopo due ore che eravamo lì seduti a parlare, finalmente la band è entrata sul palco e anche la cantante. Luciana mi aveva detto che c’era qualcosa a che fare con una drag queen e avevo capito che ci fosse uno spettacolo di cabaret e a seguire una cantante, per finire il dj set a notte fonda. Di solito le dragqueen fanno quello nei locali e animano il Dj Set.
Invece la cantante del gruppo sul palco è una drag queen, vestita non esagerata come fanno di solito (anche se all’aperto faceva caldo). Alexandra Drag Queen è il suo nome e ha una voce pazzesca e riesce ad andare su tonalità femminili anche molto alte. Non so come mai, ma molte artiste trans sviluppano questa voce e anche io con la logopedia ora sono intonata e posso fare dei cori. Spero in futuro di riuscire a cantare da solista donna.
Ha una presenza sul palco non indifferente e ci ha fatto ballare tutti per oltre due ore cantando e muovendosi con un’energia incredibile. (Apri il suo profilo Instagram).

In realtà ho scoperto che Alexandra è transgender solo quando ha accennato della sua comunità, rivedendo i video che hanno girato qualcosa si vede, ma dal vivo io stessa non ho avuto dubbi che fosse una donna (nata così). E’ stato bello questo suo esporsi, non è detto che le drag siano solo uomini, esistono anche le drag donne (che in termine tecnico si chiamano FauxQueen).
Il giorno dopo le ho inviato un messaggio su Instagram, ci tenevo ad avere un contatto e farle avere il mio ringraziamento sia per la serata che per quello che fa, ed è stata carina a rispondermi.
“Ciao Bianca!!! Grazie mille per il messaggio.
“
La nostra comunità è minata dall’esterno ma anche dall’interno. Vogliono dividere ed escludere (ancora una volta) le persone trans dagli LGB trovando sempre un capro espiatorio diverso ogni volta e sempre più debole. Per me invece, dato che la comunità trans è quella che ha dato il via al movimento e che ha creato le case e la ballroom, è il cuore pulsante della nostra comunità. E mi batteró sempre con più forza, specialmente per le nostre sorelle trans, feticizzate e discriminate più di chiunque altro in questo paese.
E se posso portare questo messaggio forte usando la mia voce e la mia arte, ne saró solo che fiera.
Un abbraccio a te!

siamo un minoranza che si fa sentire!
Da parte mia ho ballato per circa due ore lasciandomi andare senza pensare, viva e nel flusso della musica. Purtroppo ogni tanto, quando la pista era piena, dovevo stare attenta a tenere le braccia vicine al corpo per non urtare qualcuna e l’ho fatto alcune volte. Quando ballo perdo quei pochi freni inibitori che mi sono rimasti.
Durante una delle pause dalla danza, ho comunque una certa età, sono andata a parlare con Paola, le ho mostrato una foto del mio gruppo di danza e non so come mai lei ha pensato che fossero tutte donne transgender! Credo che sia da sfatare uno stereotipo delle persone gay/lesbiche che viene riflesso su di noi. Esistono locali solo per gay dove si trovano, ma non esistono locali solo per trans. Noi non desideriamo “stare solo tra di noi”, ma vogliamo vivere insieme a tutti senza giudizi su nessuno.
Non ho più le paure che avevo un tempo sul giudizio degli altri specie quando sono in mezzo a tanta gente, ma non pensavo che ne sarebbe arrivata così tanta. Danzare in maniera vistosa sotto il palco, vicino alla cantante, ti rende molto visibile.
Oltre aver ballato con Luciana e con alcune del nostro gruppo, sono andata un po’ a zonzo per la pista e ho ballato un po’ con tre signore, di cui una biondina con i capelli a caschetto e due occhi incredibili. Ci siamo sorrise alcune volte, anche se non ho capito il motivo del suo interesse, perché più tardi l’ho vista insieme al probabile compagno, che era molto più anziano di lei. Mistero.
Questa cosa mi ha fatto venire in mente i ricordi di quando ero al maschile e comunque non sarei riuscito a fare nessun tipo di comunicazione in pista, specie se l’altra persona mi interessava sessualmente. Ora sono davvero libera di esprimermi e di decidere.
Ad un certo punto è arrivato un tizio che mi ha detto “vieni qui con noi, tu balli veramente bene
”. L’ho seguito per pochi metri in mezzo alla folla danzante e c’era un gruppetto composto da tre uomini e una donna. Non ho capito se ci stava provando con me, anche se ero abbastanza sicura perché l’ho sentito parlottare con il compagno e so come ragionano gli uomini. Dopo che ho ballato una canzone con loro e soprattutto insieme all’unica donna del gruppetto, questo tizio è andato al bar a prendersi un drink e così li ho mollati per tornare sotto il palco a ballare. Non mi aveva acceso nulla dentro.
Dopo tre anni di danza sono abbastanza sciolta e probabilmente ballo molto meglio di quello che credo.
Uno dei miei obiettivi di questa serata era di essere elegante, non risentire del caldo e soprattutto che nessuno pensasse che sono trans, non che mi importi più di tanto. Mi diverto a sperimentare e vedere le reazioni della gente.
Non credo che si sia capito che sono trans, soprattutto quando sei dentro un folla, ma anche quando sono andata più volte nel bagno delle donne, ho sempre scambiato due parole con le altre e con alcune con cui eravamo vicine a danzare. L’altra cosa bella del bagno delle donne, oltre che in generale è molto più pulito, è che si può parlare anche con sconosciute, mentre i maschi, figurati se danno confidenza a qualcun altro, hanno sempre la paura di essere giudicati gay.

Dopo la mezzanotte ho salutato le mie amiche con calorosi abbracci, e sono uscita da questa fabbrica dismessa, tranquilla finché sono arrivata all’ingresso. Dopo aver salutando la guardia per fare i 200 metri fino alla macchina, mi sono resa conto che ero da sola e la sensazione non è stata piacevole. Per fortuna è andato tutto bene e mi dispiace che non riesco mai a coinvolgere delle mie amiche che abitano vicino, in modo da essere in compagnia.
Sono ritornata verso casa stanca morta prendendo l’autostrada, ma a un certo punto deciso di fermarmi all’autogrill per prendere un cappuccino e brioche al cioccolato (mai bevuto alle 1:30 di notte), ero stanca, disidratata e felice.
Era un po’ che non andavo a dormire alle due di notte!