Questa mattina sono uscita di casa per fare una camminata e godermi questo sole, a metà delle scale ho incrociato la mia vicina, l’ho accompagnata al bar a prendere un caffè e mi sono sfogata per la perdita degli occhiali, il caffè per consolarmi me l’ha offerto lei.
Ci mettiamo d’accordo per l’orario di domani mattina, partecipiamo a una camminata nella campagna circostante organizzata dall’AVIS, la saluto e proseguo, ma dopo soli duecento metri mi sono fermata.
C’è il gazebo del candidato per cui voterò le elezioni comunali, c’è anche la mia amica Priscilla e altre persone, tra cui un signore non vedente che vedo spesso in giro correre insieme al fratello. Hanno una pettorina uno con scritto “sono accompagnatore del non vedente”, l’altro “sono il non vedente”.
Mi sono sfogata anche con Priscilla, ma senza tediarla troppo e lei mi conferma di provare a telefonare al ristorante quando aprirà e se non l’hanno trovata lì, li ho persi per la strada è sono da considerarsi perduti.
Più tardi telefonerò e dopo una prima speranza “si abbiamo degli occhiali con il bordino scuro”, la doccia fredda “ma sono qui da alcuni giorni”. Li ho persi per davvero.
Mi presenta il signore non vedente e gli dico che lo vedo in giro spesso a correre e lui mi risponde “io no
“, “ma non so come salutarti
” aggiungo”. Mi ha risposto “tu chiamami e dimmi il tuo nome e se ho fiato ti saluto a voce altrimenti faccio un gesto col capo
“. Dopo alcuni minuti mi dice “ti ho visto l’AVIS a donare sangue
“, “visto” detto da un cieco fa specie. Mi sono ricordata che anche lui quel giorno era lì a far la donazione e mi ha riconosciuta dalla voce, pazzesco. Facendo affidamento sulla vista forse ci perdiamo alcune sfumature della vita.
Sono arrivati alcuni di paesani e lì ridendo e scherzando si cerca di farli votare per il candidato. In quei momenti ero spensierata, vivere la vita di paese, come una volta direi, è stata un’esperienza, mi sono sentita tranquilla e libera a star lì con loro a parlare. Oggi non sono andata a danza perché ero troppo stanca e senza gli occhiali per guidare è meglio che non mi faccio due ore di macchina, mi stancherei troppo.
Dopo un po’ di tempo che ho assaporato questa vita di paese, ho salutato e sono finalmente partita per fare la mia camminata sotto il sole e in mezzo ai campi. Mi sono sentita leggera dentro e tranquilla, la perdita degli occhiali non mi sembrava più così importante e il ricordo della cena con gli ex colleghi che mi hanno conosciuta di persona nella nuova versione femminile, non era così tanto legato a un finale spiacevole. Credo di avere metabolizzata la perdita. Sono solo soldi in fondo anche se dovrò stare attenta con le spese future.
Sarà stato il sole? Mi sono tornate le energie e la voglia di fare cose e assaporare la vita.
Nel pomeriggio andrò da una nuova parrucchiera, la mia amica di Milano in questi giorni è piena, così ho ripiegato su una nuova amica che lavora qui vicino, Miki.
Ho i capelli lunghi da poco più di un anno e alcune terminologie non le conosco bene così le ho scritto che devo fare un piccolo taglio per pareggiare la lunghezza e poi stirare i capelli, se così si dice (messa in piega). Cosa farà lo scoprirò più tardi. Non so se sarà lei sistemarmi i capelli oppure una sua collega. La novità è che è la prima volta da una parrucchiera dove non dovrò raccontare tutta la storia sulla donna trans e già questo è un sollievo.
Terminata l’acconciatura sono andata dal mio ottico (Ottica Marilena, Zingonia) dove le ho dato la trista notizia della perdita degli occhiali. Dovendo scegliere una nuova montatura ne ho provate alcune, ma avevano il bordo troppo spesso oppure il taglio “da gatta” e non rendevano bene, soprattutto con il mio nuovo look. Provando alcuni modelli mi vedevo troppo al maschile e alla fine ne ho scelto una montatura della stessa marca e molto leggera, questa volta di tono verde acqua anziché azzurro acqua.
Mi ha detto il prezzo e abbiamo scoperto che per il secondo paio di occhiali una lente è gratis, 179€ risparmiate. Comunque il prezzo finale è stato di quasi 300€ come avevo immaginato, una botta al portafoglio.
Questa sera andrò alla mia scuola di teatro ad assistere a uno spettacolo buffo intitolato “Le pagliacce” del Collettivo Pagliacce composto da oltre cento donne clown e al termine dovrò ritirare il kit di luci e l’ intelaiatura del green screen, che ho prestato loro. Ho diversi teli di sfondo e quello nero, mi servirà come sfondo per la performance che farò tra due domeniche a conclusione del laboratorio “Essere Donna”.
Mi sono sentita leggera come se avessi lasciato andare un macigno, credo sia andato un altro pezzo della mia “versione precedente maschile” riscrivendone alcuni ricordi.
Infine questa mattina mi sono pesata come ogni sabato (lo si deve fare sempre nello stesso giorno e orario per avere un’idea più certa dei risultati), sono riuscita a rimanere nei 79 kg, grazie anche alle peripezie e il digiuno serale di ieri sera. Mi piacerebbe perdere un altro paio di chili e poi rimanere intorno ai 77 chili e vista la mia corporatura è meglio non scendere troppo, credo che possa danneggiare la mia salute e comunque alla mia età non devo più fare la “modella figa” che entra nella taglia 42, basta che faccio la modella di me stessa che sono taglia 46 che non è male e non mi capacito ancora come ho fatto partendo dalla taglia 52 uomo…
Il giorno dopo ho partecipato alla camminata dell’AVIS, goduto il sole, ho cercato di non sudare per non rovinare l’acconciatura e con la mia vicina di casa abbiamo chiacchierato per un’ora e mezza, cosa che è stata terapeutica per entrambe. Nonostante abbiamo interessi totalmente diversi, ognuna è una brava ascoltatrice e si parla di tutto, letteralmente.
PS: lo spettacolo è stato fantastico e molto creativo, c’erano cinque “attrici donne clown” che ci hanno fatto sbellicare dalle risate coinvolgendo anche il pubblico. Se vi capita di incontrarle andate a vedere i loro spettacoli.
Maurizio, l’insegnante di Impro della scuola mi ha dato un suggerimento: unire la mia drag queen “Paprika LeBon” all’essere anche clown, dovrebbe uscire una combinazione esplosiva. Ci penserò quando magari avrò meno impegni.