Svegliata alle sei per prepararmi per andare a Milano dove parteciperò alla Strawoman, una marcia non competitiva di 10 km. Quando vado a fare il trekking in montagna mi sveglio più tardi, ma nonostante i chilometri non sono tanti si trova in un punto di Milano dove non è facile da raggiungere con i mezzi pubblici. La partenza è prevista alle ore 10:00, ma devo essere lì per le 8:30 per ritirare il “pacco gara” che consiste nella maglietta e della sacca di color fucsia acceso.
La giornata è ancora fredda e fino a qualche ora fa è piovuto. Il meteo dice che che ci sarà una schiarita più tardi e le temperature si alzeranno. Dal tempo un po’ pazzo di quest’ultimo periodo, ho capito che non devo guardare solo la temperatura e devo stare attenta al tasso di umidità! Anche se ci saranno quasi 20° l’aria sarà piuttosto fredda.
Ho deciso di indossare tre strati e quello più esterno lo lascerò in auto.
Dopo i miei soliti quaranta minuti di guida, arrivo a villa San Giovanni, dove faccio i corsi di cucina e so che c’è un parcheggio gratuito. Prendo la metropolitana per dirigermi al Castello Sforzesco e da qui farmi quasi venti minuti a piedi per attraversare il parco e raggiungere l’Arco della pace dove è previsto l’evento.
Appena uscita dalla metropolitana vedo già dei gruppetti di donne in leggins e scarpe da tennis dirigersi verso la mia destinazione. Mi chiedo quante saremo.
Sono venuta da sola per vari motivi e quello più importante è che ho prenotato 40 giorni fa. Con così tanto anticipo temporale le mie amiche che potrebbero partecipare, non erano sicure di venire. Questa mattina nel dormiveglia mi era venuto un pensiero di rimanere a dormire e non andare adducendo il motivo che sarei stata da sola. Mi sono iscritta a questa marcia soprattutto per il suo valore simbolico: una camminata dedicata alle donne. Da poco ho terminato la rettifica dei documenti ed è stato bellissimo prenotare a nome di Bianca, presentarmi al punto di ritrovo e dire chi sono per ricevere il pacco gara.
Fa ancora abbastanza fresco e per il momento indosso la maglietta ufficiale sopra quella tecnica da montagna. Esaminando il contenuto della sacca scopro che hanno fornito anche delle spille da balia per fissare il pettorale con il numero. Mi è venuto un pensiero che se la gara fosse stata dedicata agli uomini forse avrebbero pensato qualche altro sistema per fissare il pettorale. Si sarebbero fatti male?
Ci sono anche degli stand degli sponsor e in uno distribuiscono una marmellata di marca che non è per nulla dolciastra, è davvero molto buona. Ho anche un buono per ritirare un pacchettino di prodotti per la linea, chissà se funzioneranno con me. Non serviranno perché trattano la cellulite!
Nel frattempo la piazza si è riempita di donne e siamo tutte di colore fucsia, c’è anche qualche uomo con la maglietta fucsia e non stanno per niente male, pensare che non avrei mai indossato questo colore quando ero maschio perché era un “colore da donne”.
Si sono alternati vari generi musicali in base alle personal trainer di turno. Mi è sembrato quasi di fare l’allenamento con la danza caraibica. Mi sono divertita un sacco e quando abbiamo terminato quaranta minuti ero parecchio sudata e la temperatura non si era alzata per nulla.
È stata un’esperienza nuova fare un ballo di gruppo con qualche centinaio di donne dove non contava se fossimo in sincronia. L’importante è divertirsi!
Giuliana “Sicuramente tu sei la più allenata di tutte
“
Ci hanno fatto fare anche una decina di minuti di stretching e finalmente è arrivato il momento della partenza, non prima aver fatto le foto ufficiali seguendo le indicazioni dal palco. Eravamo una bella marea fucsia. Di solito non mi piace stare in mezzo alle folle, non mi sento mai così sicura, mentre oggi ero mio agio e anzi mi sentivo bene, forse perché erano quasi tutte donne?
Fede “Che bel colpo d'occhio, tutto rosa. Tu fresca come una rosa
”
Abbiamo urlato tutte insieme il conto alla rovescia dei dieci secondi e al fatidico zero la fiumana di donne si è in camminata per il parco… questa prima parte è stata una processione e non una camminata. Eravamo troppe! Secondo l’organizzazione eravamo circa seimila!
Mi è venuto un pensiero stupido che ero l’unica a non avere una vagina.
Oggi ho imparato che non devo farmi troppe menate sulla mia altezza e fisicità quando mi vedo di profilo. Ho visto donne di tutte le altezze e forme e anche alcune che non avevano i fianchi larghi.
Il primo chilometro l’abbiamo fatto in maniera molto lenta finché la fiumana fucsia non si è sgranata. Camminando lentamente ho scambiato due battute con una signora, lei stava pensando di fare solo cinque chilometri e poi andare a fare un allenamento da sola, li c’era troppa gente.
Guardavo tutte non conoscendo nessuno. In un certo senso ero sola in mezzo settemila donne, ma non mi sono mai sentita veramente da sola. Non ho visto nessuna che avrebbe potuto essere una donna trans e più tardi scherzando su Facebook ho scritto che forse erano tutte a giocare a fare le modelle.
Antonia “In bocca alla lupa
”
grazie per la Lupa! Ma donne trans? Non ne ho viste… possibile? Sono tutte a fare le modelle?
“probabilmente
”
Intanto stavano scendendo alcune goccioline di pioggia che si sono trasformate in una pioggerellina stupida. Nel frattempo la fiumana si era sgranata e riuscivo a camminare velocemente, ma non c’era ancora spazio per correre. Ero indecisa e curiosa se sarei riuscita a reggere almeno i primi cinque chilometri di corsa, ma oggi era impossibile. In questo periodo con l’associazione ci stiamo occupando di sport e transizione e uno dei temi è se le donne trans hanno un vantaggio competitivo rispetto le donne cisgender. Da uno studio recente sembra che dopo due anni di terapia ormonale non ci sia più nessun vantaggio muscolare. Alcune atlete sono stati sospese da molte discipline. Guardando le altre alcune che riuscivano a fare delle piccole corsette zigzagando nella folla ho visto che nelle gambe sono ho nessun vantaggio competitivo, anzi con la pressione più bassa sono inferiorità.
Il primo giro si è completato e la fiumana si è dimezzata ero indecisa se fermarmi visto che faceva freddo e piovigginava, ma era troppo presto così ho fatto il secondo giro.
Ho continuato a divertirmi ad ascoltare frammenti di conversazioni e uno in particolare mi hai colpito, peccato che non ho potuto sentire il resto: “sta diventando un uomo oppure sta diventando donna…” ha chiesto una tipa al compagno di camminata.
Ascoltando i discorsi e osservando tutte queste donne mi piacerebbe conoscere le storie di ognuna e che sicuramente sarebbero state molto interessanti. Ho anche capito che quando delle donne si trovano in piccoli gruppi creano delle tipologie simili a quelli con le mie amiche dei vari corsi di pilates, danza e meditazione, una specie di serena complicità.
Intorno al settimo chilometro ho iniziato a sentirmi stanca. Mi sono mangiata la banana che avevo portato da casa, per fortuna in quel punto del percorso c’era anche un gazebo ufficiale con i bicchieri d’acqua.
Quest’ultima parte di camminata sotto una leggera pioggia è stata abbastanza noiosa e di tanto in tanto ho mandato qualche fotografia con i vari messenger.
Rosanna “secondo me aldilà che tu sei nata da poco, ci saranno altre diversamente vaginate
”
Silvia “Evvai corsa da stra-donna
”
Finalmente ho completato il secondo giro e fatto i dieci chilometri e aveva smesso di piovere. Quando sono passata sotto l’arco gonfiabile con il marchio dell’evento ho visto che al suolo c’era un riquadro con scritto “arrivo”, ma c’era una folla di donne in attesa che si facevano le fotografie. Ad un tratto una tipa mi ha chiesto se le facevo una foto al suo gruppo, dopo aver scattato le ho chiesto se ne facevano qualcuna anche a me.
Ritornando nella piazza il personale di controllo ci ha diretto verso un percorso fatto con le transenne. Non capivo il motivo per i primi metri finché non siamo arrivate in un punto dove ci hanno dato una bottiglietta d’acqua, dei taralli, un buonissimo yogurt liquidò al gusto mango. In effetti un po’ di cibo mi serviva. Poco prima stavo pensando a dove sei andata a mangiare anche se in realtà ero troppo stanca per pensare di sedermi in un ristorante. Sempre qui ci hanno dato anche la medaglia e ovviamente mi sono fatta fare qualche fotografia.
Sul palco c’erano ancora le personal trainer che stavano facendo ballare, ma ho preferito guardare lo spettacolo, ero davvero troppo stanca.
Infine c’è stata una premiazione simbolica delle vincitrici, premiando le due più veloci e poi alcune persone prese a caso. Guardando l’orologio ho visto che ho fatto i miei dieci chilometri in un’ora e cinquanta minuti che non è male.
Organizzazione “What.A.Day!
”
Grazie di cuore alle oltre 6.000 meravigliose donne che questa mattina hanno riempito con la loro allegria Piazza Sempione a Milano
Mi sono diretta di nuovo verso il Castello Sforzesco, rendendomi conto che ho fatto un altro chilometro. Intorno a me c’erano tante magliette fucsia che si dirigevano ognuna verso casa. Sempre più stanca ho preso la metropolitana per tornare l’auto. Nel mentre la temperatura si è alzata e l’umidità sparita. Forse è stato un bene che non è uscito subito il sole, mi sarei stancata e sudato tantissimo.
Mi sono rifatta a ritroso i miei quaranta minuti di guida, fermandomi vicino casa un supermercato per comprare alcune cibi da mangiare per pranzo, in ritardo, sono quasi le due!
Arrivata a casa ho avuto giusto le energie per farmi una doccia, mangiare e buttarmi sul divano dove ho dormito per quasi un’ora e mezza!
Oggi mi sono messa alla prova sia fisicamente, sia per verificare il sentirmi sempre donna anche in condizioni non facili e di stanchezza. Da quando ho terminato il cambio dei documenti è come con la parte di me maschile non lotti più per venire fuori, forse finalmente sono davvero me stessa in ogni momento.