Quest’anno la festa di capodanno l’ho fatta andando in un locale chiamato “The bank” che è dove c’era la filiale di una banca che ha chiuso, all’ingresso è rimasta la porta per il controllo degli oggetti pericolosi e di armi.
La serata è stata organizzata dalla mia amica Luciana che ha trovato su Internet il locale e che non era molto grande, non volevamo troppo casino. Infatti ha ospitato un centinaio di persone, si mangiava e c’era musica dal vivo, ottimo.
Al mattino ero andata a trovare i miei genitori per attivare il fascicolo sanitario elettronico di mio papà, cosa complicatissima e che dopo una settimana di tentativi ci sono riuscita, più che altro perché quando gli hanno dato la carta d’identità, due anni fa, non gli hanno fornito il codice Pin.
A pranzo ho mangiato con loro, troppo, e sono andata a casa per dormire un’oretta; dopo ho montato due video del corso di danza registrato il mese scorso e infine ho iniziato a prepararmi per la serata.

Tre anni fa avevo comprato un abito che si chiama tubino, ma per motivi misteriosi quando mi serviva non lo trovavo mai. Quest’anno era saltato fuori da dentro una scatola e quindi l’ho appeso all’inizio dell’armadio. Non conoscendo la temperatura del locale ho optato per vestirmi a strati facendo numerose prove e combinazioni. Ho impiegato almeno trenta minuti di prove abiti.
Ho comunque caricato in auto il giubbotto invernale, un paio di pantaloni e quant’altro avrebbe potuto servirmi per raggiungere il locale se il parcheggio non fosse stato vicino.
Dopo quaranta minuti di viaggio sotto una pioggia fastidiosa, mi stanco sempre di più a guidare la sera, sono arrivata al locale e ho parcheggiato a 300 metri. Non ho messo il giubbotto e sono andata con la giacca e la sciarpa, pensando che entrando subito non avrei preso molto freddo. Peccato che il locale apriva alle 20:30 anche se ci avevano detto di arrivare arrivare un quarto d’ora prima.
Mi ha chiamato Luciana, dal vivo, che era in macchina con altre persone anche loro in attesa e per fortuna c’era un posticino sui sedili dietro dove siamo rimasti in auto a chiacchierare per venti minuti finché il locale non ha aperto.

Il nostro gruppo era composto da 17 persone persone di cui ne conoscevo quattro, l’età era la mia o anche più alta, ma anche l’età degli altri commensali nella sala era “aged”. C’erano solo due ragazze di mezza età.

La cena è stata servita con dei piatti di cartoncino, così hanno fatto prima a sparecchiare, mentre il “messaggio green” non mi è pervenuto perché il costo del consumo d’acqua necessario per fabbricare quel cartoncino, era senz’altro superiore a quello della lava lavastoviglie e in più i piatti avrebbero potuto essere riutilizzati.
Quando è arrivato l’antipasto, delle crocchette e altre cose impanate, il primo pensiero di tutti è stato che avremmo mangiato poco e male, invece era tutto molto buono e già le ore 23:00 eravamo sazi.
L’altra incognita era la musica dal vivo , la band ha iniziato suonando pezzi di Frank Sinatra e jazz. C’era stato il timore che la serata sarebbe stata un po’ moscia. Anche qui c’è stata una smentita, per fortuna, più si avvicinava la mezzanotte e più la musica cambiava andando verso il rock e il ballabile. Dopo la mezzanotte abbiamo anche il classico trenino in mezzo ai tavoli, questa volta mi ha divertito a farlo.

Il pubblico degli altri commensali era comunque moscio, ma per fortuna metà del nostro gruppo ha tenuto viva la serata ballando nei corridoi intorno ai tavoli e a volte sotto il palco, cantando insieme alla band che dopo poco dopo che abbiamo iniziato con i cori e ballare, hanno cominciato a cantare con più energia e con un’intonazione migliore del cantante, che in alcuni brani è stato spettacolare e in altri, che forse non avevano provato abbastanza abbastanza, un po’ stonato. La serata è stata molto divertente.

Due note negative della serata, c’è sempre un contrappasso. Durante la chiacchierata iniziale, mentre mangiavamo, uno dei maschi vicino a me ad un certo certo punto si è rivolto a me con un pronome maschile… che diavolo! Pensavo di essere più carina e guardandomi anche allo specchio ero meglio di almeno metà delle donne presenti in sala. Che cosa ha visto questa mia mascolinità? Non l’ho capito e non era transfobia, perché poi in seguito mi ha chiamata Bianca senza problemi e a fine serata è venuto ad abbracciarmi con tanto di bacino sulle guance. Se fosse stato transfobico non avrebbe cercato il contatto fisico con me. Questa cosa degli ultra cinquantenni maschi che vedono in me qualcosa di maschile, nonostante mi sono presentata dicendo “ciao sono Bianca” e vedendomi in abiti femminili, proprio non ce la fanno.

L’altra cosa negativa è successa alla mezzanotte, dove ho aperto lo spumante, versato e bevuto, poi ho preso il pandoro e l’ho intinto nella crema di mascarpone che era lì molto invitante. Dopo due minuti avevo l’acidità di stomaco che è durata anche tutta la notte e fino a questa mattina alle ore 11:00 quando mi sono svegliata.
In futuro dovrò ricordarmi di portare con me della Citrosodina! Ieri sera ho cercato di fabbricarmela con dell’acqua gasata e una fetta di limone, e per fortuna qualcosa ha fatto.
Durante serata mi sono chiesta, ancora una volta, perché partecipando a tutte queste attività, non trovo mai altre donne trans?
Questa sera in sala c’era una donna molto formosa, che era più alta di me con spalle più grandi delle mie. Aveva un qualcosa di maschile, ma le proporzioni del fisico mi hanno detto che era una donna biologica. È stato interessante osservarla e vedere con che maschi interagiva: un paio di signori in età oltre i 60 che ci hanno provato, ma lei sembra che stava con il tizio al mixer audio.

Il 2023 è stato forse l’anno più importante della mia vita, dove ho raggiunto dei traguardi che sembravano distanti come la rettifica i documenti, mi sono creata una credibilità come divulgatrice transgender, ho conosciuto tante belle persone, ho danzato e fatto teatro.
Ho anche camminato per 1800 chilometri, secondo il mio iPhone!
Prospettive per l’anno nuovo? Al momento non posso scriverle, ma un paio di cose mi piacerebbe accadessero e che potrebbero cambiarmi la vita, inclusa eventuale operazione di vagina plastica. Quest’ultima è quella veramente difficile per via del costo è molto elevato.
Un augurio di buon anno a tutt* e che questo 2024 ci porti ancora un po’ più di serenità, fratellanza e senza più crimini d’odio, femminicidi e di transfonbia.