Il piano del weekend era di fare un sabato tranquillo al cinema e la domenica un viaggio per andare in una SPA, che sta quasi in Piemonte, usando lo Smartbox regalo di compleanno. Ho scritto una e-mail chiedendo se ci fossero problemi visto che ho i documenti non rettificati e che magari tra saune e bagni vari potessi creare scompiglio. Non hanno proprio risposto. Andrò senza avvisare a questo punto.
Piano cambiato quando mi ha scritto una e-mail il Moma Studios che anche quest’anno fa l’open day dei suoi corsi di danza semi professionali.
“Le novità al momastudios non finiscono mai e ci teniamo a condividerle con voi.
“
Vi invitiamo a provare gratuitamente i nuovi corsi SABATO 5 NOVEMBRE 2022 al MOMA STUDIOS MILANO.
E’ il terzo anno che partecipo e la novità è che questo sabato durano solo mezz’ora ognuno, ma sono gratuiti. Finalmente potrò fare la lezione di Heels, che consiste nel danzare su tacco a spillo, altissimo. (vedi blog prima volta, vedi blog seconda volta).
La domenica, stanca per la giornata e dopo aver dormito undici ore, decido di rimandare a dicembre il viaggio alla SPA e facendo una tranquilla camminata in zona con la mia vicina di casa.
Come è andata da stancarmi così tanto?
Alla mattina faccio la lezione di pilates che sento più impegnativa del solito, forse sento il cambio di temperature perché è tutta settimana che ho spesso freddo e mi sento “arrugginita”. Noto con piacere che grazie anche al corso di Danza Modern riesco a stare sempre più dritta con la schiena ed ora anche quando sono seduta in auto non sono più ingobbita. Anche gli esercizi di stiramento mi fanno guadagnare millimetri di estensione. Causa smart working mi si stavano comprimendo i muscoli delle ginocchia e senza accorgermene non riuscivo più a stendere diritte le gambe.
Mercoledì scorso a danza abbiamo iniziato la coreografia che porteremo al saggio prima di Natale, non era previsto un saggio, ma siccome le altre partecipanti sono le mamme delle ragazzine che fanno il corso al pomeriggio…Marco l’insegnante ha proposto che fossimo noi ad aprire lo spettacolino.
Negli esercizi di riscaldamento e allungamento muscolare, grazie anche alle ginocchiere, riesco a fare meglio le cose a terra, tranne una posizione che al momento mi è impossibile. Cosa curiosa è la stessa posizione fatta al riscaldamento al Moma Dance Studio.
Questa volta abbiamo fatto un breve video per ricordarci i movimenti ed allenarci a casa. Io mi vedo abbastanza rigida e poco sinuosa, ma in realtà faccio solo critica visiva a me stessa.
Giuliana “Devo farti davvero i miei complimenti perché non è assolutamente facile e lo fai veramente bene, si vede che ci metti un sacco di passione e inoltre vedo anche il miglioramento perché tempo fa mi avevi mandato anche un video di danza moderna e già si vede che la postura è migliorata. Sei bravissima
“
Grazieeeee…mi fa piacere un così bel incoraggiamento!
ho solo un problema alle ginocchia nel riscaldamento che qui è tutto estensioni…ho anche le ginocchiere leggere, ma un paio di posizioni mi sono impossibili …al momento …cavolo di smart working che sono sempre seduta…
“Vedrai che piano piano anche le ginocchia si sciolgono, senza fretta ma con costanza .. e a te di certo non manca
“
Sono arrivata al Moma mezz’ora in anticipo e meno male che era già aperto. Alla reception chiedo dov’è il bagno e la tipa mi accompagna a quello dello donne. Cosa c’è di strano? Le altre due volte che ero stata qui avevo dovuto spiegare che ero una donna trans e mi avevano fatto scegliere quale spogliatoio e bagno usare. Questa volta non devo spiegare quasi nulla. Quasi, perché devo compilare un modulo di liberatoria nel caso mi faccia male e ho un attimo di disforia di genere, quando devo scrivere Gerardo, barrare la casellina ‘M’ e firmare. E’ stato più devastante delle altre volte, per farmi sentire meno male dentro ho scritto come nome Bianca Gerardo. Per fortuna la tipa ha dato un’occhiata generica se avessi compilato tutto e non ho dovuto spiegare nulla.
Nello spogliatoio mi sono preparata e indossato i tacchi alti, ben dodici centimetri e con molta cautela sono scesa al piano di sotto dove ci sono le aule.
Nella sala a fianco hanno già montato i pali per la Pole Dance, che è un’attività che devo scordarmi, lì davvero non ho più l’età e i muscoli relativi. Entro nella mia sala e sono da sola, così ne approfitto per scattarmi qualche foto ricordo. Stare in una stanza con gli specchi mi piace un casino e mi invoglia a danzare, il tutto senza provocare disforia per il mio fisico. Anche le altre volte che ero decisamente più maschile non accadeva.
Mentre faccio un piccolo riscaldamento e brevi camminate arriva un’altra partecipante. E’ una ragazza italo-Ivoriana che non ha mai danzato ed è interessata pure lei al corso di Heels. Scambiamo due parole ed entrambe odiamo lo smart working.
Arriva l’insegnante e poi le altre ragazze. Vedo che quella più vecchia di età avrà la metà dei miei anni. L’insegnante dice di togliere i tacchi perché il riscaldamento lo faremo senza.
Finalmente indossiamo di nuovo i tacchi alti e lei passa in rassegna cosa abbiamo portato: c’è di tutto. Due ragazze hanno solo sneakers basse, alcune hanno dei plateau (zeppe). Solo io ho qualcosa che è quasi corretto.
Per non sforzare la caviglia (e non romperla) si devono avere dei sandali che fasciano il piede, con la caviglia bloccata, tacco a spillo di dieci centimetri, possibilmente aperti davanti e niente plateau. Io ho tacco dodici, ma sono alta e va bene, ma ho un plateau di mezzo centimetro che effettivamente mi farà venire del dolore alle caviglie.
L’insegnate si muove come se non stesse sul tacco dieci e ci fa numerosi esempi di cosa si potrà fare seguendo il corso, che però per le prime lezioni sarà solo camminare in sicurezza, che è quello che abbiamo fatto. Una delle cose è dirci che dobbiamo usare i capelli “al vento” e la testa per continuare i movimenti. I miei sono ancora corti per raggiungere quell’effetto.
Come DragQueen ho imparato a fare la camminata da modella, ma qui sarà diversa. Dobbiamo essere flessuose e sexy. Ci fa camminare lentamente e dobbiamo mettere il piede davanti leggermente rivolto all’esterno, mentre rimaniamo dritte e le braccia abbandonate indietro. Inoltre va controllato il peso del corpo ancheggiando nella stessa direzione del piede in avanti.
Mi viene automatico il confronto con le altre ragazze. Mi dico che non ci devo pensare, sono qui solo per divertirmi e imparare, ma il cervello esamina, cataloga e mi fa sentire il rammarico che non ho i fianchi sinuosi e la vita stretta. Mi dico che comunque loro sono giovanissime e io secondo gli standard non dovrei nemmeno esserci a lezione, sono quasi una loro nonna!
Per fortuna dura solo una camminata e poi cerco di rimanere concentrata sui movimenti. La lezione sembra terminare subito nonostante sforiamo di dieci minuti. E’ stato bello, divertente e mi ha aiutata a capire meglio come muovermi più flessuosa. Peccato che questa volta non ho un video, nemmeno della lezione seguente.
LaRoby “Io mi spacco la caviglia solo a guardarle quelle scarpe…
”
Non potrò fare il corso perché farmi un’ora di auto dopo il lavoro la sera (solo andata) non è fattibile in inverno. Mi sono tolta lo sfizio,
Tolti i tacchi con le caviglie che ne hanno risentito sono andata nell’altra stanza dove ho fatto Afrobeat, scelta a caso senza sapere che danza sia.
Qui siamo una dozzina e viene anche la ragazza Ivoriana e che si scoprirà che anche l’insegnante è italo-ivoriana. L’età media è ancora più bassa e io mi sento troppo alta, ma per fortuna iniziamo subito con un riscaldamento ballato e molto rapido. Tutte hanno gli occhi solo sullo specchio per vedere i passi da copiare. L’insegnante ci racconta aneddoti, fa battute con facce buffe ed è bravissima pure lei (la scuola ha un livello medio-alto). Scopro che ne esistono tantissime versioni, quasi una per ogni stato africano e che sono tutte danze ibride con movimenti moderni ideati dagli emigrati in Giamaica, Portogallo, Francia e NewYork. Proviamo i passi di tre versioni e scopro che è divertentissimo da ballare. In futuro dovrò approfondire questo stile di danza.
Terminata la lezione torno nello spogliatoio a cambiarmi. Tolgo la maglietta sudata e rimango in reggiseno stavolta senza nessun timore. Le altre due volte avevo davvero paura che le ragazzine si mettessero a urlare o fare casino per la mia fisicità maschile. Come l’altra volta però non mi degnano di uno sguardo e mi fa sentire bene e a mio agio. Mi metto davanti allo specchio per sistemare i capelli e vedo una donna, punto.
E’ bellissimo.
Prima di tornare all’auto mi sono fermata in una caffetteria a bere cappuccio con brioche, sono già le quattro del pomeriggio e sento già che mi verrà sonno e fatica. Mentre sono a metà strada mi chiama il mio amico Graziano, così fermo l’auto su una strada di campagna e parliamo quasi un’ora. Non mi fido a guidare e parlare al telefono anche se con il vivavoce, mi distraggo troppo.
Arrivata a casa con il buio ceno, guardo un breve telefilm e sento la stanchezza addosso e un piccolo fastidio alle caviglie. Giornata pazzesca e mi ci voleva per darmi la carica. Danzare è bellissimo e mi pento di non averla mai fatta quando vivevo al maschile e con tutti gli stereotipi che se uno va a danza è gay e menate varie. Sto recuperando alla grande comunque.