Ieri abbiamo ripreso a fare le lezioni di “Dance workout” con la mia amica e insegnante Giuliana. Come meteo in questi giorni al mattino fa fresco e oggi c’era anche un vento forte e freddo così ho portato un po’ abiti a strati, anche se la speranza era di indossare la “canotta griffata” che ci ha regalato Giuliana.
Prima della lezione ho fatto colazione con la brioche ripiena di ricotta fresca, ne sentivo la mancanza dopo alcuni mesi in cui faceva troppo caldo e non avevo fame al mattino.
In sala non faceva così fresco e sono riuscita a indossare la canotta, non ero l’unica per fortuna, avevo anche i calzini che ci aveva regalato lo scorso anno, un pezzo alla volta saremo tutti sponsorizzate.
Oggi c’erano dei passi di danza nuovi, Giuliana ogni tre mesi circa ci cambia le musiche e le coreografie. Abbiamo iniziato con una danza indiana estremamente ritmata, come riscaldamento è stato abbastanza impegnativo.
Mi diverto sempre un sacco sebbene all’inizio sia difficile, ma dopo mezz’ora mi sembra che sia terminata le lezione troppo in fretta e stiamo già facendo il defaticamento con lo stretching.
Dopo la lezione c’è stato il consueto chiacchiericcio al bar per circa mezz’ora.
Per le mie compagne di danza e amiche, sono una donna a tutti gli effetti anche se “non ho una patata” e per loro ogni tanto è normale di parlare di cose di “intimo femminile” e questa mattina era il turno del ciclo e di perdite varie, nonché di esperienze per la menopausa. È interessante ascoltarle, ma anche un po’ imbarazzante perché non ho la minima idea di che cosa si provi.
Ho pranzato nel bar dell’Esselunga, dove cucinano veramente bene e si spende poco. Questa volta ho pagato con il voucher mangiando una paella.
Sebbene ero un po’ stanca, ho fatto la spesa così ho esaurito il voucher. La cosa interessante, che non faccio mai, è stata di conteggiare quanto stavo spendendo e cercando prodotti che non costassero troppo per raggiungere l’importo residuo.
Sono ritornata a casa con i miei soliti cinquanta minuti di guida e per strada mi è venuto in mente, che in questo periodo avrei dovuto rifare la tinta bionda ai capelli. All’Esselunga non c’era il mio colore, così mi sono fermata a un altro supermercato dove l’ho trovata e comprato, ovviamente, altra roba.
Sebbene stanca e assonnata, una volta a casa mi sono fatta una beauty routine iniziata con la tinta ai capelli. Mentre attendevo i trenta minuti per l’effetto colorante, mi sono fatta uno scrub totale incluso il viso, cosa che non facevo da mesi.
Dopo la doccia mi sono coccolata con tutta una serie di creme corpo e viso, poi ho mangiato uno yogurt per merenda e mi sono schiantata sul letto a dormire dormire per un’ora.
È stata una giornata molto impegnativa.
Dopo aver fatto la lezione, che è stata impegnativa, stavo pensando di prenotare per domani solo un’ora di danza presso la scuola professionale “Moma Studios” (apri articolo del blog la prima volta, e la seconda…madonna come ero diversa…, la terza volta). Ogni anno fanno un open day che costa cinque euro per la singola lezione, puoi provare se qualche tecnica ti piace ed eventualmente iscriverti per la stagione. Dato che la scuola è troppo lontana da casa per me è solo provare stili di danza nuovi e mettermi alla prova.
Giuliana mi aveva detto che “mi vede bene” a fare “Twerk” così alla fine sono detta “vabbè costa poco e se sarò stanca salterò la seconda lezione” (anche se sapevo che l’avrei fatta anche stanca morta…).
Questa mattina così sono ritornata a Milano, stavolta diretta in zona Porta Romana. Dopo aver parcheggiato abbastanza vicino, sono entrata nella scuola e mentre aspettavamo ho attaccato bottone con una ragazza che oggi si fa ben quattro lezioni e con un’altra signora che se ne fa due come me. Quest’ultima ha quasi la mia età anche se lei danza da trent’anni, mentre io solo da cinque. Ormai è naturale parlare con altre senza pudore e riuscire a trovare sempre qualcosa di interessante da dire, al maschile stavo sempre zitto in occasioni similari.
La lezione di Twerk è stata fatta da una ragazza di colore, particolare non razzista ma per indicare che aveva un sedere bellissimo e molto mobile. Non è il mio lato maschile che viene fuori come commento, ma la maggior parte del Twerk sono movimenti delle anche e soprattutto del sedere! (apri esempio su YouTube).
La lezione è durata circa mezz’ora, dopo un riscaldamento impegnativo e al termine anche un rilassamento perché le ginocchia facevano male a tutte, quindi non era solo un problema mio dell’età.
Abbiamo appreso a fare i quattro movimenti di base: del bacino e del sedere. Ho scoperto che il mio sedere non è così rotondo e non rimbalza con quello delle altre, almeno per le danze sexy.
L’insegnante è molto brava e si riferiva a noi più che altro come “sederi” ironicamente. A suo dire siamo state brave ad imparare subito i rudimenti in fretta, io non ne sono poi così sicura. Quello che ha imparato è che con la danza si deve avere consapevolezza del proprio corpo e soprattutto per questi piccoli movimenti, fatti col bacino senza che ne risentano le gambe e senza stancare tutto il resto della muscolatura.
Raffy “Che forte che sei? Se vuoi ti presto un po' del mio sedere… io ne farei volentieri a meno
”
Alla fine ci ha detto, per quelle che volevano iscriversi, di comprare dei pantaloncini da Twerk perché si balla mezze nude e il sedere deve respirare. Si trovano online a 16 € e cosa importante per me (e le mie ginocchia) ci ha fatto vedere le ginocchiera morbide, che non sono quelle che ho già comprato per pallavolo e non andavano bene per danza, queste invece le comprerò! (Link esempio).
E’ stata un tecnica interessante da provare, ma come quella di “heels”, sui tacchi alti 10 cm, per la mia età e la mia lombalgia non fa per me.
Per la lezione seguente anziché sei allieve, invece eravamo ben diciassette ed erano tutte giovanissime sotto i trent’anni. Cosa curiosa c’era anche un ragazzo, ma l’insegnante ha usato il femminile con tutte. Questa cosa della grammatica, che quando c’è un maschio si deve usare il plurale maschile non mi prende poi così bene in questi ambiti, soprattutto con danze specificatamente per donne.
Questa danza si chiama “Video Dance”, molto interessante, praticamente si fanno delle coreografie come quelle che si vedono nei video. Il corso vero e proprio comprenderà anche la registrazione di video delle coreografie.
Fisicamente non è stato così impegnativo come per il Twerk, lo è stato solo nell’imparare i movimenti della coreografia, lo scoprire che quello che si fa lentamente nella prova, dopo devi farlo in pochi secondi. In mezz’ora abbiamo imparato a fare solo quindici secondi di coreografia!. Non ho avuto molto tempo per lasciare il corpo fare quello che deve, lo specchio a parete non è un grande aiuto quando hai imparato i movimenti e dovresti ignorarlo.
Tra l’altro l’ultima posa con saltino arrivavo sempre con il piede sbagliato, ma comunque l’importante per me era divertirmi e riuscire a stare dietro alle ragazze, le vorrò vedere a sessant’anni a fare danza.
Come movimenti fluidi e sinuosi, dato che sono giovani erano agevolate dalle curve naturali del corpo, ma ho visto molte che erano un po’ rigide e non mettevano quella flessuosità e malizia femminile che c’è in queste danze.
Dopo questo impegno, ho deciso di premiarmi rimanendo in zona a mangiare una pizza napoletana. Come mio solito, ero l’unica nel locale da sola al tavolo, ma da una vita ci ho fatto l’abitudine e non mi pesa.
Dopo un’attesa di mezz’ora, il forno aveva bisogno di scaldarsi, è arrivata la pizza, peccato che sapeva di bruciato e guardandola sotto era davvero tanto bruciata. Con discrezione sono andata dalla cameriera e per fortuna me l’hanno rifatta con un’altra. Pizza molto buona, con il cornicione tipico napoletano, l’unico problema è stato il costo del coperto: 3€! I prezzi a Milano stanno rasentando la follia.
Dopo la lezione nel dettare questo articolo del blog, ho avuto qualche pensiero sulle mie sensazioni della giornata e di come mi sento adesso rispetto agli anni scorsi nel venire qui a fare danza.
Il primo anno avevo la parrucca, che è volata via a metà lezione, e la paura di un qualche giudizio (che non c’è stato). Nel secondo anno la felicità che ero riuscita a fare tutta la coreografia stando dietro a due ragazzine. Nel terzo anno la tranquillità di essere padrona della situazione e divertirmi. Oggi non ho pensato proprio al mio essere una donna transgender e quando ti guardi nello specchio a parete, dove hai a fianco delle ragazze giovani e formose e sei “solo” un’altra donna è stata una grande spinta del mio ego.
Nella seconda lezione, al termine l’insegnate ci ha divise in due gruppi e ci osservava, ma per fortuna ognuna guarda nello specchio se stessa e l’insegnante, ma nella parte in gruppi separati chissà cosa hanno visto quelle rimaste fuori, ma non importa, io mi sono divertita.
Tranne che non ho il sedere prominente, il mio fisico non è più maschile (per fortuna) e ho provato a guardarmi nello specchio grande, mentre ero a fianco a provare al ragazzo che era con noi e siamo davvero due generi diversi, sebbene sono alta e lo sembro ancora di più come donna.