A parte un paio di misgender da parte di persone che mi hanno conosciuta al maschile, tutto è andato bene. Una è avvenuta a metà di una qualche preparazione e l’altra quando lo chef Luca mi ha salutato sul portone. Speravo che vedendomi dopo quasi due anni con il mio nuovo look (parrucca per loro nuova, anche se ci siamo visti alcune volte via zoom non ci fai caso), Raffa ha notato subito i capelli, fossi femminile al punto da “aiutare” la grammatica. Luca comunque è stato molto carino perché si è corretto subito.
Con Raffa ci siamo abbracciate all’inizio (da parte sua) e alla fine dell’evento (da parte mia), forse ci siamo abbracciate solo noi, ma io alla fine ne sentivo il bisogno ed è stato bello.
Non è solo un corso di cucina. E’ una serata di aggregazione dove il nostro amico Luca Chef coordina e consiglia a 12 persone (prima del lockdown eravamo il doppio), il tutto insieme alla sua amica di infanzia Raffa. Cosa facciamo in poco più di due ore? A turno a piccoli gruppi, si prepara, si mangia, si lava e pulisce per tre pietanze. Il tutto in una serata di convivialità. Luca coordina e fa le “cose difficili” spiegando ai nuovi come si taglia e usa il coltello, si preparano le cose, etc. Io soprattutto imparo ogni volta a fare delle salsine che danno il tocco di cremosità ai piatti. Stasera ho appreso che mettere poca farina e olio di oliva e sbattere con una forchetta oppure una frusta, il tutto diventa una cremina da aggiungere al cucinato che fa la differenza e con poco sforzo. Anche per l’uso del mixer a immersione ho imparato qualcosina anche se non mi vengono bene come quando guardo lo chef. Diciamo che queste finezze sono anche la differenza tra preparare da mangiare “per se” e cucinare “per gli altri”.
Sono stata me stessa molto di più dell’ultima volta (18 mesi fa) che è stato a tre mesi dal lockdown. Ora sono una donna senza dubbi e parlo e agisco spontaneamente. Anche questa volta ho contribuito a riempire il chiacciericcio della cucina con commenti e battute (apprezzate).
Se vuoi accedere adesso all’ultima volta in cui ho partecipato al corso di cucina dal vivo:
https://blog.simiula.com/blog/2020/02/07/revisione-auto-e-corso-di-cucina/
Il tutto si svolge a Sesto San Giovanni nella cucina di una parrocchia.
Da “veterana” di questi eventi all’inizio ho aiutato nel fare le prime cose, poi mi sono messa a lavare pentole, vassoi, coltelli sporchi. In cucina c’è anche questa incombenza e devo dire che dopo una giornata passata seduta al computer, questa attività fisica mi ha fatto piacere.
Quando c’è stato da tagliare alcune cose tra cui zucca e patate. Per la zucca Luca mi ha detto “a te non ti spiego niente perché sei bravissima”, per le patate Marta mi ha detto “Brava, ti sei allenata durante il lockdown?
“. In effetti qui ho imparato a come si impugna un coltello e si tagliano le cose in modo facile e in sicurezza senza affettarsi le dita. Non vado più nemmeno così lenta come le prime volte, ma rispetto a Luca che lo fa di professione sembro una lumaca del taglio.
A metà serata ho invece osservato, si fa a turno a preparare, e dato una mano a spostare le cose in preparazione, mentre verso la fine ho solo osservato, ma facendo tante fotografie. Ovviamente ho mangiato e bene.
Solo in tre avevamo portato il grembiule suscitando “l’invidia” delle altre che non ci hanno pensato anche se questa volta non c’era da sporcarsi molto, ma fa molto cucina casalinga farlo con il grembiule. Per le norme Anti-Covid abbiamo anche indossato i guanti in lattice e mi ha dato la carica facendomi sentire più professionale.
Quando c’è stato da schiacchiare le patate con l’apposito schiacciapatate, Raffa ha avuto difficoltà perché non aveva abbastanza forza. Ha chiesto a me di farlo e ho scoperto che ho meno forza fisica di lei! Quindi ha chiamato un ragazzo per il duro compito di usare la forza. Alla terza patata schiacciata con fatica anche da lui, Luca ci ha detto di sbollentarle un attimo che si sarebbero ammorbidite. E’ stata interessante questa cosa della forza fisica, so che è diminuita parecchio, ma non pensavo così tanto. Nel sollevare le cose sono ancora ben messa anche se non sono mai stata forzuta, ma nelle braccia ora sono anche qui al “femminile” e si può dire che sono “una pippa” in forza fisica.
Siamo stati con la mascherina tutto il tempo, tranne quando dovevamo mangiare, ma l’areazione del locale era buona con le finestre aperte e mettermi la felpa è servito. Mi sono resa conto e l’ho detto a Marta, che l’ultima volta che ci siamo visti avevo la stessa felpa, che non ho più indossato da allora. Una piccola emozione dove adesso è tutto più “libero” nella mia vita è venuta. Prima di partire da casa ero nel dubbio se indossarla o meno, per il timore di evocare ricordi belli e contrastanti nel risultato.
Dopo un anno siamo tutti più green. Luca resosi conto che le altre volte riempivamo un sacco di rifiuti, anche con piatti biodegradabili, questa volta ognuno doveva portarsi da casa piatti, posate e bicchieri, oppure comprare il kit da 3€. Io avevo già molte cose e ho solo comprato dei piatti fondi di carta. Un piatto fondo l’ho scambiato con uno piano perché quando abbiamo fatto la vellutata di zucca, una ragazza si è resa conto che con il piatto piano non poteva versarla e mangiarla.
Comunque un mezzo sacco lo abbiamo riempito lo stesso con le confezioni dei prodotti e scarti della lavorazione (ossa, gambi, etc.). Siamo un po’ più “green”, ma non troppo.
Cosa abbiamo mangiato?
– Vellutata di zucca con melanzane croccanti (fritte)
– Spaghettoni (Garofalo) alla crema di zucca e porri con pancetta croccante (quasi una carbonara)
– Bocconcini di pollo (fritti) alla birra con peperoni e patate (al forno)
Al termine era avanzata della pasta, ma eravamo tutti pieni, così con un po’ di sfacciataggine ho tirato fuori il contenitore che mi ero portata da casa e l’ho riempito. Non si butta il cibo e nessuno era attrezzato, io sì con una lunga esperienza di pendolare e schiscette (parola milanese che indica cibo nei contenitori). Sul finale è avanzato il pollo alla birra e una ragazza ha riempito un contenitore, non ero la sola, però è avanzato pure lì e dato che mi era sembrato troppo farmi avanti subito, alla fine ho riempito anche il secondo contenitore. Per domani e dopodomani ho pronto pranzo e cena!
Sono tornata a casa per mezzanotte guidando tranquilla e cercando di digerire, mi sa che ho mangiato troppo, ma era tutto così buono e fatto da noi.
Raffaella D. su Facebook “Anche il corso di cucina fai? Bravissima !!!!!
”