Anche quest’anno la mia scuola di teatro ha organizzato una serata dove chiunque può esibirsi, previa iscrizione al programma, con un pubblico di una cinquantina di persone. (apri link edizione 2022). Quando ho confermato la mia presenza tre settimane fa non avevo idea di cosa avrei portato e per alcuni giorni avevo il vuoto totale.

La biblioteca di paese ha organizzato un corso di lettura espressiva in cinque serate, più una con il pubblico per la lettura finale. La prima serata è stata una specie di esercitazione a tema libero, giusto per divertirsi e verificare le nostre capacità, quest’anno siamo in 15! Un tema è stato di dire una frase sola della fiaba di Cappuccetto Rosso che si legasse con la frase precedente letta dal compagno alla propria sinistra. Si è capito che sono davvero pochi che ricordano davvero la fiaba, ne hanno dette di ogni modificando di molto il racconto.
Poi si è fatto una cosa che ho scoperto in seguito chiamarsi “esercizi di stile”, dove la stessa storia viene raccontata con tematiche e ambientazioni diverse, cambiano anche parte degli eventi, ma mantenendo la stessa struttura di base, in questo caso la mamma, la bambina che attraversa il bosco, i pericoli, il lupo, la nonna e il cacciatore. Un esercizio aveva il titolo di “Cappuccetto Rosso Sangue” e ne è uscita una storia molto assurda, ognuno ci ha messo del suo. Il giorno dopo mi è balenata l’idea di usarla come spunto per scrivere un monologo di cinque minuti giocando pesantemente sull’aspetto horror e ribaltare il finale.

Non avendo avuto tempo a disposizione ho ideato e modificato a memoria quanto doveva accadere. In un primo momento ho pensato di indossare qualcosa di distintivo per ogni voce da fare, ma dato che non sono Brachetti, era troppo difficile mettere il cappuccio, le orecchie da lupo etc. Intanto la storia prendeva corpo e ne eliminavo alcune parti per farla stare in cinque minuti.

L’idea finale è stata di mostrare solo due personaggi e fare le voci degli altri. Senza saperlo ho creato una storia con delle marionette. In un negozio cinese ho trovato un berretto di lana davvero bruttissimo a 4€ che ho usato per fare la testa del lupo a cui ho applicato due palline di polistirolo con disegnate le pupille. Il berretto è stato a mollo tre giorni perché non sapevo che storia avesse e chissà quanto sporco e polvere. Il mantello con cappuccio rosso l’ho ordinato su Amazon ed era un mantello rosso da vampiro.
Ho usato delle teste per parrucche che avevo in casa e ho creato cappuccetto e il lupo, nel frattempo la storia era cesellata per stare nel tempo previsto.

La sera prima sono andata alla scuola per fare una prova, in genere al venerdì sera c’è una serata libera per i soci.
Il pubblico erano in quattro e stavano preparando i materiali per l’indomani e mi erano sembrati distratti. Ho provato una volta, soprattutto per capire se il tono di voce era abbastanza potente da non dover usare microfoni, avrei avuto le mani impegnate dai pupazzi.
Ho riprovato dopo alcuni minuti e mi è sembrato tutto a posto, ma Maurizio mi ha dato una dritta importante “quando abbiamo fatto il corso di marionette , ci è stato insegnato che il pupazzo che parla deve guardare il pubblico, l’attore e l’altro pupazzo guardano quello che parla. Quando parla il narratore i due pupazzi lo guardano”.
Il giorno dopo ho provato a casa, mi sembrava complesso da gestire questi movimenti raccontando la storia. In precedenza muovevo la testa verso un pupazzo oppure l’altro. Mi sono filmata e ho visto che ci riuscivo ruotando lentamente le mani e soprattutto questa piccola pausa dava il tempo al pubblico di focalizzare chi stava per parlare. Il mio amico Graziano mi ha detto due giorni dopo che il pubblico guarda nella direzione di dove l’attore guarda, oppure dove puntano le sue mani. Interessante.

e dove si vede il disagio interiore dell’artista…!
Lo spettacolo iniziava alle ore 21:00, ma mi hanno inviata a venire prima per assistere alla prova del corso di Impro (improvvisazione). All’inizio ero solo il pubblico, poi sono arrivate due persone. Anche con un pubblico ridotto c’è stata la differenza che provare senza, i ragazzi sono stati davvero bravi a improvvisare su alcune parole che ci sono state chieste.

Terminata la prova di mini spettacolo è iniziata ad arrivare gente che portava un sacco di roba da mangiare, tra cui Gateau di patate, lasagne, polpette al sugo e varie torte salate. Dopo l’abbuffata lo spettacolo è iniziato con il solito ritardo canonico di 15 minuti. C’era anche una diretta Facebook.

colori ispirati al Dylan dog
Il mio pezzo era in fondo alla spettacolo. Prima si sono esibiti cantanti; una standup comedy un po’ moscia; i burattini; canzoni dei fratelli Pantegana; la mia amica Roby che lavora nei circhi e ha fatto un numero con gli hula-hoop (cinque!) che mi ha lasciata ipnotizzata; due ragazze che a turno hanno fatto acrobazie con i tessuti aerei; un tizio che ha fatto un pezzo serio che nessuno a capito, tipo teatro classico introspettivo; una coppia di fidanzati che si sono frezzati in un bacio e a turno raccontavano che avrebbero voluto essere con altri partner; una scenetta della classica tombola e infine è arrivato il mio momento.
Alcuni erano già andati a casa, il pubblico rimanente era visibilmente stanco dopo due ore di spettacoli senza sosta. Avevo indossato le scarpe tacco 12 a spillo (rosse), preso i due pupazzi e sono entrata in scena. Nei minuti prima avevo il raspino in gola, forse la voce non mi sembrava all’altezza, insomma con alcuni dubbi ho atteso che presentassero Paprika Lebon, che è il mio nome da dragqueen ed è rimasto per le mie esibizioni artistiche.
Appena ho iniziato il monologo la voce è stata all’altezza, compresi i vari personaggi. Tutto quello che avevo imparato in quattro anni ha funzionato: essere disinvolta, non muoversi e camminare, osservare il pubblico senza fissarlo, respirare per avere potenza nella voce e la cosa nuova del gestire i due pupazzi. Il pubblico ha seguito la storia e riso in alcuni punti e quando ho terminato c’è stato un lungo applauso. In seguito molti degli artisti che si erano esibiti mi hanno fatto i loro complimenti. Qualcuno mi ha detto che il look era perfetto.
Rispetto allo scorso anno ho migliorato di molto, così mi hanno detto, credo intendessero sulla padronanza del palcoscenico e del pubblico.
In parole povere “ho spaccato”! Una bella soddisfazione!
Sono in attesa che pubblichino il video della serata e del pezzo da linkarlo qui, ma non si se se e neppure quando…
Era un anno che non mi esibivo su cose teatrali, parlare a congressi medici ha le stesse caratteristiche di uso della voce, la postura, etc, ma non è la stessa cosa. Nella prova del venerdì mi era venuta la nostalgia di fare attività con altri, imparare da loro, sperimentare e soprattutto avere a che fare con persone delle attività più disparate. Durante lo spettacolo noi artisti eravamo a fondo sala e a volte nella stanza dietro, oltre a vedere lo spettacolo è stata un’occasione di confronto, idee e sentirsi parte di qualcosa.
Per motivi economici, di tempo e di stanchezza a guidare la sera, mi ero concentrata sulla danza, che mi piace un sacco, ma il teatro mi è mancato davvero tanto!

con il cappellino natalizio!
Alla mezzanotte ci siamo salutati e sono tornata a casa con molto sonno, al mattino avevo fatto la lezione di danza e dopo tre settimane di stop la fatica si è sentita, ma comunque felice di una giornata entusiasmante e intensa.
