Prima del coming-out mi erano rimasti tre amici storici e un certo numero di donne che incontravo nei trekking, Poche di esse erano diventate delle amiche che frequentavo anche al di fuori delle camminate.
Dopo invece le mie conoscenze sono aumentate in numero notevole e anche le amicizie. Ho quasi tutte amicizie che non hanno una frequentazione assidua perché abitiamo lontani, questo non toglie che c’è affetto e rispetto tra di noi.
Al momento tra gruppi di Telegram e WhatsApp e nominativi singoli presenti nella mia rubrica, ho da poco superato il centinaio di conoscenze. Sempre tramite i gruppi mantengo un contatto con tutti, ovviamente posto e leggo ogni tanto.
Recentemente ho iniziato a conoscere delle persone che abitano nelle vicinanze e quindi aumenterò le frequentazioni, chissà quante di esse sbocceranno in un’amicizia.
Arrivo al dunque di questo articolo, come Bianca è incredibilmente facile conoscere nuove persone che hanno un’ottima impressione di me al punto che sono loro che vogliono che rimaniamo in contatto e sono quasi tutte donne. In effetti ho qualche difficoltà a fare nuove conoscenze con uomini, forse perché molti non mi piacciono fisicamente, oppure non piaccio io, non c’è quell’incentivo a frequentarsi al di fuori di un gruppo.
Le ultime conoscenze sono state le persone in vacanza nella foresta nera, alcune del corso di ceramica, compagne di pilates, conosciute a una cena oppure siamo andati al cinema insieme. Tutte queste conoscenze hanno un loro lavoro e una loro vita privata, quindi la frequentazione sarà comunque saltuaria.
In paese dove abito continuo a non conoscere nessuno per fare qualche attività la sera dopo il lavoro.
In paese penso che ormai tantissime persone mi conoscono come donna trans anche se non abbiamo avuto possibilità di interagire, siccome esco spesso per fare il giretto in paese più volte al giorno, mi hanno notata.
Ieri sera sono uscita dopo cena e ho fatto un piccolo giro del paese, purtroppo inizia a fare buio sempre più presto e quindi mi sono diretta poco dopo verso casa. Mentre passavo di fronte a uno dei bar mi chiama un tizio seduto fuori e mi avvicino. È un gruppetto di persone che ho visto spesso al bar dove stanno lì a bere e parlare. Non mi hanno fatto una grande impressione, in quel bar di solito ci vado al mattino oppure per un caffè veloce la sera. Mi chiede di sedermi e siccome c’è anche una donna nel gruppo mi accomodo, saluto e mi presento.
Il tipo si chiama Carmelo mi dice che mi hanno notata dato che passo spesso da quelle parti per la camminata e che questa volta, d’accordo con gli altri, hanno deciso di chiamarmi per conoscermi.
Ho anche pensato che vogliono conoscere la donna trans e non me in particolare, ma non faranno nessuna domanda riguardo, forse per timidezza oppure non è importante.
Tra i vari discorsi salta fuori che sono amica del signore che vende gli elettrodomestici, che mi saluta sempre mi segue su Facebook, ma che in realtà non conosco più di tanto, però è un bell’aiuto sociale.
Arriva anche un tizio un po’ più anziano e ovviamente gli scappa “un lui”, c’è questa incapacità dopo una certa età di usare la grammatica femminile con una persona che è vestita da donna, ha le tette ed è truccata, ma qualcosa ancora di maschile deve esserci in me. Ieri sera poi per la camminata non mi ero nemmeno truccata come si deve.
Gli altri hanno usato la grammatica corretta senza problemi. Dopo piccole presentazioni su cosa facciamo di lavoro, ho spiegato perché nonostante sono 16 anni che abito in paese mi hanno vista solo recentemente. Il motivo? Lavorando a Milano non c’ero mai in paese.
mi hanno offerto un ginseng e abbiamo parlato un’oretta, al termine hanno rinnovato l’invito ad andare più spesso da loro al bar, oppure qualche sera durante feste che organizzano gli alpini in paese.
Rispetto altre conoscenze è stata una serata di cazzeggio e dopo che ho tirato in ballo l’argomento vino, dicendo che non reggo più l’alcol dopo un anno di chiusure dei ristoranti, sento quasi tutti maschi nel gruppetto iniziano a parlare di vari ubriacature e di quando tanti anni fa andavano nei night club, a bere e guardare le donne. La signora che c’è con me si chiama Raimonda e spesso ride delle loro battute. Nonostante gli argomenti poco interessanti, quest’invito inatteso mi ha aiutata a passare la serata anche se è un paio di volte ho pensato “Che diavolo ci faccio qui?”.
La sera dopo ho fatto una specie di bis con una coppia di vicini che ho incontrato durante una deviazione della camminata, avevo evitato di passare davanti al bar per non incappare nel gruppo. Abbiamo fatto un pezzo insieme e ci siamo fermati in un bar di cui non conoscevo l’esistenza ed è frequentato da giovani. Abito in un paese di 5000 abitanti e abbiamo nove bar! Quello degli anziani, quelle delle signore, quello un po’ pub, quello dei cinesi con la Sisal, etc.
Ci siamo seduti a parlare bevendo un caffè, così ne ho scroccati due in due sere. Ho scoperto che alla moglie piace molto il giappone, dovevano andarci quest’anno, così ho parlato della mia esperienza di viaggio. Tornati a casa dopo le 22:00 nel salutarci mi hanno detto che se altre serie voglio fare un giretto di chiamarli. Sono passata da zero incontri dopo il lavoro a desiderare una serata “tranquilla” visto che giovedì fare una pizzata a Bergamo tramite Meeters, saranno degli sconosciuti e quasi tutte donne.
La sera dopo ho fatto un giretto a Treviglio e tornando verso l’auto ho incrociato Max della scuola di teatro SATS. Stava scaricando delle assi di legno da un furgone e aiutava due tipe. Ci siamo fermati un attimo a parlare e la tipa si ricordava di me come pubblico ad uno spettacolo della scuola. Accade sempre più spesso che si ricordano di me, spero come donna alta e non come donna trans. Mi hanno invitata a quello che stavano facendo, ma al momento non ho capito bene cosa e ho preferito tornare a casa perché avevo una fame incredibile. Poi volevo evitare una terza sera di fila fuori casa.
Al mattino dopo una doccia e faccio un altro tentativo di pettinare i capelli in vista della pizzata della sera. Mi sembra che il risultato non sia male, peccato che dopo un paio d’ore erano tornati quasi incontrollabili. Al baretto in centro, dopo che ho pagato, una tizia mascherata mi chiama “Iula, hai cinque minuti?
”. Uscite ci smascheriamo e vedo che è una di coloro che hanno l’orto comunale e anche lei si ricorda di me. Parliamo dell’orto, poi del mio lavoro e dei vaccini visto che io l’ho appena fatto e lei non lo può fare a causa di patologie varie e non vuole rischiare. E’ stata una conversazione piacevole, unico intoppo le è scappato una frase al maschile, subito corretta. Più che altro mi ha dato da pensare che stamattina ho dei bei capelli, ma non ho usato il fondotinta costoso e l’abito che indosso è una camiciola stile indiano, quindi forse il viso è maschile alla prima impressione?. Ora che inizierà il freddo dovrò dedicare più tempo al make-up.
Dopo il lavoro mi preparo e trucco come non facevo da tempo. Mi guardo allo specchio e provo quattro diversi vestiti perché temendo il fresco della sera alcuni sono troppo corti oppure non stanno bene insieme con qualcosa di lungo. Vado a Bergamo e lungo il tragitto faccio il riscaldamento vocale completo e mi sono anche ricordata che devo stringere la gola quando parlo, cosa che non facevo da tempo. Quando smetti di allenarti ci si dimentica di tante cose.
Arrivata in città parcheggio in un silos perché nelle strisce blu non trovo posto, più tardi scoprirò che avrò speso 7€ per la serata, sempre meno di Milano, ma sempre caro. Mi dirigo alla via del ristorante e sono la prima ad arrivare tanto che il titolare pensa sia l’Ambassador di Meeters. Abbiamo due tavoli all’aperto e per fortuna non ci saranno zanzare, forse perché ho portato lo spray in borsa?
Pochi minuti dopo arriva una tipa e mano mano tutti gli altri, alla fine eravamo 24 di cui 18 donne.
Lo scopo di questa pizzata con degli sconosciuti era molteplice: staccare dal lavoro in settimana, conoscere persone che abitano in zona, valutare la mia transizione e soprattutto il non indossare la parrucca. La pettinatura mi sembra buona, ma come scoprirò poco più tardi non è ancora all’altezza di farmi vedere come donna alla prima conoscenza. Nel mio tavolo ho intorno solo donne, sono quasi al centro per riuscire a parlare sia in mezzo che di lato. Tattica sperimentata per evitare di trovare compagni noiosi e non poter più cambiare posto. Il primo problema sorge quando dall’altro tavolo qualcuno dice a voce alta “lui” indicandomi alla cameriera che porta le birre. Nel mio tavolo c’è solo un uomo ed è astemio. Più tardi una tipa che ho di fronte le è scappato un “lui” e subito si è corretta, per il resto nessun problema anche se avevo capito che tutti mi hanno vista come “trans“. Anziché chiudermi a guscio, ho deciso, visto che ero lì per divertirmi, di fregarmene anche se nel profondo c’è stata una piccola ferita che mi ha agitato nella notte, oppure era la cattiva digestione perché la pizza è stata una delle peggiori che ho mai mangiato.
Terminata la pizza in attesa del dolce, un tizio dell’altro tavolo è venuto da noi e si è seduto a capotavola per parlare un po’ e si è rivelato un comico degno di Zelig. Ad un certo punto c’erano anche altre due uomini a fare un trio molto divertente, da parte mia ho aggiunto del mio con interventi e battute. In alcuni momenti ho riso fino alle lacrime e non ero la sola.
Con la tipa alla mia sinistra ho interagito solo quando abbiamo parlato di trekking e dei corsi di teatro. Per il resto della serata ha parlato con la sua amica dall’altro lato, pensavo che non le fossi piaciuta, invece più tardi mi ha chiesto l’amicizia e ora siamo in contatto Telegram. La stessa cosa con la tipa che avevo di fronte. Le mia paranoie notturne sull’essere una donna trans anche questa volta si sono rivelate infondate.
Oltre da conoscere c’era da cuccare? Non ho visto materiale interessante e lo stesso devono avere pensato le altre perché alla richiesta di un dopo cena a bere, non ha quasi aderito nessuna.
Ho capito comunque che la parrucca che mi fa sembrare una donna al primo impatto, potrò metterla solo quando servirà avere un look impeccabile, un po’ come se facesse parte del vestito. Nella maggior parte dei casi vado bene così al naturale, anzi sembra che così piaccia di più alle persone (come amicizie e conoscenze).
La domenica ho fatto un trekking con un gruppo nuovo a cui ci ha introdotto Massimiliano. Del nostro gruppo di amici eravamo in quattro e siamo andati con due auto perché nessuno conosce se la regola anti-covid che limitava a due persone non congiunti, di stare nelle stesso veicolo è ancora valida. In Italia siamo soliti fare decreti e norme e poi “dimenticarle” senza revocarle quando non occorrono più.
Siamo andati a San Primo (Como) e una volta capito dove parcheggiare, riuniti al gruppo abbiamo iniziato la salita. Eravamo una trentina di persone. La salita si è rivelata davvero impegnativa con 600 metri di dislivello in pratica tutti di fila e molto ripidi. Più volte ci siamo fermati e io sono andata davvero in affanno. Oggi poi ho dimenticato in auto le bacchette, la borraccia grande e la powerbank. Ho dosato il bere con la sola gatorade, fatto più fatica senza le bacchette e a metà pomeriggio il telefono si è scaricato senza motivo apparente.
Il bosco era strepitoso e molto meglio di quello che ho visto in Germania nella Foresta Nera, alberi imponenti e altissimi.
L’ultimo tratto di sentiero era franato parecchio lasciando un sacco di terra secca dove si scivolava e abbiamo iniziato a preoccuparci per il ritorno. Finalmente giungo in cima e mi dirigo alla croce dove erano già lì quasi tutti gli altri del gruppo. Qui con uno degli organizzatori ho uno scambio di zenzero caramellato con mango caramellato. Si fa la foto di gruppo con la croce con quelli che c’erano in quel momento.
Mangiamo qualcosa mentre il grosso del gruppo ha già terminato e scendono seguendo due sentieri di cui uno più facile, ma molto lungo. Con il signore di cui sopra scopriamo che aveva davvero delle mozzarelline di bufala e non era uno scherzo quando lo avevo sentito parlare. Ce ne offre una a testa e sono strepitose. Ricaricati decidiamo di scendere dal percorso difficile della salita, gli altri scivolano varie volte e Elena C. picchia anche un braccio e le farà male la spalla per il resto della giornata. Io sono senza bacchette e uso le mani sfruttando ogni appiglio e devo dire che mi sono divertita un mondo per questo contatto sensoriale con legni, arbusti, sassi e terreno vario. Non sono scivolata!
Sopravvissuti alla discesa raggiungiamo il gruppo che si è sistemato in un prato di fronte al rifugio che è pieno zeppo di gente che mangia e beve. Qui stendo il mio telo e mi sdraio e facciamo conoscenza con il grosso del gruppo. Anche qui eravamo tre quarti donne e sopra i 50 anni, alcune molto esuberanti. Scopro che il gruppo Whatsapp principale si chiama “Gruppo zii eventi” e fanno parecchi trekking, cene e eventi vari.
Oggi ero senza parrucca e come al solito il make-up ha retto fino a metà pomeriggio e non mi sono sentita in imbarazzo nemmeno un attimo. Tutti sono stati cordiali e simpatici, la cosa della donna trans non è mai saltata fuori. Quindi anche oggi un sacco di conoscenze nuove che magari in futuro si trasformeranno in amicizie.