E anche quest’anno sono finite le vacanze natalizie. In realtà ho fatto molto poco vacanza, ho lavorato quasi quasi tutti i giorni tranne quelli canonici. Ho trascorso questi giorni dell’Epifania in famiglia, con i miei genitori, mia sorella, nipotina e cognato.

Un giorno siamo andate in un centro commerciale, eravamo io e la nipotina davanti, mentre i miei genitori stavano due passi indietro. Siamo passate accanto a uno stand dove vendevano dei libri e il tizio mi dice: “Mamma, sua figlia non riesce a concentrarsi nello studiare? Le compri questo libro per aiutarla. Mamma compri il libro
“. La mia nipotina ha definito la sensazione di imbarazzo “Cringissima“. Ci siamo piegate in due dal ridere, quando eravamo più avanti. Mi ha fatto una strana impressione sentirmi dare della mamma. Durante questo percorso di transizione non ho mai pensato di poter essere mamma. Ovviamente mamma adottiva, non ho un utero. Noi persone transgender ci preoccupiamo così tanto del misgendering e del passing che quando invece abbiamo successo nell’apparire del genere di cui ci sentiamo, ci fa strano e non sembra vero.

I miei genitori sono qui da un mese e stanno a casa di mia sorella. Papà dice che non si sente a casa sua. Ho capito che a casa al mare, si è fatto le sue abitudini quotidiane, non che non possa fare le stesse cose qui, ma ha più di ottant’anni ed è uomo. E’ veramente difficile che cambi le sue abitudini. Negli anni scorsi, i miei genitori, andavano già via l’1 gennaio, ma quest’anno ha resistito un po’ di più ed erano anche venuti in Lombardia venti giorni prima di Natale. Li avevo accompagnati facendo da guida con la mia auto, in modo che papà non dovesse sorpassare dei camion e viaggiassimo sicuri
In questi giorni l’ho visto spaesato, a volte anche spento e qualche volta in confusione. Ho avuto un gran timore che non riuscisse a guidare per tornare a casa. Ho verificato la possibilità di guidare io, per poi ritornare usando autobus e treni, nonostante la domenica in quella zona d’Italia non è poi così facile, ma papà è veramente una testa dura, ha quella educazione che l’uomo non deve mostrare debolezze e soprattutto sa guidare, anche se vecchio e con problemi. Come se si sminuisse la sua mascolinità. Cazzate, anche se si continua a bombardare l’uomo con pubblicità e storie che alimentano queste cose.
Non ha voluto sentire ragioni, anzi ha riempito l’auto di cose in modo che non ci fosse posto per il passeggero dietro. Quel giorno pioveva anche parecchio e gli ho anche detto che avremmo preso un’altra autostrada con meno traffico, che avremmo fatto prima, ma ha risposto che dobbiamo fare le strade che conosce, nonostante io sarei stata davanti da seguire.

Abbiamo impiegato circa cinque ore di viaggio, compresa la pausa per mangiare, e per tutto il viaggio ho avuto il timore che facessimo un qualche incidente. Nel guidare guardavo davanti, con la pioggia battente sul vetro e molto spesso davo un’occhiata allo specchietto retrovisore per cercare di tenere una distanza tra noi. Quando acceleravo leggermente mi rimaneva indietro, è stato tutto come se fossimo collegati da un elastico che controllavo. Il giorno dopo mi ha chiesto perché andavo così piano a ottanta all’ora, gli ho risposto che quando acceleravo rimaneva indietro, questo mi dà ancora più da pensare che non si è reso conto del suo affaticamento.
Comunque siamo arrivati a casa loro sani e salvi e questo è l’importante nonostante fossi stanca morta. Credo che questa sia stato suo ultimo viaggio lungo. Per i prossimi tre mesi andremo noi a trovarli al mare e poi vedremo se riusciamo a convincerli avvicinarsi da noi in qualche modo.
Mamma è sempre in gamba e sveglia, come tutte le donne, papà invece lo vedo invecchiato e stanco, anche se il giorno dopo che era a casa sua, era tornato molto vitale, anche se è ancora un brontolone e cocciuto. Un esempio? Al supermercato a volte vuole comprare alcune cose e ne prende almeno due pacchi, mamma gli dice che ne basta uno, allora lui dice “allora niente” e li rimette giù. Gran brutta cosa la vecchiaia.

mi sono commossa
In questi giorni mi sono stancata troppo e sono diventata insofferente su molte cose che in passato ci avrei passato sopra. Sia sul lavoro che con alcune cose relative all’associazione. In passato, quando ero maschio, facendo una cosa in team e il gruppo non faceva quello che avrebbe dovuto fare, lo facevo io. Ora come donna cerco di spronare gli altri, provo due o tre volte a dire fare le cose e se non le fanno: mi fermo e saranno affari loro.
Ho notato anche un’altra cosa su di me degli ultimi 50 giorni. Da quando è morta mia sorella e mio papà ha accettato la mia transizione, mi si è attivata troppo la mia parte razionale che io identifico con il mio lato maschile. In parte l’ho fatto inconsciamente stando insieme ai miei genitori e soprattutto mio padre; in parte perché programmando questi viaggi dove dovevo fare la scorta, tutto doveva andare alla perfezione e quindi tutto lato razionale. Ho fatto anche due lezioni di danza e altre attività, ma in quei casi ero la Bianca che mi piace essere, ma in altri momenti, soprattutto soprattutto quando sono da sola, sento che ho una stanchezza di fondo e non riesco a sentirmi femminile come vorrei. In un certo senso è come se la magia del cambiamento (il dovere affrontare numerose prove, con alti e bassi, lunghe attese, frustrazioni) sia terminata.
Dovrei riuscire a vivere al femminile la vita di tutti i giorni, ma è come se mi mancasse qualcosa e lo smart-working non mi aiuta per niente niente. Sono una donna sociale e iperattiva, non devo stare troppo da sola.

Venerdì andrò dalla mia psicologa a fare la visita annuale. Ci vado per fare il punto della situazione. Dovendo andare da lei, preparo sempre un foglietto con le cose principali da raccontarle e nell’ordine preciso. Incomincio due o tre settimane prima a ragionarci su e mi aiuta molto a capire le precedenze, le cose importanti e quelle non utili. Il tutto per fare in modo che quando sono da lei, molte cose le ho già ragionate, lei mi darà degli spunti su cui riflettere per risolvere le cose che mancano oppure per spiegarmi a livello scientifico del perché di alcune di queste.

Oggi mi sono accorta anche di un’altra cosa: negli ultimi mesi ci sono stati dei momenti dove ero distratta, non verificavo alcune cose oppure le dimenticavo. Ho una preoccupazione.
Questa mattina nonostante avessi messo in agenda che avevo una riunione dell’associazione alle ore 10:00, ho preso una giornata di ferie apposta, mi sono convinta invece che era alle ore 11:00 e sono arrivata in ritardo.
In passato ho avuto un paio di episodi dove terminata la doccia, andavo in camera da letto a prendere un asciugamano, facevo varie cose e ritornavo in bagno senza l’asciugamano. Una volta è successo che sono andata in salotto, anche qui con vari pensieri per la testa, e arrivata lì non riuscivo a ricordare cosa dovevo prendere.
L’ultimo episodio l’ho avuto nel viaggio in macchina dove ero talmente concentrata su tante cose da gestire, che ho avuto un vuoto di memoria e non ricordavo più come muovere la leva per attivare il tergicristallo del lunotto, ho avuto proprio un vuoto totale.
Credo che tutte queste cose siano dovute allo stress e non alla terapia ormonale sostitutiva (gli ormoni ti modificano anche il cervello), ma le dirò comunque al mio medico quando lo vedrò il mese prossimo per la visita semestrale di controllo.
Ora che ho una famiglia di nuovo integra e mio papà sarà distante per qualche mese, così da non auto condizionarmi, dovrò cercare di recuperare la Bianca che adoro per esserlo in tutti momenti, meno razionale e molto più spontanea. Praticamente felice e vivere il momento.