In realtà parlerò delle due ultime lezioni perché questa settimana ne abbiamo fatta una in più per riuscire a portare a compimento questo faticoso percorso.
Marta “BENISSIMO! DOMANI CI SIAMO TUTTI. PORTATE TUTTI I COSTUMI E GLI OGGETTI, CI VEDIAMO ALLE 20. VORREI ARRIVARE ALLA FINE E LAVORARE BENE LE SCENE DELLE DONNE CHE SONO LE PIÙ DELICATE A LIVELLO DI ASCOLTO. COSÌ GIOVEDÌ VORREI FARE SOLO LA GENERALE. CI PREPARIAMO CON AGIO E POI FACCIAMO TUTTO LO SPETTACOLO DI FILA SENZA FERMARVI MAI. SE AVETE ESIGENZA DI PROVARE QUALCOSA IN PARTICOLARE FACCIAMO DOMANI. GRAZIE!
”
Terminato il lavoro, Marta l’insegnante, ha postato sul gruppo una foto consigliando il trucco degli occhi per noi ragazze. E’ un trucco molto pesante con una sfumatura. Non avendolo mai fatto prima ho deciso di fare un test prima di andare al corso. Ho applicato una matita scura e poi l’ho sfumata col pennello. La prima impressione, fatta su un occhio solo, è stata di vedere un panda. Quindi l’ho migliorato disegnando ancora la matita e sfumandola di più. Alla fine leggermente soddisfatta ho fatto anche l’altro occhio. Il risultato è stato abbastanza inquietante e sembravo una tossica. Ho indossato la parrucca e già l’effetto si è addolcito, comunque ho uno sguardo da far paura. Qualcosa tipo: sono tosta lasciami in pace.
Sono andata a Treviglio, dove sta la scuola, e come al solito volevo bere un caffè prima di entrare a lezione. Reggere tre ore di sera, dopo una giornata attaccata la computer, sono comunque dure da affrontare. Nel bar dove andavo di solito sanno che faccio teatro, quindi non sarebbe stato poi così strano vedermi con quegli occhi da paura, peccato che al lunedì è chiuso. Ci ho pensato su un attimo se era caso di andare, così conciata, in un altro bar e poi ho deciso che il caffè mi serviva. Fuori da questo nuovo bar c’erano due musulmani e dalle mie esperienze passate sono poco rispettosi delle donne, per esempio sul marciapiede io avrei dovuto girarci intorno, loro non si spostano. In questo caso è bastata un’occhiata e uno dei due, quello grosso, si è spostato immediatamente scusandosi. Il barista non si è scomposto più di tanto, forse abituato, e mi sono gustata il caffè.
Entrata nella scuola mi sono cambiata indossando il vestito di scena. La stessa cosa l’hanno fatta tutti mano mano che arrivavano. Effettivamente con i costumi sembra più bello fare le prove, anche adesso fa troppo caldo.
Ho consegnato i due pezzi di bigiotteria che ho preparato: un braccialetto e una collana per due ragazze che si sono dette negate in questi lavori. Il ringraziamento non è stato particolarmente caloroso, ma va bene così. Mi interessa riuscire ad arrivare a fare lo spettacolo in maniera decente.
Siccome uno dei ragazzi deve andare al lavoro più tardi, ha i turni, abbiamo provato il pezzo dove c’è lui con noi ragazze. Marta, per fortuna, si è resa conto di non averci fatto provare a sufficienza tutte insieme. Abbiamo provato la scena dove Ulisse viene condotto nella casa della Circe e lì tutte quante ossequiose cerchiamo di fargli bere una pozione per trasformarlo in un maialino, ma senza riuscirci. Ci sono delle battute a raffica dove ogni ragazza dice un pezzo di frase (tipo Qui Quo Qua dei fumetti). Il tempismo è molto importante e soprattutto la memoria. Marta ce le ha fate ripetere più volte in gruppo tra di noi, finché la memoria era a posto.
Nonostante io so a memoria i miei pezzi ho avuto anche io un paio di piccole amnesie, più che altro dubbi, tanto ero presa nel cercare di fare la coreografia e i movimenti.
L’insegnante mi ha fatto notare che ho rifatto il mio difetto vocale, dove tendo a spegnere il finale di una frase, mentre invece devo scandire meglio e finire in crescendo… come mi hanno insegnato la logopedia. Invece nella lettura espressiva non bisogna finire con delle vocali troppo alte, ma più morbide e comunque si devono sentire.
Il risultato di due ore di prove è stato abbastanza buono e in parte ha fugato i miei dubbi sulla riuscita dello spettacolo.
Sarà la prima volta che farò uno spettacolo senza nessuno che mi conosce tra il pubblico. Le mie vicine di casa stanno per partire per la montagna, mia sorella andrà al mare, e altre persone qui in zona lavorano oppure non riusciranno a venire. Speriamo che la registrazione video esca decente così da mostrare loro almeno il film.
Sono tornata a casa molto assonnata con gli occhi che bruciavano leggermente sia per la secchezza, la stanchezza e per il trucco pesante.
Giovedi.
Ultima lezione del corso di teatro, settimana prossima faremo lo spettacolo in teatro vero. Prima di uscire mi trucco ancora gli occhi, come ho fatto la settimana scorsa, ma ora provo a fare l’alone nero più espanso.
Per strada mi fermo al bar dove bevo un caffè prima della lezione, infatti sapendo che faccio teatro non si stupiscono più di tanto a guardare i miei occhi truccati. Arriva subito Marta, inattesa, per ordinare un panino. Le dico che il bar si chiama “Panino più” per un motivo, e lei non crede alla dimensione del panino quando lo vede. Lo farà tagliare in due.
Mentre aspettiamo scambiamo due chiacchiere, lei mi invita a un evento a Spoleto dove reciterà, ma molto lontano per un weekend. Ma quel giorno sarò sul lago d’Iseo fare una cosa chiamata “Psicodramma” (no-spoiler perché non ho voluto sapere prima cosa è esattamente per non rovinarmi la sorpresa). Prima o poi riuscirò a vedere un suo spettacolo.
Poi le dico delle due tavole rotonde a cui parteciperò e gestirò questo mese, a tematica trans. La osservo e ho avuto l’impressione che non ho capito che sono una donna trans, interessata a questo tipo di attività. Oppure semplicemente mi ha conosciuta come donna e continua a vedermi tale e non ci sono problemi. Mi dice che sono una delle mie mille attività.
Arrivate dentro la scuola, lei inizia a sistemare i costumi ai ragazzi, mentre io mi cambio e dopo che tutti sono arrivati, Eleonora fa il make-up degli occhi scuri alle ragazze, e dopo fa una linea sotto l’occhio ai ragazzi e l’effetto è che sembrano dei greci antichi.
Noi ragazze, dopo alcune foto di rito e ricordo, facciamo un ripasso velocissimo delle due sezioni dello spettacolo dove parliamo una via l’altra, dividendo in piccole frasi il testo e recitato da ognuna.
Siamo pronti a iniziare la prova generale dello spettacolo. Marta prenderà appunti senza fermarci. Ci sono stati solo due piccoli problemi, uno proprio all’inizio dove ha iniziato a camminare ragazza sbagliata, l’altro a metà spettacolo quando uno dei ragazzi ha dimenticato una battuta e l’altro attore che reagisce a quello che dice non riusciva a riagganciarsi.
Il resto è andato tutto molto bene, molto di più di quello che immaginavo dalle lezioni precedenti.
Lo spettacolo dura 80 minuti circa e alla fine Marta ci ha letto un po’ di suoi appunti, ma erano delle finezze. Il grosso ce lo spettacolo è stato fatto bene. Marta ha aggiunto anche che per essere un saggio abbiamo preparato uno spettacolo notevole.
Peccato solo che tante delle persone che mi conoscono non potranno venire a vederlo visto il luogo, a Basiano (MI) in provincia, e la data che è giovedì 16 alle ore 21:00 e che non possono materialmente arrivare. Dovrò godermi lo spettacolo per me stessa.
Terminata la prova ammucchiamo gli oggetti di scena che saranno trasportati in teatro e ci cambiamo tornando in abiti borghesi. Le “signore” vanno via subito, mentre i ragazzi e ragazze giovani rimangono parecchio a parlare e commentare. Rimango un pochino anche io godendomi la “nostalgia del futuro“, il corso è terminato e con alti e bassi è stato comunque un punto importante della mia vita e della mia transizione che mi ha accompagnata per tutto l’inverno. Mi ha fatto crescere come persona e in parte anche come movimenti del corpo, quelli lenti e leggiadri.
Ho ringraziato Max con un abbraccio e salutato con la manina tutti gli altri.
Cavoli è davvero finito il corso!