Lunedì appena dopo il lavoro mi sono collegata per fare la lezione di Pilates, Sono tornata a fare coppia con Giulia e quindi la lezione era più avanzata rispetto a quella di settimana scorsa. Al termine di ogni lezione mi sento meno legata e meno rigida e con una fame incredibile tipo buco nello stomaco.
In serata abbiamo fatto la lezione di Lettura Espressiva leggendo alcuni brani nel libro che ci ha suggerito l’insegnante. Quando è stato il mio turno mi sono alzata in piedi e utilizzato il leggìo in modo che la voce fosse più pulita. Anche se ero a casa mi era sembrato di essere in un teatro e ho dato una buona lettura, mi sono accorta in alcuni punti di non fare la voce femminile correttamente, ma comunque mi sono goduta la lettura interpretandola.
Ho fatto fatica comunque arrivare alla fine della lezione perché per quanto anche gli altri erano bravi a leggere, l’audio che arrivava era pessimo e molto stancante, soprattutto dopo una giornata passata al computer, non sono io.
Stefania “Iula la prova in bolognese è meglio che tu la faccia dopo che hai lavorato il testo sulle divisioni, perché se no sei troppo attenta a come fare l'accento e ti perdi il resto comunque si sente che ti sei divertita! Le altre meglio ma prima dell'interpretazione, lavoriamo meglio sugli aspetti tecnici.
”
Grazie, infatti non riuscivo a fare le tue cose insieme, la prima volta che provo a parlare a lungo con un accento diverso dal mio
Martedì mi sono svegliata presto appena dopo le ore 7:00 mi sono fatta una doccia non avevo tantissima voglia, ma è servita davvero. Dopo aver fatto colazione sono uscita per fare un giretto sono andata a comprare la frutta e poi un pochino di pane, anche per fare due chiacchiere.
Il vento continua aumentare sebbene non è più freddo come l’altro ieri, da parecchio fastidio.
Questa mattina mi ha chiamata il titolare del commerciale ed è la seconda volta che usando solo l’audio gli è uscito un bravo o qualche altro articolo al maschile, so che non lo fa apposta però dà parecchio fastidio. Capisco anche che la mia voce, specie filtrata da queste app di comunicazione, non è per nulla femminile.
Da ieri mi è tornato un senso di tristezza generale, ricordando il blocco dell’anno scorso, infatti oggi nella pausa pranzo ho fatto un giretto breve e siccome hanno chiuso ancora il parchetto, sono ritornata passando dal parcheggio dello stadio e mi sono ricordata dei giri che ho fatto per due mesi lo scorso anno, quando non potevamo allontanarci più di tanto da casa.
Mercoledì dall’ortopedico.
Riassunto veloce: da trent’anni ho una lombo-sciatalgia che si è fatta risentire il mese scorso, motivo per cui ho cambiato letto e materasso comprandone un ortopedico, costato una cifra. Per recuperare dalle tasse 20% ovvero circa 900€, mi serve un certificato medico, così ho fatto fare l’impegnativa il mio medico e poi ho telefonato al numero verde e mi andato l’appuntamento a Melegnano.
Dal gruppo Facebook transgender: “Domanda, sono in TOS da 8 mesi circa e ultimamente ho sofferto di infiammazione del nervo sciatico ed ho un perenne mal di schiena.. premetto che faccio un lavoro fisico da 7 anni ma non ho mai sofferto di questi dolori .. è possibile che sia causato dalla TOS? Grazie
“
Una risposta:
“La TOS femminilizzante credo riduca la massa muscolare. Per un lavoro fisico intenso potrebbe essere un problema anche se "l'allenamento" (abitutine) dovrebbe compensare…
”
Il consiglio però è quello di chiedere un parere medico (sia all'endo che al curante).
E’ incredibile le connessioni che capitano, quando ho una qualche cosa nuova sulle terapie e varie, in quei giorni c’è sempre qualcuno che posta una domanda oppure un commento relativo a quello che mi sta succedendo!
Arrivata a Melegnano dopo 40 minuti di guida in auto, parcheggio e dentro, all’ingresso mi dicono che se ho pagato online devo comunque andare al CUP… mi chiedo che cosa serva pagare online…Mi ha giro negli ospedali cambio di ufficio cambio due piani e finalmente arrivo e fornisco impegnativa del medico e mi danno dei foglietti da consegnare all’ortopedico. Ritorno nell’altro edificio e a fatica trovo la stanza 201.
Non so perché, ma mi tocco la collana e si rompe il filo, per fortuna non vanno tutti i pezzi da tutte le parti!
Mi siedo fuori in corridoio in attesa. È un’infermiera da un’altra stanza e mi chiede “signora, cosa deve fare?
”, le dico che aspetto il medico che arriva poco dopo, entriamo e cerco di spiegargli cosa mi serve e lui mi risponde “signora in questo ospedale è solo per le ingessature e le fratture, le hanno dato l’appuntamento nell’ospedale è sbagliato, però le faccio lo stesso il documento
”.
Meno male che almeno non ho fatto la strada per niente e ho pagato il 22€ di ticket. Gli fornisco le ricevute del materasso del letto in modo che prenda le specifiche. Si mette al computer e digita il documento su una tastiera meccanica vecchia di dieci anni . Prima di andare in stamps mi guarda dubbioso perché non gli corrisponde il mio nome con quello che ha di fronte (io). Allora gli dico che sono una donna trans che se mi avesse visitato gli avrei spiegato tutto. È stato gentilissimo, si è scusato per la domanda e io gli ho risposto “si figuri non c’è problema” e ha continuato a darmi della signora fino ala uscita.
Quindi tutto a posto anche se mi sarebbe piaciuto parlare con un ortopedico e fargli qualche domanda per la mia schiena, lo farò in futuro appena ci sarà meno casino negli ospedali.
Venerdì sera sono in collegamento Zoom con la mia associazione transgenere (ACET), tra i vari argomenti uno mi ha colpito è che ci stiamo abituando a questa mancanza di socialità con i lockdown e le restrizioni settimanali. I giorni sembrano tutti uguali e sono passati 13 mesi dall’inizio di questa cosa.
Ci stiamo frenando, assuefacendo e diventando davvero indolenti. Da parte mia cerco sempre di tenermi attiva e fare cose, ma da questa settimana le uscite al mattino e dopo pranzo mi sembrano tutte uguali e che devo solo farle per prendere aria e salvarmi la schiena, ma non provo nessun piacere a farle. (in realtà penso centri anche il cambio di terapia ormonale..).
Intervengo un paio di volte perché Andrea pone una domanda sul come mai sua sorella continua a usare la grammatica maschile con lui. Intervengono varie persone, tra cui io e più o meno riusciamo a darci delle impressioni più che delle risposte. Tra l’altro Andrea sta aspettando il momento propizio per ufficializzare l’essere donna trans a tempo pieno, ma lavora nel settore scolastico e quindi è molto cauta su questo passo. Gli viene detta una cosa molto interessante “Non c'è un momento buono per comunicarlo al mondo e da lì in poi essere la persona trans. Non ci sarà mai il momento perfetto per farlo. Ci sarà un momento per cui non ne puoi più e decidi di fare il coming-out totale, accada quello che accada. Attendere troppo non porta a nulla, solo rinviare e farsi del male.
“
Nel frattempo, mentre ascoltavo le discussioni, ho fatto del copia/incolla per i testi da questo sito al software dove raccolgo e divido i pezzi per il libro “Donna Trans 24/7“. Mi sono resa conto che ho già raccolto quasi settanta pagine e sono arrivata solo ai primi di gennaio 2020, ma quante cose ho fatto in soli quattro mesi?
Sabato in serata ho la “conversazione del sabato“, su Zoom, ha come tema “le dipendenze“. Fortunatamente tra i partecipanti nessuno ha dipendenze serie e discutiamo su quelle che abbiamo nella vita quali fumo, dolci, caffè. Come al solito gestisco la serata e riesco a riempire i vari buchi di silenzio con osservazioni e note che stimolano i partecipanti a intervenire. Questa mia “nuova” qualità mi stupisce ogni volta perché improvviso davvero avendo sottomano solo il capitolo sul computer (su iPad partecipo con zoom perché ha una webcam migliore).
Nell’ultima mezz’ora a discussione avviata chiudo il computer che mi distrae e mi godo il resto della conversazione. Gli ultimi minuti sono molto conviviali e scherzosi, ne abbiamo tutti un gran bisogno. Termino la serata con una battuta che una delle mie dipendenze era il sesso, ma che con il lockdown e restrizioni a stare a casa ho risolto. Ridono tutti. In passato nessuno rideva alle cose che diceva Gerardo, sono davvero più aperta ed empatica.
Oggi mie era uscito il sangue dal naso e sono rimasta in stato di rimbambimento tutto il giorno, ma durante quest’ora e mezza stavo bene. Terminato però ho fatto fatica a leggere un capitolo di un romanzo e mi sono addormentata.
Nel dormiveglia del mattino presto mentre mi rigiro nel letto mi viene questa idea di scrivere una poesia/raccontino con dentro ‘bianca‘ il numero di volte più alto possibile.
Mi racconto su Bianca
“Bianca Bianchi aveva passato la notte in bianco, non era riuscita a dormire tra le bianche e candide lenzuola. Tutta notte l’ha trascorsa a fissare il soffitto bianco anche esso. Ripensava a quello che era successo il giorno prima: di punto in bianco era arrivata la notizia dentro una busta bianca raccomandata. Una volta aperta lesse il contenuto sgranando gli occhi ed era sbiancata di colpo. La sua domanda di lavoro presso la “Blank farma” era stata accettata, avrebbe lavorato nel reparto di ricerca all’interno della camera bianca, con un bel camice bianco, cuffia bianca e guanti azzurri, per dare una nota di colore all’ambiente.“
In mattinata esco per fare una bella camminata, otto chilometri con il giubbotto perché anche se è il primo giorno di primavera ci sono 5 gradi e il sole sembra una lampadina. Parlo con mamma e non mi rendo conto del panorama, non ricordo nulla del mondo attorno a me. Graziano mi aveva detto questa cosa che è pazzesca, se ripeti una cosa, visiti un luogo nuovamente, la tua mente ha già dei ricordi e ignora quanto viene visto. Nel caso della camminata sono concentrata a parlare con mamma, il panorama è lo stesso che vedo tutte le settimane e il mio cervello non memorizza nulla.
Nel pomeriggio ho la tisana delle quattro con le mie vicine. Ieri ho fatto la crostata di frutta per l’occasione, ho usato la ricetta di Carmina che è molto diversa da quelle che trovi online, ma viene più buona. C’è ancora qualche miglioramento per la prossima torta, ma è buona e la base è rimasta soffice. Carmina però porta anche lei una torta che ha fatto ieri con panna e crema chantilly, oggi doppio dolce e stasera si salta la cena. Antonella ha detto che non viene perché aveva delle cose da fare, peccato.
Chiacchieriamo per due ore di vari argomenti, dico loro del cambio di terapia e Carmina mi dice che con quel che sto’ facendo “non sto spendendo un cazzo” rispetto a altre malattie e disturbi dove appena vai in farmacia lasci già trenta euro per una paio di scatolette.
Al termine ho la testa piena di parole e dopo i saluti a metro zero esco per una breve passeggiata in paese, ho bisogno di aria e lasciare andare i pensieri.
Oggi avrei dovuto fare la mia prima lezione di Yoga con meditazione, ma l’insegnante è dovuta andare in un qualche luogo dove non ha connessione e quindi la seduta è rimandata. Tutti sul gruppo Whatsapp la ringraziano e io scrivo che sarà la mia prima seduta la prossima, allora lei posta un vocale spiegando bene cosa è la meditazione e cosa faremo. Ha una voce bassa, calda, bellissima da ascoltare, forse sarà la volta buona che riuscirò a fare una meditazione guidata con qualcuno.