Ieri Carla mi ha scritto dei messaggi molto interessanti e se dapprima li avevo pubblicati in calce, ho avuto modo di pensare molto ed è meglio che ci sia una riflessione sul mio nome come una pagina a sé stante.
Il titolo è una variante della commedia teatrale in tre atti di Oscar Wilde “L’importanza di chiamarsi Ernesto“, scritta nel 1895.
Significato simbolico:
Nessuno dei due uomini protagonisti è veramente “earnest” (onesto), né “Ernest” (in inglese le due parole si pronunciano allo stesso modo). Wilde con questo espediente mette in luce tutta quella cura dell’apparenza e della forma dell’alta società vittoriana.
Portato ai giorni nostri nessuno di noi è veramente il nome che ci viene assegnato alla nascita.
Spesso siamo costretti a recitare una parte e pensiamo di essere la persona che gli altri vogliono che siamo, lo stesso per il nome che diventa la nostra etichetta che ci definisce.
Ognuno è una persona che si crea negli anni con le esperienze positive e negative e non riflette il proprio nome.
Prima di mettere i miei pensieri a riguardo ecco il post di Carla:
Carla “Grazie di avermi mandato il link. Mi spiace ma io mi dimentico di guardare il tuo blog, invece così sono andata un po’ indietro. Avendo quindi letto prima l’ultimo articolo non capivo la storia di Bianca. Solo vagamente intuita. Poi ovviamente l’ho capita. Ma non so se per caso avevi scritto anche la motivazione. Immagino xó il perché. Per noi Iula era normale ma in fondo è il tuo cognome! Giusto, non avevo pensato che dovevi risolvere anche questo aspetto.
“
La parte che riguarda tua sorella e tua nipote è tanto emozionante. È stupenda. Sono veramente felice per te. Si sente che tua sorella ti vuole bene e sono proprio tanto contenta che finalmente ti abbia accolta così bene. E la nipote è stata grandiosa! Che sensibilità meravigliosa hanno le bambine. Mi ha molto emozionata il fatto che parlando con loro ogni tanto anche tu sbagliavi grammatica. È giusto così! La tua famiglia è l’ambito più ricco di ricordi e soprattutto di quelle che sono le componenti della tua identità. È giusto che ci sia ancora Gerardo, non va eliminato. In quel contesto è chiaro che viene fuori. Io penso che proprio perché quella è la culla della tua storia sarebbe molto giusto che tu imparassi a frequentare tua sorella. Tra donne ci si intende. Come pure tua madre ovviamente ma è lontana. Due sorelle possono essere quasi simbiotiche. Non so quanti anni abbiate di differenza. Insomma quello che voglio dire è che tua sorella può essere un grande tramite verso Bianca, che è cmq una componente della tua famiglia di origine. Quindi sei Bianca Iula? Si ti vedo come Bianca, anche se ovviamente mi sbaglierò mille volte, ma devi capirci … Forse l’hai anche scritto, come hai scelto Bianca? Un grande abbraccio pieno di affetto anche da parte mia.
Belle parole, mi è piaciuto molto il tuo commento.
Per il nome Bianca nel blog l’ho accennato solo di recente, il prossimo passo sarà di averlo sui documenti, ma ci vorrà circa un anno e 2.000€ di spese tra psicoterapeuta, endocrinologo, avvocato, giudice e tasse.
Il nome l’avevo scelto già nel dicembre 2019, ma mi era sembrato prematuro usarlo, era già un casino essere Iula. Perché questo nome? Arriva da una serie di elementi inconsci (la giornalista Bianca Berlinguer, un cartone giapponese che si chiamava “Sol Bianca“, Bianca è un fumetto struggente sull’amicizia tra un uomo e un cane selvaggio, è il nome della figlia di Barbara) e suggestioni varie (“ora sei come un foglio bianco, tutto da scrivere“), nome non troppo comune, infine mi piace molto che forse è la ragione migliore.
In rete ho trovato questa definizione, che mi si addice molto:
Diffusione: In Italia ci sono circa 87.019 persone di nome Bianca.
Suddivisione: Lombardia (19%), Emilia (13%), Veneto (10%), .. »
Caratteristiche: ha il dono di riuscire a comandare e dominare senza sembrare autorevole e superiore; si distingue naturalmente dalle altre persone e vanta la stima di tutti quelli che la conoscono. Ha modi carini, un comportamento sempre educato e in amicizia è molto fedele.
Significato: di carnagione bianca, lucente
Onomastico: 14 gennaio
Segno corrispondente: Cancro
Numero fortunato: 9
Colore: Giallo
Pietra: Topazio
Metallo: Oro
Carla “Che belle motivazioni! Tutte validissime. Perfette le caratteristiche. Mi stupisce che sia associato un segno. Che comunque è azzeccato xché tu come Cancro ci stai tutta.
Fortissima la faccenda di doversi scegliere un nome. Mi chiedo io cosa sceglierei, perché ho un forte senso della mia identità (come sai) xó non mi piace assolutamente il mio nome. E credo che sceglierei Francesca. È un po’ come scegliere il nome x il figlio/ figlia. E se dovessi scegliere un nome maschile sarebbe Francesco. Infatti mio figlio si chiama Francesco.
Il nome è un fatto molto importante, non so come abbia potuto non considerare che tu dovevi anche sceglierti il nome. Una cosa bellissima!
“
Bello Francesca/o, dove lavoravo prima ero molto inflazionato (3), ma sempre meno di Laura (7)! E’ anche il nome di una mia cara amica ex-collega che si è preoccupata per me (a distanza perché ora abita in Emilia Romagna).
Scegliere un nome ‘da grandi‘ è una cosa impegnativa, ma che ti può aprire degli orizzonti. Da parte mia, solo un mio amico mi ha chiamato Gerardo per 30 anni, per tutti ero Dino, quindi già avevo un nome che avevo adottato perché sin da piccolo non me lo sono mai sentito ‘addosso‘ e nemmeno i miei genitori che me lo avevano messo in onore di mio nonno.
Dino era stato messo ‘in pensione‘ nel 2018 quando avevo cambiato lavoro e cercavo di ricominciare, ma non avevo ancora capito quale era il mio vero percorso.
“Questa notte mi sono svegliata verso la 1:30, sveglissima. Mi sono messa sul divano e ho ripreso in mano l’iPhone (come sempre) e sono andata al tuo blog. Dove sono rimasta per 4 ore. Quindi ho letto parecchio (ma la mole è immensa) e ho trovato tutto molto appassionante. Una bellissima testimonianza di vita. Ma come fai? Continui a scrivere? O forse hai il rapporto col tuo blog costantemente in testa e continui a scrivere mentalmente? E appena puoi digiti, che poi ovviamente è la parte più veloce.
“
Io ho fatto così per secoli, nei confronti del mio grande amore svedese. L’avevo conosciuto in America ad un lavoro nell’headquarter della nostra multinazionale…[il resto è privato]…
Quindi ho scritto e ricevuto fiumi di mail, migliaia e migliaia, più volte al giorno, in cui raccontavo tutto. Proprio come il tuo blog. Poi c’erano le telefonate fiume e naturalmente ci vedevamo anche, ogni tanto, e lì si volava. Ma per tanto tempo io scrivevo costantemente nella mia testa.
Ho pensato che forse è un po’ così anche per te.
A proposito, secondo me dovresti cambiare la foto di fb xché ne hai altre molto meglio. Così mi sembra. Un abbraccio.
In parte hai ragione, ad esempio ieri mentre da Barbara andavo da mia sorella, facevo una specie di riassunto mentale di quello che è appena successo…
Però sul momento quando accadono le cose non penso minimamente al diario, infatti ogni tanto mi dimentico di fare fotografie…
A volte detto degli appunti nelle note, ma in forma scritta non vocale…
Sempre nelle note incollo i vari commenti che ricevo…
Poi quando ho tempo scrivo le parti mancanti, le miglioro e monto tutto online… porta via parecchio tempo devo dire, poi per alcuni giornate serve a riordinarmi le idee, diciamo che uso il diario anche per me stessa.
la foto su Facebook era quando avevo appena aperto l’account e mi avevano chiesto la carta di identità! Perché Gerardo non andava bene come cognome…ho scritto spiegando che sono una donna trans e le motivazioni e lo hanno approvato…quindi la foto non avevo più osato toccarla…quando sarà legale il nome Bianca dovrò riuscire anche a sistemare i social, oltre all’INPS, Comune, Banca e quant’altro.
Carla “Ah ha ha. Fai come vuoi ovviamente x la foto, semplicemente mi è venuta la curiosità di riguardarla e ho notato che adesso è ampiamente superata. Non ti rende merito. Il giubbotto rosso è bellissimo. Anche gli stivaletti. Certo scrivere nel tuo caso è terapeutico. Oltre che un grandissimo aiuto anche per gli altri per capirti meglio. E per altri eventuali che vogliano intraprendere un percorso come il tuo.
“
Riflessione finale.
Quanto è importante che venga riconosciuta con un nome ‘vero‘ al femminile?
A livello legale è una liberazione da una cosa che è stata imposta, seppur con le migliori intenzioni, negli anni il disagio è cresciuto diventando un macigno.
A livello personale è un sentirsi accettata per quello che si sente di essere. Nel mio caso ho usato il ‘trucco’ dell’inversione nome/cognome ed è servito al il mio subconscio in transizione “Hey ti chiamano. Usano Iula, sei sempre tu”. Ora sono a una svolta del mio percorso e dopo che ho fatto ‘pace’ con mia sorella mi sento proiettata verso il futuro con molta tranquillità.
“Bianca ha fatto la torta...” detto da una vicina all’altra, “sì sono io! La donna del piano di sopra“, capito subsconscio?
Nel mondo della narrazione e del teatro il nome rappresenta l’essenza del personaggio. Paprika LeBon la diva drag queen, mia alter ego teatrale, dice tutto su cosa ci si aspetta da lei, come si comporterà. Simone Speranzella, protagonista del mio ultimo spettacolo teatrale al maschile, era un bancario che si accontentava. Bijoux Chantal l’altra protagonista nello spettacolo era una ballerina cattura uomini (ricchi) e via così.
Bianca cosa rappresenta per gli altri? Per me è una nuova vita, per gli altri una donna e ognuno poi potrà aggiungere tutte le etichette che vorrà.
Diciamo che Bianca è l’etichetta che mi sono messa addosso, ma l’ho scelta e mi rappresenta…è sempre un’etichetta, ma nessuno me l’ha imposta ed è questa la grande differenza.
Silvia “Forse più che l'etichetta che ti sei messa addosso è la tua firma impressa nell'animo…come dire "Bianca, limited edition"
”
Evita “Bianca! È un nome che mi sono scelta per una parte teatrale. Bianca è un nome che mi piace moltissimo, da sempre. Bianco è il colore che preferisco in assoluto! Ciao Bianca!
”
Conversazione da un gruppo Facebook di persone T, sulla scelta del nome:
“Ragazzə, so che è una domanda piuttosto "banale" ma potrei chiedervi come avete fatto a scegliere un nome? Perché ormai ci penso davvero da tantissimo tempo eppure non riuscita a trovarne uno che senta davvero mio (mi riferisco soprattutto alle ragazze)…
“
“Personalmente sento di consigliarti un nome scelto dai tuoi genitori o da una persona a te molto cara. Io, ad esempio, ho deciso di mantenere il mio nome, ovviamente al femminile, in quanto lo sentivo e lo sento mio…il disagio stava nell'ultima lettera. Non mi è mai venuto in mente un nome differente. Infine, ti consiglio di scegliere un nome che per te abbia un forte significato, a partire dalla prima lettera (sembra una cosa stupida ma io mi ci ritrovo nella lettera "S", nella sinuosità, nella volubilità delle sue curvature)
.”
“ho scelto Fabiola, perché mi sembrava elegante e non molto comune, poi il diminutivo simile al diminutitivo del mio dead name, quindi ho pensato piu facile da assimilare alle persone care tipo genitori sorella e amici, invece il cognome l'ho scelto, perché lo ha uguale mio padre
“
“Nel mio caso è avvenuto nel modo più naturale possibile era presente senza che io dovessi fare una ricerca, non so spiegarti come, ma è stato così, prova a rilassarti soprattutto non ci pensare cerca di stare sereno e vedrai che sarà lui a cercare te…
“
“Io ho scelto Sofia perché mi sono voluta ispirare a una figura femminile, seppure immaginaria, che mi ha sempre affascinato, la dea greca Athena, donna, protettrice della saggezza, delle arti femminili e della guerra non sanguinaria ma di intelligenza. Ho scelta la saggezza, Sophia, ed è diventato il mio nome
“
“Scegliere il nome è una cosa difficile quanto soddisfacente (alla fine però), personalmente ci ho pensato per un anno, prendendo in considerazione nomi che mi piacevano, che piacevano ai miei cari ecc. Ho riflettuto a lungo su tutti ma quando mi sono finalmente soffermato sul nome Italo, che condivideva l'iniziale col deadname e che era il nome che usavo quando giocavo da ragazzino, ho provato qualcosa di diverso… L'ho subito sentito mio… A posteriori non mi pento di averci riflettuto per tanto tempo, ho cercato e trovato il nome giusto.
“
Io: “Il nome Bianca “ha scelto me”, nel senso che dopo che pensavo di averlo scelto, ho scoperto che a livello subliminale ce l’avevo in testa da vent’anni…
”
Suggestioni da libri, fumetti, film…
Poi dopo il Coming out alcune persone mi dicevano che ero come un foglio di carta bianco tutto da scrivere..
“proprio la sensazione che cerco
“