Recentemente ho svolto numerose attività, alcune in preparazione di eventi che ci saranno a breve, altre relative alla scrittura di articoli, infine delle mie passioni e hobby come la danza.
Il mio percorso di affermazione di genere (la transizione) è a buon punto e non ho più le paure dei primi anni, ma in molti casi la “normalità” di vivere come donna, senza timori, ha tolto molta magia ed emozioni quando facevo qualche attività per la prima volta.
Una stabilità del mio essere mi permette di essere nel “qui e ora” quando faccio qualsiasi cosa, raramente penso al passato e al futuro. In questo caso solo per pianificare meglio le mie attività, senza aggiungere emozioni, paure e speranze a cosa che magari non accadranno.
Essere nel “qui e ora” fa sì che le mie emozioni sono genuine e in un certo senso, per me, questo è il segreto dell’essere felici.
Con le mie compagne del corso di danza abbiamo fatto delle riprese per un video promozionale. Tutte con la canotta ufficiale “Dancers do it better”. Finalmente mi sono vista bene, molto femminile danzando. Alle volte mi sento “grande” anzi ingombrante.
Quando sono con loro dire che mi sento bene e viva è riduttivo. La loro accettazione, amicizia e affetto mi ha aiutata negli ultimi anni a sentirmi donna “per davvero”, sì ancora ogni tanto mi faccio dei pensieri non così positivi, ma per fortuna sono passeggeri. Forse dipendono dai valori di testosterone e estradiolo nel mio sangue, una specie di ciclo ormonale che ogni venti giorni, mi fa venire pensieri negativi.
C’è stato il compleanno della mia nipotina che è arrivata a 13 anni e si vede che sta diventando “grande”. Siamo andati a mangiare a un “all you can eat” giapponese. Ero reduce dalla gastroenterite e sebbene da qualche giorno avevo abbandonato la dieta “in bianco”, avevo qualche timore ad abbuffarmi. Sono stata brava, ho mangiato più lentamente ed evitato cose piccanti, alla fine tranne la pancia gonfia di cibo, non c’è stato nessun problema digestivo. Il resto del pomeriggio è trascorso a casa con sorella, cognato e nipote. Un giorno di serenità ed è bello essere zia (molto di più che essere zio di una teenager).
Ho terminato la terza revisione del testo del mio romanzo, con protagonista un’investigatrice transgender. L’ho impaginato come si deve (doveva essere il mio lavoro di sogno quando ero giovane a fare grafica e impaginazione) e stampate dieci copie in digitale.
Volevo vedere l’effetto finale e ho scoperto che le 170 pagine di word sono diventate ben 320 pagine in formato tascabile. Nonostante da anni stampo materiali grafici, questa volta mi sono emozionata aprendo il pacco e vedendo le copie stampate. E’ un vero libro.
Questa stampa di prova è in distribuzione a una serie di persone divise per fascia d’età, esperienza in scrittura, conoscenza (e non) del mondo transgender; il romanzo è per tutt*!
Il loro compito è leggerlo, scovare errori di grammatica, segnalarmi i paragrafi poco chiari e se il ritmo del romanzo procede senza rallentamenti, divagazioni inutili e altro.
Dal prossimo gennaio inizierò a cercare un editore per distribuirlo come si deve, prevedo altri sei mesi di revisioni prima che abbia la sua forma finale.
Mi sento soddisfatta per un lavoro che ha richiesto due anni e mezzo, non avevo mai tempo da dedicarci con tutte le mie attività!
Da un mese lavoro “in presenza” due giorni a settimana e il tempo di viaggio in treno si è ridotto a venti minuti effettivi (più mezz’ora di traffico per arrivare in stazione e attendere i treni sempre in ritardo). Questo tempo è anche il massimo per leggere, dopo la vista e concentrazione mi va in tilt.
Ho riscoperto il piacere di studiare qualcosa che mi interessa, ma non è inerente al mio lavoro. Alcuni libri li ho presi dalla biblioteca comunale e l’altro giorno ne ho comprato uno, come auto-regalo di natale in anticipo.
Le tematiche dei libri sono relative al “counseling”, psicologia, lettura del fisico, mappa della personalità, analisi transazionale. Lo scopo è di avere degli strumenti per aiutarmi nella gestione e dialogo quando le persone transgender (ma anche le mie amiche cisgender) mi chiedono un aiuto, un parere, oppure prestare loro ascolto.
Infine, ma non ultima per importanza, è stata organizzata una visita guidata alla mostra fotografica “RI-Scatti. Chiamami con il mio nome
” (apri articolo inaugurazione, apri articolo mostra del 2023), che contiene anche delle mie fotografie. Durante l’inaugurazione avevo buttato lì che mi sarebbe piaciuto organizzare delle visite guidate alla mostra e l’idea è piaciuta e questa è la prima di una serie: spero, perché non so ancora i miei impegni del prossimo anno (Apri sito università).
Ieri mattina mi hanno fatto un’intervista telefonica per un articolo che sarà pubblicato in settimana.
Essendo fotografia artistica, non ci sono titoli né descrizioni delle fotografie, ma solo un breve testo dell’artista.
Molti studenti e persone che transitano nel corridoio dell’università Bicocca, non capiscono cosa stanno vedendo.
La mia visita guidata è ispirata a quelle che ho fatto lo scorso anno (apri articolo del blog), non spiego le fotografie, ma racconto cosa c’è dietro, quali sono le ispirazioni relative, aneddoti delle persone fotografate e informazioni sulla transizione di genere.
Dovrebbe durare circa 70 minuti, se siete in zona Milano nord quel giorno, scrivetemi (info@simiula.com) e mi farà piacere conoscervi.
E’ stata pubblicata sul sito dell’università un’intervista che mi hanno fatto (scritta veramente bene):