Questa settimana ho fatto tre tipi di danze: Modern, Discoteca, Hearth dance meditation. Doveva essere un semplice post sulla mia esperienza disastrosa in discoteca, ma mettendo insieme le mie altre attività ne è risultato un raffronto interessante.
Mercoledì sera ho fatto la terza lezione di danza e mi diverto troppo. L’unico difetto è che facciamo molto riscaldamento muscolare e stiramenti e poi quando danziamo finisce subito. Visto il tipo di danza che è svolto molto al suolo e con movimenti che richiedono fluidità la parte iniziale è indispensabile finché non saremo a buon punto con il fisico. Ho purtroppo verificato che mettendoci in ginocchio sul pavimento sento un grande fastidio, un’amica scherzando mi ha detto “stai diventando vecchia“. Comunque sia ho acquistato delle ginocchiere morbide e spero che mi rendano più facile farlo.
Anche se le coreografie sono minimali mi piacciono molto e per fortuna siamo tutte sullo stesso livello principiante anche se durante il riscaldamento riescono tutte a stendere completamente le gambe e io mi sento bloccata a metà, ma ogni volta arrivo più lontano, anche grazie al pilates. Ora riesco a tenere più diritta la schiena quando sono seduta al suolo.
Settimana scorsa ho conosciuto due ragazze all’esperienza del “massaggio sonoro” e durante una lunga chiacchierata post si è parlato di una festa in discoteca per venerdì dove sarà dedicato un piano alle persone LGBT+. Mi è sembrata un’ottima idea anche per due motivi personali. Il primo è una prova della festa che farò per Halloween che sarà in una discoteca e saremo un gruppo di cinquanta splendidi cinquantenni. La seconda è che da po’ mi sto’ chiedendo se andando in qualche locale LGBT+ possa conoscere qualcun* per qualcosa di più sentimentale e verificare la mia sessualità. Questa serata magari mi darà qualche idea oppure scarterò in toto il tutto.
In settimana mi ha scritto una delle due ragazze dicendomi che prima andranno a una festa di compleanno e non sanno se e quando arriveranno in discoteca, che apre a mezzanotte.
Per due giorni rimango indecisa se andarci lo stesso. Nel peggiore dei casi starò lì poco e comunque verificherò i miei due punti. Il dubbio più grande è se riuscirò a stare sveglia fino a tardi.
Venerdì terminata la giornata lavorativa faccio una breve camminata, ceno e poi esco per riempire le bottiglie alla casa dell’acqua. Se rimango in casa alle 21:30 già dormirò! Provo alcune combinazioni di abiti per la serata. Non ho idea di quanto caldo farà e neppure che persone ci saranno. Alla fine decido per una combinazione di strati e degli stivaletti con il tacco basso.
Cerco di dormire un’ora e riesco a tirare le 22:00. Faccio la doccia, mi piastro i capelli, make-up leggermente più pesante del solito, indosso gli abiti scelti con piccole modifiche dell’ultimo minuto. La vocina dentro continua a dirmi di non andare, ma poi mi rimarranno dei dubbi. Alle 23:15 parto per andare a Bergamo alla discoteca Zero Club.
Non c’è modo di parcheggiare relativamente vicino. C’è una pattuglia dei vigili che ha fermato dei ragazzi, meglio non lasciare l’auto a rischio multa. Riesco a parcheggiare a 400 metri, ma la zona è deserta e non mi sento poi così sicura. Arrivata nella via vedo una lunga fila all’ingresso, per fortuna “sono in lista”. Vedo che sono tutti giovanissimi. Confidando che la ragazza che ha lanciato l’idea arrivi decido di fare la fila ed entrare. Nonostante la frescura ci sono un sacco di ragazzine con dei top che non coprono nulla. Lascio il giubbino al guardaroba ed entro al primo piano della discoteca “normale”, la sala di sopra si aprirà tra mezz’ora.
Il locale è davvero piccolo e in realtà c’è giusto lo spazio per ballare sul posto. Metà del locale è pieno di ragazzi in fila per prendere il drink al bar. La musica è inascoltabile anche se ascolto di tutto, mi sembra impossibile ballare questa roba.
Valentina “Ciau, si penso sia normale. Anch'io venerdì prossimo vado all'Art, discoteca Lgbt (la proprietaria è trav e ci sono spettacoli di drag), a parte la nostra compagnia di trav, circa una trentina, il resto sono ragazzini dai 18 ai 25 anni… noi facciamo le mamme e ci guardano come dei marziani
”
Finalmente aprono il piano dedicato alle persone LGBT+, solo che in realtà non c’è nessuna cosa dedicata e si può passare da un piano all’altro, inoltre vedo un paio di ragazzi che si baciano e per il resto non c’è quasi nessuno per la “festa dedicata”. La musica qui è molto migliore e si può ballarla, anche se la DeeJay ogni tanto toppa con pezzi dove tutti smettono di ballare.
Rosanna “Zia in discoteca, Figo.Beh… sicuramente apparte serate con musica a tema, diciamo che ultimamente purtroppo sono ambienti frequentati da giovanissimi.
”
Anche qui sono tutti sotto i venticinque anni, mi sento una vecchia zia con i nipoti, ma comunque non mi degnano di occhiate particolari. Qui sopra c’è più spazio per ballare e mi metto alla prova ballando da sola, in ogni caso in discoteca si balla da soli anche se di fronte hai degli amici. Dopo quaranta minuti inizio ad annoiarmi e delle persone che mi hanno invitata nemmeno l’ombra così mi bevo il drink analcolico che è molto buono.
Vado in bagno dove ci sono due ragazzine che cercano di farsi un selfie, torno in sala e la folla è aumentata a tal punto che è impossibile ballare, solo saltare sul posto.
Scendo al piano di sotto per ritirare il mio giubbino. “Vai già via?” mi chiede la tipa. “Mi hanno paccato e ballare da sola mi annoia“, “Buona serata” mi augura dandomi il giubbino. Serata? Sono quasi le due di notte! Il giorno dopo scoprirò che le due ragazze sono arrivare mezz’ora dopo, ma comunque era impossibile ballare in quella bolgia.
Ho appurato che non c’è stata nessuna evoluzione nelle discoteche, attirano solo ragazzini e la musica è peggiorata facendomi rimpiangere i brani “Tunz” della mia giovinezza. Era comunque un’esperienza da fare per Bianca che non ha avuto un’adolescenza al femminile.
Mamma “Hai fatto una nuova esperienza! Ciao tesoro buon sabato
”
Torno alla mia auto, c’è traffico in giro e a piedi solo due ragazze. La serata ha comunque dato i suoi effetti: non dovrò più andare in giro da sola dopo una certa ora, neppure se ho un appuntamento. Dovrò andare sempre sul posto con amici oppure non andare affatto.
Come ricordavo in passato i locali notturni non fanno per me, neppure come donna, età a parte. Quindi l’idea di andare a Milano in qualche locale LGBT+ è scartata.
Andrò in discoteca solo con un gruppo di amiche oppure con i miei gruppi di trekking quando organizzano una serata, idem per andare nei locali LGBT+.
Arrivata a casa mi strucco e vado a dormire senza riuscirci ovviamente, non sono abituata a fare tardi e mi trascinerò la stanchezza tutto il sabato per poi dormire dodici ore domenica!
Mi sveglio ‘presto’ per andare a fare lezione di pilates che inizia alle 9:00 e la lezione mi rilassa senza farmi dormire. Gli esercizi di allungamento delle gambe mi sono molto utili, specie dopo una serata a ballare sui tacchi.
Dopo pranzo dormirò un’ora per poi tornare al centro benessere per partecipare ad un’attività chiamata “Hearth dance meditation“. Siamo quattro donne e un uomo, sorpresa! Scoprirò più tardi che anche lui è nel “settore” olistico e spiega la sua presenza. Di solito siamo sempre tutte donne a queste attività.
Dopo un primo momento di respirazione e riscaldamento simile allo yoga, iniziamo questa meditazione in movimento. E’ una danza ripetuta numerose volte, quasi della ginnastica. Si fa mezzo passa avanti e si allunga la mano come per spingere via qualcosa. Si ritorna a mani unite come in preghiera e si procede nelle quattro direzioni. Questo movimento corpo/mano fa molto bene al cuore. C’è comunque da sudare e io anche se ho tolto la maglietta di sotto, rimango con un vestito che è troppo pesante. Ho pensato di rimanere con il solo reggiseno sportivo e collant, ma ho resistito anche accaldata.
La seconda parte è stata simile a quella di settimana scorsa con il “massaggio sonoro” anche se questa volta non sono andata via con la testa, ogni volta ti serve per farti una centratura di te stessa e oggi non ne avevo più così bisogno.
Terminato il tutto c’è stata la condivisione dell’esperienza e tutt* hanno concordato che c’era una bella energia tra di noi, mentre altre volte con persone diverse non era stato così. Comincio a credere di essere io involontariamente a portare questa energia.
Sono rimasta con Khandi quasi un’ora in un bar bevendo un centrifugato e parlando di noi, poi siamo andate in un paese vicino dove ci sarebbe stata un’esperienza sonora che unisce anche pittura astratta. Il trio che la esegue lo conoscevo perché avevo assistito lo scorso luglio alla loro performance abbastanza disastrosa perché era in una piccola festa paesana e c’erano un sacco di bambini che erano una distrazione continua e dopo mezz’ora ero andata via annoiata. Speriamo che stavolta l’esperienza sia migliore.
Entrate nel locale incontro Alda con cui ho fatto il corso di teatro e ci scambiamo i convenevoli. Lei è venuta per fotografare i quadri astratti appesi alle pareti. Facciamo il giro della mostra e alcuni li trovo inquietanti e altri evocativi.
Arriviamo nel salone dove c’è il trio che sta terminando la messa a punto dell’amplificazione. Oggi sarà al chiuso perché è piovuto e sarà un bene perché l’acustica della sala è perfetta e creerà davvero quell’immersione sonora auspicata.
Khandi li saluta e me li presenta, li conosce da tempo anche se questa sarà la prima volta che li vede uniti a suonare insieme.
Ci accomodiamo sui materassini, mentre tutti gli altri spettatori rimangono sulle sedie segno che nessuno di loro pratica yoga oppure pilates. Il vice sindaco presenta l’evento e loro iniziano la loro performance. Gli strumenti sono un gong, delle campane tibetane, un tamburo particolare, un flauto degli indiani d’america e una chitarra classica.
L’artista che ha creato i quadri astratti ogni tanto pasticcia su delle tele e ogni tanto utilizza un apparecchietto per aggiungere in loop la sua voce con suoni molto bassi e con un canto distante. Nella parte finale provoca un taglio sulla tela e poi la cuce con ago e filo. Ognuno troverà in quella simbologia qualcosa di diverso. Durante la performance vedo Khandi che piega la testa come per dormire, anche se non è venuta in discoteca è “in giro” da stamattina ed anche io quando lo faccio ho davvero sonno. Ad un tratto appoggia la testa sulla mia spalla che risveglia ricordi del passato della mia parte maschile e mi arriva un pensiero del passato “che faccio? le metto la mano sulla spalla?”, ma ora sono una donna e quello che ha fatto è una cosa innocente tra amiche. Rimango tranquilla e mi godo la vicinanza.
La performance termina dopo un’ora. Ci alziamo e salutiamo, lei abbraccia i musicisti. La stanchezza di aver dormito cinque ora mi sta cadendo addosso. Ritorniamo alle rispettive auto e ci lasciamo con un bell’abbraccio grate di aver condiviso un’esperienza insieme che ha avuto tutt’altra energia rispetto alla discoteca dove questa energia non c’era proprio.
Khandi “Buongiorno splendore. Meno male allora che non sono venuta in discoteca perché non amo i luoghi piccoli è troppo affollati. Dai ci rifaremo con qualcosa di più in linea alla nostra energia. Grazie a te, sono felice che sei entrata nella mia vita e di averti come amica
”
Prima di andare a casa passo in pizzeria, una “nuova gestione” dove non l’avevo ancora presa e mangio a casa guardando un telefilm. Pizza molto buona.
Stanca morta, ma serena dentro cado nelle braccia di morfeo.