In serata farò lo spettacolo di chiusura del corso di Lettura Espressiva, anche se l’insegnante lo definisce un “saggio”, avremo il pubblico e sarà comunque uno spettacolo.
Ma prima sono successe tante cose in giornata, quindi sarà un lento avvicinarsi allo spettacolo.
Domani farò un trekking “semplice” che però include quattro ore di viaggio in auto tra andata e ritorno e quindi ho rimandato al pomeriggio una breve camminata con annessa telefonata a mamma.
Faccio la spesa della frutta, compro un minimo di affettati, formaggi e il pane che mi serviranno per preparare i panini per il trekking. Salendo le scale incrocio la mia vicina Carmina che mi chiede se vado con lei a prendere un caffè in centro, ma ho già fatto colazione prima e adesso devo andare a Trezzo sull’Adda per vedere com’è la palestra di pilates che ho scelto.
Arrivo e parcheggio in centro paese, meno male che è tutta zona con il disco orario, ma dopo le 19:30 è gratis. Era una delle prime cose da verificare: parcheggio e costi. Ero indecisa tra quest’orario oppure la lezione dopo, ma la signora della palestra mi dice che non ci sono ancora iscrizioni per quello delle 20:30. Non ho scelta e farò quello delle 19:30 ogni mercoledì. La prima lezione sarà gratis ed è molto importante per vedere se mi trovo con insegnante, questa cosa me l’ha detta anche la tizia in palestra. La lezione di prova invece la farò sabato prossimo di prima mattina, visto che questo mercoledì sarà festivo (Festa della repubblica).
L’impressione è buona. In questo “negozio” che dà sulla strada fanno anche epilazione laser e trattamenti estetici vari oltre a lezioni di pilates, yoga e posturali. Interessante. Dovrò approfondire se mi troverò bene.
Rientrando verso casa mi fermo dai cinesi che hanno un sacco di abiti in offerta. Mi guardo un po’ in giro e come previsto la maggior parte dei vestiti sono in materiale sintetico (viscosa), ma guardando meglio trovo due magliette in cotone molto lunghe. Ottime. Se indosso i leggins attillati aiutano a nascondere il pisello. Trovo anche un paio di pantaloni di lino che mi vanno bene, visto che nella maggior parte di questi pantaloni da donna non ci entro perché il mio girovita non è ancora così stretto come quello delle donne etero (CIS).
In cassa scopro con dispiacere che metà delle cose che ho preso, anche se erano nella zona dello sconto, non hanno lo sconto 50%, ma comunque per degli abiti in cotone il prezzo è basso. Faccio anche un giro da Oviesse che è proprio a fianco e loro hanno un sacco di cose di cotone, anzi è un vanto della catena il cotone sostenibile, ovviamente costano molto di più. Ci sono anche alcuni pantaloncini che mi piacciono molto, ma nonostante dichiarino la misura XL non ci entro, anche questi sono troppo stretti per il mio giro vita. Mi sono chiesta se lo scorso anno ero più magra in quel punto perché sembrava che qualsiasi vestito misura “L” andasse bene.
Tornata a casa mi preparo un bel piatto di pasta con pomodori, zucchine e speck. Stasera non cenerò e la pasta è un ottimo carburante. Poi cerco di dormire senza riuscirci e allora esco per una breve camminata. Purtroppo la camminata l’ho fatta sotto il sole, senza cappellino, ma per fortuna mi ero portata una bottiglietta di acqua.
Mentre cammino provo alcune volte l’inizio del mio pezzo che leggerò stasera, vado a memoria e almeno metà è nella mia testa. A furia di provarlo l’ho imparato quasi tutto!
Riesco a fare 4 km nella campagna e rientro abbastanza stanca. Forse non è stata una grande idea.
Mangio un panino mentre mi bevo una tisana, faccio una doccia e con calma mi preparo per stasera. Metto due strati di fondotinta, make-up e rifinisco gli occhi con ombretto e eye-liner speciale. Alla fine per fissare il trucco, che dovrà durare qualche ora, mi spruzzo la lacca per capelli sul viso. Lo so che non fa bene alla pelle, ma è l’unico modo per mantenere il make-up per così tanto tempo!
Indosso la mia salopette, prendo il testo da leggere e altre cose ‘necessarie’, tra cui la parrucca e parto in direzione Treviglio dove faremo la serata del saggio di fine corso.
Dopo la prova fatta lunedì scorso, ho verificato che posso indossare le due parrucche una sopra l’altra. Ci tengo che mi vedano anche oggi, come mi hanno sempre conosciuta. La parrucca dello spettacolo è comunque pesante e scalda la testa e la indosserò poco prima dell’inizio.
In uno spiazzo dell’orto botanico, dove faremo la lettura all’aperto, hanno già montato le casse e tirato qualche cavo audio. Al momento c’è solo Max, il responsabile, con molte ragazzine che brandiscono delle spade. Cosa inquietante se non che hanno terminato una prova per il loro spettacolo di domani. Mano mano arrivano tutti i miei compagni di corso.
Scopriamo che dobbiamo fare noi il resto con cose tipo montare il mixer, collegare i microfoni e scoprire se funzionano. Inoltre le sedie per il pubblico sono accantonate in un angolo e vediamo che sono tutte sporche di terriccio e quant’altro. Quindi? Le donne puliscono di solito… io e le altre due signore del corso, passiamo una mezz’ora a cercare di pulirle. Oggi ho fatto sia la mia parte tecnica che quella di casalinga, ma da questo punto di vista non mi sembra di averci guadagnato qualcosa nella transizione.
Per fortuna non fa molto caldo, altrimenti se avessi sudato, non avendo magliette di ricambio perché ero già in costume di scena con la salopette, sarebbe stato un guaio. In futuro dovrò prevedere sempre una tenuta da lavoro e indossare l’abito di scena solo prima dello spettacolo.
I preparativi dei microfoni tirano talmente in lungo che non abbiamo più il tempo di fare la prova generale e andiamo poco prima dell’inizio nella stanza interna alla scuola per completare di vestirci. I due maschietti si stanno cambiando nel corridoio, mentre una delle ragazze è dentro uno stanzino. Da buon ex-maschietto ho deciso di attendere, ma lei sente la mia voce e dice “Iula entra pure
”. Rimango un attimo indecisa perché questa è la prima volta da quando sono donna che posso stare, anzi devo, in una stanza con altre donne che si cambiano. Entro cercando di andare a prendere le mie cose e uscire subito, ma lei mi chiede di aiutarla tirare su la cerniera del vestito sulle spalle.
In effetti sono una donna (trans) pure io. Più tardi avrò la conferma che tranne tre persone del corso (Max, Stefania a cui l’ho detto e Claudia che lo ha capito, leggi in fondo…) nessuno del corso ha minimamente sospettato che sono una donna trans, oppure non lo hanno ritenuto importante.
Torniamo nell’orto botanico e Stefania, l’insegnante, ci dice di andare in una zona dietro un cespuglio in modo che il pubblico non ci veda. Mentre aspettiamo che pubblico entri e si accomodi arrivano un paio di goccioline d’acqua. Dalle previsioni meteo avrebbe potuto piovere alle 21:30, motivo per cui abbiamo anticipato l’inizio alle ore 20:00, peccato che la gente è arrivata comunque in ritardo e speriamo che non piova rovinandoci lo spettacolo. Facciamo il rito scaramantico di unire le mani e di dire “merda merda merda” e poi io ci aggiungo anche “il tocca culo”, cioè dare uno scappellotto sulle chiappe degli altri. Scopro che questa è una usanza che si fa normalmente negli spettacoli di danza, ecco perché lo scorso anno allo spettacolo come Drag Queen avevamo fatto questa cosa.
Poi Stefania, che è buddista, ci fa dire ad alta voce il mantra “Nam myoho renge kyo” e lo ripetiamo almeno tre volte. Non so se è stata la combinazione del rito scaramantico, il mantra oppure sono io che porto bene agli spettacoli, ma non pioverà per nulla!.
Stefania torna verso il palcoscenico e insieme a Max introducono la serata raccontando un po’ di cose, però si dilungano un po’ troppo e si vede da lontano il pubblico che sembra annoiato e leggermente preoccupato che piova. Max scherza dicendo che è partita l’irrigazione per quello si sentono le goccioline.
Finalmente entriamo in scena e ci accomodiamo sulle tre panchine che abbiamo montato a mò di palcoscenico. Decido di aspettare una decina di secondi in modo che il pubblico ci guardi e non capisca bene cosa succeda, quindi mi alzo e vado al leggio.
Stefania fa partire la musica di sottofondo, una mazurca romagnola, e io inizio a leggere, peccato che il microfono non funziona. Avevano scambiato il numero uno con il numero due!
Saluto il pubblico e dico “Rifo“…Questa volta il microfono parte e inizio a leggere. Tutto perfetto e professionale, almeno sembra. Sbaglio solo in una piccola frase che i miei compagni di corso se ne sono accorti, ma per il resto sono andata benissimo.
Seguono le letture degli altri sei e anche loro mi sono sembrati molto bravi e (per fortuna?) anche loro hanno fatto degli errori minimi, alcuni dovuti all’emozione.
Nota sulla mia voce. In questi ultimi giorni mi sembra che sia più femminile, poi questa sera quando abbiamo montato l’amplificazione e abbiamo provato i microfoni, ho provato a dire alcune frasi e mi sono stupita nel sentire ad alto volume una voce esile e molto femminile, accidenti era la mia!
È la prima volta che mi ascolto ad un volume veramente alto e sono rimasta piacevolmente stupita.
Terminato lo spettacolo, che è durato un’ora circa, prendiamo l’applauso del pubblico di circa 60 persone. Riceviamo al microfono i complimenti di Stefania che si è detta orgogliosa per il lavoro che abbiamo fatto, nonostante le difficoltà della pandemia e di aver fatto quasi tutto il corso via Internet tramite Zoom.
Poi mentre il pubblico si alza, mi dice anche che sono stata brava soprattutto a gestire l’inizio con l’intoppo tecnico e non farmi emozionare o bloccare. Ormai sono una veterana del mondo dello spettacolo, ma una piccola emozione e tensione c’é sempre per tenere alta l’adrenalina e poi non sarebbe divertente!
Vengono a farmi i complimenti le mie tre vicine di casa che avevo invitato, e poi arrivano due miei amici con altra gente. Ho la conferma che lavorano per lo stesso gruppo aziendale e si conoscono. Avevo il sospetto, ma adesso c’è stata la conferma. Tra l’altro si chiamano tutti e due Pietro. Uno dei due, il mio amico d’infanzia, mi dice “sono venuto qui e ho trovato i miei colleghi di ufficio…“.
Parliamo per una decina di minuti di alcune cose sullo spettacolo e di altre in generale e quindi vanno via mentre noi dobbiamo smontare tutta l’attrezzatura e anche io do una mano recuperando i cavi dei microfoni. Tolgo la parrucca con i capelli ricci perché non vedo quasi più (è davvero ingombrante)…inizia a fare buio e mano mano spegniamo anche le luci di scena. Quando abbiamo terminato Max mi dice che ha preparato una bottiglia di spumante all’interno e di andarla a stappare.
Un gesto molto carino da parte sua. Mi incarico dell’apertura dello spumante che scoppia con un bel botto, riempio i bicchieri e facciamo il brindisi. Ci ripromettiamo di organizzare una pizzata al più presto, poi se ci sarà occasione potremmo ripetere lo spettacolo qualche volta.
È stata una serata bellissima e non mi sono sentita per nulla triste anche se il corso è terminato perché ho conosciuto delle persone splendide. Anche questa volta mi ero iscritta con un obiettivo: migliorare la mia voce femminile. E’ finita che il corso è andato oltre le mie aspettative e ho conosciuto delle persone, di cui siamo abbastanza in amicizia e ci frequenteremo senz’altro in futuro.
Romana “Un'altra bellissima esperienza da portare a casa e custodire con amore. Vai Iula
”
Aldo “Ti stimo Sorella!!! Fai un sacco di cose belle, brava! È sempre un piacere leggerti. Un abbraccio
”
Ian “Ciao, come stai? Ho letto il blog con interesse, dev'essere stata una bella esperienza. Molto riuscito il tuo look! Avevo notato una sera alle conversazioni che leggevi in modo molto professionale. Il corso ti è stato utile!
”
Maia “che bella. Brava, mettersi in gioco non è da tutti in più se leggi.
”
Commento sul corso postato su Facebook.
“Negli ultimi anni ho fatto un corso di Improvvisazione teatrale, poi un musical come Drag Queen (in playback) e un mio monologo (non andato in scena causa lockdown). Il passo seguente era quello di migliorare la mia voce. Durante il lockdown avevo fatto un corso di dizione online, utile, ma non era servito per la mia voce. A settembre ho scoperto questo corso di Lettura Espressiva, quasi per caso, il giorno prima della lezione di prova. E’ anche vicino a casa. Fantastico.
Come è andata? Nella lezione di prova mi sono divertita un mondo e ho capito che avrei imparato molto di più di quello che era il mio scopo di migliorare la voce. Nonostante molte lezioni le abbiamo dovute fare online si è creato davvero un bel gruppo di persone. Molti sembravano già dei ‘lettori professionisti’, mentre io avevo esperienze di teatro ed ero ottimista di migliorare.
La mia voce è migliorata davvero e ho scoperto diverse modalità di lettura quali: congressuali, fiabe per bambini, eventi tragici (Shoah e violenza sulle donne), storici (ANPI ) e infine la lettura teatrale che ci ha portati allo spettacolo finale. Abbiamo noi scelto i pezzi, le musiche di sottofondo e gli abiti di scena. Dopo lo spettacolo ora sembriamo tutti dei “professionisti“, almeno mi piace pensarlo anche se so che c’è ancora tantissimo da imparare.
Grazie all’insegnante Stefania che ci ha sempre messi a nostro agio, fornendo correzioni e consigli, che mi sono serviti tantissimo. Non li ho mai sentiti come un “hai sbagliato“, ma una spinta a migliorarmi continuamente.
Infine ho conosciuto delle persone meravigliose con cui spero di continuare a frequentare in futuro.
Grazie a tutti per esserci stati e alla mia insegnante che ha fatto la differenza.”
Colpo di scena finale (carramba che sorpresa): avevo inviato la locandina ad un mio amico invitandolo e lui ha letto anche i nomi e cognomi dei partecipanti, sinceramente io non avevo letto i cognomi, non mi sembrava importante. Facendola breve, Claudia è la sorella di un mio vecchio amico chiamato Stefano, che da circa dieci anni è andato abitare in Germania. Le connessioni del mondo sono davvero incredibili! Lei ha inviato un paio di foto di me e lui ha capito scrivendole “il Dino!“, che è stato il mio soprannome fino allo scorso anno nella mia versione maschile. Chissà se Stefano dalla germania ha anche capito che ora sono una donna, oppure ha pensato solo a un costume di scena…
Messaggio al gruppo del corso “Scaricato il video e visto un pezzettino… bellissimo”
Marina “Anche io ne ho guardato un pezzetto proprio adesso. Che carini
”
Stefania “Altro che carini siete stati davvero bravissimi e siete pure bellissimi… Anche perché se per il vostro "battesimo" avete superato con classe problemi audio, e vento, sicuramente siete pronti a tutto!!
“
Stefania “Iula, siete stati un bellissimo gruppo, e anche tosto, perché non siete indietreggiati nemmeno con le lezioni online. Per quanto ti riguarda ricordo benissimo la prima sera in cui sei arrivata senza che io ti avessi segnata. Sei stata una bella sorpresa dall'inizio alla fine! Hai arricchito tutti con la tua determinazione, simpatia e intraprendenza.
”
Da parte mia, l'ho già detto, sono un po' chioccia e sento già la vostra mancanza.
Qualche giorno dopo…(Lunedì 14)
Serata in pizzeria con i miei compagni del corso di Lettura Espressiva e l’insegnante Stefania. Passa a prendermi Claudia così non devo nemmeno guidare per chilometro di strada. La serata scorre in serenità e parliamo tanto, anzi troppo. A fianco però abbiamo un tavolo con una cinquantina di ragazzi che hanno terminato la scuola e oltre il casino che fanno , Quando non sono al tavolo se ne fregano della mascherina.
Quando c’è troppo casino e la tavolata è lunga, eravamo nove, chi sta in mezzo finisce che scegli una parte all’altra con cui parlare. Io ero sul bordo e quindi ho parlato solo con le persone vicine a me.
Non so perché ma ogni tanto quando qualcuno mi dice qualcosa usa la grammatica corretta al femminile, qualcosa dentro nel cervello scatta come per dire “guarda che sta dicendo a te”. Ad esempio Marcello mi ha detto “non sapevo fossi una camminatrice
”. Ecco forse questa parola con me non l’aveva usata nessuno e quindi nemmeno io ero preparata.
Abbiamo terminato la cena poco dopo la mezzanotte, festeggiando il fatto che da oggi non c’è più il coprifuoco serale, solo che non ci siamo più abituati a fare tardi!