Dopo le ore 20:00 mi chiama Gianpaolo, stavolta in ritardo un paio di minuti. E’ sdraiato sul letto e vedo il riflesso delle luci della televisione. Cerco di migliorare la mia inquadratura nella miniatura, anche se dopo che gli ho detto che sono un donna trans non è poi così importante. Ci parliamo delle cose che abbiamo fatto oggi, cose non così importanti, ma scherzandoci sopra.
Io mi sento rilassata e da quel che vedo nel riquadrino della mia inquadratura ho uno sguardo felice.
Gli racconto della psicologa di ieri e del perché ci sono andata, lui mi interrompe poco dopo e mi dice che ha conosciuto una donna trans che ha ‘concluso’ il percorso ed è ora una donna anche legalmente. Al momento non si ricorda il nome, ma potrò vedere il profilo di questa su Facebook. Al momento non mi sembra di volerla conoscere, poi mi dice che è Svizzera e il sapere come funzionano le leggi sulle persone trans in quel paese mi accende l’interesse.
Penso anche che l’altra volta mi aveva detto che sono la prima che conosce che è trans. Ma forse ho capito male e sono la prima donna trans “in transizione”, mentre la tipa Svizzera l’ha conosciuta già donna. Mi dice che nelle mie vecchie foto su Instagram si vedeva che ero ancora molto sul maschile, ma che adesso non lo sono più.
Terminiamo la conversazione con lui che mi dice che tra poco si berrà una tisana al Limone e Zenzero, una delle mie preferite. Abbiamo anche questo in comune.
Non abbiamo parlato molto, solo un quarto d’ora, ma mi ha tirata su di morale dopo una giornata di lavoro veramente da esaurimento.
In questi giorni avevo pensato di dirgli che ci saremmo potuto incontrare domenica a pranzo da qualche parte. Non a casa sua ovviamente, al primo appuntamento si va sempre in un luogo pubblico. Purtroppo domenica ci sarà brutto tempo e quindi niente trekking da parte mia, quindi sarei libera, ma la vocina dentro di me ha detto di attendere ancora un po’, anche Rosanna mi ha scritto che “A mio parere forse non sei ancora pronta per avere una relazione ma ti ci stai pian piano avvicinando, credo capiterà poi l’occasione con la persona giusta, c’è bisogno di tempo. Comunque belle le tue storie, su vede che le scrivi con sentimento”.
In effetti sono mi sento ancora pronta però è bello iniziare a pensarci.
Due giorni dopo scrivo a Gianpaolo
“Buongiorno, anche se dal punto di vista meteo siamo messi malissimo… sto adeguando le cose da fare in base agli orari della pioggia, nemmeno fossi una sciamana indiana!
“
Se vuoi sentirmi, cosa che mi fa sempre piacere, oggi oppure domani dalle 14 alle 15:30, e solo solo per domani dopo le 18…
Non ha chiamato nemmeno la domenica, forse stava guardando la MotoGP? Oppure vuol farmi penare nell’attesa?.

Il giorno seguente, venerdì, dopo aver fatto la doccia sono uscita per fare colazione al bar “Il dollaro” che era aperto e ho provato da loro. Stava piovigginando e anche se non era l’ideale l’ho preso ugualmente perché si può consumare solo all’esterno dei locali. Sono tornata a casa subito poi perché stava iniziando a diluviare e il resto della giornata è stata pesante ,complice anche il meteo, in casa poi fa ancora abbastanza freddo.
Dopo pranzo mi sono resa conto che domani è festivo, non è solo un sabato di zona gialla. Il problema? Dovevo comprare frutta e pane all’indomani e ormai è tardi. Riesco a tirare sera e alle ore 18:00 scendo a prendere Carmina per accompagnarla a comprare delle scarpe da trekking.

Avevo anche l’idea di farmi fare da un fotografo delle foto tessera, perché a fine mese devo cambiare la fotografia della tessera Avis e stavo pensando anche di rifare la carta di identità, chiedendo quella elettronica. Un ottima scusa anche perché effettivamente diventa sempre più necessaria. Ero indecisa se farmi una fotografia con il toupet (parrucca per il rinfoltimento) oppure al naturale con i capelli acconciati in qualche maniera. Ho fatto qualche prova in giornata, ovviamente senza truccarmi, anzi facendo in modo che non si vedesse che mi ero truccata, ma il risultato dei selfie non mi ha soddisfatto. La vocina dentro mi diceva di non farle stasera le fotografie, ma di farle con calma più avanti e di prepararmi adeguatamente.

Ci facciamo mezz’ora di traffico e pioggia.
Mi sono resa conto che all’inizio avevo una voce “sfiatata“, non avevo detto una parola per tutto il giorno, poi mi sono ripresa anche nella tonalità di voce più alta. Guidando ho notato che in alcuni momenti ero così concentrata sulla guida che non mi sono “sentita dentro al femminile”, però fuori e con la voce ero a posto.
Arrivate al centro commerciale, noto che ci sono troppo poche macchine nel parcheggio, poi vediamo dei negozi chiusi e ci chiediamo come mai? Mi salta in mente la spiegazione per quanto assurda: Il decreto legge dello scorso anno diceva che i centri commerciali erano chiusi anche il giorno prima dei festivi, solo gli alimentari poteva essere aperti. Sembra proprio che sia ancora in vigore questa cosa. Carmina non si ricordava nemmeno di questo decreto e in effetti non abbiamo avuto festivi al sabato da almeno sei mesi. Giro l’auto e torniamo vero casa, ci siamo fatte cinquanta minuti di auto sotto la pioggia senza concludere nulla, a parte la chiacchierata che a me comunque è servita.
Come al solito la vocina dentro aveva ragione sul non preparami per fare la fototessera perché i negozi erano tutti chiusi.
Metto l’auto in garage e ci salutiamo. Per cena cucino alcune cose che erano in frigo da finire, mi riempio troppo e siccome ha smesso di piovere esco per una breve passeggiata cercando di digerire. Tornata a casa vedo le foto del corso di cucina di questa sera che ho saltato per due motivi, il primo era che prevedevo stare fuori a mangiare con Carmina, il secondo era che gli ingredienti non mi avevano entusiasmato. Per finire la giornata sul tardi mi sono collegata in Zoom con l’associazione transgenere ACET a sentire un po’ di sfoghi delle persone trans.”

Sabato in mattinata ho camminato per otto chilometri, quasi tutti passati al telefono con Barbara che ha voluto sapere soprattutto come sta andando la conoscenza con Giampaolo. Su alcune cose che gli dico secondo lei metto troppi paletti, ma è meglio che ci vada cauta e con calma. Alla domanda “cosa senti per lui?
“, ci penso un attimo e la prima cosa che mi viene in mente è che voglio baciarlo. Barbara è quasi felice per me di questa cosa e mi ripete i vari cambiamenti che ho fatto nell’ultimo anno sono davvero tanti: cambio postura, ormoni, epilazione, cambio voce, etc. “Hai una costanza incredibile
“.
Ho allungato il giro della camminata per stare al telefono con lei mentre sono in giro e a un certo punto ha iniziato a piovigginare in anticipo, meno male che ha smesso subito altrimenti avrei preso l’acqua.
Arriva a casa ho fatto la doccia e mi sono messa un notevole numero di creme, ho cucinato e pranzato e poi mentre guardavo le prove della Moto3 mi sono addormentata.

Appena sveglia, dopo solo mezz’ora, mi do’ una sistemata e sono quasi le ore 14:00, sono speranzosa che forse chiama Giampaolo. Invece dopo qualche minuto nulla di fatto e allora, visto che ha smesso di piovere, vado alla casetta dell’acqua a riempire le mie sei bottiglie. Rientro a casa e ancora nulla.
Suona il campanello e c’è Carmina, la vicina del piano di sotto, e mi porta una fetta sua ultima torta, semplicemente strepitosa. Mi dice che domani alla “merenda con tisana” potrebbe arrivare più tardi perché il marito Pino va a fare il vaccino e lei lo accompagna.
Mi guardo il resto delle prove della MotoGP e mi ritorna il sonno. Fuori piove abbastanza e in casa c’è una sensazione di buio e di freddo. Mi messaggia Elena K dicendomi che per domani hanno deciso di fare un mini trekking dalle loro parti per evitare il traffico, quindi domani sarà la copia di oggi tranne che per il pomeriggio ho organizzato un “tisana party” con le vicine. Decido di fare la torta crostata ai mirtilli, ho tutti gli ingredienti in casa questa volta. Uscirà meglio degli altri due tentativi? Preparo l’impasto nella ciotola e riesco a ottenere un composto migliore, ma troppo appiccicoso e si incolla tutto anche sui guanti in lattice che si strappano pure. Riesco a travasare il composto sull’asse e lo lavoro a mani nude, come si faceva una volta. Metto in frigo e siccome ha quasi smesso di piovere esco per un breve giretto giusto il tempo per aspettare i trenta minuti che la pasta della crostata si indurisca. Appena esco incrocio Patrizia, la mia vicina di pianerottolo, e quasi non la riconosco tanto ero assorta nei miei pensieri e poi ci sono le mascherine che coprono mezzo viso. E’ appena stata da una signora per avere delle dritte per la maglia che sta facendo con la lana, scambiamo due battute, le anticipo della torta che sto preparando e continuo il giretto senza godermelo davvero. Questo tempo mi ha messo addosso una fiacca pazzesca.
Tolgo dal frigo la pasta e cerco di stenderla sull’asse usando il mattarello. Disastro! Per qualche motivo, nonostante la farina, si attacca tutto al legno del mattarello. Dopo alcuni tentativi la stendo a mano su un carta forno e uso il mattarello solo per renderla più sottile. Dopo vari tentativi riesco a metterla nella teglia, ci aggiungo la marmellata, ma non ho abbastanza impasto per fare le strisce incrociate classiche della crostata. La battezzo “la torta mysteriosa“.

Mi preparo per la lezione di Yoga, ma ci sono problemi di connessione dell’insegnante, intanto sfoglio i nomi e scopro che siamo ben 27 donne collegate. La tipa riesce a ripristinare la connessione, ma mi va molto a scatti e l’audio arriva a pezzetti, quindi decido di saltare lezione. A queste condizioni è inutile, poi oggi va così, voglia di fare le cose: zero.
Stasera avrò l’ultimo capitolo del libro che stiamo discutendo alle “conversazioni del sabato“, meno male perché questo libro proprio non mi è piaciuto. Ho trovato qualche spunto interessante, ma nulla di più. L’autore cerca di spiegare in maniera razionale per occidentali tutta la filosofia buddista e soprattutto la reincarnazione. A fine serata, oppure domani, dovremo parlare del nuovo libro che ha proposto Pietro che mi sembra molto interessante. Leggendo il primo capitolo ho scoperto che oltre a Freud e Jung, c’è stato un terzo padre della psicologia moderna e che si chiamava Adler, questo libro parla della sua metodologia abbinata a quella greca che hanno tante similitudini. La cosa bella è che è un dialogo tra un giovane e un filosofo diviso in “cinque notti” e vari sottocapitoli, li legge bene e contiene un sacco di concetti su cui poter discutere.
La conversazione è stata comunque interessante e quando è terminata ci ricolleghiamo noi del gruppo interno e approviamo il nuovo libro “Il coraggio di non piacere“, inoltre viene approvata di fare una seconda serata al giovedì su un argomento “libero“.

Mi sveglio sul tardi è quando alzo la tapparella c’è un sole bellissimo, ieri sera a mezzanotte diluviava o oggi si sta bene. Hanno avuto ragione chi aveva organizzato per oggi dei trekking leggeri. Come orario è troppo tardi per raggiungerli e mi chiedo come riempire la giornata.
Al mattino mi faccio la camminata in campagna con telefonata a mamma, poi rientro e doccia. Dopo pranzo ‘apparecchio la tavola perché ci sarà la merenda con le mie vicine. Un’ora prima inizio una serie di prove di lettura per il mio corso di Lettura Espressiva. Mi filmo con lo smartphone ogni volta e quando mi guardo cerco di capire se ho gestito correttamente la gestualità mentre leggo e guardo “il pubblico” nei momenti giusti. Più tardi farò il collaudo con le vicine.

Arriva prima Patrizia che ha fatto dei dolcetti alla mela, poi ci raggiunge Antonella mentre Carmina è in ritardo come aveva già avvisato. Parliamo un po’ e scaldo la tisana che era a mollo da ore, è un mix di erbe insieme al gusto mango. Le servo ed è tiepida, ma piace lo stesso. Stranamente il bollitore ha bisogno di qualche secondo in più se la tisana è stata in infusione per parecchio tempo.
Vado a prendere il leggio e faccio il mio spettacolino. Il racconto piace molto e mi fanno i complimenti. Ho cercato di mettere in pratica tutto quello che ho imparato e ho scoperto una cosa nuova e inattesa. In alcuni punti sono scoppiate a ridere. Non avevo previsto questa cosa e non ho fatto pause, in futuro dovrò cercare di fare delle mini pause quando il pubblico riderà. Ovviamente non puoi sapere quando e di cosa riderà il pubblico, quindi dovrò improvvisare e capirlo.
Arriva Carmina e racconta della vaccinazione e pochi minuti dopo Antonella ci lascia perché deve portare a spasso il micro-cane.
Parliamo un’altra mezz’ora e poi mi lasciano sola a casa con l orecchie che fischiano. Queste conversazioni “solo donne” sono estenuanti e poi non ricordo mai di cosa abbiamo davvero parlato!.