Mi sono svegliata prestissimo, intorno alle 6:20, perché avevo bisogno di fare un’altra doccia dopo quella di ieri sera e mi sono resa conto che mi occorre sempre circa mezz’ora di tempo per prepararmi. Il make-up di ieri mattina ha retto abbastanza bene, ma non durerà anche tutt’oggi, quindi sono ripartita da zero.
Ero titubante a usare il rasoio elettrico, perché temevo che Giovanni mi avrebbe sentita, invece stava ancora dormendo di brutto.
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Mentre le donne del gruppo hanno capito che sono una donna trans, anche se in rari casi sbagliano dandomi del “lui””, i maschietti forse non l’hanno capito, lui no di sicuro. Un’altra cosa che ho pensato è che qui mi conoscono tutti come Bianca, sul treno il biglietto era di gruppo e qui non chiedono i documenti, quindi è l’unico nome con cui possono chiamarmi anch se a volte non sono un granché come donna stanca e sporca. La cosa curiosa è che sono Bianca, una donna del gruppo ed anche “lui”. Pazzesco.
Il mio compagno di stanza ha un problema i respirazione la notte e emette una serie di suoni simili a russare, alcuni abbastanza inquietanti, motivo per cui aveva ottenuto anche lui la stanza singola.
Però non è stato lui a tenermi sveglia, anche ieri sera la cena mi è rimasta sullo stomaco e quindi ho dormito a tratti, stranamente però stamattina mi sento bene. A colazione mi sono mangiata anche due panini con marmellata e uno con affettato.
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Il trekking di oggi è stato interessante e anche molto stancante, una parte e poi l’abbiamo passata attraverso dei paesini sotto il sole e faceva molto caldo.
Il panorama era spettacolare e molto simile a quello del Trentino Alto Adige, tranne che qui le piante sono molto più alte.
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Già in tarda mattinata ero stanca morta, ma sono riuscita a resistere fino a fine giornata.
In una sosta, con vista panoramica, abbiamo iniziato a fare qualche fotografia e Raffaella chiesto espressamente che ci facessero una foto insieme, poi anche una con Sara e alla fine abbiamo fatto una foto gruppo con tutte le donne, qualcuno ha detto che siamo il “Collettivo femminista” del trekking.
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Ecco, questa cosa che ci tenevano a fare una fotografia con me e che mi hanno messa nel gruppo, mi ha fatto enormemente piacere per il riconoscimento come donna da parte loro.
In uno dei tanti momenti in cui eravamo soli con Sara, lei mi ha chiesto conferma avevo davvero 58 anni, non ci credeva. L’ho corretta dicendo che sono “solo 57” e lei ha risposto che ne dimostro la metà (esagerando), poi ho chiesto un parere un po’ più obiettivo e secondo lei l’età che dimostro è poco più di quarant’anni.
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Il make-up è durato abbastanza e in alcuni momenti io ho provato a farmi qualche selfie per vedere a che punto ero il rispetto ieri. Oggi ero sempre sul femminile, alcuni momenti addirittura sorridevo in maniera radiosa. Quando sono felice e spensierata non c’è regressione che tenga.
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Alla fine scendendo dall’ultima montagnetta, siamo arrivati al centro turistico di Titisee, dove con Raffaell abbiamo guardato qualche bancarella e provato alcuni cappelli di paglia. Lei mi ha confermato che i cappelli stanno molto bene.
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Stanchi morti ci trasciniamo verso la stazione, dobbiamo prendere un treno per fare 20 km e arrivare all’albergo. Mentre aspettiamo, arriva un tipo italiano che ci dice che oggi c’è lo sciopero e che non ci sa se i treni passano oppure no. In queste stazioni non c’è nessun ufficio, nessun controllore a qui chiedere. Guardando su Internet i treni sono stati annullati. Il problema è come fare a raggiungere l’albergo visto che anche gli autobus sono soppressi.
Tra i vari suggerimenti Brunella fornisce quello vincente e telefona a un’agenzia di taxi e riesce a prenotare un veicolo da otto persone è un altro da quattro. Quando arrivano le due vetture chiediamo cosa spenderemo, prima di avere sorprese, scoprendo che il prezzo tutto sommato è basso di 10 € a persona.
Abbiamo una persona in più però e nell’entrare nel veicolo grande si stringono un pochino.
Le alternative sarebbero stati di affittare delle bici, farcela a piedi, fare l’autostop.
Arrivati nell’albergo a Kirchzarten, ci forniscono le chiavi delle stanze. Qui alloggeremo per tre notti. Massimo vuole vedere tutte le stanze i prima e cerca di capire quali hanno letti uniti e quali no. Quando apre la mia camera c’è un letto e mi dice qualcosa usando la grammatica al maschile…”uffa”.
Oggi pensavo di essere stata più femminile tutto il tempo, probabilmente la stanchezza di tutti e fatto indossare la mascherina traggono in inganno.
Poi c’è il fattore “informatica e telefonia”, perché nonostante i miei propositi di non far vedere il mio sapere tecnologico, questa mattina il telefono della guida aveva un problema con il GPS e l’ho risolto. Sembra che nell’immaginario non possa esistere una donna che conosce di tecnologia e quindi si pensa me in versione maschile.
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Ho avuto un altro piccolo colpo con la signora albergo nel consegnare le chiavi. Lei leggeva alta voce e quando ha detto il mio nome sono trasalita, per fortuna l’agenzia che ha organizzato il viaggio ha indicato “Bianca Iula Gerardo”.
Non che importi poi così tanto, ma mi fa ancora male quando tirano fuori il mio nome anagrafico.
Prima di mettermi a dormire ho prestato il phon a Raffaella perché in questo albergo nelle camere non c’è, addirittura nella mia non c’è nemmeno la presa di corrente in bagno e i capelli li ho asciugati all’ingresso, andando a memoria. Meno male che il mio rasoio elettrico é senza filo, altrimenti avrei avuto difficoltà nell’eliminare “a memoria” quel poco di barba che mi rimane.