Vado al corso di teatro con un maglioncino a collo alto e il mio solito foulard. Sono indecisa se fermarmi al bar vicino per bere un caffè, ho timore a mostrarmi in questo modo con il giro-barba-bianca. Non ho messo fondotinta perché domattina andrò a fare la seconda sessione. Decido di andare comunque al bar e per fortuna al bancone principale ci sono due signori, così mi metto nell’altro, più corto e quando bevo il caffè mi giro verso il muro facendo finta di guardare quadri e poster.
Entro nello spogliatoio della scuola, indosso le calze antiscivolo sopra il collant e vado nel salone principale, spero solo che oggi non capiti di dover fare qualche attività con la mascherina abbassata. Fa troppo caldo e lascio la pashmina nello spogliatoio, vada come deve andare,.
L’inizio della lezione vede Admir e Eleonora recitare il primo incontro tra Odisseo e Circe, noi rimaniamo a guardare. Dopo provano di nuovo la scena dello scambio corporeo di due versioni di Ulisse, dove i ragazzi si passano mantello, spada e fingono come un qualcosa che li avvicina e li allontana. Ulisse entra in un mondo di sogno, così funziona anche il cambio di attore.
Con le ragazze nell’angolo si parlotta a bassa voce. Arriva Lia, che è giovane e uno sguardo di falco, mi guarda con la mascherina e il girocollo e dice spalancando gli occhi “cosa ti è successo?
“, le altre tre mi guardano fisse. Ho un attimo di panico, non è un problema che vengano a sapere che sono una donna trans, anzi mi stupisce che non se ne sono rese conto. Racconto minimizzando di aver fatto l’elettrocoagulazione perché avevo “un po’ di peli bianchi”. Lia incalza “Fammi vedere
“, “no, non vuoi vedere, meglio di no
“, rispondo sperando come i cavalieri Jedi di Guerre Stellari di influenzare le altre persone. In effetti il viso trattato è pieno di piccole macchie rosse e un paio di crosticine, non sono un bello spettacolo.
Stasera sono ancora stanca per il recupero fisico dal trattamento e non mi sento tantissimo al femminile, così che svanisce non appena tocca a noi entrare in scena.
Proviamo la sequenza dove Ulisse viene invitato dentro casa, allestiamo un trono con tanto di lungo telo che funge da passerella, inginocchiate e prostrate lo invitiamo a bere dalla coppa, che contiene la pozione per trasformarlo. Quando bene scattiamo in piedi speranzose e rimaniamo deluse che lui non diventa un maiale, anzi prima accarezza Circe e poi la minaccia con la spada alla gola. Qui a turno esclamiamo una serie di frasi e capiamo che lui è Odisseo, quello della profezia. La scena dopo rifacciamo quella dove liberiamo i maiali e io ne cavalco uno al termine, sembra che il ragazzo con cui faccio la scena si diverta, almeno a giudicare dallo sguardo di Matteo che mi incita a non avere timore. Poi non mi siedo veramente su di lui con i miei ottanta chili, ma faccio finta. Libero anche i capelli dalla coda e sembro davvero un’indemoniata.
Terminata la scena l’insegnante prende un collant dalla borsa che ha modificato e chiede se pensiamo sia utile ‘disumanizzare‘ gli attori che interpretano i maiali indossandola in stile rapina dei film con collant sul volto. Fa fare una prova a Davide, ha anche fatto due buchi per gli occhi, ma leggermente sfasati. L’effetto è davvero inquietante, inoltre dice che i ragazzi saranno a torso nudo. Penso che gli spettatori si ricorderanno a lungo questa scena drammatica e molto violenta.
Gli ultimi dieci minuti, noi ragazze e Marta, li trascorriamo parlando del nostro vestito di scena. Approviamo, come test iniziale, di avere tutte una lunga gonna stretta in vita e ampia in fondo, in stile giapponese. Sopra ognuna potrà mettere, sempre di colore nero, quello che preferisce. Il giorno dopo ordinerò la gonna in quanto quelle che ho non sono di quella forma molto scenografica.
Serata trascorsa bene nonostante i miei timori.
Prima di andare a nanna mi guardo allo specchio cercando di infondermi sicurezza per l’epilazione che ho fatto ieri e per quella che farò domattina.