14esima seduta di epilazione laser al viso. Ci siamo sbrigate in meno di 10 minuti, non c’è rimasto quasi nulla. Sento sempre un pochino di male quando il laser fa il suo dovere e le ho chiesto di fermarsi solo una volta in “zona baffetto”. Più che altro, quando si avvicinava al mento e ai lati della bocca era il ricordo delle altre volte che pensavo “adesso arriva la botta” e invece poi sentivo una cosa leggerissima (pizzichino e leggero colpo di calore).
La depilazione che ho fatto quasi due mesi fa usando il laser di tipo alessandrite (130 € a seduta), ha fatto il suo effetto sfoltendo parecchio il mento che non voleva saperne di andar via, ma l’ho scoperto solo dopo circa cinque settimane, prima pensavo di aver buttato via i soldi. Invece da un giorno all’altro a un certo punto è sparito quasi tutto. Anche la mia amica dell’ epilazione si è ricordata che quando ero passata due settimane dopo c’era ancora tutto.
Insomma dopo due anni finalmente è quasi del tutto sparita la barba. Sono giorni che mi rado con il rasoio elettrico al mattino e poi non occorre più ripassarlo. Sarà finita a breve? In realtà no perché sulle guance c’è una leggera peluria e i pelini biondi, tipici delle donne. Ovviamente non servirà epilarli con il laser perché non fa nulla sui peli bianchi. Avrei preferito rimanere liscia come il culetto di un bambino. Magari farò alcune sedute con la elettrocoagulazione che fa un male cane e che solo alcuni centri hanno un anestesista nel laboratorio.
Ultima cosa, la mia amica “pelicida” mi ha detto che mi preferisce adesso senza fondotinta, perché secondo lei sono più naturale, magari giusto un minimo e poi solo una riga di eye-liner per un viso “acqua e sapone“.

Le ho chiesto anche le informazioni per il loro nuovo trattamento viso. Mi ha raccontato che serve a obbligare la rigenerazione della pelle del viso e quindi provocare un effetto ringiovanimento. Ho immaginato che è una cosa molto simile a quella che ho imparato a fare con la “riflessologia facciale” (https://blog.simiula.com/blog/2021/11/07/workshop-riflessologia-facciale/). Siccome costa ben 130€ non credo di farla. Comunque più che per la pelle, mi era venuta l’idea che potesse servirmi per cercare di ammorbidire la curva del mento ancora di più. Ci penserò più avanti.
In questi giorni ho “festeggiato” un anno di terapia ormonale sostitutiva e sto preparando un articolo adeguato. Sfogliando le fotografie dall’inizio della transizione, soprattutto quelle di cui non ho avuto mai il coraggio di pubblicarle, ho visto che avevo una barba durissima e che il fondotinta non riusciva a coprire! Inoltre il mio viso è cambiato tantissimo, per non parlare del fisico.

In serata del giorno dopo ho aiutato Pietro a organizzare una serata speciale, online su zoom delle nostre “Conversazioni del sabato”. L’argomento scelto è stato “Dolore e sofferenza”, invitando “a seguirci lungo un cammino in cui è possibile parlare serenamente di alcune tematiche tristi e fastidiose con delicata leggerezza. E questo lo faremo insieme con il sorriso sulle labba”. Fare un evento online recentemente fa scappare molta gente perché prima era l’unico modo per fare vita sociale, ma adesso è davvero una cosa che fai solo se ne hai voglia. Eravamo solo in sette, ma comunque abbiamo parlato e tirato fuori argomenti e pareri interessanti sull’argomento.

Il mercoledì, mentre andavo al Niguarda in auto, mi ha chiamato l’accettazione spostandomi l’appuntamento con il medico endocrinologo (degli ormoni) di 12 giorni. Sembra una cosa da poco, ma in realtà rischia di farmi perdere un mese con le pratiche in tribunale, perché se non riusciremo a presentarle in tempo prima delle festività, li si ferma tutto per non si sa quanto tempo.
La cosa bella, c’è sempre un lato positivo nelle cose, è che l’operatore al telefono mi ha dato della signora tutto il tempo. Si è pure sfogato che è in terapia psicologica pure lui per via del Covid e della sua età di 61 anni.
La mia voce! Stavo guidando ed ero in colonna sulla tangenziale per cui cercare di fare una voce femminile era l’ultimo dei miei pensieri. Anche se nella scheda c’era scritto Iula Gerardo mi ha considerata donna sentendo la voce.
Un gran traguardo, ho riso a me stessa per alcuni minuti nonostante il disappunto dello spostamento della visita.

Arrivata in ospedale sono andata a fare colazione e ho letto un po’ i messaggi della mattinata, tra cui c’era un’e-mail di una ragazza trans che aveva chiesto il mio aiuto e che è rimasta delusa da come stata trattata all’ospedale Niguarda. E’ stata trattata in maniera molto frettolosa, c’è da dire che causa traffico è arrivata in ritardo. Capisco che hanno un medico solo che deve fare tutte le pazienti che desiderano rimanere incinte e tutte le persone trans ed è lo stesso che mi ha fatto spostare l’appuntamento, deve essere davvero preso. Comunque avrebbero potuto trattarla meglio e con meno distacco, soprattutto se è il tuo primo appuntamento e sei come un pesce fuor d’acqua.
Sono entrata in corsia e ho atteso che la dottoressa arrivasse, ero la prima paziente della giornata. Quando mi ha fatto accomodare, mentre percorrevamo il lungo corridoio, le ho detto in breve le mie ultime novità dell’evento di sabato scorso. Entrate nello studiolo questa volta anziché raccontare di me stessa, è stata lei a leggere la relazione su di me e per verificare se quanto scritto era corretto. Quando ha terminato di leggere mi sono leggermente commossa, anche perché ieri sera ho iniziato a riguardare le fotografie dal primo giorno della transizione. È stato leggermente traumatico vedermi ancora in versione maschile, compresi i video con la voce da uomo e mi sono resa conto solo adesso degli enormi progressi che ho fatto. Tra l’altro nelle fotografie dei primi tre mesi si vedeva ancora una qualche espressione di chiusura verso il mondo, anche se ero “al femminile” e solo dopo ho iniziato a sorridere davvero e a essere più femminile nello sguardo.

La dottoressa ha stampato le due pagine e mentre metteva il timbro mi ha chiesto se mi ero commossa, le ho risposto che non era per il timbro, ma per quanto aveva scritto. Dentro di me comunque ero anche felice di questo nuovo traguardo. In un anno ho fatto veramente un sacco di cose e ora sta per iniziare una nuova fase della mia vita.

Nella relazione di due pagine c’è riassunta la mia storia come persona trans dall’adolescenza fino ad ora, usando dei termini medici che mi ha chiarito mentre leggeva. I più salienti sono stati “non soffro di allucinazioni
“, “non sono pazza
“, “è davvero come mi sento
“. Inoltre citava il test delle 600 domande chiamato MMPI-2 Il test è chiamato: MMPI-2 (Minnesota test, Presentazione PDF con le info salienti, Scarica Presentazione scientifica) che avevo compilato nella seconda seduta che indica appunto che sono centrata e che sono una donna psicologicamente.
La nuova fase si chiama “Bianca per sempre
“ e riguarderà il cambio di nome e di genere che è la parte della disforia di genere che mi prende quando devo usare il nome sui documenti.
Tornata a casa non avevo proprio voglia di mangiare qualcosa così ho deciso di andare a mangiare fuori in una trattoria a un chilometro. Non ci sono mai andata e negli ultimi mesi ci avevo pensato senza andarci mai. Dentro c’erano solo uomini seduti a mangiare perlopiù camionisti e gente che usa l’auto per lavoro ed è sempre in giro. La cameriera mi ha letto il menù e ho deciso di “farmi del male” quando ha nominato lasagne, polenta e salsiccia. Cerco di mangiare cibi sani e in genere vegetariani e poi ogni tanto sento il bisogno di una coccola di cibo.

La sera, dopo il lavoro, sono andata a fare pilates. Questa sera eravamo in sette, stanza piena. E’ stato come al solito bello, rilassante, stancante. Il mio tentare di essere più fluida nei movimenti sta funzionando anche grazie a questi esercizi che mi mobilitano la colonna. Essere in una bella stanza, trattata al femminile senza dubbi da parte di nessuno e meno che meno di me, che sono la più critica, mi ha fatta stare bene e in pace con me stessa e con il mondo. Terminata la lezione sono schizzata verso casa per una riunione dei volontari della “mia” associazione transgenere (https://www.associazionetransgenere.org). Ora posso dire mia perché settimana scorsa sono stata eletta nel direttivo che dirige l’associazione!
In serata ho avuto la riunione dell’associazione ACET via zoom. Ovviamente non parlerò dei contenuti, ma voglio parlare dei miei sentimenti e emozioni.
Ora che sono nel direttivo e soprattutto come “segretaria”, che scritto così sembra poca cosa mentre al maschile, purtroppo, sembra invece una carica importante quale “segretario del direttivo”, mi sento più responsabile e con una voglia di realizzare attività. Il nuovo direttivo è molto più energico e moderno, dei nuovi sono quella “anziana” ma con la stessa energia.
Una volta tanto è stato bello usare Zoom, questa volta per raccogliere idee, commenti e chiarire alcune cose per la nuova gestione. Forse perché siamo tutte persone con un obiettivo comune, intelligenti e capaci e soprattutto con voglia di fare. Non so poi se l’argomento della parte finale della riunione ha contribuito al mio buonumore. E’ un progetto che ho proposto che ha a che fare con il mio vecchio lavoro (congressi medici per farla breve), ma stavolta in una veste nuova: non realizzare i materiali, ma contribuire a crearli. Mettere a frutto 17 anni di esperienza nel settore è stato bello e non ho avuto nessuna disforia sul fatto che è un esperienza del mio passato maschile.
Ho preso appunti in tempo reale, da brava “segretaria” e quando eravamo arrivat* ai saluti ho avvisato che nel gruppo Slack avevo appena inserito il report della serata. Troppo efficiente? Più che altro poi non ne avrò il tempo!
Monica “Bianca sei una certezza
”.
Nonostante una giornata piena dopo la riunione zoom ero così carica che ho fatto fatica ad addormentarmi, poi c’era anche la pancia vuota perché ho pranzato in maniera pesante e prima di andare a fare pilates ho mangiato solo un insalata e due biscotti (che ho fatto io lunedì sera).
Nel tentativo di dormire mille pensieri e idee arrivavano e andavano, sto facendo troppe cose, vedendo troppe persone, ma sto vivendo ed è la cosa importante.

Il giovedì ho lavorato in presenza. È sempre bello lavorare in gruppo e anche i momenti in cui lavoravo da sola mi sono sentita molto meglio rispetto a quando sono a casa da sola. Parlando con i colleghi anche a loro fa più o meno a questo effetto.
In giornata ci sono stati un paio di errori di grammatica subito corretti. Non mi feriscono più e apprezzo la buona volontà. E’ che c’è questa cosa del mio lato tecnico informatico che mi tira fuori qualcosa del mio passato maschile e probabilmente cambio anche tono di voce, sempre di tonalità alta, ma “monotono” e quindi induco io stessa alle persone di sbagliare.
Anche oggi ho cercato di essere “figa” vestendomi a strati perché in quell’ufficio fa sempre troppo caldo. A pranzo siamo andati in una trattoria economica proprio sotto l’ufficio e ho mangiato il piatto unico visto che questa sera andrò al corso di teatro e non so mai se farò la cena. Se il treno ritarda addio cena, ma anche questa volta non ha tardato.
Serata interessante, come sempre, ma ne parlerò in un articolo specifico perché appunto è troppo interessante.

Dopo il lavoro, venerdì sera, sono andata a Milano per l’ennesima volta per fare una cena con gli insegnanti del mio primo corso di teatro e rivedere anche qualche compagno di corso. Oltre alla cena erano previsti dei giochi verbali per movimentare la serata.
Sono arrivata in leggero anticipo, ma Silvia e Massimo erano già nel ristorante. Un caloroso abbraccio e riflettere che è passato un anno da quando ci siamo visti l’ultima volta. Loro sono leggermente cambiati, Massimo ho scoperto che tingeva i capelli di nero e ora ha un bianco/grigio/platino, ma io sono cambiata tantissimo. Questa sera sono “al naturale”, senza parrucche e camuffamenti vari perché ci tenevo a farmi vedere come sono adesso.
https://blog.simiula.com/blog/2020/10/28/abbandono-il-gruppo-di-improvvisazione-teatrale/
Rivedere Silvia è stato emozionante, soprattutto vedere i suoi occhi che brillano quando mi guarda. “L’adoro” dice agli altri e si vede e da parte mia c’è la stessa emozione. Lei è stata una delle prime persone a sapere della mia transizione e a sostenermi.
https://blog.simiula.com/blog/2019/12/18/coming-out-di-gruppo/

Incontro Rosanna, Filippo e Lorenzo. Con quest’ultimo abbiamo fatto il nostro primo e corso e spettacolo insieme (io ero ancora al maschile), ma è rimasta intatta quella stima e amicizia reciproca. Da parte mia non c’è abbinata nessuna disforia e rigetto per il mio vecchio sè e ricordo anche alcune delle emozioni abbinate prima e dopo lo spettacolo.
Unico problema della serata è che mangiamo all’esterno dentro una specie di casetta e fuori ci sono cinque gradi, vento e piove. All’interno ci sono due scaldini che non fanno poi molto. Tengo indossato il giubbotto e in realtà l’unico freddo che sento è alle gambe. Ho la gonna e i collant, appena comprati, in microfibra non è che scaldino poi molto. Il problema è comune a tutte le ragazze della serata. Siamo all’esterno perché alcune persone non hanno il green pass, mica perché ci sentiamo degli scandinavi temprati al freddo.
La cena procede parlando di vari argomenti e nella parte finale facciamo un gioco dove ognuno ha scritto su un biglietto il nome di un personaggio famoso. Piegato il foglietto è stato dato alla persona alla destra. A turno tutti leggevano il nome, tranne l’interessato che aveva a disposizione cinque domande per indovinare. Non so come ho fatto, ma ho indovinato “Albert Einstein” dopo tre domande. E’ un uomo? E’ uno scienziato? E’ vivo? Nessuno degli altri è riuscito a indovinare il suo biglietto senza notevoli aiutini.
A mezzanotte ci hanno buttati fuori dal locale e dopo un altro abbraccio sono ripartita stanca morta verso casa.
E’ stata un settimana piena di cose, incontri, eventi.

Sabato sera ho avuto un’altra cena al chiuso e al caldo. La scusa era che Titti ci avrebbe cucinato i pizzoccheri. Io sono arrivata in anticipo perché ero andata in un centro commerciale (la libreria più vicina a casa) per comprare due libri da fare un regalo alla mia nipotina che compie dieci anni. Avendo terminato prima del previsto gli acquisti mi sono diretta a Milano a casa di Titti per la cena con le ex-colleghe.
Appena entrata ho visto che con il marito Simone avevano allestito fascioni festaioli e c’erano un sacco di palloncini con delle facce buffe. Vado in bagno e vedo la vasca piena di palloncini e poi anche il bidè e la doccia! Ho iniziato lì a ridere di gusto.
Ho riso tantissimo tutta la sera, complice anche il vino che reggo sempre di meno. Erano anni che non passavo una serata in spensieratezza con delle belle persone e sentendo le emozioni dentro. E’ stato bellissimo.

Le cose salienti da scrivere riguardo alla transizione sono due. La prima è stata quando mi hanno chiesto se ho qualcuno con cui uscire, qualcosa di romantico. Tra le mie varie risposte ecco un commento interessante.
Laura “Non mi interessa come lo fai, ma con chi vai. Interessante che ti piacciono sia uomini che donne
“

La seconda è una delle tante fotografie che ci siamo fatti, una più bella dell’altra. Titti ha anche realizzato dei pon-pon di lana e li aveva messi alla base dei calici da vino. Quasi al termine della serata li abbiamo tolti e avvolti alle braccia. Laura ha avuto l’idea di fare una foto solo delle mani. Rivedendo la fotografia ho visto cinque polsi e mani femminili. Ho anche fatto fatica a capire quale era la mia. Ho postato la foto e solo Elena K.ha indovinato, ma solo perché nella foto precedente ha visto cosa indossavo e ha riconosciuto il polsino.
Questa foto ha detto molto sulla mia transizione anche su alcuni dettagli a cui non pensavo.

Dopo i saluti abbiamo preso ognuna tre palloncini e a fatica siamo entrate nell’ascensore, dirigendoci poi verso l’uscita dal palazzo mezzo brille e mezze euforiche con tanti palloncini!
Rivedendo le fotografie ero davvero serena e felice e sono uscita “figa” in tutte, segno che quando sono a mio agio e sto bene il passato maschile non esce più fuori.
La serata è terminata davvero tardi e sono arrivata a casa dopo le 2 di notte, stanca morta, ma felice dentro.