Questa mattina sono uscita di casa alle 7:30 per fare una camminata prima che la temperatura salisse troppo.
Dopo mezz’ora ero nel Bosco del Castagno, nel silenzio dei miei passi e i rumori degli animali, un momento magico. Per quanto tranquilla sentivo qualcosa in me di troppo maschile e rivedendo i selfie forse ero poco femminile. Questo tipo di pensiero pensando a me stessa mi capita spesso ultimamente quando sono da sola, come se la mancanza di confronto con gli altri annullasse tutto ciò che sono.
Nel pomeriggio la situazione si è ribaltata ed ora molto femminile, andando a Milano per rivedere Graziano, un mio compagno della scuola superiore di grafica e pubblicità, quella che ora si chiama IED.
La nostra amicizia è sopravvissuta dagli anni ‘80, compreso il mio coming-out che gli ha fatto prendere un colpo (apri articolo del blog), mai fare sorprese!
Dopo un’ora di chiacchierata all’ombra nel parco di Porta Venezia, avevamo un sacco di cose arretrate da raccontarci e che non si potevano dire al telefono, ci siamo diretti a cercare una gelateria con posti a sedere. Impresa non facile perché in corso Buenos Aires sono rimasti solo negozi di moda e cosmetica.
Dopo venti minuti di girovagare abbiamo trovato una mini gelateria di fronte al negozio della Borsa del Fumetto. Dopo aver gustato il gelato, siamo entrati e Graziano ha iniziato a guardare volumi di fumetti di quarant’anni fa, nello sfogliargli abbiamo condiviso alcuni ricordi.
A un certo punto mi è venuta una domanda: “quali fumetti mi piacciono adesso come Bianca? Ho un gusto più femminile?
“
Dall’inizio della transizione non me ho più comprati tranne qualche manga. Molti di questi fumetti e graphic novels li ho venduti, altri li ho regalati e un po’ dovuto buttare in discarica perché non hanno più alcun valore, nemmeno per me.
Il mondo è digitale e le generazioni recenti hanno quasi abbandonato la lettura su carta.
Sfogliando alcuni albi e “volumi antichi” degli anni ’80, ho fatto un salto nei miei anni ‘teen’ di “adolescente sfigato, ma che mi perdevo nella loro lettura.
I fumetti degli ultimi dieci anni proprio non riesco a leggerli, non mi piace lo stile del disegno che è un misto tra classico e manga, le storie che vengono pubblicate sono quasi tutte di genere horror oppure molto violente. Questo genere, anche nelle serie TV, non mi piace più.
Non ho saputo darmi la risposta alla domanda, Bianca legge libri e romanzi (soprattutto se ci sono storie d’amore, prima solo fantascienza), ogni tanti rilegge i fumetti che ho in casa e che hanno oltre vent’anni, ma delle pubblicazioni recenti non vedo nulla di interessante.
Siamo poi andati in zona Brera per comprare un colore acrilico (Bianco di Zinco) che serviva a Graziano per la realizzazione di un quadro. Mentre ho abbandonato la grafica all’epoca, lui invece era un ottimo illustratore e negli anni si era costruito una carriere nell’editoria. Ora insegna grafica allo IED chiudendo il cerchio.
Il negozio è un trionfo di pennarelli, tempere, acrilici, fogli per disegno…tutte cose che con un bel contatto tattile, prendere in mano un pennello, un pennarello non è come usare la tavoletta grafica del computer. Poi ci sono soprattutto gli odori dei materiali, specialmente il legno delle matite e della carta per disegno, Tutte cose che mi hanno riportato al 1980 quando abbiamo fatto la scuola di grafica. Altra epoca, altri sogni, i miei tutti infranti.
Purtroppo la mia ispirazione grafica non c’è più, è rimasta solo la tecnica, ma non quel qualcosa in più che mi dava soddisfazione. (Apri articolo del blog con le mie illustrazioni).
Durante la comminata tra le vie in ombra di Milano, non so come il discorso è andato sugli sguardi delle persone verso le donne. Ne attiro abbastanza come donna bionda e alta, specie quando passo in zone piene di uomini musulmani che vorrebbero solo portarmi a letto, e io ho una certa età. Ho imparato a fare finta di nulla e non ricambiare nessun tipo di sguardo o mostrare che in qualche modo me ne sono accorta. “È un bello stress
” ha commentato Graziano anche quando siamo passati nei vicoli di Brera con i ristoranti all’aperto e i tizi che cercavano di portarci nel loro locale, capita spesso se mi vedono insieme a qualcuno “hei signori…”.
Unica cosa positiva è che sono donna in questi casi e mai un misgender con pronomi maschili.
Uno dei vantaggi, invece, che gli ho fatto notare, è che quando devo attraversare la strada, anche non sulle strisce pedonali, quando vedono la bionda alta in genere si fermano per farmi attraversare. La prima volta mi ero fermata come lui, ma anche l’auto si era fermata, poi ho realizzato esclamando “a volte dimentico che sono una donna e che si fermano per farmi attraversare
“. Molte volte nella giornata è accaduto a conferma.
È stata un prima giornata di ferie per nulla noiosa nonostante il caldo a 36 gradi che non ci ha stroncato anche se abbiamo camminato nelle strade di Milano per circa 12 chilometri! Praticamente un trekking cittadino e meno male che ho indossato sandali comodi!