L’idea di una serie di articoli che riguardano l’abbigliamento di una donna trans, che ha misure e proporzioni diverse da una donna CIS (tutte le altre) mi è venuta leggendo una e-mail che mi è arrivata quasi due mesi fa. Ho risposto e iniziato a raccogliere le fotografie dei miei selfie scattate negli ultimi due anni, divise per capi di abbigliamento, outfit riusciti e altri assolutamente da non ripetere e rivendendole mi sono chiesta con che coraggio ci sono andata in giro.
Mi piacerebbe coinvolgere altre donne trans in questa cosa, ma al momento ho troppe cose in ballo e per ora mi concentro su quello che conosco: me stessa, aggiungendo commenti e note di persone trans che conosco, ma di cui non ho ancora avuto un parere diretto.
“Buonasera Bianca! Sono Chiara, ti ho contattato tramite Facebook.
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Come ti dicevo devo svolgere un progetto per un esame universitario, la mia idea è quella di una linea d'abbigliamento di abiti "femminili" (vestiti, gonne, camicette ecceecc) realizzati sulle proporzioni fisiche maschili cosi che sia garantita la perfetta vestibilità.
Questo progetto nasce perché gli abiti destinati alle donne hanno delle volumetrie e delle pinces differenti rispetto agli abiti da uomo, quindi una ragazza trans che volesse indossare un abito femminile, difficilmente riuscirà a trovare la taglia perfetta per lei.
Chissà che riuscirà in futuro nel suo intento? Al momento da vari stilisti e linee di prodotto stanno spuntando abiti che cercano di essere neutri, ma colorati con un target relativo alle persone non-binarie che stanno aumentando ogni giorno e avendo sempre più visibilità grazie all’outing di molti cantanti.
Un’eventuale moda per donne trans si potrebbe dividere in tre periodi:
- travestitismo, quando ti vesti e rimani in casa, in genere con abiti tipo pornostar
- coming-out e nei primi mesi della terapia ormonale sostitutiva (TOS), si ha un leggero dimagrimento e movenze non troppo femminili
- quando si vive come donna a tempo pieno, gli ormoni e la dieta hanno modificato abbastanza la silhouette del corpo, ma si osa di meno e si preferisce la praticità di un capo di abbigliamento
- C’è anche una quarta fase a cui non tutte arrivano. In queste tre si ha ancora l’organo genitale maschile (il pacco), mentre nella quarta dopo un’operazione, non so se ha ancora senso di parlare di moda per donne trans.
“Per questo vorrei chiederti:
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Dove le donne trasgender (o i crosdresser o chiunque voglia indossare un abito) acquistano principalmente i propri outfit.
Se sono soddisfatte della vestibilità dei capi che indossano.
Se hanno "problemi" di discriminazione nell'acquisto nei reparti donna.
Ti ringrazio molto per la tua disponibilità, ho avuto questa idea leggendo su un forum la difficoltà per molte di trovare negozi "trav friendly" e l'insoddisfazione degli acquisti online (su siti principalmente cinesi)
Grazie mille , ti auguro una buona giornata e buon lavoro
Nel mio percorso di transizione sono partita dal crossdresser (travestitismo), transitata al vestirmi da donna con difficoltà, all’essere donna indipendentemente dai capi indossati, anche se con un abito carino faccio tutta un’altra figura!
Sono soddisfatta dei capi indossati?
Fortunatamente esistono tantissimi tipi di abbigliamento per cui riesco spesso a trovare abiti anche nei centri commerciali e che riesco a indossare (ho la taglia L con misura dalle 46 alla 48 che non è male).
L’ultima volta che ho fatto la valigia ho scoperto che gli abiti femminili occupano un sacco di spazio in meno e mi sono spiegata il perché quando ero in ferie o per lavoro, le ragazze riuscivano ad avere abiti diversi ogni giorno.
I materiali sono più belli e alcuni capi, seppur leggeri tengono caldo e/o fresco in estate.
Uno dei problemi sui vestiti monopezzo è che ho una costola in più. Questo fa si che anziché arrivare al ginocchio la parte sotto della gonna rimane a mezza gamba e per una signora di 57 anni sono troppo corti.
Ho problemi di discriminazione nell’acquisto nei reparti donna?.
All’inizio della transizione e prima della terapia ormonale non potevo provare i capi in negozio. Una volta ci ho provato scoprendo che avevo macchiato di fondotinta il maglioncino che avevo provato!
Andavo a vista, soprattutto nell’acquisto di scarpe. Se ero in dubbio non compravo.
Quando viso e fisico hanno iniziato ad avere un aspetto che non desta occhiate da parte delle altre clienti e delle commesse ho provato un’emozione a provare le scarpe e camminare in negozio, indossare nei camerini gli abiti e non sporcarli di fondotinta (ora ne metto pochissimo e di un tipo che non lascia traccia…ci ho pure dormito sopra una volta e nelle lenzuola nessun segno..si chiama Wunder2 Last&Foundation e lo compri online https://www.wunder2.it).
Ora che posso provare sul posto riesco anche a sopportare le commesse che cercano di aiutarmi nell’acquisto mentre prima se si avvicinava qualcuna a volte riuscivo a dire che facevo da sola, ma più spesso uscivo dal negozio.
Penso che il problema della discriminazione e del sentirsi osservati dipenda dal fatto che se entri sola in un negozio ti senti davvero come se il mondo stia lì a osservarti. Ho provato ad andare in negozi con amiche e il fatto di essere con delle donne CIS mi ha sbloccata e infatti nessuna discriminazione c’è stata sia da parte delle clienti che delle commesse.
L’unico reparto davvero tabù è quello dell’intimo femminile. In questo caso può esserci ostilità anche visiva da parte delle altre clienti.
Ho avuto difficoltà per molte di trovare negozi “trav friendly”?
In rete ne esistono solo due in Europa e hanno un ottimo assortimento.
Transformation (https://www.transformation.co.uk) che vende anche ormoni. Non prendeteli e affidatevi al medico, ma in U.K. la gestione della sanità in ambito transgender è pessima e il fai da tè va molto!
Special-Trade che ora ha anche un sito italiano! (https://www.paradiso-transgender.it)
Il problema è che non puoi provarli online, però le taglie sono “convertite” alle misure maschili per cui non devi chiederti se la camicetta XL ti può andare bene oppure se le decolleté numero 43 ti entreranno nel piede.
Questi siti hanno anche dei negozi fisici che ho visitato in passato. Transformation è a Londra mentre Special-Trade è a Norimberga dove ho postato un esaustivo articolo: https://blog.simiula.com/blog/2019/10/26/rimango-3-ore-in-negozio-provo-tutto-o-quasi/.
Nei siti cinesi “trav friendly” esistono anche taglie grandi, in genere la qualità è scadente, spediscono in trenta giorni minimo e non puoi fare un reso.
Nel travestitismo si è più orientati ad un abbigliamento estroso, oserei dire da porno star oppure da Drag Queen. Per ottenere una figura femminile si deve ricorrere a bustini per stringere la vita, mutande speciali con sedere e fianchi ingrossati, seno finto abbondante che è retto da reggiseni speciali.
Quindi l’abbigliamento è soprattutto lingerie specifica, abiti attillati e luccicosi, scarpe con minimo tacco 10.
Il problema delle peluria è notevole. A me occorrevano quasi tre ore per depilarmi con la lametta dentro la vasca da bagno. Poi nel giro di due giorni c’era già una vistosa ricrescita. Sembrava una missione impossibile.
Gli abiti quindi devono coprire grandi parti del corpo perché anche se depilata bene qualcosa si vede sempre.
Dopo aver risposto alle sue domande mi è venuta l’idea di prendere le mie foto “migliori” e molte delle “peggiori”, che solo adesso ho il coraggio di pubblicare perché hanno uno scopo didattico importante, e creare una specie di vademecum sull’abbigliamento di una donna trans di medie dimensioni come me: alta 1,80 mt, falsa magra con i miei 81kg, corporatura snella, 41 di piede. Misure che mi fanno stare “al pelo” dentro quelle dei prodotti destinati alle donne CIS.
Riesco a comprare bene, spendendo poco, anche su siti tipo https://it.shein.com , dove puoi fare il reso di quello che non va bene e il sito le volte seguenti ti suggerirà le taglie corrette in base a cosa non hai reso.
Però più vivo da donna a tempo pieno e più mi viene voglia di avere abiti di una qualità superiore e quindi inizio a spendere con più oculatezza, ma scontrandomi con le taglie che non prevedono sempre una “donna alta e grande“. La moda di qualità non prevede ancora donne fuori standard.
Nei prossimi articoli del blog fornirò consigli, mostrerò criticità della fisicità, idee per gli accessori. Non voglio indicare come vestirsi né sindacare sul gusto personale e neppur sui colori (spesso criticati dalle mie amiche “gli stivaletti marroni non vanno con la gonna nera")
. E’ però evidente che se lo scopo iniziale di una donna trans è quello di “sembrare” così tanto una donna senza lasciare dubbi (“passing“), indossare capi errati che attirino l’attenzione evidenziando la fisicità non è quello che si vuole.
Ho impiegato un sacco di tempo a realizzare tutti i materiali e spero che lo sforzo venga apprezzato.