Oggi giornata di decompressione dopo le giornate ricche di eventi e emozioni. Dopo colazione smonto il green screen e le luci, speravo di usarlo per fare qualche ripresa per lo spettacolo di Paprika, ma non ho avuto tempo e voglia e forse è stato un bene, mi rendo conto dal calendario che domani riprendo a lavorare. Più avanti monterò di nuovo tutta l’attrezzatura quando servirà. Noto ch la stanza del computer ha un’ aspetto più vivibile e mi rasserena.
Al mattino esco per una passeggiata in paese, appena in strada però sento come un ‘mancare il respiro‘ e non riesco a tenere su la mascherina.
Questa mattina ho fatto colazione con latte e torta della vicina, ma il latte lo digerisco sempre con più difficoltà al mattino. Vado in una zona dove posso camminare senza mascherina, la sensazione di soffocamento evoca ricordi del passato. Maledetta memoria storica, esattamente tre anni fa avevo preso una brutta influenza, quella con vomito, e in quel periodo c’é stata la mia rinascita frequentando nuove amicizie, ma a Gennaio avevo sentito una sensazione di solitudine che mi aveva segnato.
Chiamo mamma anche per distrarmi e giro nel parcheggio numerose volte mentre parliamo. Le dico dell’incontro con mia sorella, ma non mi fa domande. Rimango un po’ male, ma forse papà è ancora in casa. Parliamo di varie cose e poi torniamo sull’argomento e mi fa una domanda “Come è stato? Cosa ha fatto Fernanda quando ti ha vista?
“. Già perché lei non mi ha ancora visto di persona e chissà cosa si immagina di me di persona. Le rispondo che è stato bello e normale, come se non fosse passato un anno e tutto fosse ‘come prima‘.
Speravo di sentire qualche commento di mia sorella su di me, ma ieri non si sono telefonate.
Dopo quasi un’ora di telefonata inizio ad avere freddo e la saluto e termino il giro per il paese.
Rientro a casa e inizio a sentire la fatica degli ultimi giorni. Mangio una piadina, sul più bello suona il citofono. E’ Amazon che consegna anche la domenica, avevo ordinato l’elastico per fare pilates. Termino la piadina, anzi ne metto in frigo metà perché la sensazione di stomaco gonfio è notevole. Cerco di dormire sul divano e mentre i pensieri vanno e vengono, mi accorgo che il mio pensiero è quello maschile.
Oggi ho avuto una bella regressione, accidenti! Forse è stata peggio delle altre volte. Penso a quello che mi ha detto la psicologa che posso affrontare qualsiasi cosa e di non lasciarmi abbattere.
Un piccolo timore che ‘la favola‘ di Bianca Iula sia terminata, ho sempre avuto questo timore.
Cerco di rilassarmi con un respiro regolare e penso che ormai ‘è tardi‘ per tornare indietro e soprattutto ‘non voglio‘, La mia vita di adesso è molto intensa e appagante rispetto agli ultimi anni, non è il solo poter indossare abiti femminili all’esterno, ma tutte le amicizie e il sentirmi a posto e presente in ogni momento.
Quindi riesco a dormire. Mi sveglio con la testa che gira, sono quasi le tre ed è presto per fare merenda, ma ci provo lo stesso. Terminata la tisana nuova, che ho comprato ieri, mi viene fame e dapprima assaggio il panino per la cena, poi lo mangio insieme a del prosciutto e formaggio.
Leggo un capitolo del romanzo romantico cercando di cambiare lo stato di regressione, ma non ha un grande effetto. La protagonista poi in quel capitolo non fa molto per attirare le simpatie del mio lato femminile e mi immedesimo più sul protagonista maschile (descritto come gran figo).
Non va per niente bene.
Per distrarmi mi guardo una puntata di Star Trek: Discovery, che è sempre peggio, troppa azione e poca trama. Il mal di testa va e viene e il telefilm non aiuta per nulla.
Ho un leggero stato influenzale, la regressione al maschile, senso di soffocamento al petto, bruciore al sedere, prurito ai polpacci, un piccolo herpes e una stanchezza generalizzata!
Dormo un’altra mezz’ora, poi mi cambio gli abiti perché il maglioncino e gonna oggi mi stanno proprio male, mi sento leggermente meglio, ma devo superare la regressione.
Esco per fare un giro in paese, tra mezz’ora i bar chiuderanno, ne approfitto per bere un ginseng (il caffè non mi è sembrato indicato con tutto quello che ho).
E’ caldo e va già bene, il senso di soffocamento diminuisce e proseguo il mio giro tenendo bassa la mascherina. La alzo un paio di volte incrociando qualcuno, oppure quando fa troppo freddo.
Mi fermo all’incrocio del paese dove c’è la statua della Madonna e noto che ai suoi piedi hanno fatto un mini presepe.
Mi faccio un selfie della Madonna, (non ho resistito a fare la battuta!) guardo gli scatti e ho un’espressione accigliata al maschile, mi rilasso e cerco la femminilità e riprovo con più successo. Nulla a che vedere rispetto alle foto dell’altro giorno quando ero serena e felice.
Comunque il giretto ha giovato e mi sento meglio, faccio un’ altro paio di foto per vedere come va la regressione. Sono tornata in me, non completamente, ma siamo sulla buona strada.
Rientrata a casa mi dedico al diario, mi mancava di scrivere del veglione di fine anno, ora mi sento meglio. Farò una cena leggera con della pastina in brodo e poi sono indecisa se collegarmi con zoom per una tombolata con il gruppo di teatro (la zoombolata) oppure guardare un film romantico.
Decido per il film “Love Actually“, commedia inglese di quindi anni fa è ancora godibile, anzi c’è una leggerezza che manca nei film odierni. Alla fine ho anche pianto, ma poco, però è servito.
Dopo una notte di sonno, al mattino dopo quasi tutto era passato, per fortuna!
Appunto due giorni dopo, non so perché, ma sono due giorni che mi sento ottimista per il futuro e mi sta tornando la voglia di fare cose.