Da sabato mi sto’ esercitando a leggere un testo che verrà usato in una trasmissione in diretta il 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne.
Dopo il lavoro ho dedicato del tempo a provare molte volte. Il mio pezzo dura un solo minuto e ho dedicato circa tre ore a provarlo, in alcuni casi l’ho letto tutto.
Sarà un lavoro a più voci, ognuno legge un pezzo dello stesso racconto.
Io sono la prima del mio gruppo e scoprirò che sono proprio quella che apre l’evento.
Mi vesto di nero come richiesto e con una giacca rossa, dobbiamo indossare qualcosa di rosso, calco la mano anche su un rossetto molto vistoso.
Preparo il set spostando un comodino con sopra il mio reggi-iPad che per l’occasione reggerà l’iPhone perché ha una camera migliore.
Dietro ho la tenda. Faccio ancora qualche prova e poi ci si collega con Zoom.
C’è un tizio che ci fa da regia, coordina l’evento e farà la registrazione.
Mentre ci parla a un certo punto sento un “Gerardo va bene”…Aghhh! Nell’account zoom c’è ancora il mio nome ed esce a video agli altri, mi affretto a rinominare la mia finestra.
Il tizio dice un paio di Gerardo e più tardi dopo aver sentito tutti che mi chiamano Iula si adegua, oppure non lo ricorda più e legge il nome sotto il mio riquadro.
Terminata la sessione ho cambiato i dati dell’account Zoom per evitarlo in futuro: Iula (Paprika).
A parte questo piccolo incidente il resto fila via liscio.
Ci inviano un’immagine da usare come sfondo, tutta la preparazione del mi set va a frasi friggere.
Se mi sposto anche di poco però ‘buca’ male e mi spariscono pezzi di corpo, quindi dovrò fare la lettura senza gesticolare, peccato perché mi ero preparata anche su questo.
Facciamo una prima ripresa, parto io e seguono gli altri. Scopro che stare ferma dodici minuti non è il massimo.
Il regista ha un’idea, io parto e quindi rimango a guardare in camera, ma gli altri devono guardare come se mi vedessero nel riquadro, chi verso destra, chi in basso, etc.
Per il finale ognuno ha detto a turno il numero di telefono 1522 anti-violenza e poi con la mano si è coperta la webcam. Quelli con lo sfondo virtuale in pratica sono svaniti.
Il mio pezzo:
Il senso dell’onore
Dai, vieni con me, non avere paura, devi solo raccontare la tua storia, non ti mangia nessuno. Niente, si vergogna, non vuole, è rimasta timida anche dopo il trapasso.
Io invece non lo ero prima e non lo sono ora, guarda che lo devi raccontare tu come sei volata nel paradiso di Allah, mica posso farlo io che sono di Caltanissetta. Tanto per cominciare, diglielo tu che di vergini qui neanche l’ombra, siamo tutte donne con una certa esperienza! E non te la prendere, era solo una battuta… Eppure quando siamo da sole ci fai sempre ridere! È brava lei a raccontare, dai, dicci almeno quella del talebano con la bocca larga…
E va bene, comincio io. Nome: Carmela Cognome: Rositano in Mantade Mantade è il cognome da sposata, sono coniugata Mantade. Nata a: Caltanissetta il ecc. ecc.
Deceduta a: Caltanissetta il ecc. ecc. per mano del suddetto marito Mantade Totò
Motivazione: delitto d’onore.
Facciamo il secondo ciak che è perfetto. Oltre ad essere la prima all’inizio tutti i riquadrini hanno facce che guardano verso di me.
Come attrice la cosa mi fa piacere, sono al centro dell’attenzione, ma come trans forse oso troppo.
Un’ anno fa avrei avuto timori a espormi così tanto, non avevo la voce giusta e anche l’aspetto fisico con la parrucca a caschetto non era indiscutibilmente femminile.
Oggi ‘passo‘ per una donna. Solo Stefania e Max sapevano che sono una donna trans, per gli altri ero una donna.
Anche se forse una donna trans che apre una lettura contro la violenza sulle donne, non è un cattivo messaggio.
Facciamo un terzo ciak, ma viene interrotto subito perché un gatto si mette davanti alla webcam di una dei partecipanti alla lettura. Ridiamo per alcuni minuti.
I gatti hanno un tempismo eccezionale!
Siamo stanchi, ma si ripete un’ultima volta, come novità a metà della lettura dobbiamo girarci (come nell’effetto iniziale) per guardare la ragazza che legge il suo pezzo come per dire ‘ma chi è questa qui?‘, infatti legge la parte di una signora snob.
Terminiamo. Un paio di persone questa volta non hanno letto perfettamente, ma tutti gli altri meglio e molto più naturali.
Ci faranno avere la registrazione in anteprima e il testo da postare sui social per invitare gli amici ad assistere alla trasmissione.
In una settimana ho partecipato a ben due letture contro la violenza, per essere bloccata a casa non è male.
Post “È stato bello perché abbiamo letto e recitato solo con minime movenze perché altrimenti il bluescreen bucava male (sfondo virtuale).
Io ero la prima a parlare e tutti si sono girati a guardarmi (grande il regista) ogni testa verso il mio quadretto!
Poi da parte mia stare ‘ferma’ , ma muovendomi poco in base a cosa veniva letto, per 13 minuti…
Finale ognuno ha detto il numero di telefono 1522 e poi coperto la camera con la mano.“
Carla “mi piace! sono contenta che ti abbia fatto partire per prima. grande!
”
Rosanna “Bravissima sono orgogliosa di te
”
Alessio “Molto felice per te Iula, avete fatto una bellissima iniziativa. Un abbraccio
”
Ulisse “Bell'iniziativa! Mi fa molto piacere che tu stia trovando gusto nel recitare
”
Laura C “Che bello Iula. Stai facendo della tua esperienza di transizione una ricchezza per te stessa ma anche per gli altri.
“
Sono felice che tu sia con noi in ACET.
Barbara “Ma sei un mito!!!
“
Stefania “Momento motivazionale: La cosa importante è fare il primo passo. Superare Coraggiosamente una piccola paura ti dà il coraggio di affrontare la prossima.
”
Daisaku Ikeda
Anche noi di SATS, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, parteciperemo il 25 novembre alla lettura on.line “E DAVVERO COLPA MIA ?”
Saremo in DIRETTA STREAMING dalle ore 21.00 il 25 novembre sul canale YOUTUBE:
https://www.youtube.com/user/associazionetheao
L’idea e la progettazione di questo evento sono a cura di Associazione Theao Melzo, in collaborazione con Progetto V.I.O.L.A. e con la preziosa partecipazione di TeatrOk di Trezzo sull’Adda, Lettori emotivi di Bussero, e SATS Scuola d’Arte Teatrale Treviglio.