Nonostante l’accumulo di cose che ho fatto in settimana, questa mattina mi sono svegliata presto per andare al centro benessere dove faccio Pilates e partecipare alla StraWoman di Monza insieme ad alcune donne.
Avevo partecipato a quella di Milano (leggi articolo del blog) e mi era piaciuto molto questo raduno di donne, inoltre mi serviva una maglietta di ricambio, queste che danno sono strepitose e quando incontro qualcuna con la maglietta della StraWoman le considero come una sorella e di solito ci si saluta.
Avevo acquistato il biglietto prima di accumulare stanchezza e problemi di vista la settimana scorsa e forse avrei rinunciato. La cosa positiva è che non devo guidare.
Oggi è una di quelle giornate in cui faccio un’attività dove non conosco nessuno. Lucia, del centro benessere, la conosco solo dal punto di vista professionale, mentre le altre, sue amiche e conoscenti, le conoscerò oggi.
Ci fermiamo a metà strada per dare un passaggio a una signora di nome Celeste, che ci offre il caffè e dei biscotti fatti in casa da lei. In effetti, la mia colazione è stata molto minima e misera, e non ho avuto il tempo di fare né la colazione né di prepararmi o mettermi un po’ di make-up.
Arrivate nel parco di Monza, mentre parcheggiavo la macchina, sono scesa e mi sono diretta al punto di inizio per ritirare la maglietta e il numero di partecipazione. Avevano incaricato una delle altre di prenderli. Scopriamo che chi li ha comprati online ha un numero progressivo, mentre loro hanno tutti il numero 2023.
Facciamo alcune fotografie, tra cui una dal basso, che non avevo mai pensato di fare. Sembra che abbiamo composto un fiore di donne sulla strada da cui partiremo, che si riempie sempre di più di magliette color fucsia. Alla fine, siamo circa 6000 donne e alcuni uomini. Finalmente si parte, e lungo il percorso, Lucia si stacca da noi e procede a passo veloce, mi metto a tallonarla.
Quando siamo sole, mi invita a raccontare di Bianca e della transizione. In effetti, al centro benessere, sapevano che ero una donna trans, ha anche visto la mia evoluzione degli ultimi due anni, ma non sa nulla di chi sono davvero. Rimane sorpresa che io abbia iniziato solo pochi anni fa. Era tanto tempo che non facevo un coming-out così completo, e dopo aver raccontato l’inizio della mia transizione, ho cercato di spiegarle meglio la differenza tra identità di genere e sessualità. Giustamente, aveva molte confusioni in testa. Nella sigla LGBT+, in tutte le narrazioni, si mescola sessualità con l’identità di genere. In futuro, forse dovremmo riuscire a staccarci da questa sigla.
Mi sono goduta la vista del parco con i primi colori autunnali, ma in alcuni momenti, ero molto presa nella narrazione. Lucia mi ha fornito anche alcuni spunti interessanti. Praticamente, 90 minuti sono volati via, e abbastanza stanche siamo arrivate al punto di arrivo, ma abbiamo fatto una leggera deviazione per andare in bagno in un luogo che quasi nessuno conosce e dove non c’era coda.
Lucia “Non devi abbandonare il passato, puoi essere utile sia agli uomini che alle donne. Conosci entrambi i punti di vista
”
Siamo andate sotto l’arco di arrivo e abbiamo ritirato il kit per rifocillarci, composto da taralli, un Kefir che era buonissimo, una bottiglietta d’acqua e la medaglia di partecipazione. Ci siamo riunite con le altre che sono arrivate a piccoli gruppi, siamo tornate alle auto e dopo mezz’ora di attesa in coda per uscire dal parcheggio, finalmente ci siamo dirette al ristorante dove avremmo pranzato insieme: da “Sebastian” a Biassono.
Quando avevo chiesto a Lucia se potevo unirmi a loro, la prima cosa che mi ha detto è stata: “Guarda che poi noi andiamo a mangiare.” La mia risposta è stata: “Benissimo.” Loro ogni anno, dopo questa corsa, vanno lì a mangiare. Ho guardato il menù del giorno, e praticamente qualsiasi cosa costava 16 €, mi sembrava caro, finché nel tavolo affianco non ho visto arrivare ordinazioni e i piatti erano molto molto pieni, il prezzo era più che giustificato oltre che alla qualità dei piatti.
Ho ordinato una paella, e nell’attesa, abbiamo ordinato due taglieri e una focaccia. Nel tagliere c’era anche del lardo strepitoso, il migliore che abbia mai mangiato. Il problema è stato che quando è arrivata la paella, ero già abbastanza piena. Abbiamo anche bevuto due bottiglie di vino bianco Valdobbiadene.
Con calma e con fatica, sono riuscita a terminare il mio piatto. Ho conversato un po’ con tutte le altre, anche nei discorsi che non mi riguardavano direttamente, del loro viaggio nel cammino di Santiago (che io ho fatto al maschile senza dire questo dettaglio) e alcune iniziative che avrebbero fatto in futuro. Solo in un momento, una di queste signore ha sbagliato la grammatica nel pronome con me, per correggersi subito. A parte quello, sono sempre stata considerata una donna come loro, e mi sono sentita molto a mio agio.
Nel rientrare a casa, ci siamo fermate a mangiare un gelato in una pasticceria specializzata in prodotti senza glutine (Maìs), che fa anche il pane. Il gelato era strepitoso.
Nonostante la stanchezza dei giorni scorsi, oggi mi è sembrato di andare in vacanza. Ho visto una parte del parco di Monza che non avevo mai visto, ho conosciuto altre persone meravigliose e ho davvero staccato dal lavoro e da tutto quello che sto facendo in altre attività. È stata una specie di liberazione poter essere me stessa, senza dover raccontare di essere transgender a tutte. C’è qualcosa di male in tutto ciò? Sono una divulgatrice attivista, ma comprendo che non posso esserlo sempre. Anzi, l’obiettivo della transizione è quello di essere me stessa e felice.
Le persone più giovani in associazione insistono a chiamarla “percorso di affermazione di genere”, ma non sono completamente d’accordo con loro, e per ora non abbandonerò il termine “transizione”. Il mio genere l’ho già affermato ed è anche scritto nei documenti, mentre il mio percorso di transizione continua ed è come un viaggio, anzi l’esplorazione del genere femminile.
Dopo una doccia, mi sono sdraiata un attimo sul letto. Un attimo? Tranne una pausa per mangiare qualcosa, ho dormito 12 ore di fila, e al risveglio ero ancora leggermente stanca!
Per fortuna, questa settimana non avrò altre attività che consistono in viaggi e trasferte, tranne martedì quando andrò a Brescia in treno per fare la depilazione del viso. Spero che per i peli di colore scuro sia davvero l’ultima volta. È anche abbastanza costosa, 150 € ogni seduta, usando un laser chiamato alessandrite, che è l’unico davvero definitivo.