In questi giorni il mio subconscio ha tramato contro di me facendomi sentire a disagio con una sensazione di malessere generalizzato.
Poi ieri ho capito il motivo. Lo scorso anno nei giorni prima di Natale e appena dopo, ero dovuta tornare Gerardo per stare in famiglia. I miei venivano per Natale da mia sorella e stavano fino a capodanno, poi mio papà non ce la faceva più a sopportare i casini e piccoli attriti e scappava a casa al mare dove ha i suoi ritmi e la sua tranquillità.
Siccome non sapevo in che giorno i miei genitori sarebbero venuti a trovarmi, nascondevo e impacchettavo tutte le mie “cose da donna” e rimanevo maschio per giorni.
Gli anni precedenti come Gerardo li facevo “per dovere” e mi sentivo sempre fuori posto e non “felice” come si dovrebbe essere per una festività del genere. Lo scorso anno è stato ancora più difficile perché erano mesi che vivevo nei weekend come donna e dover stare sette giorni al maschile è stato un tormento.
Quindi il mio subconscio abituato in questi giorni a forzarmi di essere Gerardo ha iniziato con farmi sentire il disagio. Spero che ora ha capito che questa interpretazione di un me stesso “finto” non la devo più fare.

Questa mattina ho fatto un giro per il paese per muovermi (non facevo una camminata come si deve da due settimane almeno) nonostante la “zona rossa“, ma il paese è talmente piccolo che camminare nei dintorni di casa equivale a fare il giro del paese.
Poi dovevo collaudare il giubbotto nuovo e gli stivaletti! Tengono caldo e sono comodissimi, oltre che stuzzicano la mia vanità. Ecco, una piccola emozione “da bambina” che si guarda allo specchio l’ho avuta.
Rientrando verso casa mi sono fermata dalle fruttivendole per gli auguri, dove ho anche speso 1€ comprando una cipolla e del sedano. Stasera cucinerò delle lenticchie che mi hanno regalato tre anni fa, ma in questo periodo gli altri anni ero sempre a cena fuori.
Sono passata dal minimarket dove ho comprato un panino, una piadina vuota e del vino bianco. Siccome c’era un sacco di gente sono uscita subito. Tornerò nel pomeriggio per salutare Caterina (che mi ha messaggiato più tardi nella pausa pranzo).

Alle sedici mi chiama Graziano che è uscito di casa per una passeggiata nel fango, oggi piove dappertutto. Ci aggiorniamo delle ultime cose visto che non ci sentiamo da due mesi. Sul finale della conversazione mi dice che la mia voce è diversa da quella dell’ultima volta, non riesce a descriverla, ma più femminile e più dolce e visto che stiamo parlando da quasi un’ora non è di sicuro una voce ‘controllata’ apposta. Evviva, anche Barbara mi ha detto la stessa cosa domenica, però ora ho una testimonianza solo audio. Dopo un anno di esercitazioni e corsi mi sto avvicinando alla mia “vera” voce femminile.
Mentre parlavamo stavo seduta sulla scrivania con le gambe penzoloni e di tanto in tanto “giocavo” dondolando le gambe e con le mie scarpe décolleté, come una ragazzina.
A Graziano è piaciuta molto la reazione delle mie vicine alla mia nuova me stessa, dopo anni di “buongiorno” di vicinato in breve tempo si è passati dal nulla, all’uscire a fare colazione insieme fino all’invitarmi a pranzo, .
Dopo i saluti e gli auguri di rito esco per andare a comprare del pane arabo e prosciutto cotto. Purtroppo ho fatto tardi e sono rimasti solo dei “bocconcini“, ma va bene lo stesso. Con Caterina scherziamo sulla messa di stasera che si entra solo se hai preso il numerino della prenotazione. C’è anche una signora, che lei conosce e la coinvolge nella chiacchiera.
Cosa è stato di bello? Sono una donna e da qualche tempo è così per tutti ‘naturalmente‘. Dopo tante fatiche, dubbi, lavoro su me stessa anche fisicamente ci sono riuscita e non mi sembra vero. Ho ancora un timore latente di “tornare indietro” e regredire in qualche modo.
A Graziano ho detto che mi muovo e cammino in modo estremamente femminile, come confermato da tante persone, il punto è che non me ne accorgo per nulla. Mi muovo “come prima” della transizione, ma evidentemente non è così.
Di tanto in tanto quando sono da sola a camminare, noto che ancheggio oppure ho un passo gamba femminile e la cosa mi fa “sentire figa“. Quando sono da sola proprio non me ne accorgo anche cercando di fare attenzione ai miei movimenti.
Un grande traguardo in un solo anno dal coming-out, tanto desiderato, ma non credevo di riuscirci senza terapia ormonale e in un periodo così breve. Ora poi ho anche iniziato con gli ormoni e proprio non riesco a immaginarmi come sarò il prossimo Natale.
Tornata a casa ho iniziato a preparare le lenticchie seguendo in parte alcune ricette trovate su internet, ma facendo di testa mia. Ci è voluta un’ora di cottura e alla fine ho fatto la mia prima zuppa senza usare prodotti già pronti! Era molto buona anche se il sapore delle lenticchie non mi ha entusiasmato, cioè anche se erano di tipo particolare e provenienze D.O.P., alla fine sanno di legumi e la maggior parte del sapore è stata data dalle altre verdure che ci ho messo.
La serata si conclude con un breve collegamento zoom con i miei amici delle “conversazioni del sabato” per farci gli auguri a distanza.