Post tematico riassuntivo di un mese di pilates.
Oggi ho fatto una lezione di prova pilates, finalmente dal vivo. Nessuno ha minimamente sospettato che sono una donna trans, Mi hanno fatto anche i complimenti per il fisico e che non dimostro miei 56 anni…
Comunque la cosa interessante è stata quando ho dovuto compilare il modulo della privacy… non ho i documenti rettificati quindi uso il mio vero nome solo quando c’è di mezzo qualcosa di fiscale. É la prima volta che mi firmo come Bianca e al momento mi sono accorta che non sapevo con che calligrafia firmare.! In effetti è una cosa che non avevo previsto…ma partiamo dal principio.
Questa mattina ho fatto la lezione di prova del corso di pilates, mi sono preparata con un minimo di trucco sono partita in auto in direzione di Trezzo d’Adda. Sono arrivata in anticipo In modo da poter far colazione in uno dei bar che ci sono di fronte alla palestra.
Nell’ordinare il cappuccino e sedermi come al solito attirato qualche sguardo perché sono molto alta, nessuno ha avuto dubbi sul mio essere donna.
Alle ore 9:30 sono entrata, la titolare mi ha presentato l’insegnante che si chiama Silvia sono scesa di due piani di sotto dove c’è la stanza dove si fa lezione. La stanza è molto bella e nell’aria c’è un aroma l’incenso di qualche fragranza indiana.
All’ingresso mi ero tolta i sandali indossato le calze antiscivolo ti sono piaciute molto, in effetti sono appariscenti e funzionano benissimo.
Silvia mi ha chiesto che livello sono di Pilates I miei malanni: lombo-sciatalgia e cervicale, non ho nessun trauma.
Insieme a me ci sono cinque signore di cui solo una più giovane anche se di poco.
Siccome nella stanza fa abbastanza caldo mi salgo la maglietta e metto la canotta.
Facciamo la lezione che all’inizio mi sembra facile, quasi basica, poi però procede in maniera più impegnativa.insegnante molto brava e mi corregge solo un paio di volte.
terminata la lezione dopo aver igienizzato i tappetini, torno di sopra con la titolare confermo che farà il corso al mercoledì sera. Mi chiede i miei dati e poi mi da un modulo da firmare per la privacy e le norme della palestra. A questo punto ho avuto un attimo panico, perché dovevo firmarmi ed è la prima volta che uso la mia firma come Bianca. Non mi ero ancora posta il problema, che calligrafia ha Bianca? Me ne invento una al momento, dopo un attimo su cui ho anche pensato se mettere prima il nome o prima il cognome.
È andato tutto bene e soprattutto io sono una donna un po’ robusta e molto alta, nessuno ha minimamente pensato che potessi essere una donna trans, anzi mi hanno fatti complimenti quando hanno saputa la mia età e detto che dimostro 10 anni in meno.
Avevo il timore che si vedesse il pisello dato che avevo i leggins attillati, per fortuna erano neri. Se qualcosa si è notato magari hanno pensato che avevo l’assorbente.
Qualche giorno dopo…
Dopo il lavoro sono andata a fare pilates per la prima lezione serale nella nuova palestra. Prima di entrare siccome ero in leggero anticipo mi sono bevuta un caffè al bar, prendendolo al banco mi hanno servita subito, forse perché ero anche una donna. Ho visto un trattamento che al maschile non mi facevano.
Quindi sono entrata della palestra seguita subito dopo dalle mie due compagne di corso, per loro era la prima lezione in presenza.
La lezione non è stata troppo impegnativa, tranne alcuni punti dove non avevo capito bene come mettere le gambe, in un altro momento ti devo abbassarle troppo. Infine c’è stato un esercizio a forbice con le gambe e le altre due avevano un’apertura gamba notevole, mentre io ho seri problemi a stendere completamente la gamba e il ginocchio, forse dovuto anche alla mia biologia maschile.
Terminata la lezione l’insegnante Silvia mi ha detto che mi invierà la registrazione video della lezione, sono curiosa e in parte timorosa di vedermi “da fuori”. Quanto sembrerò una donna nel video? Quanto sono imbranata? Infine non ho capito dov’è la nascosta la telecamera…!
Dopo aver scambiato due battute con la proprietaria del negozio sono tornata l’auto non so perché non avevo fame, forse è stato il caffè di poco fa. Sono andata al supermercato Unes a comprare due cose e quindi sono arrivata a casa abbastanza tardi e affamata. Settimana prossima dovrò capire meglio per la cena.
La settimana seguente…
La terza lezione di presenza! Appena entrata la signora mi chiede se alle altre due ragazze apro io quando arrivano, perché lei sta facendo un’epilazione. Le ragazze arrivano dopo pochi minuti e insieme scendiamo al secondo piano interrato dove c’è la stanza dedicata. Silvia è già dentro che pratica stretching.
Prima di iniziare mi chiede se mi vedo nello specchio e apre una porta con specchio così che parzialmente mi vedo. Avevo paura di quello che avrei visto, invece nello specchio c’è una tizia robusta di spalle.
Per il resto della lezione cercherò di non guardarmi riflessa per non beccare il momento in cui sarò troppo al maschile. Però non sembra che sia più il caso.
La lezione passa velocemente e senza esercizi troppo impegnativi, ma comunque utili a sbloccarmi. Noto che ogni volta la mia mobilità e flessuosità migliora e quindi anche il modo di muovermi “al femminile”.
L’insegnante avrebbe dovuto inviarmi il link del video della lezione, ma forse si è dimenticata. Non so davvero se lo voglio vedere, ma anche se mi vedrò meno femminile sarà comunque un’opinione esterna da tenere conto.
Pochi giorni dopo, mentre andavo a un trekking con Daniela, ho parlato di alcune cose di me tra cui questa cosa del muovermi e camminare “correttamente”. Il cervello appena vede camminare una persona in un attimo decide se è maschio oppure femmina e ho notato che nei film quando c’è un attore vestito da donna a figura intera lo si becca subito. Una donna trans, quando vive tutti i giorni al femminile e si esercita per mesi, l’occhio la qualifica come donna. Daniela mi interrompe dicendomi “...quello che ti dico non vuole essere un giudizio
“, Oddio! Penso, ora mi dirà che non sono così brava come mi sento di essere. Invece mi conferma, che a suo modo di vedermi, “sei più femminile di me che mi sente un po' un maschiaccio
“. Cavoli che complimento!
Stasera termina il primo mese nella nuova palestra e mentre indosso le calze anti-scivolo una delle mie compagne mi parla che l’altro giorno le si è bloccato il braccio e ha anche la pressione bassa. Intavoliamo un discorso includendo la mia cervicale e scendiamo due piani per raggiungere la stanza degli esercizi. La lezione precedente sta terminando, dentro c’è anche un uomo di mezza età, cosa molto rara anche se il pilates è per tutti.
La lezione sembrava facile, ma si è dimostrata impegnativa, soprattutto come ha notato Silvia, ho difficoltà a stendere le gambe perché lavorando da seduta tutto il giorno i legamenti si accorciano. Mi ha mostrato alcuni esercizi da eseguire durante le pause di lavoro, tipo accavallare una gamba per dieci secondi e poi farlo con l’altra, oppure standerle completamente con il piede a martello. Se si riesce a fare pilates nella vita quaotidiana è solo un bene.
In un paio di esercizi noto, arrotolata su me stessa guardandomi l’addome, che si vede bene il “pacco” anche con i leggins neri, ma sembra non importare a nessuno.
A un certo punto mi perdo sulla spiegazione di un esercizio, proprio non capisco come mi devo mettere e sono sdraiata sulla schiena con le gambe a candela, l’insegnante mi chiama e guardo come sono messe le altre e le vedo in una posizione che sembra impossibile. Cerco di piegarmi anche io, ma sento che se poi mi ribalto mi spezzo qualche cosa. Silvia allora si avvicina e mi fa fare solo metà esercizio tenendomi le gambe, poi dice che un signore alla lezione precedente lo ha fatto. Questo conferma che sa che sono una donna trans. Però mi trattano come Bianca e va tutto bene, perché farmi delle menate?
Terminata la lezione si rimane una decina di minuti a parlare e l’argomento sono i disabili. Non ho ancora capito quale lavoro fanno le mie due compagne di lezione.
Mi sono resa conto nei giorni seguenti di quanto abbia le ginocchia “legate”. Ogni momento che mi ricordo cerco di distenderle un attimo e fare dei mini esercizi di pilates.
Qualche giorno dopo, sabato, mentre sono al Centro Commerciale Orio Center ho visto un top bellissimo, color pesca, per fare attività sportiva e pilates. Mi serve? Mi servirà visto che il seno inizia a crescere vistosamente. Poi ne ho comprato uno nero e viola perché secondo la commessa non stava bene il leggins nero con il top pesca, a me sembrava, però effettivamente i due pezzi abbinati mi stanno bene e soprattutto sono comodissimi. Spero che la spesona di 100€ in futuro sia ripagata dall’utilizzo. Ma ecco la storia dell’acquisto.
Quando il Passing va troppo oltre.
In un centro commerciale vado in un negozio a vedere leggins e top per fare pilates. Hanno dei materiali molto belli e dei prezzi assurdi, però oggi c’è il 30% di sconto, quindi chiedo informazioni.
La commessa mi dice di provarli e mi dà una misura M (da maschio avevo una XL tipo la 52), nel camerino un attimo di imbarazzo perché il seno mi sta crescendo, ma è solo una prima abbondante. Indossato il top sportivo si comprime quasi sparisce. La commessa vuole vedermi come sto io ho un attimo di imbarazzo, però l’immagine di me nello specchio mostra comunque un fisico femminile. La cosa incredibile è che mi sta bene anche se stringe leggermente. Le dico di farmi provare la taglia L e con questa ci sto dentro giusta.
Intanto penso ancora che sono entrata dentro una taglia M e ne sono uscita soprattutto!
Dopo che ho scelto anche la parte di sotto, giustamente vuole vendermi qualcos’altro. E qui arriva il passing che ha troppo successo, perché vuole vendermi dei tanga sportivi e delle mutande attillate. Mi fa uno sguardo quando rifiuto anche solo di provarle, come per dire ma no dai provali!
Puoi vuol vendermi anche una tuta e al mio rifiuto cerca di vendermi una canotta attillata, e dico che mi vergogno perché ho le spalle grosse, ma lei dice che non li ho così grosse, sono alta e la canotta mi starebbe molto bene. Già mi immagino che mi guarda di spalle che vedrà un aspetto maschile. Invece da dietro un passing perfetto.
Come l’ho scoperto?
A casa più tardi mi sono fatta alcune fotografie con l’autoscatto mentre indossando il tutto. E’ un po’ di tempo che non mi faccio fotografie in casa e soprattutto da dietro. Guardo alcune foto e non capisco dove sono andati a finire i muscoli delle spalle!
Serata di sabato 17 con happy hour in un paese vicino, finalmente non devo fare un’ora di auto, con proprietaria del centro estetico dove faccio pilates, le insegnanti, le alunne e compagni vari.
Prima di uscire di casa mi cambio varie volte, non sono sicura del look da avere, vorrei qualcosa di elegante senza esagerare, ma il caldo afoso decide per me. Ultimamente mi metto sempre le stesse cose: leggins e magliette in cotone più o meno lunghe.
Arrivata a Trezzo d’Adda parcheggio e mi dirigo a piedi al bar che si chiama “Bar Ristretto” perché la parte interna è davvero piccola e vedo nel parco di fronte che c’è la mia insegnante di pilates e la sua collega di yoga. Stanno facendo una dimostrazione di “Dyp” che sta per Dynamic Yoga Pilates, una nuova cosa che unisce le due attività aggiungendo una forma di danza basilare. Guardarle è bellissimo, sono molto sincronizzate e fluidissime nei movimenti. Terminata la parte danzata con una splendida colonna di sonora di Einaudi, prendono due persone tra gli spettatori e fanno una parte più statica in piedi. Sono tentata di andare anche io e mi trattengo solo perché fa un caldo assurdo e loro sono al sole, inoltre indosso il toupet che mi servirà domani al trekking e non ci voglio sudare sotto.
Terminata la dimostrazione dico subito che lo farò sicuramente a ottobre.
Andiamo tutti al bar e siamo ben 15 persone, di cui solo 4 uomini. Mi siedo a fianco alla mia compagna di corso, in giro sparpagliati gli altri. Lei mi parla spesso guardandomi negli occhi, siamo sedute vicine, ma è la prima con quel tipo di sguardo e la cosa non mi dà nessun fastidio, anzi mi sembra di essere coinvolta nella discussione e apprezzata.
Si parla un po’ di tutto a volte con le persone a fianco e altre con quelle di fronte che non sono così vicine, in alcuni casi la cacofonia non mi permette di sentire molto.
Ordino un cocktail poco alcolico, visto che domattina farò un trekking con sveglia presto. Poco dopo arriva anche un piatto con vari stuzzichini a ognuno i suoi, mi sembra poco, ma stasera con il caldo ho poca fame.
Più tardi alcuni andranno via e rimanendo in pochi le conversazioni migliorano. C’è una ragazza che fa pilates prima di me, cioè lei esce e noi entriamo, che si è fatta un make-up agli occhi bellissimo, la sua scusa era che doveva nascondere le occhiaie perché ha dormito solo due ore. Quando lei e l’insegnate di yoga parlano di make-up, mi sposto dalla loro parte del tavolo.
Ad un certo punto qualcuna dice che è curiosa del trucco drag queen, ho già la mano alzata prima di rendermene conto. Racconto in breve dello spettacolo precisando da subito che eravamo dieci uomini e dieci donne e poi mostro qualche fotografia.
Non ho detto a nessuno che sono una donna trans e non so bene in quante lo hanno capito a lezione, indossando i leggins in molte posizioni si vede il pacco.
La stessa ragazza più tardi dirà una cosa sul lockdown, molto in fretta più a mio beneficio per avere idea di cosa le è successo. La frase che mi ha colpita è che “..ha fatto coming-out … ragazza trans…mio fratello…anoressica…auto lesionismo“. Avendo perso l’inizio della frase non ho capito se è il fratello oppure la sorella che ha fatto coming-out. In realtà non è così importante. Io ho fatto finta di nulla guardando le persone intorno a me che non mi hanno guardato. Non ho detto nulla che sono anche io una donna trans perché poi avrei dirottato la conversazione su di me e il tema della serata era il nuovo corso “Dyp”. Mi sono ripromessa di dirlo a questa ragazza quando la rivedrò a lezione, prima dovranno risolvere i problemi di anoressia e lesioni poi potrebbero contattare la mia associazione transgenere se avessero bisogno di informazioni sulla transizione.
Mi è anche venuta l’idea di farmi alcuni biglietti da visita con scritto “attivista trans“.
A fine serata sembra che sia arrivato il mio turno per commentare il corso “Dyp”, mi si piazzano entrambe di fronte, la mia insegnante Silvia ha preso appunto e intorno altre persone ascoltano e intervengono. Mi fa molto piacere che tengono alla mia opinione anche se in realtà non mi conoscono, Silvia l’ho vista quattro volte da un mese, ma probabilmente si sono fatte già un’opinione su di me, oppure è questa mia nuova vita che mi permette di far vedere il meglio di me stessa anche se inconsciamente.
Le mie opinioni riguardano la musica da usare per la seconda parte di ogni serata di corso dove si unisce danza a yoga e pilates, che ho visto dei movimenti tratti dal tai-chi, la gestione della respirazione che è molto importante e che è leggermente diversa tra yoga e pilates.
Non si è fatto poi così tardi, ma il sonno inizia a prendermi anche perché stamattina ho fatto cinque chilometri di camminata. Saluto tutti e mi dirigo all’auto e poi verso casa.
Serata passata in pratica con degli sconosciuti e mi sono trovata a mio agio, peccato solo che la speranza di trovare qualche amica “in zona” per attività varie sembra sfumata, l’impressione è che siano tutte sposate/conviventi e già legate a varie attività. La cosa imprevista è stata vedere questa nuova disciplina “Dyp” che è bellissima e mi intriga molto anche per via della danza abbinata. Mi sono chiesta giorni dopo come faccio a trovare certe attività! Corso di Drag Queen, Lettura Espressiva, ora Dynamic Yoga Pilates. Nella mia versione precedente avevo fatto fatica a trovare il corso di teatro!