Oggi sto per partecipare al secondo anno della camminata Strawoman Milano (apri articolo), quella volta è stato qualcosa di simbolico per affermare il mio essere donna: avevo finalmente cambiato i documenti al femminile!
Pochi mesi dopo ho partecipato all’edizione di Monza (apri articolo) e quest’anno volevo fare il bis, anche se oggi non è stato emozionante come lo scorso anno. Come tutte le cose che diventano la normalità perdono fascino.
Quest’anno però stavo per rinunciare. Ho atteso all’ultimo ad acquistare il biglietto online a causa del meteo che cambia continuamente e da ieri il sito per iscriversi era irraggiungibile. Nel mio subconscio qualcosa iniziava a tramare contro di me.
Due settimane fa ne avevo parlato con la mia amica Luciana. Lei aveva capito che mi ero già iscritta e si è iscritta anche lei e mi sono sentita in colpa se non sarei andata.
In questi giorni non so bene cosa mi ha preso, ma la voglia di fare e di vivere come Donna mi si era attenuata (stanchezza generalizzata, forse anche a causa del meteo piovoso, sono molto meteopatica) e stavo cercando delle scuse per non partecipare.
Una di queste scuse che mi auto-raccontavo, era che oggi inizia anche un percorso di danza terapia a Milano a cui però ho rinunciato a fare tutto il percorso. Non potrò partecipare a tutte e sei le sessioni. Mi interessa comunque per scoprire che cos’è e fare la lezione di prova, per fortuna la posso fare più avanti.
In questi giorni, camminando a lungo, mi tirano ancora i muscoli della gamba destra, ma per fortuna oggi a danza non mi ha fatto male.
Questi dubbi mi stavano togliendo la voglia di partecipare e a malincuore ho scritto alla mia amica Luciana che non sarei andata. Ovviamente lei c’è rimasta male.
Pochi minuti dopo, mentre stavo andando a fare la doccia, ho guardato l’e-mail e non so perché mi è venuto da cliccare sul link contenuto nella mail di partecipazione e sono andata su un altro sito dove si poteva pagare.
Prima che mi inventassi altre scuse, ho confermato il biglietto e scritto alla mia amica che è stata felice di non essere sola a fare la camminata.
Due anni fa, ho fatto la Strawoman da sola, ma è più bella farla con più persone.
Ho parcheggiato a 700 metri dal punto di inizio, in un parcheggio gratuito, altrimenti avrei dovuto pagare 8€ che mi sembra un furto, oltre a beccarmi tutto il traffico di rientro di quelli che hanno terminato la corsa.
Per me la corsa non sarà dei 10 km, ma quasi 13!
Rispetto all’orario convenuto, sono in anticipo di circa venti minuti e sto vedendo tantissime persone che hanno la sacca color fucsia e le magliette dirigersi verso il punto di inizio.
Anche se fa leggermente fresco, mi è tornata l’energia e la voglia di fare.
Ultimamente, quando sono da sola, mi sembra di essere tornata a ragionare in modo maschile, so che non è vero, ma è una brutta sensazione, soprattutto quando lavoro in smart.
Da due giorni ho cercato di riprendere certe movenze femminili e tenere le spalle in un determinato modo: quello femminile. Forse stavo dando per scontato questa cosa.
Mi sto avvicinando al punto di inizio e il numero di magliette color fucsia sta aumentando vertiginosamente.
Ci siamo trovate sotto il palco e insieme alle altre abbiamo fatto zumba come riscaldamento. Solo dieci minuti perché abbiamo un età e ci aspettava una lunga camminata. Abbiamo parlato e camminato per due ore, il mio lato femminile è tornato e ne avevo bisogno.
Dovrò cercare di capire i segnali di questa voglia di non fare attività e vedere persone e trovare la forza di essere sempre chi sono adesso e non chi ero.