Oggi alle 11:00 del mattino sono partita per andare all’ospedale Niguarda per il terzo colloquio con la psicologa, anche oggi c’è un sole bellissimo che mi rende piacevole uscire di casa e fare un piccolo viaggio. Siamo sempre in lockdown con zona rossa.
Arrivo, entro e mi fermo al triage in attesa, sono in leggero anticipo e se riesco a beccare il dottor B. da solo, ho giusto un paio di cose da chiedergli.
Lo vedo da lontano e sento che indice una riunione a tutto il reparto e capisco che non è il caso. Gli scriverò una email.
Finalmente la dottoressa arriva ed è in compagnia di una ragazza giovane, mi dice che è una dottoressa in tirocinio, oggi faremo la conversazione di gruppo, non ho nulla in contrario.
Le racconto un po’ delle novità nelle ultime tre settimane, poi accenno al blog, che non gli avevo detto nulla, entrambe prendono nota per darci un’occhiata.
Le cose salienti che sono saltate fuori e che lo scorso anno con il primo lockdown tutti abbiamo dovuto modificare la prospettiva dal guardare da fuori a guardarci dentro, quindi non solo io.
Il fatto che in casa mi vesto e mi trucco ogni giorno, anche se lavoro da casa, va bene.
La dottoranda ha accennato anche al mettere il profumo, cosa che ho iniziato a fare da poco, dovrò metterlo più spesso.
Per me è una cosa normale vestirmi bene stando in casa, perché prima del coming-out quando stavo in casa a lavorare mi travestivo da donna, quindi per me questa cosa è normale.
Ho dato qualche informazione di me alla dottoranda, almeno si fa un quadro più completo di me stessa. Ho anche accennato sto scrivendo due libri, uno che è quello relativo al blog, ma non un diario in ordine temporale, sarà diviso in storie per argomento. L’altro è un libro dedicato agli psicologi visto dal punto di vista della paziente. Però qui non hanno chiesto niente e per il momento non ho voluto approfondire, è ancora un progetto molto in là nel tempo per il prossimo anno.
La psicologa ha aperto la cartelletta e mi ha chiesto se volevo conoscere i risultati del test, quello che ho compilato il mese scorso. Era composto da quasi 600 domande da rispondere con si/no, alcune domande erano poste al contrario tramite negazione, dovevi rispondere all’opposto e quindi con trabocchetti. Il test è chiamato: MMPI-2 (Minnesota test, Presentazione PDF con le info salienti, Scarica Presentazione scientifica)
Il test è stato verificato utilizzando i dati anagrafici del loro computer, quindi analizzando le risposte dal punto di vista maschile.
Emerge una netta disforia di genere, con una scarsa aderenza al genere di nascita.
In situazioni di stress tendo ad essere pessimista.
Sono molto aperta ed espansiva verso gli altri
Ho una predisposizione alla leadership.
ho una notevole sicurezza di me.
La parte sul pessimismo non la sento mia (anche la mia amica infermiera Barbara quando fece un test simile anni fa, le uscì questa cosa), anche perché cerco sempre di reagire alle cose che vanno male e di migliorarmi.
Forse ho un atteggiamento più realista e quindi guardo le cose in maniera più obiettiva senza metterci emozioni e pensieri.
Poi da buona programmatrice di computer, una della “Leggi di Murphy” cita “se qualcosa può andar male, andrà peggio”.
Nel mio lavoro devo sempre immaginare e prevedere tutte le cose peggiori che possono capitare a un sito, oppure a quello che ci può combinare l’utente. A livello tecnico non sono così brava rispetto un ingegnere, ma a risolvere i problemi di programmazione serve molta più fantasia e su questo sono imbattibile.Pessimismo, proprio per nulla e dopo 18 anni a lavorare nel settore congressi medici, diciamo che sono pronta a tutto. Ho raccontato un aneddoto sul mio capo e più tardi ho ripensato che in effetti dopo aver realizzato: un congresso in dermatologia via Internet, tre eventi via satellite, il lancio di un prodotto a Montecarlo, una chat con 100 computer, un sito di formazione a distanza con 200.000 medici e infermieri promossi…Qualsiasi cosa adesso mi sembra facile.
Sulla leadership l’ho notata recentemente, perché negli eventi che gestisco con i gruppi ho una qualche forma di carisma e vengo considerata come un riferimento. In passato quando organizzavo qualcosa c’era una considerazione, ma solo perché ero responsabile. Parlandone con alcuni amici “recenti” mi hanno confermato questa cosa.
Ci siamo salutate un quarto d’ora in anticipo, però al momento non avevo niente su cui approfondire. Sono scesa alla zona bar mi sono mangiata una piadina. Anzi due piadine perché con un solo euro in più, si prendeva anche una piadina alla Nutella. Ci sono ricascata, sto cercando di ridurre il consumo di dolci, Ma sembra che non abbia troppo successo. Però mi ci voleva e quindi classico sfizio da fare ogni tanto, ultimamente dobbiamo cogliere l’attimo perché non sappiamo che limitazioni ci saranno nel futuro.
La piadina era un gusto che non avevo mai assaggiato con la mozzarella di bufala e paté di olive, il cliente prima di me abbiamo ordinate due e mi sono detta perché no?