Qualche giorno fa è stato pubblicato un mio nuovo articolo sulla rivista online Diversity Manager dove racconto tematiche transgender e il mio punti di vista. Durante la valutazione del testo la redazione mi aveva detto che avevo utilizzato uno stile troppo personale, non in linea con gli altri pubblicati su quel sito. In effetti ero stata molto coinvolta in tutte le fasi del progetto fotografico e mi è parso difficile intervistare me stessa con uno stile da esterno. Sono riusciti a modificarlo in alcune parti così da uniformarlo allo stile.
Puoi leggere il blog per Esperienza di preparazione fotografie, Apertura della mostra, Visita guidata, Le mie fotografie della mostra.
Dopo una video call con la redazione per decidere i temi dei prossimi articoli, mi hanno fatto i complimenti per la costanza e puntualità, consegno sempre molto in anticipo e sono una dei loro migliori articolisti. Non vengo pagata a riguardo, lo faccio per passione e voglia di continuare a divulgare notizie sul mondo transgender.
Il link dell’articolo pubblicato su LinkedIn ha ricevuto circa 300 visualizzazioni che non sono male.
“La transizione di genere può rivelarsi un percorso lungo e faticoso che impatta profondamente sulla vita delle persone; esperienze complesse che spesso incontrano scarso riconoscimento e mancata tutela da parte della società fino ad arrivare a episodi di transfobia, purtroppo ancora oggi molto frequenti nel nostro Paese.“
“Un progetto che ha voluto portare alla luce tali vissuti in modo virtuoso e creativo è stata la mostra fotografica “RI-SCATTI: chiamami col mio nome” esposta nei mesi di ottobre e novembre al PAC di Milano. Attraverso la fotografia, 16 persone transgender e nonbinary hanno potuto raccontarsi mettendo al centro le loro storie segnate da sfide ed insicurezze. Dall’8 al 12 maggio 2024, inoltre, una selezione degli scatti sarà visibile presso il Teatro Filodrammatici di Milano.”
“Presente alla mostra con anche le proprie fotografie, Bianca Iula ci propone un resoconto di questo interessante progetto, attingendo alla propria esperienza personale e mostrando nel suo articolo come l’arte possa rivelarsi un potente strumento per contrastare i pregiudizi e per affermare la propria identità.“