Questa mattina ho fatto uno shooting fotografico come modella presso l’ex Ospedale Psichiatrico di Mombello, vicino a Monza. E’ stato chiuso negli anni sessanta con la chiusura dei manicomi e da allora rimasto in abbandono come un monumento e un monito perché non si ripeta.
Il meteo dava abbastanza brutto e per strada infatti è piovuto e come sempre accade quando piove a Milano, il traffico è impazzito e diventato un delirio guidare.
Dopo un’ora e cinquanta di guida (il doppio del tempo) sono arrivata comunque puntuale alle ore 9:00 del mattino (partendo alle 7:15…prevedendo casini) dove ho incontrato Cristina, la dottoressa che mi ha invitata a partecipare a questa attività. Ci siamo conosciute due anni fa a un evento del Pride, ci siamo piaciute e siamo rimaste in contatto. Quando le hanno chiesto di trovare delle persone che potevano partecipare a questo evento sulla “Frangibilitá”, ha pensato a me. Al principio avevo pensato che non non mi sento poi così fragile e frangibile, ma parlando con alcune persone mi hanno detto “sì adesso non sei così fragile, ma pensa come eri cinque anni fa quando hai iniziato la transizione?
“. Pensandoci ricordo che bastava un niente per colpirmi al cuore.
Le foto verranno esposte in una mostra nel mese di Ottobre per una raccolta fondi. Il mio esserci è 10% di ego femminile per fare da modella e 90% di orgoglio a fare qualcosa di concreto per aiutare il prossimo.

Appena arrivata non ho capito dove si dovesse entrare, il luogo è estremamente degradato, ma funziona ancora come pronto soccorso in un palazzo di cemento fatiscente.
In macchina mi ero portata un certo numero di abiti di ricambio non potendo prevedere la temperatura del meteo, ma alla fine sono riuscita avere un look che mi è piaciuto.
Ho chiamato Cristina al cellulare e lei a piedi è venuta a prendermi portandomi nella zona dove avevano scelto di fare le fotografie. E’ tutto fatiscente, abbandonato con oggetti ovunque, vetri frantumati, parti di arredo che raccontano storie terribili. Si sente qualcosa nell’aria degli orrori che sono accaduti qui.
Il luogo è molto simbolico e per questo è stato scelto.

Ho conosciuto Raffaella che è il mio contatto con la fondazione Macrì di Milano che gestisce questo evento e c’era la fotografa professionista. Infine c’era un tizio che ha fatto il video del back-stage (come è stato fatto lo shooting, il dietro le quinte) filmando tutto; e il marito di Cristina che era vestito con un cappuccio scuro e che in questo ambiente sembrava un pusher. Vedendo le foto che ho pubblicato, che non sono quelle della fotografa, anche io non sembro poi molto una tizia “normale”, deve essere l’effetto degrado che ci fa sembrare tutto oscuro e nefasto.
Ho fatto una breve video intervista, ormai attrice navigata, dove ho raccontato come ero frangibile, come lo sono tutte le persone transgender e in parte lo sono ancora adesso. Nel nostro caso siamo fragili dentro nel cuore, anima e cervello, più che nel corpo. Forse per questo ancora più frangibili. Bella questa parola, mi ricorda qualcosa di molto delicato da trattare con cura.

Le prime fotografie che ho fatto erano con la parrucca che ho usato fino a due anni fa, finché i miei capelli non erano cresciuti a sufficienza per darmi un viso più femminile. L’idea era di confrontarmi con il mio passato e la parrucca mi ha aiutata tantissimo i primi anni a sembrare e sentirmi più femminile.
Dopo aver visto qualche scatto nell’anteprima della macchina fotografica Nikon, ho capito che non rendevano come avevo immaginato. Il piano B era che mi ero portata anche la testa dove poggiarla, l’idea era di confrontarmi con la parrucca come se fosse una lei. Questi scatti sono stati molto più interessanti.
Non eravamo ancora entrati dentro l’edificio che ha il tetto collassato e qui “fuori” ho iniziato a cercare dentro le emozioni e per fortuna non c’erano le sensazioni di quello che è successo qui in passato, ma poi siamo entrati. La fotografa aveva visto una sedia sfondata proprio in mezzo alla stanza e voleva farci qualche scatto.
Entrati ho iniziato a sentire qualcosa di indefinito. Da due anni, dopo che faccio meditazione, sento delle energie nell’ambiente e mi dicono che l’energia che sparo fuori è notevole. Per fortuna qui non avevo fatto meditazione, ma tirando fuori alcune emozioni qualcosa si è sbloccato comunque. Gli scatti sono stati relativi a me accovacciata vicino alla sedia dove in angolo abbiamo appoggiato la testa con la parrucca e ho giocato con lei accarezzandola e coccolandola.

Ci siamo spostati in un altro stanzone a cielo aperto, qui sentivo meno sensazioni negative, dove abbiamo fatto qualche altro scatto. Devo dire che mi sono sentita sempre sempre più sciolta e abbastanza brava a non sembrare in posa, anche se cercavo di tenere il viso e il mento leggermente alti, gli occhi più spalancati, in modo che da offrire una luce migliore per le fotografie. Essere una fotografa dilettante ed aver partecipato come modella ad alcuni shooting mi ha aiutata parecchio a posare naturalmente.

“Quando sorridi sei splendida
” nel servizio ho cercato di essere meno felice, ma nelle pausa abbiamo scambiato qualche battuta che mi ha fatto sorridere e stemperare le brutture del luogo per non farci entrare dentro troppa negatività.
Le ultime due fotografie sono state forse quelle più divertenti da fare. La prima era di legarmi con la cima di una nave, un cavo nautico molto molto spesso. L’idea sarebbe di collegare le persone che partecipano a questa mostra con la corda che le unisce. Ho trovato da subito il mio modo di tenerla attorcigliata come un serpente benigno e la fotografa è rimasta colpita dicendo che anche gli altri hanno trovato un loro modo tutto personale per tenere questa corda.
L’ultima fotografia si è rivelata quella più difficile tecnicamente per via della luce non così bella, il cielo si era rannuvolato di nuovo. Lo scatto era relativo al mezzo busto che guarda in camera e osserverà chi osserva la foto.
Ho abbracciato tutti, come il mio solito, hanno molto apprezzato che mi sono proposta al progetto e ho dato un bel contributo. Ci sarà anche un’altra ripresa con il cellulare a casa dove mi racconterò sui social. Tecnicamente nulla di nuovo per me, ma che di sicuro mi darà da pensare su cosa voglio si veda di me stessa.
Prima di salutarci Raffaella ha acceso un Palo Santo e me l’ha girato attorno purificare la mia aura da quanto di brutto è successo in quel luogo.
Da quando faccio meditazione è aumentata molto la sensibilità a determinate cose non visibili nella realtà occidentale. Stare a lungo in questo luogo qualcosa ti si attacca dentro e qualsiasi aiuto è il benvenuto.
Al maschile ero una persona molto scientifica, ora lo sono ancora, ma integro anche la parte spirituale e olistica. E’ difficile conciliare questi due aspetti ? Per una che ha dovuto conciliare il lato maschile e femminile non lo è molto.
Prima di andare via è arrivata una signora anziana ipovedente che ha anche finito la chemio e che aveva dei capelli bellissimi, ricresciuti da poco, di un colore bianco che sembrava cotone. Mi si è aperto il cuore sentendola parlare, le persone fragili mi toccano dentro il cuore. Sono stata l’unica che le ha dato un bacio sulle guance molto da vicino. Ho avuto esperienza con delle persone non vedenti e so che il contatto fisico per loro è molto importante.

Una piccola negatività c’è stata.
Prima di ripartire per tornare a casa ho ascoltato un messaggio vocale dell’organizzatore dell’evento “LAUD END PRAUD” che avrei dovuto partecipare venerdì come presentatrice. Era disperato perché l’evento è stato progettato per essere una serata all’aperto e da oggi il meteo da pioggia battente e fortissima. Sta cercando di ricostruire tutto per fare l’evento al chiuso che duri due giorni (problemi con ospiti, voli e hotel non cancellabili sotto data, service vari, catering). Un problema irrisolvibile da parte mia è che il talk sarebbe sabato sera, proprio all’orario in cui la mia nipotina farà la cresima ed è un evento in cui non posso proprio mancare.
Spero che riuscirà a far quadrare tutto e magari trovare uno spazio per noi in un altro orario, altrimenti hanno comunque il lavoro che ho fatto con le domande da porre ai partecipanti. Dovranno trovare un’altra presentatrice, anche se mi spiace un po’ molto.
Questo è un periodo veramente di tanti alti e bassi.