Un’ora di chiacchierata mi è servita a mettere insieme un po’ di cose in particolare il discorso sulle emozioni. Come Gerardo non le avevo quasi pi,ù né di testa né fisiche.
Ora di testa le provo abbastanza e gli altri vedono in me delle emozioni, ma io non le sento ancora fisicamente. Forse solo la commozione DEL tipo quando mi fanno un regalo.
Abbiamo parlato del mio compleanno quando avevo 18 persone che mi guardavano e io dovevo ringraziarli lì usato la mia parte attoriale per bloccare la vergogna e quindi ero tranquilla mio agio mi sono commossa quando mi hanno dato i regali però non ho sentito una gioia fisica.
Ne abbiamo parlato e forse negli ultimi vent’anni non l’ho mai provata e forse neanche prima, visto che come maschio non dovevo mostrare troppo la mia sensibilità e la mia emotività.
Mi ha detto che le donne crescendo gli viene insegnato di essere emotive in base al genere, io non ho mai avuto quell’educazione, anzi ho avuto un’educazione opposta. Quindi se queste emozioni fisiche mi arriveranno in futuro, dovrà essere comunque una cosa naturale e non attoriale che fingo di averle.
Abbiamo parlato poi della dualità cioè quando leggo un romanzo se mi immedesimo nel protagonista maschile o femminile. Dipende da come hai scritto libro, comunque in generale quando arrivo sul finale dove si risolve tutto e la coppia si mette insieme, mi commuovo, spesso piango un paio di minuti (bellissimo), ma ho entrambi i punti di vista e forse per quello sento ancora più l’emozione di tutti e due i protagonisti.
C’è il discorso dei “neuroni specchio” dove appunto il lettore ha bisogno di rispecchiarsi nei protagonisti della storia. Questo può evocare tre cose: immedesimarsi nel personaggio, avere un ricordo del passato che somiglia a quella narrata nella storia, infine che rispecchi un proprio desiderio futuro (tipo sposarsi).
Due di queste cose Gerardo non ha le esperienze, quindi non le ho neanche io mi rimane solo la prima: di immedesimarsi nei personaggi protagonisti.
Riassumendo il discorso delle emozioni dovranno evolversi da sole ma mano che imparo a vivere la mia femminilità.
Le parlo del mio desiderio di riuscire a mettere l’emozione nel parlato, ora riesco a produrre i suoni corretti, ma mi manca quell’emotività nelle frasi, nelle vocali allungate, gli uhm, ehhh, la teatralità e i cambi i velocità tra le parole. Io penso sia per via dell’emotività che non ho ancora messo a punto.
Le donne imparano in tanti anni, fin da bambine a comportarsi in determinati modi, nel produrre determinate emozioni e soprattutto mostrandole con il corpo, il viso e nella voce. Ma nessuna femmina sa davvero come è sentirsi donna, cioè ognuna è sola con se stessa e porta avanti una sua idea di femminilità. Io ho trovato la mia che si sta evolvendo e senza nessuna costrizione della società. Forse è una grande cosa.
Non devo essere lo stereotipo di donna, ma solo come mi sento di essere davvero. L’essere me stessa, mostrare davvero come sono e chi sono ed è quello che piace alle persone di me. Motivo per cui quando ci si parla faccia a faccia mi raccontano cose personali che non hanno detto nessun altro. Secondo la psicologa questo accade perchè vedono che ho il coraggio di mostrare me stessa e quindi ispiro fiducia e apertura.
Mi ha poi chiesto se ho dei timori di non essere accettata oppure di subire una qualche forma di omofobia, ma da parte mia non è successo niente di tutto ciò, tutti mi hanno accettata senza particolari problemi.
Mi anche detto un qualcosa del tipo che “diventare donna è stata l’unica soluzione che ho trovato per stare bene, qualsiasi altra strada non mi portava da nessuna parte
“.
Una piccola frase che mi farà riflettere per giorni sul chi ero davvero, chi cercavo di essere, cosa volevo fare della mia vita.
Allo scadere dell’ora di conversazione mi stava chiedendo dei miei progetti per il futuro, a parte le visite per la terapia ormonale, purtroppo il tempo era scaduto ed era arrivata già la paziente successiva. Mi ha detto che mi avrebbe ascoltata per ore, purtroppo a metà pomeriggio ha le sessioni ravvicinate.
Le scriverò due righe così magari faccio mente locale anch’io sui prossimi passi che vorrò fare. Dopo essere donna 24/7, in attesa di un eventuale terapia ormonale, come evolvere la mia femminilità e il mio essere?
Tra l’altro nel blog scrivevo tutti i giorni, ora scrivo solo quando accade qualcosa che mi fa riflettere oppure che sia particolarmente significativo. Forse è un segno che inizio a vivere una normalità come donna e non mi serve più annotare tutto, solo vivere.
E non è finita, più tardi è successa una cosa inattesa.
Sono tornata la macchina facendo 700 metri a piedi, perché ho trovato dei parcheggi gratuiti ma non vicini. Di fronte all’auto parcheggiata sono entrata in un bar per bere un caffè e lì c’erano due orsacchiotti giganteschi seduti su dei divanetti. Dopo aver bevuto il caffè ho chiesto se potevo farmi un selfie con l’orso meno grande, scherzando ho postato che “è il mio nuovo fidanzato“. Una delle cose che dovrò affrontare nella nuova fase.
Ero lì a prendere il caffè e che “passo per una donna” senza più problemi, mi ha fatto sentire più leggera più sicura di me e meglio in generale.
In realtà stava accadendo la cosa inattesa.
Sono andata in un negozio Salmoiraghi&Viganò perché dovevo spendere 200€ di buoni spesa che mi hanno regalato oggi sul lavoro, stavano scadendo e diventando carta straccia per cui li hanno divisi tra i dipendenti.
Entrata in negozio il commesso ha subito provato a darmi qualche consiglio, non trovavo nulla di bello. Perchè gli occhiali ‘cinesi‘ da 4€ hanno un aspetto più bello di quelli griffati e costosi? Tutti i modelli femminili hanno punte e sagome da donna della dolce vita anni ’70, secondo me davvero fuori moda e che non stanno bene su un viso femminile degli anni 2000.
Poi ho tirato fuori dei cassetti degli occhiali che non erano in esposizione, questi mi piacevano di più. Quindi ho comprato due occhiali di marca perchè il secondo paio era in offerta al 40% di sconto. Ho speso tutto, anzi ho speso sette euro in più per le garanzie cristalli. Il commesso è stato molto gentile e anche la commessa che non aveva visto quelli occhiali che ho comprato io e mi ha fatto indossare per vedere come stavano.
Mi hanno dato del Lei tutto il tempo, cosa che mi ha fatto sentire bene e libera..
E’ forse la prima volta che terminando un acquisto esco dal negozio con un qualche senso di soddisfazione e di felicità. Sensazione che ho avuto anche in macchina tornando a casa indossando uno dei due occhiali.
Quindi oggi parlarne con la psicologa mi servito davvero tanto e forse mi ha sbloccato qualcosa che avevo dentro. Ecco la cosa inattesa, ho tolto il tappo e riaffiorano le emozioni! Lei non ha fatto molto, ma con le sue domande deve avere toccato qualcosa, come un interruttore. Purtroppo riaffiorano anche quelle negative e nei giorni seguenti avrò anche sensazioni di solitudine (una sera) e inquietudine su una problemtica del lavoro di programmazione site (risolto).
Infine stasera ho terminato di leggere il libro purtroppo il finale non è strappalacrime anche se un po’ di commozione l’ho avuto quando ho letto del matrimonio finale."Chiamale se vuoi emozioni!" (Mogol, Battisti).
Sara/Passiflora “Questo l’ho letto un paio di volte. Sono contenta… si può dire che “stai crescendo”?
”
Si, voi non lo sapete, ma negli ultimi anni avevo chiuso tutte le emozioni e mi trascinavo avanti senza uno scopo e dedicavo tutto il mio tempo a progetti di lavoro cercando di creare una startup…che non ha mai visto la luce.
Evita “Finalmente ho trovato il tempo per leggere tutto con calma. Beh, che dire, sei in cammino (come tutti del resto) e ti stai trovando e forse a volte ritrovando, l'essenza di Iula in fondo è sempre stata presente, magari sotto mentite spoglie ma c'era anche prima. Avanti così, con fierezza!
”