Lo scorso anno ho partecipato a un laboratorio di fotografia d’autore che è culminato nella mostra al PAC di Milano, dove sono state esposte per un mese anche le mie fotografie. (apri articolo del blog).
Una selezione delle opere è stata esposta per alcuni giorni in un teatro milanese, segno dell’interesse sull’argomento nonostante il governo attuali remi contro le persone transgender.
In seguito l’associazione RI-SCATTI e il PAC sono stati contattati direttamente dall’Ateneo che desiderava fare una mostra delle opere in uno dei corridoi. In principio doveva durare un solo mese, ma alla fine hanno deciso che rimarrà visibile fino al giugno 2025!
Ovviamente tutte e 16 le persone trans e non binarie hanno acconsentito al riutilizzo delle fotografie anche se in versione ridotta di numero. Dalle 20 foto della prima mostra a circa 5 di questa, comunque sono tante.
Oggi ho preso mezza giornata di permesso, per fortuna lavoravo già a Milano e alle ore 13:00 ho preso il treno per andare a Greco Pirelli dove ha sede l’università. Sul treno ho incontrato la mia amica Monica Romano (attivista trans ed ex-presidente della associazione di cui faccio parte: ACET) e con lei ci siamo dirette raccontandoci le ultime cose. Avevo portato con me due panini, ma non ho avuto modo di mangiarli. Solo nel viaggio di ritorno in serata sono riuscita a mangiarli! Valeva la pena patire un po’ di fame.
Le foto sono stampate su carta di ottima qualità e di grande dimensione. Di ogni “artista”, così’ ci hanno definiti, c’è un foglio con una nostra frase, unico neo hanno sbagliato il mio cognome..Iula scritto Lula…ma ormai è tardi. A causa del presidente del Brasile: Lula Da Silva…ormai mi sono rassegnata all’errore.
Nell’attesa dell’apertura ufficiale, con tanto di taglio del nastro, ho salutato i curatori della mostra e due donne trans che hanno partecipato al laboratorio. E’ anche venuta la mia nuova endocrinologa che si è liberata di un paio di appuntamenti per esserci e ha anche posto una domanda a fine evento, evidenziando le carenze e la mancanza di una “carriera alias” in ospedale.
Il tema di oggi era proprio la “carriera alias” da poco ufficializzata in questa Università. In breve una persona trans (ma anche non trans) se desidera essere riconosciuta con un altro nome può farne richiesta. La peculiarità dell’iniziativa è che non occorro perizie psichiatriche o altri documenti, basta un auto dichiarazione.
C’è un colloquio informativo da fare, ma non è giudicante. Serve a spiegare in che cosa consiste e in cosa non è valido. Praticamente in tutta la vita universitaria la persona sarà chiamata con il nome scelto, che appare anche su badge, testi di esami, tesi. Tutto tranne l’attestato finale che per legge può indicare solo il nome anagrafico.
Un grande passo avanti.
C’è stata una sessione con interventi vari, trasmessa anche online, e sono state raccontate cose interessanti.
La “carriera alias” negli anni è passata da poche richieste annuali a oltre quaranta di quest’anno. Cosa curiosa è stata che solo gli studenti ne hanno fatto richiesta e nessun dipendente/docente dell’università. Questo indica che c’è ancora tanta strada da fare.
Una relatrice che ha raccontato le iniziative della Banca Intesa, su 96.000 dipendenti solo alcuni hanno fatto coming-out, segno che è difficile per le persone transgender accedere a determinati ambienti di lavoro. Comunque stanno portando avanti delle iniziative interessanti.
Lo stesso vale per PARCS, un associazione di aziende che promuove tematiche LGBT+ e diversity, dove il responsabile ha raccontato molte iniziative interessanti e ci ha dato da pensare, non solo come persone trans.
Una tematica mi ha colpito: Pressione di genere, cioè la società che vuole che ci adegui a degli standard. Questo c’è su tutto e non solo la tematica trans, sin dall’infanzia ci viene detto come dobbiamo comportarci.
Questo porta anche a ignoranza di tematiche (“…e io che centro?”) e facile manipolazione per transfobia e fobie varie (del diverso, dello straniero, del disabile, etc.).
Monica Romano ha raccontato, come rappresentante del Comune di Milano, l’iniziativa di “nome alias” per dipendenti del comune, ma soprattutto con l’azienda trasporti milanese che da gennaio attivrà la possibilità di avere il nome scelto sulla tessera dei mezzi pubblici.
Mi spiace che non mi hanno chiesto di intervenire, non sono ancora così “famosa” anche se dopo che mi conoscono poi mi invitano agli eventi, ma sono riuscita a fare lo stesso un intervento anche se non lo avevo pianificato.
Al termine hanno chiesto al pubblico di fare domande e sono intervenuta dopo una ragazza trans che ha chiesto per un nome alias sul bankomat e materiali delle banche. La responsabile di Banca Intesa ha risposto che ci sono norme legali e burocratiche, al che le ho indicato due cose a cui non hanno pensato:
– nell’app Satispay quando paghi il ricevente legge il tuo nome e avevo scritto loro. Non potendo togliere il mio nome (Gerardo) lo avevano abbreviato in G. così da alleviare il mio disagio nel pagare.
– dopo che ho rettificato i documenti, la mia banca mi ha dato un Bankomat senza il nome scritto (a saperlo lo avrei chiesto anni prima). Il motivo è che così lo potevo usare da subito. Per una persona transgender che non ha ancora modificato legalmente il proprio nome, avere un bankomat neutro sarebbe una gran cosa.
Dopo altre domande da parte del pubblico, mi è venuta la voglia di spiegare meglio che cosa è stata la preparazione alla mostra fotografica dove in quattro mesi abbiamo fatto tante fotografie e discusse con i fotografi tutor che hanno ricevuto oltre 20.000 fotografie per selezionarne solo 300.
E’ stata anche un’occasione di introspezione, di vederci “da fuori” e capire cosa volevamo raccontare di noi. Inoltre moltissime foto sono di parti del corpo nude, un tentativo di riappropriarci dei nostri corpi e di chi siamo.
Ho ringraziato tutti e quando ho terminato (in soli due minuti).
La responsabile della Bicocca che gestiva l’evento, ha detto che non serviva più chiedere un pensiero di chiusura, dato che lo avevo fatto così bene.
Una piccola soddisfazione da parte mia.
La mostra Ri-Scatti in Università Bicocca è visitabile
dal giorno 7 ottobre 2024 al 20 giugno 2025
Piazza Ateneo Nuovo 1 – Milano
Edificio U6, all’ingresso in fondo a destra.
Orario di apertura:
da Lunedì al Venerdì dalle ore 7:30 alle ore 22:00.
Sabato dalle ore 8.00 alle ore 18.00.