Premessa: lavoro da casa e sono in smart working. Una figata? Non così tanto. Passo le giornate da sola nella mia cameretta senza parlare con nessuno. Provo a parlare ogni tanto con la mia piantina che di nome fa “Pi”, ma lei non risponde. Tutto il lavoro si svolge per iscritto e in chat. Arrivo alla sera che sono claustrofobica e ho voglia di uscire di casa.
Contatto Facebook: “Ma quante cose fai?
“
Di persona: “Quante cose fai!. Sei spumeggiante.
“.
Dal blog: “Hai davvero un sacco di attività
“.
In realtà nessuna di queste tre affermazioni è vera, dato che faccio ancora più attività di quelle che pubblico. Su Facebook metto uno/due cose a settimana, sul blog non metto più proprio tutto perché non ho il tempo materiale per scrivere, oppure sono cose che riguardano la mia associazione trans che devono rimanere all’interno dell’associazione. Soprattutto la domanda è: quando trovi il tempo per scrivere il blog?
Il testo l’ho dettato al telefono stamattina presto, intorno alle sei e mezzo. Non riuscendo a dormire e con tutti questi pensieri che giravano mi sono detta che tanto valeva fissarli nel blog, poi ho dedicato un’ora e mezza a correggere il testo dettato (Siri non è poi così brava), scegliere le fotografie e montare il tutto dentro WordPress.
Ho un problema: sono iperattiva e ho l’euforia di genere [articolo del blog], che mi porta partecipare a qualsiasi cosa mi invitino oppure ne vengo a conoscenza. Faccio tutto come per recuperare i trent’anni precedenti in cui ho vissuto come uomo senza godermi appieno la vita e limitandomi parecchio nelle attività poco consone al “genere maschile”.
Riflettendo sulle attività sia quelle serali che quelle nei fine settimana, mi sono resa conto che nella maggior parte dei casi, mi aggrego a qualcuno. Nella mia vita precedente spesso ero io ad organizzare le attività, ma negli ultimi anni c’erano sempre meno persone che partecipavano e forse questa nuova modalità per me funziona meglio. Divento subito parte integrante del gruppo e vengo apprezzata per le mie qualità, l’empatia e simpatia.
Domenica scorsa sono andata a pranzo al ristorante giapponese, con mia sorella, cognato e nipotina.
Nel pomeriggio siamo andati in due centri commerciali per comprare alcune cose e spesso dovevo tenere a bada la nipotina, che quando ci si mette ancora più attiva di me. Girando in alcuni negozi ne ho profittato per iniziare a guardare i costumi da bagno, in particolare i bikini. Due anni fa avevo comprato da Decathlon un costume intero con gonnellino [Articolo del blog]. Ora che ho le tette e la parte bassa non è più così prominente, volevo osare con un due pezzi. Lo indosserò quando andrò in vacanza fine agosto. Nei negozi c’è una confusione incredibile di taglie e prezzi. Le misure delle mutande e reggiseno che utilizzo sembra che non abbiano alcun valore nel mondo dei costumi da bagno. Ad esempio di reggiseno ho la misura 90B, peccato che il top di quella misura è davvero molto più stretto.
Lunedì sera ho fatto lezione al corso di teatro, martedi ho preso un’ora di permesso perché abbiamo fatto una riunione dei volontari della mia associazione transgender (ACET), con pizzata al seguito. Tra la riunione e la pizzeria sono stata in auto per partecipare a una video call per definire un progetto sulla “voce transgender” dell’Università di Pavia. Sono tornata a casa stanca morta. Questa è la conferma che se guido l’auto la sera con il buio mi stanco tantissimo.
Mercoledì sera sono andata a lezione di pilates che per fortuna mi rilassa e mi aiuta davvero a staccare, soprattutto a metà settimana.
Giovedì sera ho avuto l’ultima lezione del corso di teatro e anche qui ho fatto tardi.
Venerdì, dopo il lavoro, sono andata dai cinesi a fare il pedicure e dopo cena sono andata in una specie di festa di un’associazione nel paese a fianco. C’era una performance di musica e pittura. Per fortuna l’ingresso era gratuito perché non è stata un granché e dopo mezz’ora sono andata via. I due musicisti erano molto bravi creando dei suoni con campane tibetane, flauti e altri strumenti non convenzionali. Mentre La persona che doveva dipingere nei quadri si muoveva troppo lentamente e il risultato non era nulla di interessante. Il quadro astratto poi non ti diceva niente. La cosa interessante è stata guardare i bambinetti che giocavano tutto intorno, con i genitori che cercavano di rincorrerli.
Sabato mattina ho fatto la lezione di workout con danza caraibica. Dopo aver saltato una settimana devo dire che mi era mancata. Danzare mi fa stare davvero bene. Negli esercizi finali di rilassamento, Giuliana ha notato che, in quello dove siamo stese per terra su di un lato e alziamo la gamba facendo gli slanci , rispetto all’ultima volta, vado molto più in alto e sono molto più fluida. Ha stupito pure a me, tra quest’attività e pilates ad ogni lezione divento ogni volta più fluida e snodata.
Terminata la lezione siamo andate al bar di sotto a bere un succo di frutta e parlare, giusto 10 minuti. Oggi ho offerto io. La cosa molto bella che è una delle ragazze ha parlato nei problemi che ha avuto alle ovaie. Non scenderò nei dettagli, ma è riuscita lo stesso ad avere un bambino in modo naturale dopo aver iniziato con la fecondazione assistita e con grande sorpresa è rimasta incinta prima di fare qualsiasi cosa. Questi sono argomenti che se c’è un uomo nella conversazione, le donne non ne parlano. Questa accettazione di me totale come donna mi ha dato un piacere enorme, anche se non ho potuto contribuire alla conversazione non essendo dotata di ovaie e vagina.
Sono tornata a casa dove ho mangiato, dormito solo mezz’ora perché non mi riesce mai di più, ho aggiornato il blog, ho cercato di dormire un’altra mezz’ora e poi sono andata in un centro commerciale per fare acquisti da Bottega Verde che fanno forti sconti. Metà delle cose che ho comprato non mi servono adesso, ma mi serviranno a settembre e al prezzo che lo pagate ne è valsa la pena.
Ho girato in molti negozi di intimo femminile e osservato i vari costumi da bagno. Il mio problema è la parte della mutandina che ovviamente è fatta per le donne ed è molto stretta in mezzo le gambe, mentre è alta nel girovita. Io ho bisogno di una mutandina che parta subito verso i fianchi e che mimetizzi “il pacco“. I prezzi dei bikini sono altissimi e come primo tentativo non è il caso di spendere per poi non poterlo utilizzare. In alcuni negozi ci sono anche dei camerini per provare, ma c’era davvero tanto casino e non me la sono sentita, non vorrei che qualche commessa invadente voglia vedere il risultato, che magari potrebbe essere imbarazzante!.
Ho girato anche alcuni negozi dove li hanno veramente a basso prezzo, ma anche qui non ho capito bene le misure senza poterli provare.
Alla fine sono andata da Decathlon, per vedere una tenda da campeggio che mi servirà più avanti. Già che c’ero ho guardato i costumi da bagno e anche qui c’è di tutto di più. Per fortuna c’erano dei modelli definiti “per principianti”. Con soli 10€ ho comprato un bikini colorato che sembrava fare al caso mio. Se non fosse andato bene sarebbe stato una spesa irrisoria.
Tornata a casa l’ho indossato, con un leggero timore che sarei sembrata ridicola oppure che la mutandina non avrebbe nascosto quello che c’è sotto. Invece il risultato mi ha piacevolmente stupita. Ho ancora un po’ di pancetta sul davanti, ma le mie amiche a cui ho mostrato la foto, hanno scritto che la vorrebbero avere loro la pancetta che ho io. Mi sono fatta qualche selfie per guardarmi soprattutto di lato e da dietro. Il mio unico problema è appunto il profilo dove si vedono le spalle grandi e una posa del collo che non ho ancora imparato a tenere un po’ più alto. Comunque sono dettagli perché l’effetto generale è quello di vedere una donna ed è quello che vedranno gli altri: una tipa che forse ha fatto nuoto per via delle spalle robuste (viva questo stereotipo). Vedermi la riga del seno in mezzo alle coppe, seppur piccole, che riempiono il tessuto, mi ha provocato un senso di felicità interiore. Mi sento abbastanza disinibita da poterlo indossare in pubblico. Rispetto a tre anni fa quando ho iniziato la transizione piena di paure è davvero un gran risultato.
Dina “Strepitosa-taglierei il cartellino che spunta
”
La fotografia è voluta con il cartellino, dovevo documentare la cosa…
“Quello l’ho capito! Mi riferivo a quello della composizione e del Made in Pakistan -poveri bambini
”
Oddio…mi fai sentire in colpa! E complimenti per la vista acuta!
“Bianca!, mi ci metto pure io, era rivolto a me il monito. Il Pakistan… ho tirato ai dadi, secondo te io che sto cecata vedo fin lì? Anima bella, mi fai morir dal ridere
”
sri lanka…sempre bambini?
“Più o meno -ti farò un costume all’uncinetto
”
Rosanna “Wowwww che fisico, meglio di me
”
Alessia “Sei stupenda ma le donne han un po' di pancetta bhe bianca hai 2 belle gambe
”
Maia “Fantastica. E cosa farai con tutta la libertà che ti sei conquistata?
”
Silvia DF. “E come ti fa sentire questa cosa?
”
Libera e disinibita…in arrivo da qualche parte dopo un lungo viaggio di quasi tre anni…
“Sono felice che ti senti così
”
Sandra “Vai …. tranquilla e serena in bikini
”
Sara “Vah che figurinooo.stai benissimo e mi piace la fantasia!!!! Dai che un pomeriggio ci facciamo un giro in piscina
”
Elena K “Ma dai! te la sei cavata alla grandeeee non parliamo di pancetta per favore
”
Valentina “Felice per te, poi è molto bello anche di colori.
”
Vit “Thanks for the updates. Yes, its motivating for anyone to do things that are not imaninable for normal people. I m all for it. Good luck. Talk at some point : ) i ll be in touch anyway too
”
Dopo cena sono uscita andando a Trezzo d’Adda, paese dove faccio pilates, ma questa volta per assistere ad un concerto dove una delle mie vicine di casa canta nel coro. Prima però mi sono fermata al mio solito bar a bere un caffè e scambiare due battute con le ragazze dietro il bancone, che nonostante erano presissime a preparare i cocktail, hanno trovato modo di parlare con me scherzando.
Arrivata al parco della biblioteca comunale, ho scoperto che il concerto è all’aperto, meglio perché ancora per quattro giorni si devono tenere le mascherine ai concerti e teatri. L’orchestra è già posizionata sul palco mentre in giro c’è ancora un sacco di gente in abiti eleganti. Sulle sedie il pubblico invece è vestito in versione estiva e poco elegante. Noto che quando si parla di musica classica, l’età media è sempre molto alta, non c’erano giovani sotto i trent’anni.
Tra i pochi posti liberi rimasti ce n’è uno con una bellissima ragazza e le chiedo se il posto a fianco è libero e mi accomodo. Sento una voce che mi chiama ed è della mia vicina di casa che mi ringrazia di essere venuta. Questa sera avrei dovuto partecipare a Milano a un’iniziativa delle Nina’s Drag Queens sulla “botanica delle piante” che non hanno una sessualità binaria, in occasione del Pride Month. Peccato che è andato sold out prima che potessi decidere se partecipare, quindi ho ripiegato sul concerto anche perché così non farò tardi la sera guidando verso casa.
Sul palco ci sono oltre cento persone tra strumentisti e cantanti. Il problema è che i cantanti sono dietro, il palco è rialzato, e non li vediamo. Sono davvero tutti stretti. Il concerto è durato 90 minuti è ed stato molto bello. Il coro è davvero professionale, mentre l’orchestra in realtà è una banda. Tutti bravissimi, ma ci sono molti tromboni che creano l’effetto sonoro tipico di una banda sminuendo l’effetto di musica al concerto classico. Mi è piaciuto molto assistere, ma questa volta non mi sono sentita sempre coinvolta nello spettacolo. Mi sono distratta spesso con i miei pensieri che volavano, oppure guardando di profilo la ragazza e scoprendo, guardandola controluce che ha tanti pallini bianchi nella zona baffetto. Io li per fortuna non ne ho quasi più e quelli bianchi rimasti nel collo e comunque non si notano molto, sono peli femminili.
La mia vicina di casa quando ha saputo che con la nuova voce potrei cantare aveva insistito per farmi partecipare al suo corso il prossimo inverno, ma dopo averli sentiti cantare non mi sento all’altezza e devo prima imparare le basi del canto e soprattutto imparare a non affaticare la voce. Comunque già recito, ballo e mi manca appunto il canto. Ok non sarò la Raffaella Carrà, ma l’importante è divertirsi.
L’alternativa della serata, sarebbe stata di andare al Bergamo Pride, ma da sola non mi sarei divertita. Non conosco persone transgender a Bergamo. Poi questa cosa della sfilata, dove ci sono anche delle persone che si sfogano vestendosi in modo troppo carnevalesco, non aiutano minimamente l’accettazione da parte della comunità delle persone LGBT+. Soprattutto i media televisivi tendono a filmare e fare domande solo a queste personaggi, facendoci sembrare tutti eccentrici e molto strambi.
A proposito di media sull’utilizzo della grammatica da parte dei giornalisti, di cui ho la conferma che la maggior parte sono ignoranti e non conoscono davvero la lingua italiana. Questa settimana c’è stato un delitto che ha coinvolto anche una donna trans. Alla radio citavano “il trans
”, mentre al giornale radio, hanno usato la parola “la trans
“, peccato poi che hanno detto il nome anagrafico, portando in negativo la frase. Provate a sentire “È stata uccisa la trans Mario Rossi
”. Questa è omo-transfobia mediatica e continua a tenere vivo il messaggio che noi donne trans siamo tutte prostitute.
A tale riguardo, per il prossimo Milano Pride sarò sul palco anche quest’anno. Pensavo di portare un intervento sul cambio dei documenti dato che “sono sul pezzo” perché ho appena fatto la richiesta al giudice. Invece questo argomento lo faranno le due presidenti dell’associazione per una serie di motivi legati a un’importante delibera del Comune di Milano. Rimaneva l’altra serata ed il tema proposto dall’organizzatore era qualcosa che fare con il mondo del lavoro, ma in modo positivo e non parlando delle “Sex Workers“. So molto poco del mondo del lavoro e dovrò introdurre la serata, fare da moderatrice con altre tre donne trans. Quindi? Mi sto documentando in rete. Ho ideato il titolo provvisorio: “Il coming out lavorativo: dubbi e timori delle persone trans e di genere non conforme, tipologie di impiego, l’empowerment che migliora la vita.“. Ora devo buttare giù gli elementi chiave su cui discutere, per poi confrontarmi con le partecipanti per capire di cosa vogliono parlare. Quindi preparare la scaletta della serata. Ho già scritto l’introduzione alla serata che più avanti modificherò, ovviamente. Come ho scritto a Barbara, “se una cosa è facile non è per me
“. Mi devo sempre impegnare su qualcosa di nuovo e che porta via parecchio tempo, ma mi arricchisce sia come cultura che come persona. Spero che questo intervento possa contribuire a far capire al mondo che non siamo prostitute.
Finite le Iper Attività? No, ci mancherebbe. Domenica non ci saranno trekking organizzati che non siano delle imprese sportive. Non mi sono ancora ripresa da quello di dieci giorni fa. Ho sempre sonno e sono un po’ fiacca. Parlandone in giro ho scoperto che non sono la sola. Inoltre con il caldo che ci sveglia presto la mattina ci si alza senza sentirsi riposate.
Tra le poche attività che ho trovato, c’è questa giornata dedicata agli artisti di strada nel paese di Albino (BG). Sembra interessante e soprattutto potrei divertirmi molto a scattare delle fotografie con la macchina fotografica vera. Avevo scritto alla mia nuova amica di Bergamo per andarci con lei, peccato che le che questo weekend lei sia altrove, quindi ci andrò da sola. Come ho scritto qualche giorno fa, in una riflessione, un bel pensiero è stato: “Anche quando non sono in compagnia non sono mai da sola
”. In effetti è vero. In passato, da uomo solo, forse sarei rimasto a casa a crepare di caldo.
Ultima cosa. Domenica si vota per il referendum sulla giustizia. Andrò a votare sia per dovere civico, ma anche perché sarà l’ultima volta che ci andrò come Gerardo. Sono curiosa di vedere come reagiranno i ragazzi al seggio quando sarò nella fila sbagliata, quella degli uomini. Ci sono tantissime persone trans che non vanno più a votare per evitare questo imbarazzo. È comunque un’assurdità che ci siano ancora due registri, divisi per maschi e femmine e che le statistiche sulle votazioni vertono ancora su questo binarismo.
Come è andata? Ho consegnato la scheda elettorale a una ragazza molto giovane e lei mi ha cercata nel libro… non trovandomi. Ho realizzato che mi stava cercando nel “libro delle donne“. Le ho detto che sono in transizione e che da settembre avrò documenti cambiati con il genere femminile. L’altra ragazza ha detto qualcosa riguardo alla separazione degli elenchi: “queste sono cose antiche
”. Ho votato e salutato uscendo. Dato che tutti indossavamo la mascherina l’essere riconosciuta come donna al primo colpo è stata una bella soddisfazione.