Settimana impegnativa soprattutto per il mio stomaco, ma procediamo con ordine.
Avevo due lezioni da recuperare e ho fatto lunedì sera Yoga, mercoledì e sabato Pilates. La lezione di yoga è stata molto impegnativa, ma Francesca mi ha fatto i complimenti perché sono arrivata a metà anno e sono riuscita a fare quasi tutto. Di solito si parte da settembre con le cose più facili per arrivare a giugno a quelle più avanzate e impegnative. Alcune delle posizioni (che si chiamano pose) le avevo fatte nelle lezioni di DYP e una anche danzando a tempo di musica. Ovviamente farle di fila per ottanta minuti è stato più impegnativo. L’unica cosa che non ho potuto fare è l’esercizio del ponte rovesciato, sì all’indietro e che l’ho fatto appoggiandomi a una palla gigante. Sono tornata a casa con il mal di schiena, ma al mattino dopo era passato tutto.
Mercoledì alla lezione di pilates ho rivisto delle “vecchie” compagne di esercizi (Elisa, Cristina, Carlotta) del gruppo appunto del “mercoledì 19:30”. Ho scoperto che molte di esse non conoscono le altre ragazze degli altri turni, mentre io sono abbastanza trasversale. La lezione aveva la preparazione ed esecuzione di due esercizi: taglio del panettone e cavatappi per lo spumante.
Il taglio era una posizione seduta e piegata dove si faceva un piccolo movimento come per tagliare qualcosa, mentre il cavatappi erano tutte torsioni del busto. Sabato mattina Silvia ha aggiunto qualcosina e in fondo due esercizi da fare in coppia di cui ha fatto dei video. Questa parte del fare in coppia è stata una cosa interessante. In questo gruppo (Fede, Mari, Denise) siamo molto affiatate e non c’è stato nessun problema nel toccarci, ma capisco che ad altre possa dare fastidio. Con alcune ragazze poi quando è un po’ che non ci si vede, partono degli abbracci spontanei.
A proposito di abbracci, capita sempre più spesso che alcune donne mi stringono così forte da farmi mancare il fiato. E’ una cosa bellissima, ma che fanno solo con me, con le altre c’è un abbraccio meno intenso e più breve. Riguardo all’abbraccio semplice con bacio ho iniziato a farlo anche con uomini, prima era titubante, ma ho visto che una volta che mi conoscono per loro è come abbracciare una donna. C’è sempre di sottofondo il “maschilismo tossico” che porta sentori di omofobia e che impedisce ai maschi di lasciarsi andare con effusioni.
E dopo l’attività fisica andiamo ai pranzi e cene, forse troppe di fila.
Giovedì c’è stato il pranzo aziendale annuale,. Dopo aver provato le delizie dello chef Felix Basso con una stella, situato in piazza Duomo, uno chef due stelle dove abbiamo mangiato meno bene e in minor quantità, terzo anno saltato il pranzo causa lockdown, quest’anno siamo andati alla “Bentoteka” ristorante fusion Giapponese-Italiano. Abbiamo lavorato tre ore e poi abbiamo fatto una camminata di quindici minuti per raggiungere il locale. Avevo la gonna e collant molto spessi e per fortuna non faceva così freddo, ma il problema sono stati gli stivaletti con il tacco medio. Dopo il pranzo ho fatto un’altra camminata di dieci minuti per raggiungere un’amica e in totale ho camminato oltre due chilometri. Più divento donna, cambiando anche la postura e molti del movimenti del corpo, è più mi è difficile indossarli.
Il pranzo è stato sfizioso con numerose portate piccole e saporite. Mi è piaciuto soprattutto il tonno servito in varie versioni. Tutto aveva una qualità molto alta e immagino pure il prezzo. Nel nostro tavolo abbiamo bevuto due bottiglie di un vino bianco francese (di cui ho rotto un calice nel riprendere la bottiglia vuota restituitami da un collega), ho accompagnato il tutto con del thé verde giapponese e infine un’amaro. Abbiamo parlato di tante cose e il pranzo è durata due ore. Quando avevamo quasi terminato ho inviato una fotografia ad alcune amiche e Rosanna mi ha risposto: “Siamo vicine, ci vediamo quando hai finito?”. Non la vedo da quasi un’anno e mi avrebbe fatto piacere.
Dopo i saluti con i colleghi e i titolari ho visto che prendendo la metropolitana arei impiegato nove minuti, mentre andando a piedi solo undici, non prevedendo che avevo i tacchi. Ma di buon passo ho raggiunto Porta Genova dove dopo pochi minuti è arrivata la mia amica.
Dopo un’abbraccio stritolante ci siamo accomodate in un piccolo bar, ordinato caffè e io anche un acqua tonica per digerire (siccome il cibo non si butta, ho mangiato anche due porzioni che il mio collega a fianco non aveva toccato). Siamo state due ore a raccontarci e aggiornarci, ragionare su alcune cose della mia vita e della sua.
Alla fine ho preso la metropolitana e poi il treno tornando a casa stanchissima e sono andata a dormire alle 21:00!!
Venerdì nella pausa pranzo, ho preso due ore di ferie, una era per andare dal medico per la ricetta delle pillole che abbassano il valore del testosterone e che mi stanno facendo crescere un bel seno. I più grandi cambiamenti nel fisico si vedono tra il secondo e terzo anno di terapia ormonale e sono appunto in questa fascia di tempo. Ho raggiunto una coppa B ed è in crescita riempendosi ogni giorno di più. Complici anche questi pranzi e cene che forniscono ottimo materiale, almeno così mi sembra.
Con la mia vicina di casa siamo andate all’agriturismo “Le tre torri”, a un chilometro da casa. Non avevo previsto i pranzi aziendali anche in trattoria ed era piena di gente, 99% uomini e c’era un frastuono di chiacchiere notevole. L’idea era di prendere un primo oppure un secondo, ma quando è arrivata la cameriera con i piatti del giorno e visto che il costo per entrambi era di soli 3€ di differenza, abbiamo preso lei la pasta arrabbiata, io gli gnocchi con burro e salvia ed entrambe polenta taragna con salsiccia. Come da prassi nel pomeriggio avevo l’abbiocco.
Nota culinaria-fotografica. Nel gruppo whatsapp dedicato al corso di cucina, @LucaChef ha scritto che gli hanno dato l’aumento di stipendio (lavora in una mensa per dirigenti) e mi ha ringraziato perché le foto che ho fatto nelle varie serate e pubblicate sui social, hanno contribuito alla cosa. “Grazie a te” ha risposto al mio messaggi di ringraziamento. Anche altri fanno le foto nelle serate, ma le mie sono di gran lunga più belle. Piccola soddisfazione. Altra cosa della mia transizione. Quando andavo a queste serate come Gerardo avevo un piccolo riconoscimento di quanto avevo imparato (ad esempio tagliare le cose come fanno gli chef), ma la cosa finiva lì. Come Bianca faccio parte dell’organizzazione e non di rado mi fanno introdurre la serata alle persone che arrivano e le intrattengo, oppure preparare cose particolari.
Sabato mattina abbiamo fatto pilates alle ore 9:00, quando abbiamo finito sono andata dove c’è la scuola di danza (che è al piano di sotto) e che normalmente è un negozio specializzato in pietre (grezze, lavorare, purificate per chi chi crede, fanno collane e bracciali su misura). Avevo comprato un bracciale, ma poi (cosa rarissima) ho cancellato per errore il nome delle pietre dall’App delle Note e non ne ricordavo più il nome: DIASPRO.
PAROLA D’ORDINE: CAPACITA’ DI EFFETTUARE SCELTE.
Come mi ha detto la signora che dirige il negozio “è la pietra che sceglie te” e in effetti la descrizione mi calza a pennello! Ci sarà più avanti un post nel blog dedicato, qui parlo di cibo e gruppi di persone.
Rimango un’ora in un bar stile caraibico, che è a fianco al negozio di pietre, dove con l’iPad scrivo delle cose e poi verso mezzogiorno torno al centro benessere perché abbiamo il pranzo di gruppo di molte delle persone che frequentano le lezioni. Andiamo in una piadineria dove rimaniamo quasi tre ore. Bevo la birra e poi nel finale lì servono un liquore ad altissima gradazione e presa dall’essere in gruppo mi aggrego, ma ha almeno trenta gradi e quando saluto sono piena e con un piccolo giramento di testa.
Abbiamo sfiorato l’argomento transizione parlando della sorella di una amica che ha problemi. E’ giovane e come disforia sente molto l’accettazione degli altri sull’estetica, non si sentono mai abbastanza belle e di “passare” come donne. A fianco c’è Il Professor Ennio, in pensione e con l’Alzhaimer, ma che riesce ancora ad andare in giro e parlare anche se con qualche difficoltà. E’ un professore di vecchio stampo con una cultura notevole e mi piace molto ascoltare le sue cose anche se si deve avere pazienza, racconta molto lentamente e in questa società della velocità è difficile. Dico a tutti, ma in special modo alle due persone che ho vicino “Anche io ho una biologia maschile
“. Ennio che è molto diretto e non riesce più ad essere diplomatico risponde “...e si vede
“. Boink! Poi si scusa, ma lo rassicuro che quella fase dell’accettazione l’ho abbastanza superata. Mi esce da dire “Non inseguo più la rincorsa all'estetica, ora sono Bianca e punto.
“. In effetti sono nella fase che tutto quello che potevo fare senza operazioni chirurgiche l’ho fatto e non sono sicura di volerle o poterle fare (discorso fisico, economico e di burocrazia). La signora al mio fianco mi chiede “quando dura la transizione?
“, la risposta spiazza sempre “Tutta la vita
“, poi le accenno che per le cose principali e i documenti il tempo varia dai tre a cinque anni. Le accenno ai miei tribolamenti con la cancelleria del Tribunale di Bergamo e risponde “Bergamo è tutta sotto la chiesa. E' abbastanza normale questa transfobia, poi la burocrazia è assurda in Italia
“. E’ che poi questa transfobia non l’ho vista nelle persone che incontro nella Bergamasca, ma è presente nel pubblico e nelle istituzioni.
Arrivo a casa e bevo del latte per ridurre l’effetto dell’alcool e dormo quaranta minuti. Dopo andrò al cinema con due vicine di casa a vedere “Avatar la via dell’acqua”, tre ore ore quindici minuti di film.
Sopravviviamo alla pellicola. A Carmina, che erano anni che non andava al cinema, non è piaciuto molto e preferiva il ricordo del primo. Antonella come suo solito non ha preso una posizione. A me ha affascinato la computer-grafica con il mare e sotto l’oceano, pazzesca. La trama, come nel primo, era molto esile e anche qui, come quasi tutti gli ultimi film americani fatti al computer, c’è la trama “famiglia con problemi”.
Terminato il film propongo un ristorante Messicano, ma dobbiamo farci un pezzo a piedi e ricordo che c’era il volume della musica troppo alto. Antonella propone un ristorante indiano e ci andiamo.
Indecise su cosa prendere, io ho ancora lo stomaco pieno da oggi, decidiamo di prendere un solo piatto e scambiarci gli assaggi. Loro ordinano birra e io un thé speziato, con il piccante la birra non disseta e non abbassa la piccantezza nella bocca. Arriva del pollo con cipolle e una salsa rossa di curry, abbastanza buono e dal sapore tipico. Al termine, nonostante siamo tutte piene, ma Antonella chiede se ordiniamo anche un dolcino, io soprassiedo, ma poi assaggerò il loro.
Arriverò a casa a bermi un sorso di citrosodina per digerire e sentendomi quasi incinta per via della pancia gonfia.
Negli ultimi giorni ho mangiato: giapponese, bergamasco, emiliano, indiano. Se penso ai pranzi dei prossimi giorni… ma ho preso una decisione per Natale, ma ne parlo nel prossimo post del blog, ora devo uscire per una camminata a smaltire quasi due chili che ho messo su’!