Mercoledì scorso ho portato in scena, insieme ad altre 14 persone, la lettura di un romanzo breve chiamato “Piccole cose da nulla”, mi ha dato da pensare sul fatto che noi guardiamo sempre lontano, i traguardi da raggiungere, i grandi obiettivi e ci perdiamo quello che accade ogni giorno di positivo, piccole cose appunto.
Durante la mia transizione per ognuna di queste piccole cose che racconterò avrei dedicato una pagina del blog raccontando il fatto, le mie emozioni, dubbi e paure solitamente superate. Ora che vivo al femminile da quattro anni, molte di queste cose sono diventate una routine, quasi scontate ed è un peccato. Cercherò di riprendere il filo dedicando delle piccole riflessioni da nulla su ognuna di esse.

Ho terminato gli acquisti dei regali di Natale, alcuni li avevo già acquistati un mese fa, e per la prima volta in almeno dieci anni, non vedo l’ora di stare con la mia famiglia e giocare ad aprire i pacchi. Ho comprato “tante piccole cose”, preferisco regali di concetto e di pensiero piuttosto che rispetto al loro valore commerciale.
Il difficile è stato scegliere il regalo regalo per mio papà. Dopo una breve riunione con mia sorella e mmma abbiamo deciso per un pigiama e per un pantalone, io ho scelto quest’ultimo. Dovrei avere cinquant’anni di esperienza nell’acquisto di capi di abbigliamento maschile, eppure mi è parso strano aggirarmi nel reparto uomo. In passato non avrei osato per timore di essere riconosciuta come trans, poi nei primi due anni della transizione non riuscivo nemmeno a indossare un pantalone e anche adesso con alcuni jeans e altri che mi danno una figura troppo maschile non sopporto indossarli.
Nel guardare i pantaloni e i vari modelli, non che ce ne siano molti da uomo, ne avevo visti parecchi che mi sarebbe piaciuto indossare quando ero maschio, ma non vanno bene per mio papà che ha 82 anni.

Sono uscita a cena in pizzeria con due amiche, a cui si sono aggiunte altre due loro amiche. Tutto bene tranne la mezz’ora in cui si sono messe a parlare dei figli, cosa normale per una donna, ma mi sono sentita fuori posto in quei momenti. Per fortuna il discorso non ha proseguito a lungo.
L’unica cosa negativa della serata è che una di queste due ragazze, a un certo punto rivolgendosi a me, ha sbagliato un pronome (lui) per poi correggersi. Nulla di irreparabile, anche se ogni volta è un piccolo colpo al mio credere di essere indistinguibile dalle altre donne biologiche. Forse questo mio radar del cuore, è un modo per ricordarmi di essere me stessa, una donna transgender che ha in sé entrambe le caratteristiche, e non dover cercare di adeguarmi a un genere biologico che per alcune cose ovviamente mi è precluso.
Bella serata, rilassante e ho bevuto birra, non dovendo guidare per tornare a casa.
Dalla associazione transgender (ACET) di cui faccio parte, ci hanno inviato una specie di report che indica in tante pagine le attività principali che si sono svolte durante l’anno. Mi è spiaciuto non vedere indicate alcune cose fatte durante la mia gestione. “Piccole cose” che in realtà sono molto grandi, ma al di fuori dell’ambiente medico-scientifico non hanno quell’apparente importanza. Ho contribuito, insieme all’AIOM e vari medici oncologi, a creare delle linee guida per la miglior gestione della persona trans in ospedale. A livello europeo ora esiste un documento che i ministeri della salute dei vari paesi, possono utilizzare come spunto per creare e migliorare molte delle loro procedure.
Sono comunque felice delle due grandi iniziative a cui ho dato il mio contribuito in maniera importante: la creazione della prima squadra di calcio transgender italiana e della prima mostra mostra fotografica a tematica trans dove ci siamo raccontati.
Mi è piaciuta molto la parte finale del testo del presidente, che ha scritto:
“Spesso diciamo che soltanto esistere, per noi, è un atto politico, che basti la nostra esistenza a dare fastidio. Quest'anno abbiamo dato tanto fastidio.
“
E continueremo a farlo, anche per chi in questo momento non può farlo.
ACET, rispetto alle altre associazioni, sta davvero facendo la differenza, anche se abbiamo ancora molto da fare.

Questa settimana sono venuti a casa due idraulici. Il primo è il mio solito che mi ha cambiato metà dei pezzi del water per via di una piccola perdita nel muro che macchiava il soffitto di quello del piano di sotto, che oltre a essere indisponente e per nulla collaborativo non sta facendo arieggiare la stanza, peggiorando la situazione.
Il secondo idraulico è venuto a fare un sopralluogo per fare un preventivo per la sostituzione della caldaia, la mia ha circa vent’anni ed era già all’epoca un modello di fine produzione, il costruttore aveva risparmiato su qualsiasi cosa e lo abbiamo scoperto solo negli anni. All’ultima riunione dei condominio ho scoperto che noi che stiamo all’ultimo piano possiamo agire in maniera indipendente senza spese aggiuntive e lavori. Quando è venuto ero poco truccata e mi ha dato della signora tutto il tempo, oltre ad avermi spiegato in modo chiaro alcune cose che anche leggendo dalla rete non si capiscono, soprattutto quali modifiche vanno fatte all’impianto per avere il rimborso del 65% in dieci anni. Non mi ha trattata come donna che ne capisce poco.

Sono andata dalla mia parrucchiera e ormai ci vado ogni tre mesi, non tanto per il colore che già lo facevo prima, ma per accorciare leggermente e dare una forma alla mia testa. Finalmente ho i capelli abbastanza abbastanza lunghi… sono ancora fini, ma si stanno rinforzando e ho visto anche un leggero re-infoltimento nella parte alta.
A sorpresa, c’era la mia amica Evita, attrice per hobby e grande scrittrice di commedie teatrali, la prossima sarà sarà fine gennaio “Una donna in Corriera“. Le ho raccontato in breve del funerale e del riavvicinamento a mio papà, poi ho accennato la trama del mio “Cappuccetto Rosso Sangue” che le è piaciuto molto per la storia inusuale.
Dopo un doppio caloroso braccio mi sono accomodata e sono rimasta in attesa del mio turno. C’erano un sacco di signore, più o meno della mia età e alcune in pensione che si stavano facendo belle, ma come ho scoperto non erano lì tanto per la festività, ma ci vanno ogni settimana. E’ stato bello vederle scherzare tra loro in un ambiente solo femminile, ma poi ho avuto il pensiero che avevo la loro età e sembro molto più giovane come fisico e ho molti meno acciacchi.
La mia parrucchiera e amica, mi ha fatto la tinta e nella mezz’ora di attesa, i capelli erano schiacciati, nello specchio mi vedevo al femminile, ma dal selfie che mi sono fatta (non pubblicato) non lo ero così tanto. Infatti l’altra parrucchiera a un certo punto, rivolgendosi a me dopo una mia battuta, ha usato un pronome maschile (lui), confermando che il mio smartphone aveva visto giusto. Ho avuto la stessa sensazione avuta alla pizzata, uffa e mi sentivo così figa, come riescono a vedere due cose diverse e discordanti insieme?
Anche questa volta la pettinatura è stata da urlo, ma come fanno? Peccato che è durata un giorno.

A lezione di danza, a parte una stanchezza generale che ho in questo periodo e anche se dormo tanto non mi sembra di riuscire a recuperare, è stato meraviglioso come sempre. Eravamo in poche, abbiamo un bel numero di donne malate e altre che sono già partite per le vacanze natalizie.
Ho sentito una leggera stanchezza, ma non ho dato peso divertendomi come sempre.
Mi sono fatta fare un paio di fotografie a fine lezione, per vedere come mi sentivo e se ero radiosa come sentivo di esserlo dentro. Dalla fotografia si vede eccome.
Per il consueto caffè al bar, dopo la lezione, eravamo in quattro, come Anna ci ha definito: “Le amiche storiche“, 18 mesi fa abbiamo iniziato insieme con la lezione di danza e ora ci sono almeno una trentina di donne su quattro turni.
Con nostra sorpresa Alessandra ci ha dato un pensierino impacchettato, mi ha fatto molto piacere per il valore affettivo e l’idea che c’è dietro. Abbiamo deciso di aprirli comunque a Natale.

Sono tornata a casa, pranzato e dormito e sono uscita per gli ultimi acquisti.
Ho comprato più cose per me che per la mia nipotina, sono molto donna da questo punto di vista. Sono andata al Centro benessere Lalù, dove faccio yoga e pilates, fatto gli auguri alla Lucia, e fatto due chiacchiere. Ho comprato il latte detergente che sta terminando, mi ha cambiato la vita e non solo la pelle che è più liscia. Ho preso anche la crema contorno occhi, che mi aiuta tanto ad avere gli occhi molto meno stanchi. Dopo aver provato quella di Bottega Verde desso proverò una più neutra e di maggiore effetto (e che costa il doppio).
Lucia ha detto che in quest’anno ho già fatto tanto, anche se lei non immagina quante cose, ma forse intendeva per il mio aspetto fisico che ora sono molto più femminile. Il suo augurio è stato di credere nelle cose che desidero e voglio fare, che non si possono dire altrimenti non si avverano. Ci siamo abbracciate e salutate, come si è capito adoro abbracciare le persone.
Di fronte c’è il negozio di cioccolato Nexo, gestito da una famiglia di peruviani che lo preparano usando le fave di cacao della loro piantagioni in Perù. Mesi fa ho raccontato loro che la mia nipotina adottiva è peruviana e provano una vera passione per me.
La mamma ha una vera passione per il cioccolato e quando ne parla le brillano gli occhi. Ho acquistato per me una tavoletta di cioccolato fondente con granelli di sale, mentre per la nipotina uno più dolce e suo consiglio della signora il cioccolato alla liquirizia che aveva appena fatto. L’ho assaggiato aspettandomi un sapore forte di liquirizia, con mia sorpresa e anche di un’altra cliente, si sentiva sia il cioccolato che la liquirizia che però non andava a coprire il sapore. Ho abbracciato pure lei? Sì.

Sono andata da Tigotà dove ho fatto fatica a scegliere un balsamo per i capelli. Molto sono apparentemente professionali e curativi, ma leggendo gli ingredienti c’è dentro di tutto, troppo. Alla fine ho provato a comprarne uno che ha un numero di ingredienti minore e apparentemente più naturali.
Infine sono andata dal negozio Unieuro, cambiando il telefono devo cambiare l’aggeggio sull’automobile per reggerlo in modo che riesco averlo anche come navigatore. Non c’era un modello come dicevo io e su nessuno era indicata la compatibilità con iPhone. Ho atteso un po’ e chiesto al commesso che mi ha espresso i suoi dubbi che se non c’è scritto non dovrebbe funzionare, così non li rimesso a posto. La “piccola cosa da nulla” è stata che sia lui che la commessa, mentre uscivo, mi hanno dato della signora signora.

a Milano dove faccio colazione al mercoledì
Tutte queste sono “Piccole cose da nulla” che molto spesso ignoriamo e diamo per scontate.
Da parte mia c’è la pubblicazione di questo blog che è anche un diario che mi aiuta a tenere dritta la barra del timone verso una destinazione che non so bene quale sia e sicuramente questo è il bello, il fascino dell’ignoto e della scoperta che non deve diventare una routine.
Buon Natale e Buone Feste!
…e poi ho ricevuto una e-mail che mi ha commossa, scrivere il blog in modo che sia utile alle altre persone transgender è uno dei miei obiettivi, solo che non le conosco, vedo solo dei numeri e statistiche (circa mille persone al mese e non so chi siano). Oggi una la conosco e mi ha fatto un enorme piacere che mi dà la carica per continuare e migliorare.
“Ciao Bianca, sono Sara seguo il tuo blog e lo consulto come l’oracolo. Mi vedo molto simile a te per età e caratteristiche. Io sono all’inizio inizio, il 17 ho appuntamento con la psicologa e poi vediamo, qui non c’è un centro con servizio psicologico che ti segue e la strada del servizio trans di Bologna è molto dura e non hanno le capacità per seguirti. Quindi forza e coraggio. Il 27 vado a iniziare la battaglia campale con i peli e vai di brasiliana. Il 5 sarà la mia prima uscita vestita e con parrucca (ho dei capelli che fanno schifo…). Speriamo in bene. Ti scrivo anche per dirti che anche tu mi hai dato la forza di farlo e quindi grazie davvero tanto, questo spero sia l’ultimo Natale che passo in compagnia di Fabrizio, questo me stesso che in fondo è una brava persona ma che ho sempre fatto tanta tanta fatica a portarmi addosso.
Grazie Bianca, buone Feste a te e a chi vuoi bene. Con Affetto Sara
“