Stasera ho partecipato alla terza sessione del workshop DYP: Danzare tra Yoga e Pilates. Oltre ai leggins da ginnastica ho indossato una maglietta nera attillata. Fino a pochi mesi fa cercavo di nascondere e camuffare il corpo con gli abiti, ora invece faccio il contrario. Il mio fisico è abbastanza femminile e mostrando le poche tette e il girovita stretto aiuta gli altri a vedermi come donna. Quando indosso felpe e giacca a vento tendono a fare il misgender e parlarmi al maschile.
Durante la lezione mi sono vista tre volte allo specchio posto in fondo alla stanza e quello che ho visto mi è piaciuto molto: nello specchio c’era una donna con i capelli leggermente “esplosi” nei ricci.

Come è stata la lezione?
Oggi era basata sul terzo e quarto Chakra: plesso solare Manipura e cuore Anahata, riferiti anche al Centro e PowerHouse. Gli esercizi erano sulle torsioni e sul petto e l’emozione.
Oltre agli esercizi e la danza finale è anche prevista una parte dove chi vuole condividere qualsiasi cosa lo può fare. Cosa ho condiviso?
E’ incredibile come alcune cose accadono in ambienti diversi con persone che non si conoscono e che hanno molte cose in comune. Nel corso di teatro abbiamo lavorato sul tocco, la fluidità e le emozioni. Qui abbiamo le stesse cose. Alcuni esercizi addirittura erano similari.

Abbiamo fatto due ore e mezzo di esercizi di Yoga e Pilates, quasi uno e uno, quando si finiva Yoga da quella posizione si partiva con uno di Pilates e così via. E’ stato impegnativo fisicamente su alcune pose e manovre, ma ho retto bene tutto il tempo.
La parte finale sulla danza è stata liberatoria. All’inizio mi sono chiesta che tipo di movimenti avremmo dovuto compiere perché nelle due ore precedenti abbiamo fatto molto. Il movimento della danza da ripetere a ciclo continuo con delle varianti era lo stare a terra con un ginocchio piegato e l’altro dietro il sedere. Muovendosi si cambiava la posa delle ginocchia, si allungavano le gambe e piano piano ci si poteva alzare leggermente, fino a trovarsi in piedi senza accorgersi con la sola spinta della rotazione. Nel mentre potevamo muovere le braccia. Di sottofondo una musica di Einaudi che ispirava con la sua calma e un crescendo pazzesco. Ah, il tutto a occhi chiusi!

All’inizio abbiamo fatto tutte l’esercizio, ma la stanza è piccola e ogni tanto ci siamo toccate e questo timore bloccava il lasciarsi andare. Così in due gruppi di tre abbiamo rifatto il tutto. Nel primo gruppo ho visto Ilaria con dei movimenti fluidi e bellissimi che mi hanno ispirato, anche se poi ho cercato di lasciarmi andare all’improvvisazione e quello che mi diceva il corpo. Nel mio turno mi sono lasciata andare troppo, nel crescendo della musica ad un tratto non ho capito più nulla, ero in balia dei movimenti e della musica. Mi sembrava di stare volando sopra le nuvole. L’unica cosa che mi sono resa conto e di non esagerare per non farmi del male, magari mi sarei stirata un muscolo oppure mi sarei schiantata contro la parete.
Silvia “Ti sei davvero lasciata andare e si è visto bene.
“
Anche al corso di Teatro abbiamo lasciato fare al corpo e avevo sentito le emozioni che ho interpretato liberamente. Qui è stato un lasciare il corpo senza emettere suoni, forse ancora più coinvolgente.

Una mia compagna nella condivisione ha detto:
“Mi sono sentita bambina, libera. E’ stato divertentissimo.”
Peccato che una signora si è fatta male al polpaccio, dopo che si è rialzata è crollata di colpo. Siamo rimaste tutte bloccate e preoccupate, ma sembra che con un po’ di ghiaccio le sia passato tutto. Questa signora però è stata rigida tutto il tempo e non riusciva a lasciarsi andare e forse anche per questo ha risentito quando si è alzata da terra.
Abbiamo lasciato la stanza e siamo saliti all’ìngresso per rimetterci le scarpe e una compagna di corso mi ha detto:
“Mi sono piaciuti i tuoi interventi con gli aneddoti sul teatro
”
A parte il complimento che mi ha fatto stare bene, come al solito in seguito ho pensato a questa frase. Prima della transizione sembrava che qualsiasi cosa dicessi non interessava alle persone, mentre adesso sono diventata una persona interessante. A parte il mio lasciarsi andare e stare sul momento, mi sembra di comportarmi come prima, ma evidentemente dai risultati sono davvero un’altra persona migliore e interessante, nonostante alcuni miei dubbi sul fisico in transizione.
Laura C. (ACET) da scambio di messaggi “…sei una persona molto socievole ed entri in relazione con una delicatezza e una apertura non comuni.
“

Quindi in pochi, quattro donne e il compagno di Francesca, l’insegnante di Yoga, abbiamo fatto un aperi-cena all’interno del bar di fronte al centro benessere. Oltre al cocktail e il tagliere di affettati abbiamo ordinato gli gnocchi dell’Alto Adige con speck che erano davvero molto buoni, poi ero a digiuno dal pranzo.

Serata bella, rilassante e interessante dove abbiamo parlato di un sacco di cose diverse, in particolare sulla cucina e poi sul Giappone. Mi ha fatto specie parlare della mia vacanza e delle mie amiche del Sol Levante usando la grammatica al femminile. E’ come se mi appropriassi di ricordi non miei, racconti di un tizio che conoscevo. Lo so che sono sempre io, ma mi fa strano lo stesso.

Il compagno di Francesca che avevo seduto a fianco spesso parlava con me, come per avere un contatto con una persona che lo faceva parlare liberamente, vedendo in me anche il mio lato maschile. Le donne quando parlano in gruppo, me compresa sono terribili con gli uomini.
Unica riflessione è che ero perfettamente a mio agio come se conoscessi da sempre quelle persone e non da pochi mesi. Non so quasi nulla di loro, ma si è creato un qualche legame che ci unisce e mi ha fatto stare bene, tranquilla, rilassata e nel momento presente.
Alle ore 23:00 ci siamo salutati, anche io ero leggermente stanca per la giornata e mi sono disabituata a fare tardi al sabato sera nonostante alla domenica avrei potuto dormire perché causa pioggia le mie camminate previste sono saltate tutte e tre.

Domenica ho fatto davvero poco. Ho lavato la scala del condominio e nel metre ho parlato con alcuni dei vicini che uscivano di casa. Non mi “diverto” più nella pulizia, ma la cosa positiva è che non ero truccata, ma che non importa più con loro. C’è anche che la barba dopo l’ultima epilazione da 130€ con il laser Alessandrite, dopo un mese ha dato i suoi effetti. Pensavo di aver buttato via i soldi invece ha dato davvero una bella sfoltita, ora sono rimasti 20 peli di numero, sparsi in giro e un leggero alone. Tra dieci giorni farò una seduta Epilate e poi a metà gennaio tornerò all’Alessandrite per il colpo finale (spero).
Terminata la scala sono andata a Caravaggio per trovare una mia amica che lavora nel suo negozio di casa solo domenica mattina. Una vocina mi diceva di lasciar perdere, ma fuori pioveva di brutto e non avevo voglia di restare a casa. Ovviamente stamattina la mia amica era andata via prima. Di ritorno verso casa ho comprato una pizza e dopo pranzo ho aggiornato il sito di ACET, stampato e provato un discorso che farò sabato prossimo a un evento transgenere, quindi sono andata al cinema, da sola, il film “Eternals” della Marvel. Non ero tanto convinta di andarci, è comunque un film di azione e super-eroi che la mia parte maschile ha adorato, ma alcuni amici avevano scritto che era bello e un film “maturo” diverso dai soliti picchiaduro. Il film durando quasi tre ore mi avrebbe risolto il pomeriggio e così è stato. Bel film, trama non scontata, combattimenti senza esagerare.
Weekend terminato e il prossimo sarà molto impegnativo dove farò tardi tutte le sere da mercoledì. Oggi è stata una giornata uggiosa e di riposo. Notte.