Sono tre notti che dormo per circa un’ora e poi mi sveglio, prima per via dell’influenza, mache oggi che sto meglio dormo in un hotel (a Napoli). Le prime ore ho dormito bene, ma verso le sei mi sono svegliata accaldata, ieri sera avevo spento il condizionatore perché buttava aria fredda.
Ho impiegato un po’ a capire che non ero io il problema, cioè non era colpa della pizza con birra.
Mi sono alzata per accendere il condizionatore che non dava segni di vita, ho provato ad accendere la luce senza risultato. Ho tolgo e rimesso la chiave della camera, ma non successo nulla. Il salvavita del contatore è in alto. Ho guardato fuori dalla finestra e pioveva, magari è andata via la luce a tutti.
Con la torcia del telefono sono scesa dalle scale, facendo attenzione prima a non chiudere la porta, altrimenti non sarei potuta rientrare. Il corridoio era tutto buio, ma al piano di sotto e c’era la luce alla reception. Mi sono chiesta se non si fosse smagnetizzata la chiave della camera.
Riferisco che non c’è corrente e il tizio della reception ha controllato dietro una parete mobile dove stavano gli interruttori, e il salvavita di tutto il piano era giù. Ha provato a riaccenderlo, ma scattava ancora. Ho chiamato il loro tecnico elettricista che arriverà tra un po’. Sono tornata in camera, ma non riuscivo a dormire con il caldo.
Ho deciso di fare la pulizia del viso mattutina per poi vestirmi alla luce dello smartphone, ma non posso truccarmi e neppure usare il ferro per capelli. Vestita alla bellè meglio sono scesa a fare colazione.
Il tecnico stava impazzendo perché non trovava il problema. Nel frattempo ho fatto colazione mentre ho messaggiato ai miei compagni di evento che se non c’era luce non era colpa loro. Nel mentre è sceso Alberto, in pigiama, e gli dico la notizia e lui è ritornato in camera.
Finalmente la luce era tornata, dopo una chiamata telefonica con “zio qualcuno”. Tornata in camera ho finito di prepararmi, preparata la valigia mettendo in cima le cose che mi serviranno più tardi per cambiarmi in vista del viaggio di ritorno, a Milano farà freddo.
Ho fatto una seconda piccola colazione e atteso i miei compagni. Arrivati abbiamo preso la metropolitana per andare all’ospedale che dista solo tre fermate e mi sono resa conto di quanto in profondità scendiamo con le scale mobili.
Arrivati all’ospedale abbiamo cercato la sala dove si svolgerà l’evento, che stava dietro un edificio in ristrutturazione e sopra l’obitorio. No comment, ma una volta ho fatto un intero congresso, in un altro ospedale, scoprendo solo alla fine su cosa eravamo sopra.
La sala era molto bella e spaziosa, all’interna c’era già molta gente. Depositati i bagagli in sala regia e consegnate le slide da proiettare, io ne ho solo tre, abbiamo cercato i curatori dell’evento.
Dopo alcuni saluti con medici che erano presenti all’evento di assisi, è arrivata la dottoressa Sabrina Cecere che ha fortemente voluto organizzare tutto e ha chiesto a noi tre di essere presenti. Ci abbracciamo calorosamente. Scoprirò che è davvero in gamba ed entusiasta del suo lavoro.
Io parlerò nel pomeriggio, ma rimango volentieri a vedere le presentazioni e ho imparato alcune cose nuove che mi saranno utili per le mie presentazioni.
Sabrina C. “Conto su di te
”
Le uniche due presentazioni noiose sono state quelle degli assessori che erano da remoto, magari è stato per quello. Le altre presentazioni erano relative alla “Medicina di genere” che non è specifica per le donne, ma riguarda il curare l’individuo tenendo conto non solo del sesso di nascita. Fattori come il genere, caratteristiche fisiche e genetiche, lo stato sociale e altri fattori.
Per pranzo c’è stato un catering che ha servito pasta al forno, riso venere e gamberetti e mi hanno riempito il piatto con entrambi.
Riprendiamo nel pomeriggio e un pochino di abbiocco mi è arrivato, ma per fortuna chi parlava è riuscito a essere interessante e ho seguito con piacere.
Da programma avevo scoperto che per il mio intervento non era più da sola, ma che avrei dovuto dividerlo con due membri dell’associazione locale di Arcigay. Altre volte ho sempre visto che questi rappresentanti, che parlano molto di argomenti non a tema e si dilungano su cose poco interessanti e non pertinenti.
La ragazza trans non si è presentata, senza avvisare e il presidente non dava segni di arrivare. Fuori aveva preso a piovere tantissimo, magari era quello, ma un messaggio lo potevano inviare, ma pochi minuti prima del mio turno è arriva questo tizio che si è seduto al mio fianco. Gli ho chiesto per quanto parlerà e mi ha risposto “Farò giusto un saluto, circa cinque minuti“. Ho fatto iniziare lui, ma opo nove minuti che non smetteva di parlare, ho fatto segni a Sabrina che era la moderatrice, di farlo concludere. Sono venuta apposta da Milano con sei ore di viaggio, e non farmi fare il mio intervento, per ascoltare cose fuori tema, che non riguardavano la medicina di genere e neppure il tema transgender…insomma. Inoltre il tizio riesce anche a dire la parola “transessuali” dimostrando che non sa nulla e non sa nemmeno di cosa stiamo parlando all’evento. Come nei miei timori, già espressi, era li per dare un tono alla sua associazione per futuri finanziamenti e collaborazioni non gratuite. Mi ha dato fastidio questo non prepararsi sulla tematica, arrivare pochi minuti prima e prendere spazi ignorando gli altri. Io sono la persona più collaborativa che esiste, mi interessa che un evento riesca e non ho personalismi, ma spesso sembra che sia la sola a ragionare in questo modo, specie collaborando con associazioni che dovrebbero essere coese.
Finalmente smette e saluta, guardo il timer e ho solo 19 minuti dei trenta. Sono partita a raccontare integrando il lavoro fatto da AIOM, spiegando il motivo della mia presenza insieme ai medici ; ho raccontato normative, aneddoti; unendoli alla storia della mia transizione. Ho improvvisato mentre raccontavo, senza darlo a vedere, e anche stavolta ho fatto centro ricevendo con un grosso applauso, ripetuto più tardi quando ho salutato tutti.
Anche stavolta Bianca e la mia associazione ACET hanno incantato e informato il pubblico in sala, stavolta composto da un sacco di “giovani” dottorandi (sotto i 25 anni). È stato bello poter arricchire la loro formazione. Purtroppo oggi mancavano tante persone dell’ospedale a causa dello sciopero dei medici convocato proprio oggi, ma erano comunque abbastanza, un centinaio almeno.
Sono molto soddisfatta del mio intervento che, come al solito, è volato via in un attimo. È stata la prima volta per me a improvvisare in questo modo, una piccola sfida senza preavviso.
Abbracciata Sabrina, ormai direi amica, abbiamo salutato e preso un taxi diretti in stazione.
Sabrina “Ringrazia anche i ragazzi, Mi avete cambiato la giornata
”
Quello che mi era parso un piccolo evento locale e quasi un raduno del gruppo, si è rivelato un vero evento molto interessante e istruttivo per tutti, dove ognuno ha trasmesso qualcosa agli altri.
Dina (ginecologa) “Brava Bianca del mio cuore, bravissima, mi piacerebbe ascoltarti un po’. Sarebbe un vero regalo, per me. E complimenti al look che hai rivisto: meno da sciùra della porta accanto. Ti dona.
“
Loro due hanno un treno cinque minuti prima del mio e per un pelo siamo riusciti a comprare da mangiare, io ho preso un toast gigante.
Dopo un rapido saluto, ho fatto il viaggio di ritorno in treno. Sto scrivendo mentre il treno ha raggiunto Bologna, ancora un’ora e sarò a Milano sperando di prendere la coincidenza, altrimenti arriverò un’ora dopo a casa e già adesso la stanchezza si sta facendo sentire.
Sabrina C. ”Che la vita ti sorrida Bianca. Mi hai toccato nel profondo e sarò onorata di collaborare con te. Con l’essere umano meraviglioso che sei.”
”
Quale è il bello di essere la vera me stessa? Svegliarmi e trovare messaggi come questi (lacrimuccia, piu' di una). Un caldo abbraccio.
Sabrina (la mia commercialista) “Sagge parole che dovrebbero essere un must della vita di ognuno di noi al di là del percorso che ha fatto, che sta facendo o che andrà a fare.
”
Raffaella “Nel mio piccolo ti capisco perché anche a me piace molto conoscere persone nuove ed ascoltarle mentre si raccontano. Tu sei anche molto brava a raccontare di te perché ho sentito anche come parli in certe interviste che hai pubblicato , rendi tutto molto interessante , proprio come ti esprimi e come ti rapporti
”