Sono tornata a essere una persona libera di circolare e sono in salute!
Come accennavo al post precedente in Italia se segui le regole finisce sempre male con la burocrazia e infatti mi sono fatta quattro giorni in più di quarantena.
Dopo ho deciso di essere attiva e cercare lo stesso di risolvere il problema e ha funzionato e ancora una volta ho conosciuto la cortesia dei singoli dipendenti pubblici, ma che ho dovuto essere io a farli attivare per risolvermi il problema creato dalla struttura sanitaria bergamasca.
Lunedì ho provato ad andare in un drive-in di tamponi nel paese qui vicino infilandomi nella coda di auto e quando è arrivato il turno ho cercato di farmi fare il tampone anche se avevo un’ appuntamento per un altro giorno e un’altro luogo. Per fortuna non hanno avuto nulla da dire e mi hanno fatto il tampone.

Mentre ero in coda mi era venuta un’idea e usando il link che mi avevano fornito avevo prenotato per domani pomeriggio. Solo che a parte l’ok a video non è arrivato nessun messaggio da poter mostrare, quindi era una prenotazione oppure no? Non lo sapremo mai perché nel tardo pomeriggio mi ha chiamata un’operatrice dell’ATS Bergamo chiedendo se ero riuscita a fare il tampone e se quello di domani era ancora da fare. Le ho spiegato che ero riuscita a farlo, ma che l’esito non era ancora arrivato. Anche per lei era strano. Tutto il giorno in attesa di un qualche messaggio o notifica sull’esito, ma nulla.
Evita “Bene. Grande! Speriamo sia negativo e così potrai archiviare questa cosa nella cartella "momentacci "
. “
Rosanna “Furbacchiona
”
Maia “Bianca, sei importante per me, non dimenticare.
”
La burocrazia è una macchina autonoma che uccide.
Anche se cercavo di non pensarci, meno male che ho ripreso a lavorare seppur ds casa, salivano alla mente pensieri oscuri che potrebbe essere Positivo e quindi almeno un’altra settimana di quarantena, oppure che la provetta avesse subito un incidente e avrei dovuto rifare il tampone con perdita di giorni.
Guarita dal Covid-19, seppur in forma leggera, stavano spuntando sintomi della mia gastrite nervosa che speravo fosse estinta e dei mal di testa perché sono rimasta troppo tempo in casa senza poter uscire.

Sono stati 14 giorni come se il mondo esterno quasi non esistesse. So che non è che sia stato chissà quale tragedia, ma ha pesato non poco. Mi sono anche resa conto che sono stati 14 giorni senza truccarmi né vestirmi da donna come si deve, quasi tutto il tempo l’ho passato con felpa e leggins pesanti.
Al telefono con l’operatrice ATS ho dovuto parlare di me al maschile e anche se mi sembrava di fingere non mi era pesato così tanto.
Meno male che la voce è rimasta quella “nuova” e al telefono mi chiedono sempre due volte se sono Gerardo. Oggi è successo anche con Vodafone che mi voleva vendere un qualche servizio telefonico.
Rispetto alle regressioni del passato questa volta è stata una cosa minimale forse anche perché quando mi guardo allo specchio vedo un volto “al femminile” e mi tranquillizza.
La sera dopo cena mi guardo un telefilm di Star Trek: Discovery che non è un granché, poi leggo alcune pagine del nuovo libro e cerco di dormire senza riuscirci troppo. Speravo di stancarmi per non pensare, ma i pensieri sono stati più potenti del sonno. Ho avuto un dormiveglia molto agitato e forse ho dormito metà del tempo. Questo mi capita quando ci sono dei periodi di cambiamento in arrivo oppure che penso a qualche cambiamento. Nei giorni scorsi ne ho avuto vari e qualche deja vu.
Prima di andare a dormire mi viene il dubbio che il risultato sia stato caricato sul mio Fascicolo Sanitario Elettronico senza che mi abbiano avvisato. Dal computer accedo, ma nulla di nuovo.
Al mattino prima di mettermi a lavorare provo un’altra volta e quasi non ci credo che c’è il risultato del tampone, appunto senza avvisarmi in nessun modo. Cerco di scaricare il PDF e la connessione è lenta aggiungendo suspence alla mia ansia. Finalmente lo apro e c’è scritto Negativo! Rileggo bene tutto tre volte per essere sicura che sia il tampone di lunedì e che la data sia corretta tanto non mi sembra vero.
Visto che nessuno mi ha avvisata è probabile che altri automatismi sia falliti. Torno sul sito e clicco sul pulsante di conferma chiusura malattia. Dopo circa mezz’ora mi arriva il Green Pass di 72 ore relativo al tampone.
Scrivo all’impiegata dell’ATS Bergamo, un indirizzo datomi da un’amica che è rimasta nella stessa situazione: tampone negativo, ma la quarantena non è stata abolita. Un paio d’ore dopo mi telefona e ci impiego un po’ a spiegarle cosa voglio. Non so i termini tecnici, ma vorrei che la quarantena sia dichiarata terminata. Dopo un paio di minuti che non capiva finalmente ha compreso e fatto la dichiarazione di fine quarantena che mi ha inviato via e-mail in un minuto.
Libera. Ero finalmente libera di poter uscire di casa e tranquilla di non infettare qualcuno dei miei vicini.

L’ultima cosa da fare è stata scrivere al sostituto del mio medico di base chiedendo se la malattia terminava domenica e se avremmo dovuto fare qualcosa e per fortuna in serata mi risponde alla mail che non dobbiamo più fare nulla.
Ora manca solo il Green Pass da avvenuta guarigione che arriverà entro 72 ore e spero che non si inceppi ancora qualcosa nella burocrazia.
Prima di pranzo di sono presa un’ora di permesso e sono andata a fare la spesa in paese ed è stato liberatorio. Lo so che non ero in galera, ma a casa, però è stato un senso di libertà notevole e soprattutto poter fare due chiacchiere con degli esseri umani dal vivo!
Questa sera avrò una cena con degli amici che non vedo da due anni e tre di loro mi vedranno come Bianca per la prima volta. In teoria dovrebbe essere una serata
“soli uomini” dove si rinverdiscono le storie di quando nel 1990 abbiamo scritto e pubblicato un videogame, bevendo birra accompagnata da un hamburger.
Sono leggermente in dubbio, ma ci andrò, comunque con loro è stata una parte importante della mia vita e poi ho voglia di mangiare qualcosa di elaborato che non ho cucinato io. Mi fa strano pensare a una serata a cena fuori casa come se fosse passato molto più tempo e non solo mezzo mese dove però mi sono fermata totalmente a guarire e ripensarmi.
Mi sono truccata come si deve, ma non troppo, gli altri sono comunque uomini e indossato la parrucca anche se guardandomi allo specchio forse non mi serve più. L’ho messa come aiutino a sentirmi me stessa e per sentirmi figa dopo tanto tempo.
Non farò tardi perché domattina mi dovrò svegliare alle 5:30 per accompagnare mio cognato in due ospedali! Mi si combinano sempre attività che mi stancano molto!
La serata è stata bella e sono stata accolta con il nuovo aspetto senza problemi. Mentre entravamo ho fatto una battuta che è piaciuta molto, una cosa da veri nerd dei computer di una volta.
Ora sono un Commodore 128, ma dentro al cuore rimango un Commodore 64.
Come dire che ho cambiato la scatola con una più bella, ma il contenuto è ancora quello bello di prima.
Abbiamo mangiato carne rossa, che era tanto che non la mangiavo, e bevuto due birre medie a testa. Alle 22:30 eravamo però tutti stanchi, io poi dovrò alzarmi prima dell’alba, per cui abbiamo deciso di terminare la serata, anche se gli altri sono andati un’altra mezz’ora a vedere l’ufficio di Emiliano e i suoi modellini di robot giapponesi. Il suo ufficio lo conosco bene e sono andata a casa diretta a dormire. Chissà se hanno anche commentato di me quando li ho lasciati soli.

Al mattino faccio fatica a svegliarmi e dopo un’ora di viaggio mentre attendo mio cognato che fa il prelievo del sangue a Treviglio, mi infilo in un bar e faccio una prima colazione. Per fortuna non sento i postumi da alcool di ieri sera, con il vino mi succede, ma con la birra per fortuna no.
Dopo mezz’ora di attesa lo recupero e andiamo poco più in là di Melegnano con quasi un’ora di strada. Lo lascio di fronte all’ospedale dove gli tolgono i punti di un’operazione e attendo prima in auto. Esco un attimo a mangiare una brioche che mio cognato ha comprato nel bar interno del primo ospedale e mentre la divoro passa una signora anziana che mi fa un commento. E’ bellissima questa cosa che vedono una donna e che la gente non si sente intimidita, anzi ben disposta nei miei confronti è bellissima.

Dopo una mezz’ora ho ancora fame e mi faccio una seconda colazione, soprattutto ho bisogno di caffeina per restare sveglia.
Riaccompagnato a casa, prima di andare anche io a casa a dormire un poco, mi fermo in un supermercato per comprare alcune cose che mi servivano e dopo i 15 giorni di quarantena il frigo era davvero vuoto. Arrivata a casa riposo un’ora senza riuscire a dormire.
Nel pomeriggio lavoro sentendo la stanchezza addosso e la sera sono indecisa se andare a fare pilates, ma decido che è meglio. La lezione è stata intensa e dopo 20 giorni di stop per alcune cose mi sento abbastanza bloccata.
Tra i vari esercizi ne abbiamo fatto uno chiamato “la stella” dove ho avuto delle difficoltà fisiche. Si doveva stare con un ginocchio a terra e il piede al suolo con le dita attive e piegate (tipo stare sui tacchi alti) mentre l’altra gamba rimaneva aperta e distesa (ahi che male). Il piede maschile non ha la mobilità di flessione dell’avampiede di uno femminile e questo mi ha fatto sentire abbastanza male. Sono riuscita a compiere l’esercizio anche se non vedevo l’ora che terminasse. Ho anche guardato le altre e mi ha dato da pensare sulla fisicità biologica che anche con una vagino plastica per me certe pose saranno irrangiungibili e che devo mettere in conto certi limiti.

Il giorno seguente dopo una lunga giornata di lavoro sono andata al corso di teatro. Mentre arrivavo a Treviglio in auto mi è venuto da pensare che prima della malattia avevo una spensieratezza a fare queste attività dopo il lavoro, mentre ora finché non sono sul posto mi è tornata attiva una parte di me troppo riflessiva e che non mi fa stare sul momento. Per fortuna appena inizio le attività mi passa tutto e sono la Bianca esplosiva per poi essere stanca morta al termine, ma comunque felice.
La lezione di stasera è stata fatta nella prima parte da Max e dalla seconda da Marta e ho visto la differenza tra i due metodi di insegnamento. Sono entrambi divertenti e molto creativi, ma con Marta si vede la sua esperienza di attrice professionista e che i suoi input ci attivano un sacco di cose.
Gli esercizi sono stati sull’uso del corpo in azione come ad esempio lanciare una palla immaginaria e muovere il corpo che se ci fosse realmente per far immaginare al pubblico che la palla ci sia veramente. Abbiamo simulato numerosi oggetti lanciati e ripresi e fatto anche combinazioni tra di noi.
Con Marta invece abbiamo fatto esercizi sulle emozioni e sulla voce. In uno di questi dovevo fare un “abbraccio beffardo” e Marta ha detto “questo è difficile”. Mi sono avvicinata sorridente a un compagno, lo so che avevo la mascherina ma ho sorriso lo stesso, e poi dopo essermi mossa per abbracciarlo mi sono fermata con le mani a metà vicine alle sue spalle. Marta ha detto “genio” cosa che mi ha dato una spinta emotiva notevole.
Un’ altro esercizio l’ho fatto insieme a Leonora, anzi lei verso di me. Ha beccato una stretta di mano amorosa e io ero quella a fianco, per cui ci siamo date una stretta di mano dove ho anche mosso la mia come per accarezzarla, poi ho anche alzato la gamba come per circuirla come si vede nei film. Risata generale.
Un’ esercizio era che la persona di turno doveva dire una frase “Ciao sono io. Senti, puoi venire qui?“, gli altri dovevano stare ad ascoltarla a occhi chiusi. Devo dire che alcune persone solo in audio sono molto più brave a recitare ed essere realistiche che quando le vedi con il corpo che probabilmente comunica un’altra cosa. Quando è toccato a me l’ho detta con l’ eco come se fossi in montagna. Riaprendo gli occhi si doveva cercare di dire in che situazione era la persona, era al telefono? era stanca, arrabbiata? in che rapporti stava con chi ascoltava? Esercizio molto interessante che ha coinvolto udito e immaginazione.
L’ultimo esercizio è stato fatto in un gruppi dove dovevamo proporre una cartolina sonora di un luogo, fermi e senza usare il corpo. Al mio gruppo è capitato “gioia dell’infanzia“. Ho visto gli altri bloccati senza idee, Maria Pia ha detto “non mi ricordo nulla”. Sono partita intonando una canzone di un film dove c’è una bimba che canta “la lalla la la la” e devo dire che mi è uscito un tono bambinesco e femminile, cosa che non pensavo di riuscire. Con lo studio della voce sono più avanti di quello che pensavo.
poi ho cercato di coinvolgerli con urletti da bimbetti che mi sono usciti meno veri e infine con un “giro giro tondo“, ma il mio gruppo non era nel mood per sentirsi dei bimbi. Io sono una bimba dentro da sempre ed è molto facile lasciare andare il mio lato fanciullesco.
La serata termina con spumante e panettone, poi settimana prossima faremo il bis della festa.

Dopo il covid e nonostante i fermenti lattici che ho preso insieme a medicine e vitamine, ho iniziato ad avere bruciori di stomaco, la carne rossa di martedì sera deve aver contribuito. Sono stata tre giorni a mangiare riso in bianco, prosciutto, speck (che essendo stagionato è pre-digerito dai batteri buoni) e per fortuna stasera il panettone e spumante non mi hanno dato fastidio.
Ah oggi è arrivato anche il GreenPass da avvenuta malattia e che dura sei mesi, quindi rimanderò la vaccinazione della terza dose che comunque vista la mia terapia ormonale qualche rischio di troppo su trombosi e altro potrei averlo, poi il vaccino Astrazeneca in Italia non lo fanno più e con quello almeno so quali rischi ho corso con le due dosi precedenti.
Oggi, venerdì, ho preso mezza giornata di premesso per recuperare delle ore che ho fatto extra e dopo pranzo ho fatto una camminata con la vicina Carmina che doveva raccontarmi della riunione del condominio. Mentre rientravamo, non ricordo come, è saltato fuori l’argomento voce al telefono e le ho detto che in questi giorni quando parlavo al telefono con gli operatori questi rimanevano in dubbio “sento una voce da donna e dice che è Gerardo Iula?
“, però poi andavano avanti al maschile anche se quello che sentivano non era una voce maschile. Carmina mi ha confermato che quando ci siamo sentite al telefono l’altro giorno ed era un po’ che non ci parlavamo, ha sentito una voce indubbiamente femminile. Ottima conferma che in quasi due anni di esercizi finalmente ho raggiunto il risultato che mi prefiggevo: essere presa per una donna da qualcuno che non mi vede e sente solo la mia voce.
Stasera corso di cucina per terminare in bellezza le serate infrasettimanali, come al solito sono passata dal troppo a fare nulla a casa a fare troppe attività. Nel weekend farò solo attività leggere come andare al cinema e a pranzo con sorella, cognato e nipotina e shopping natalizio a seguire.

Andare al corso di cucinare insieme è stato strano, in sole tre settimane mi sono disabituata a fare lunghi viaggi in auto, c’era poi anche tanta nebbia così ho deciso di prendere l’autostrada dove non c’era quasi nulla. Arrivata sono tra i primi a entrare e faccio “gli onori di casa” a quelli nuovi in attesa che arrivi la co-organizzatrice Raffi, che quando arriva l’unica che corre ad abbracciare calorosamente sono io. Mi sono sentita la tenerezza nel cuore.
Una volta “in azione” sono rimasta sul presente e mi sono goduta l’attimo nell’aiutare nelle preparazioni. Qui si cucina insieme e lo Chef Luca coordina e fa le cose difficili. Poi si mangia insieme in piedi.
Unica nota strana è stata che a un certo punto un paio di persone si sono rivolte a me con “lui”, forse stavo facendo qualcosa che ha tirato fuori il mio lato maschile? La cosa è durata un quarto d’ora e poi tutti sono tornati a usare “lei” rivolti a me. Strana la psiche umana.

Ho imparato alcune cose nuove e qualche idea per usare la pasta sfoglia già pronta in modo più creativo, prima mi limitavo a metterla nella teglia e riempirla di tutto quello che avevo in frigo per una torta salata. Abbiamo fatto dei cornetti salati con dentro prosciutto e formaggio, delle rose di Branzino (immerso nelle barbabietole) al forno con contorno di peperoni, crespelle con funghi e speck. Tutto molto buono e sono tornata a casa con due schiscette di cui quella con le crespelle l’ho regalata alla mia vicina che tanto ha fatto durante la mia quarantena.
A fine serata stavolta l’ho abbracciata io a Raffi e lei mi ha dato il bacio “da ragazze” sulla guancia, sono apprezzata per come sono e anche per le mie fotografie “pazzesche”, parole sue che sono la “fotografa ufficiale”.
