Oggi sono andata a Padova per lavoro e ritorno in serata, ovviamente stanca morta dal viaggio e dal caldo del pomeriggio.
Mi sono svegliata alle 6:00 per prepararmi ed essere tutta carina.
Dopo aver guardato il meteo locale per capire quanti strati indossare ho optato per una camicetta. Dopo alcuni minuti mi mancava il respiro, mi ricorda prima della transizione e mi sento soffocare. Mi capita anche indossando pantaloni e t-shirt che potrebbero sembrare maschili e/o unisex, non sono ancora pronta, si attiva il ricordo e mi vedo con qualcosa di maschile e mi fa stare male.
Ho scelto un abito molto femminile insieme alla giacca bianca, che poi ho portato a mano tutto il tempo, il meteo era cambiato troppo senza preavviso.

Ho preso il treno delle sette per Brescia, ho atteso mezz’ora che arrivasse il Frecciarossa su cui c’era il capo e insieme abbiamo raggiunto Padova dove il cliente è venuto a prenderci con una Jeep modificata che era enorme. Aprendo le portiere usciva il predellino per salirci tanto era alta.
Siamo arrivati da questo fornitore e dopo due ore di riunione abbiamo salutato e ci ha portati in un agriturismo in mezzo alla campagna, di sicuro si sarebbe mangiato bene perché il locale era pieno. Il locale si chiama “Da Nicola, trattoria e alloggi” a Montegrotto Terme.
Ho letto il menù del giorno e visto il prezzo che rispetto ai prezzi di Milano, era ridicolo con 13€ si mangiava un primo, secondo, acqua e caffè. A Milano ormai compri un piatto solo con quel prezzo e senz’acqua.

Iniziava a fare caldo e abbiamo deciso di non mangiare le specialità locali, come il bollito, l’oca ed altre tipicamente invernali. Con il capo abbiamo ordinato il riso con i calamari, che era un piatto per due persone. Terminato, avevo ancora un po’ di fame e ho pensato che sarei arrivata a casa alle 19:00 digiuna, così ho ordinato anche il trancio di pesce spada che era strepitoso. Il tutto è stato innaffiato da un vinello bianco molto buono.

Il cliente ci ha riaccompagnato in stazione e dopo venti minuti è arrivato il treno per riportarci a casa. Sono scesa a Brescia dopo altri trenta minuti di attesa in cui ho sgranchito le gambe, ho preso il treno locale che era pieno zeppo di ragazzini che tornavano da Gardaland. Ero stanca, leggermente ubriaca, sentivo il caldo e nel treno l’aria condizionata non funzionava correttamente, in mezzo a una cacofonia di urla dei ragazzini, in più ero in piedi in un angolo sentendo tutti gli sbalzi del treno.

Sono riuscita a sedermi poco prima di arrivare alla stazione di destinazione. A un certo punto mi è uscito leggermente il sangue dal naso, ma per fortuna sono riuscita a accorgermene e tirar fuori subito il fazzoletto e non macchiare la giacca bianca!. Ero frastornata e una ragazza seduta di fronte a me, mi ha chiesto se andava tutto bene e se volevo prendere un Moment.
Questa sua premura mi ha dato da pensare due cose: che la gentilezza tra donne è bellissima e che nonostante ero devastata ero ancora molto femminile ed essere trattata “senza dubbi” come donna mi ha fatto sentire bene dentro.
Quando vado al lavoro in presenza, al ritorno serale verso casa con il treno, in passato mi sono scattata un selfie, non vedendomi poi così femminile come quando ero partita al mattino. Dopo un certo numero di ore il trucco svanisce, il rossetto te lo mangi specie se vai a tavola e la magia del make-up non c’è più e speri di essere ancora abbastanza femminile.

Oggi ho avuto a che fare solo con uomini che mi hanno trattata al femminile. Nessuno di loro sapeva che sono una donna transgender. Parlando di tecnologie e programmazione avevo il timore che il mio lato maschile venisse fuori. Questa cosa mi capita sempre quando lavoro da casa in smart working e quando termino ed esco, mi ci vuole almeno un quarto d’ora prima di riuscire a tornare ad essere la nuova me stessa. Se incontro altre persone mi diventa più rapido.
Mi sono anche resa conto che oggi è la prima volta che per lavoro, ho a che fare con altre persone “in presenza”, un altro piccolo traguardo raggiunto.
Arrivata a casa la sera ho avuto solo la forza di fare la doccia, mangiare un’insalata e sdraiarmi un attimo sul divano. Dopo 45 minuti mi sono svegliata e ho capito che era meglio trasferirmi direttamente nella camera da letto dove ho dormito per quasi 10 ore!