Da circa venti giorni non ho più indossato la parrucca, cioè da quando sono andata dalla mia amica parrucchiera che ha dato una sistemata ai capelli ed è riuscita a stirarli facendomi una pettinatura simile alla parrucca. E’ stata una sorpresa e una cosa che non pensavo possibile, quasi piangevo quando mi sono vista allo specchio. Ovviamente l’acconciatura è durata due giorni. Da allora sto’ cercando di imparare a pettinarli con risultati alterni.
Questa mattina, per andare a donare il sangue AVIS, ero tentata di indossarla, ma ho sentito dentro un rifiuto a metterla. Ora ho l’impressione che se la metto non sono io al 100%. Ovviamente mi fa molto più figa, ma non la sento più indispensabile, forse ho iniziato una nuova fase della mia transizione.
E’ curiosa questa cosa che fino a un mese fa, quando la indossavo, diventavo “Bianca al 100%”, mentre ora senza mi sento Bianca al 98%, sono me stessa anche se meno figa, ma più vera.

Ma facciamo un salto indietro di alcuni giorni. Domenica scorsa ho fatto il primo trekking da un anno a questa parte senza parrucca ed è la prima volta che mi facevo vedere da Elena F. senza indossarla. In alcuni momenti appena incontrati ho provato un leggero imbarazzo, ma dopo pochi minuti non ci ho più pensato.
Poco dopo la partenza c’era una specie di patio e lì ho improvvisato la mia lettura teatrale, all’aperto e come pubblico i miei compagni di camminata. Anche qui nessun problema di capigliatura e in questo caso ero la mia parte artistica al 100%.

Tra l’altro è stato una camminata di deja-vu perché sebbene il percorso diverso, in cima ci sono stata tre anni fa al maschile. Me ne sono resa conto solo in cima quando abbiamo visitato i resti delle trincee degli alpini, poi la vista del lago di Lugano sotto di noi era stupenda.

Quindi per i trekking penso che da ora in poi di farli sempre al naturale. Unica cosa è che devo trovare un’acconciatura che mi dura tutta la giornata senza che a metà mattina inizino ad andare da tutte le parti.
Questo settimana è stato denso di cose difficili per il mio fisico: farò la donazione del sangue e domani mattina la seconda dose del vaccino.
Questo sembrerebbe un post dedicato a queste cose, ma in realtà volevo intitolarlo: parrucca sì, parrucca no?
In questi giorni mi sento così bene al naturale che forse non ne sento più il bisogno di indossarla.

Quindi senza parrucca arrivata in ospedale attendo un quarto d’ora per poter entrare nel reparto dedicato all’AVIS, mi sono accomodata su una sedia e mi sono sentita a mio agio. Dentro ho fatto la visita con il medico e avevo la pressione sistolica a 120, quindi sospendere due giorni la pillola è servito. Ha compilato la scheda rivolgendosi a me con “signora
“, non c’è stato nemmeno bisogno di raccontargli che sono una donna trans, solo che sono in terapia e cosa prendo è già sulla scheda. Quindi sono entrata nel locale dove le infermiere effettuano il prelievo. Anche qui tutto bene, ma non ero più una signora, ma “cara, braccio destro o sinistro?
“. Oggi ho fatto la donazione in circa otto minuti e anche stavolta quando ho terminato ho iniziato ad avere della debolezza anche se la pressione oggi era corretta. Mi sono seduta nel locale dove si mangia e con molta, molta calma ho fatto colazione.

Una volta terminato ero indecisa se andare a casa oppure passare dai cinesi per fare il pedicure. Non avevo voglia di sbattermi sul letto a dormire e sono andata dai cinesi che avendo appena aperto ho potuto farla senza appuntamento. Sono stata più di un’ora tranquilla, seduta e coccolata. Quando mi ha fatto il massaggio ai piedi penso di avere avuto quasi un orgasmo.
A pranzo decido di andare in un ristorante vicino casa e mangiare carne al sangue per ripristinare il sangue appena donato. Da quando sono tornata dalla Germania sono stata vegetariana e ho scoperto che non è facile mollare la carne di punto in bianco. Nei giorni scorsi ho messo insieme dei vegetali e formaggio, ma non ho cucinato davvero qualcosa di particolare e sfizioso. Forse è questo che mi è mancato, un piatto elaborato e nei prossimi giorni dovrò cercare di cucinare e non farmi delle insalate con dentro di tutto.
Non so per quale ragione, ma indosso la parrucca. C’è un leggero timore sul misgender e non essere più considerata “signora”, forse anche un tentativo inconscio di fare il paragone con stamattina quando non l’avevo.

Esco di casa e mentre percorro il chilometro in auto, la temperatura sale parecchio e inizio a sentire la parrucca sulla testa come se fosse un peso che scalda. Parcheggio lontanissima e mi faccio un bel pezzo sotto il sole e penso che indossarla non è stata un grande idea, fa ancora troppo caldo. Per fortuna all’interno c’era l’aria condizionata, ma mi ha dato fastidio indossarla tutto il tempo. Che sia giunto il momento che ne possa fare a meno?
Ho preso un primo (pasta al forno) e un secondo (bistecca poco cotta), birra e caffè a 11€, pensando di mangiare poco a cena. Come da previsione, quando sono tornata a casa sono andata diretta a dormire,

Il resto della giornata l’ho passato a riposare, cazzeggiare e fare piccole cose da una lista che avevo scritto su un foglio. Ho scoperto che usare una lista cartacea aiuta molto nel fare le cose che altrimenti rimandi per sempre.
Una cosa non l’ho potuta fare ed è stata cucire l’orlo della tenda che si è aperto lasciando il “filo a piombo” (che la fa tendere). Non riesco più a vedere così bene da infilare il filo nell’ago e neppure usando una specie di attrezzo per farlo. Più tardi al supermercato ho trovato degli aghi con la cruna più grande, abbastanza da farmi vedere e infilare il filo.
In serata ho fatto un giro in un centro commerciale qui vicino scoprendo che sta chiudendo e i pochi negozi superstiti fanno saldi notevoli. Dai cinesi c’erano abiti a prezzo di pochi euro, ma sebbene un tempo li avrei indossati in casa, ora che vivo da donna anche all’aperto non sono più il mio genere. In compenso avevano degli abiti provenienti da outlet e ho trovato due cose di Desigual a meno della metà del prezzo. Sono leggermente pesanti e più autunnali, ma mi porto avanti.
In serata ho fatto anche una breve passeggiata serale e mentre rientravo c’era Daniela “la vicina di villetta” e un’altra signora che non conosco, che portavano a spasso il cane. Avevo una pettinatura leggermente migliore e soprattutto la gonna, sorpresa Daniela non ha sbagliato la grammatica verso di me, era ora. Forse dipende dal mio aspetto generale, quali abiti indosso e da come mi sento dentro.

Il giorno dopo ho la sveglia molto presto per andare a fare il vaccino della seconda dose già alle 8:00! Mi preparo mettendo poco trucco e non mi ricordo nemmeno della parrucca. Provo a mettere due ferma capelli ai lati, ma non stanno fermi perché non ne ho abbastanza, quindi decido di andare come mi trovo.
Raggiunto il palazzetto di Dalmine, parcheggio e faccio un breve tratto a piedi mentre la temperatura si abbassa e inizia a piovigginare. Entro con il gruppo e l’alpino che verifica il QR Code già mi dice “signora da quella parte".
Mi accomodo e dopo pochi minuti mi fanno entrare nel tendone a fare l’accettazione e dopo aver atteso un attimo seduta, un’altro alpino mi dice “signora, con la lettera B deve andare da quella parte
“. Ho scelto di fare la seconda dose ancora con Astrazeneca perché l’alternativa era con Moderna.
Sono in terapia ormonale e sono sempre a rischio trombotico e questi vaccini hanno uno di questi brutti effetti collaterali. Pensavo di fare il Pfizer perché da questo punto di vista è più sicuro, ma ne hanno poche dosi e devono darle a coloro sotto i 60 anni come prima dose. Da qui l’alternativa. Mi sono detta “evitiamo esperimenti, con Astra so già quali sono stati gli effetti in giornata”.
Ovviamente quasi nessuno fa più Astra e siamo in due in fila. Una volta dentro la dottoressa legge alcune info, compreso nome e cognome al maschile, ma anche perché ha già dei suoi casini con quelli dell’accettazione, mi parla sempre al femminile e lo stesso fa l’infermiera che fa l’iniezione. Anche se dentro il separé saremmo stati solo noi tre, un misgender mi avrebbe fatto comunque male.
Mi accomodo in sala di attesa per i quindici minuti, ma già dopo due inizio ad avere un cerchio alla testa. Come da istruzioni della dottoressa “signora, attenda e poi fili a casa” vado a casa dove dormo un po’. Anche se in forma minore ho a turno gli stessi effetti della prima dose: stanchezza, cerchio alla testa, sensazione allo stomaco, sudori. In una di queste pausa pulisco la scala del condominio visto che tocca a me, faccio fatica a terminarla perché mi inizia la fase sudore e stanchezza.
Ho passato il resto della giornata tra il letto e la cucina, tutta balorda. A merenda dopo che scrivo a Graziano “ci sentiamo tra poco?“, squilla il cellulare e penso sia lui che chiama, invece è un reclutatore che ha preso il mio numero su Linkedin e mi propone due lavori. Sono molto impreparati e il primo è su una cosa di cui non so nulla, la seconda è una proposta molto generica, ma con un bel titolo con dentro la parola “manager”. La cosa che mi ha fatto piacere è stata il “signora Gerardo
“, sul profilo ho scambiato nome e cognome e Bianca non risulta ancora. Per lui sono stata una donna al telefono e sebbene è assodato che la mia voce ora sia a buon punto ogni tanto rimango sorpresa.
Quindi chiamo Graziano e parliamo della sua breve vacanza in campeggio, nemmeno lui ha più l’età, di lavoro suo e mio, di cose varie. Sul finale mi dice se qualche domenica passo a trovarli. Che sorpresa! E’ da più di un anno che causa pandemia non vede più nessuno e da parte mia non ho mai spinto all’incontro conoscendo i suoi timori. Probabilmente anche lui non ne può più e vuole ricominciare a vivere e incontrare persone.
Dormo un’altro po’ e poi esco per comprare la cena: tortellini in brodo. Vado dal macellaio che ha anche pasta fatta in casa. Mentre sono dentro c’è anche il mio vicino chiacchierone con la moglie che sta facendo uno show di battute con il figlio del macellaio e poi anche con il padre. Sparo anche io un paio di stupidate mentre aspetto che la signora mi prepari i tortellini. Dopo aver pagato mi viene un’illuminazione: mi siedo sulla sedia in negozio e dico “posso assistere allo spettacolo?”, risata generale, saluto ed esco di scena, anzi dal negozio.
Nella mia vita precedente non avrei mai avuto il coraggio di fare una cosa del genere. Vado anche al baretto a prendere un caffè e qui parlo con la signora anziana che ha smesso di darmi del ragazzo e parliamo un pochino. Oggi poche chiacchiere, ma mi hanno fatto sentire bene. In quelle fuori casa, ero me stessa anche senza la parrucca e la cosa è stata fantastica e liberatoria.
Con i miei capelli ogni tanto mi vedo più femminile e altre volte meno, non sono sempre “figa”, ma sono “al naturale” che è stato il desiderio più grande dall’inizio della transizione, cioè essere una donna senza trucchi.
In serata mi sento già meglio e anche questa cosa della vaccinazione è andata.
Sabato mattina faccio poco o nulla, la spesa in paese e poi un giretto in un centro commerciale per comprare la bomboletta spray di fissante per il mio vaso. Dopo pranzo vado a Treviglio, al cinema dove ci sarà Pietro S., Marianna e altre che non conosciamo. Siamo cinque donne e il mio amico di infanzia. Il film è molto bello e siccome alcune di queste amiche frequentano dei cineforum durante i titoli di coda e camminando in strada commentiamo il film, punti deboli, impressioni e varie.
Il film è terminato alle ore 17:00 e ci incamminiamo verso il centro per farlo vedere alle tre persone che non lo conoscono: Silvia, Simona, Giusy. Dopo qualche centinaio di metri sentiamo il rombo di temporale e ci dirigiamo verso un bar/pasticceria che è al coperto, qui ci accomodiamo su un tavolone molto alto e non troppo comodo e ci facciamo un happy hour pomeridiana. Io prendo dei pankcake con frutti di bosco e un ginseng.

Qui non parliamo più di cinema, ma di argomenti vari e si scherza molto. E’ incredibile che questi incontri di persone sconosciute, in poco tempo sembriamo che ci conosciamo da tempo.
In un paio di momenti non sono stata “sul momento” e ho avuto qualche pensiero sulla me stessa donna trans. Non sapevo bene dove tenere la borsetta e nemmeno come appoggiare le mani sul tavolo. E’ venuto anche questa volta il pensiero “chissà come mi vedono dall’esterno”, subito fugato e sono tornata in presenza. Dalle domande che mi sono state rivolte sono stata considerata donna da tutte senza alcun dubbio ed è questo che deve bastarmi. Finché io mi sento bene e agli altri vado bene così perché farsi delle menate mentali?
Dopo i lunghi saluti veniamo aggiunte a un gruppo whatsapp per coordinarci per altri incontri in quanto Simona abitando a Bergamo Alta fa spesso passeggiate e Giusi che abita a Vertova in pratica è in montagna, forse faremo anche una cena dove ognuno deve portare un uomo, altrimenti saremmo tutte donne se Pietro non viene. Nei saluti facciamo l’abbraccino e il bacetto sulle guance, cose che mi ha bloccato un attimo perché era un anno che non lo facevo più, ma siamo tutte vaccinate. Il mio amico Pietro poi ha il record di aver fatto vaccino e 32 tamponi!

Oroscopo della settimana
Tratto da Donna Moderna
LEONE
23/7 — 22/8
La fine dell’estate si porta dietro un po’ di tristezza: non tutto è andato come volevi, ma ti sei misurata con nuove sfide. Devi fare più vita sociale: sei una Leone, per te essere popolare e ben inserita è fondamentale. Gestisci le tue finanze in modo razionale.
Il tuo mantra: mi sento al sicuro.

Questa settimana sembra quasi che chi ha scritto quell’oroscopo mi ha letto dentro ed è tutto relativo a quello che mi è successo recentemente.
“La fine dell’estate si porta dietro un po’ di tristezza“: si è concluso il secondo anno della transizione e spiace che alcune attività siano terminate.
“non tutto è andato come volevi, ma ti sei misurata con nuove sfide“: vacanza in Germania cono sconosciuti.
“per te essere popolare e ben inserita è fondamentale“: più persone nuove conosco e frequento e più sento me stessa, a mio agio e felice.
Dina “Cara Bianca, ho pensato molto a te senza parrucca perché tante mie conoscenti che soffrono di alopecia androgenetica hanno una distribuzione dei capelli simile alla tua. Alcune di loro se ne fanno un problema: alcune hanno la parrucca, altre le extension, altre niente e se ne fregano. Io credo che la scelta sia così personale, ma non credo nulla c’entri essere più o meno vere con o senza parrucca. Allora anche lo smalto sulle unghie o il rossetto o il trucco dovrebbero farti sentire meno vera. Non trovi? Credo che tu ti sia stufata di usare la parrucca -ma questa è una presunzione azzardata mia.
“
Sei voluta entrare nell’universo femminile? Mica è tutto facile qui dentro. Non ci sono solo smalti e parrucche ma tanti distinguo senza cui non potremmo vivere. Ti abbraccio, spilungona.