Il 31 Marzo è il Transgender Day of Visibility, giorno della visibilità trans dove si cerca di creare un risvolto mediatico positivo soprattutto sui social visto che nei media televisivi parlano di noi solo quando c’è un omicidio oppure un politico ignorante cerca di sfruttare la paura del diverso usandoci con esempi campati per aria.
Oggi è anche Pasqua e per questo motivo il TDOV social si perde nella miriade di immagini di auguri pasquali.
Comunque ho postato:
“In versione pasquale per il Transgender Day of Visibility #tdov2024, ecco come sono e avrei dovuto essere, ma comunque felice dei traguardi raggiunti, un abbraccio!”
Red the Rose “Sei esattamente come dovevi essere così come sei Bianca, buona Pasqua e arrivederci su qualche cammino.
”
Mi sono riletta il blog di due anni fa, in questo periodo e molti dei dubbi di queste ultime due settimane c’erano anche in quel periodo. Una di questi era che non mi stavo più godendo a fare le mie attività, forse a causa della ripetizione settimanale delle lezioni.
Ieri sera ho deciso di non rinnovare l’abbonamento a pilates, negli ultimi due mesi era diventata un’attività sportiva meccanica e non mi dava più niente dentro. Non so se andrò in un’altra palestra, visto il periodo di ristrettezze economiche, e proverò a cercare di farla a casa magari con l’aiuto di qualche video su YouTube.
In questi giorni fa ancora abbastanza freddo e piove spesso, ma spero che arrivi davvero la primavera e iniziando a fare delle attività all’esterno credo che mi servirà di meno fare attività in palestra al chiuso. Forse riprenderò a fare yoga che rispetto a pilates adesso mi sembra che nella mia anima arrivi qualcosa dentro, forse è solo la meditazione breve alla fine di ogni lezione.
Ho notato che per me è molto importante anche con chi faccio queste attività e sebbene le mie compagne di lezione attuali sono carinissime, non lo sono come le altre dell’orario precedente, a cui non posso più andare perché rientro tardi dal lavoro. Con loro si era creato un affetto reciproco e quando ci incontriamo mi chiedono come sto e ci abbracciamo sempre calorosamente.
Questo cambiare gruppi, attività e persone da conoscere mi ha dato qualche pensiero sul mio bisogno di continue novità e di avere persone con cui stringere dei legami che ora so che saranno provvisori. Alcuni di questi legami durano negli anni e anche se non ci si frequenta più spesso rimane un qualcosa tra noi e probabilmente è giusto così, ognuno ha le sue attività, i suoi desideri ed è normale che la vita ci disperda. La cosa importante è rimanere in buoni rapporti.
Rispetto a tantissime altre persone transgender che conosco, in effetti quasi tutte, loro sono al mio opposto e frequentano meno persone possibile legandosi a poche credendo di essere comprese. Io sicuramente per evitare la trasfobia sono esplosa in eccesso aprendomi al mondo invece di rimanere nel mio piccolo, che era quello che facevo in versione maschile e non era bello.
Da quando ho iniziato la “transizione di genere” ho partecipato a un sacco di attività (più che nella mia vita precedente) e conosciuto veramente tantissime persone; con alcune ho trovato grandi affinità che mi hanno fatto sentire accolta e di far parte di qualcosa di più grande. Altre volte questi gruppi sono durati una giornata, magari in un trekking oppure in un laboratorio, ma che comunque mi hanno lasciato qualcosa dentro. Tante altre volte invece non ho ricevuto nulla di particolare, magari solo una giornata di svago e l’importante è provarci e non chiudersi al mondo.
Questa giornata di Pasqua l’ho trascorsa alla mattina facendo una breve camminata sotto la pioggia battente. Avevo un gran mal di schiena dopo che ho fotografato le 14 paia di scarpe che sto cercando di vendere, motivo per cui sono uscita a sbloccarmi nonostante l’acqua.
A mezzogiorno ho iniziato a cucinare la pasta con ragù di cinghiale. Ho fatto il pranzo pasquale al piano di sotto, con la mia vicina Carmina e suo marito, per vari motivi erano tutti a pranzo da qualche parte. Sono scesa prima a fare due chiacchiere mentre l’acqua iniziava a bollire, poi sono ritornata a buttare la basta e cuocere pasta e sugo; infine dopo dopo un quarto d’ora ho portato i piatti già pieni al piano di sotto. Carmina invece ha cucinato il secondo che che era l’agnello e come dolce ieri aveva preparato anche una fantastica cheesecake delle sue. È stato un buon pranzo, non impegnativo dal punto di vista culinario, ma abbastanza dal punto di vista del parlato, abbiamo chiacchierato amabilmente per quasi tre ore.
Meno male che ho delle buone vicine di casa.
Il marito, due anni fa, ha avuto un ictus e quando si stava riprendendo è caduto dal letto fratturandosi l’arca ed ancora bloccato in casa. Da quando è andato in pensione tre anni fa, spesso racconta che la vecchiaia è una gran brutta cosa, ma a 68 anni non si è vecchi nel mondo moderno (per i medici lo siamo dopo gli ottanta!). Il corpo inizia a non essere più competitivo con le attività motorie e atletiche, ma se ci si lascia andare è peggio ed è questo che fa la vecchiaia: si diventa noiosi, barbosi e si ripetono sempre le stesse cose. Tantissime donne che conosco che hanno quell’età sono talmente attive che non si sentono vecchie e hanno anche meno acciacchi.
L’idea che mi sono fatta a riguardo è che una persona deve fare le cose che gli piacciono finché ci riesce e quando non è più possibile deve capire quali sono i nuovi limiti e rimanere una persona attiva facendo altre cose che ci piacciono e che siamo in grado di fare, non ripensare con nostalgia al passato e non crogiolarci nel ricordo e nel dolore.
So che non è facile e ci si impiega del tempo per realizzare una profondità di spirito tale da andare oltre e accettarsi per come si è in quel periodo della vita; da parte mia finché il fisico regge continuerò con le mie attività che ho dovuto ridurre di numero per riuscire a recuperare nel fisico prima della seguente, ma che comunque riesco a farle.
Ogni tanto però mi si accumulano diverse cose belle a cui non voglio (posso) rinunciare e la settimana prossima sarà una di quelle, credo che trascorrerò la domenica a riposare e scrivere il blog.
Questa mattina in mezzo alle tonnellate di messaggi pasquali sui social, mi ha attirato l’attenzione una delle tante pubblicità su Instagram che parlava di numerologia. Mentre aspettavo che l’acqua bollisse, ho cliccato per vedere un po’ cos’era. So già che al termine cercano di venderti degli abbonamenti e dei servizi, ma avevo giusto quindici minuti da impegnare. Ho inserito la data di nascita e il nome: Bianca.
C’è stato una specie di calcolo dei numeri con grafica per mostrarmi il numero finale:6. Una voce di uno speaker registrato mi ha raccontato un po’ le cose della numerologia di questo numero divise in tre fasi: Anima, Destino e Quintessenza. So già che spesso, come per gli oroscopi, se si mette dentro un po’ di tutto ognuno trova qualcosa di se stesso, ma questa volta ha descritto completamente come sono adesso. Ho cercato più tardi di approfondire meglio questo tipo di attività, più che altro per sentire una voce dall’esterno qualcosa di me e cercare di migliorarmi e capirmi meglio.
Ho provato in rete vari siti e il risultato è sempre il numero 6, ma le descrizioni vanno bene per chiunque mentre per quello di stamattina ero io al 90%. Ho provato anche inserendo il nome di battesimo (che legalmente non risulta più tranne che in chiesa) e con Gerardo ho lo stesso numero 6, ma con descrizioni diverse che raccontano qualcuno che non ero io, quindi stupidate?.