Il vecchio detto dice “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi”. Negli ultimi quattro anni non ho potuto festeggiare in famiglia a causa di mio padre che non aveva accettato la mia transizione. A rileggermi i ricordi del blog non ne avevo sentito una vera mancanza. Negli ultimi anni, prima di essere Bianca, vivendo al maschile e facendo finta di essere chi non ero, questo occasioni per festeggiare non le sentivo più dentro. Ancora ricordo il mio Natale del 2019 (apri articolo del blog) a transizione iniziata, quando ho dovuto fingere per una settimana di essere Gerardo e che andava tutto bene. Mi era sembrato di recitare senza un pubblico.
Il Natale 2020 l’ho trascorso dalla vicina di casa (apri articolo), da mio zio nel 2021 (apri articolo), infine da sola nel 2022 (apri articolo).
Quest’anno mio papà mi ha accettata, anche se continua a chiamarmi Dino che è stato il mio soprannome per tutta la vita, Gerardo lo usava solo con un mio amico. Vista la sua età età di 82 anni può chiamarmi come preferisce, l’importante è che posso stare con loro e vedere mia mamma.
La sera della vigilia di Natale è trascorsa mangiando troppo e c’erano delle piccole tensioni (che non riguardano me e la transizione) che mio zio ha cercato di stemperare. Abbiamo tutti una certa età, tranne la nipotina di 12 anni, e già alle 22:00 avevamo sonno. L’idea di stare svegli fino a mezzanotte per aprire i regali non era percorribile.
Sono tornata a casa a dormire e il mattino alle ore 10:00 ero di nuovo lì a casa di mia sorella, per l’apertura dei regali. E’ stato un bel momento mi sono sentita completa e ho ripreso alcune delle emozioni di tanti anni fa, in periodi più spensierati.
Da anni mio papà dice che farsi regali tra adulti non serve a niente. La penso diversamente e adesso ancora di più, sempre se i regali sono delle piccole attenzioni e non si devono farli per forza pensando “altrimenti si offende””, “dovevo ricambiare”, stereotipi.
La nipotina ha ricevuto, tra i tanti, due regali che non si aspettava e che l’hanno fatta andare fuori di testa dalla felicità: una tastiera per il computer, quelle con le lucine e usate dai videogiocatori, e soprattutto una piccola pianola con tanto di sgabello. La qualità è buona per iniziare e la nipotina è portata alla musica, infatti ha un bel 10 in pagella e suona molto bene bene il metallofono. Nel giro di un paio d’ore già sapeva suonare alcuni brani. Si è trovata dei video didattici su YouTube dove mostrano delle barrette colorate che indicano le note da suonare. Non è andata a prendere canzoni per bambini, ma direttamente alla colonna sonora sonora del film Titanic e alcuni brani dei BTS.
Le ho fatto da supporto prendendo nota su un foglio delle note da suonare, deve imparare a quali tasti corrispondono, impara alla velocità velocità della luce. Mi ha fatto anche cantare sopra la musica del Titanic, un’impresa titanica perché non puoi confrontarti con una delle migliori migliori cantanti del mondo. Mi sono divertita parecchio lo stesso. Giocare a zia e nipote è impagabile e molto più coinvolgente che zio e nipote.
Tanti anni fa, a metà pomeriggio, salutavo tutti per andare a farmi un giro e liberarmi la testa da pensieri e cercare di digerire il pranzo. Oggi ho cercato di godermi tutta la giornata, ho dormito giusto una mezz’oretta per riprendermi e avere linea energie per arrivare a sera. Sono rimasta lì fino alle ore 21:00 e sono tornata a casa, stanca e felice, soprattutto dentro il cuore.
Non so se ci saranno altri natali come questo, è stato il primo Natale come Bianca, al femminile, trascorso in famiglia.
In questi giorni ho avuto occasione di stare insieme ai miei genitori per molto tempo e mi sono accorta di quanto sono invecchiati in quattro anni, soprattutto papà. Lo vedo molto stanco e stare qui in Lombardia, con una routine giornaliera diversa non si sente a casa sua, seppure mia sorella ha dedicato una parte della villetta con tanto d’ingresso di indipendente. Ho capito che ha bisogno di alcune certezze, di una routine regolare e in un certo senso di avere un qualche controllo della sua vita. Mamma invece è sempre viva, come lo sono tutte le donne, e ha apprezzato molto questa loro trasferta di circa un mese.Il non averli potuti vedere per quattro anni, mi ha fatto perdere una parte della loro vita e forse non mi sarei accorta di questo lo invecchiamento che come loro hanno ritrovato una figlia già molto donna, ho trovato loro dopo tanto tempo.
Ho notato che parlando di cose del passato mio papà si risveglia dal torpore ed è felice di raccontare cose, sicuramente nella vita di tutti i giorni non gli capita nulla che valga la pena di essere raccontato, almeno dal suo punto di vista.
Ieri sono stata tutto il giorno con loro e li ho portati in un centro commerciale abbastanza grande. L’idea era di stare al caldo, fare delle piccole passeggiate con delle pause, mia mamma dopo 1 km di camminata si stanca e alla fine della giornata ha fatto quasi 5 km senza stancarsi. Dovevo anche cercare qualcosa da comperare per spendere i soldi che mi aveva dato mamma come regalo, non sapendo cosa regalarmi. Non ho trovato nulla da comprare, soprattutto perché degli abiti non c’era la taglia, il colore faceva schifo, molti abiti erano già tutti spiegazzati in esposizione. Mamma invece è riuscita a acquistare un po’ di cose.
Non ho mai mai capito capito perché i maschi non sopportano di andare nei centri commerciali e fare shopping. Sicuramente non ero un maschio, mi piaceva tantissimo andarci anche se le scelte per il mio guardaroba erano molto limitate. Papà ha trascorso molto tempo dietro di noi guardandosi in giro, soprattutto guardava tutta questa gente che era al centro commerciale in un venerdì mattina.
Mi sono goduta un mondo guardare gli abiti insieme a mia mamma, fare alcuni piccoli acquisti e anche un regalo per l’anniversario di matrimonio di mia sorella che sarà il prossimo aprile. Mamma e figlia a fare shopping, erano quattro anni che desideravo accadesse questo momento.
Abbiamo mangiato al self-service della Iper, dove cucinano molto bene, si spende poco e le quantità sono grandi (mi sono portata a casa gli spiedini che erano freddi e non avevamo così fame dopo il piattone di pasta broccoli e pancetta).
Verso metà metà pomeriggio non avevo voglia di riportarli a casa, anche se ho visto mio papà stanco in viso. Mi è balenata un’idea e ho chiesto se avevano ancora le energie per andare a casa mia, che non vedono da quattro anni, e che avremmo potuto fare due chiacchere con la mia vicina di casa, quella delle torte strepitose.
Abbiamo trascorso un’oretta in chiacchiere spensierate, soprattutto parlando di cose del passato e papà si è svegliato notevolmente, lo stesso per il marito della mia vicina di casa, con problemi di salute e che era anche il suo compleanno.A casa mia siamo saliti più tardi per andare in bagno e ho mostrato loro che più o meno la casa è ancora la stessa, a parte l’armadio della camera da letto pieno zeppo di abiti da donna e la zona dedicata al make-up piena di ogni ben di dio. Siamo ritornati a casa di mia sorella, abbiamo guardato un po’ la televisione insieme, e abbiamo mangiato le pizze comprate al supermercato per festeggiare l’onomastico il mio cognato Davide.
Tornando a casa sul tardi, ho ripensato alla giornata e ho notato che qualcosa mi era mancato, una sorta di spensieratezza Non ero stata sempre molto donna e un po’ frivola. Nella notte, sicuramente a causa della birra insieme alla pizza che mi hanno fatto dormire poco, ho avuto dei sogni agitati. Pure una sensazione di pensieri oscuri tanto che ho dovuto suonare la mia campana tibetana e fare un pochino di meditazione per allontanare questi pensieri. Nella notte poi ho avuto questa illuminazione e ho capito qualcosa di come mi sono sentita nella giornata e del perché di quella sensazione.
L’incongruenza di genere è una cosa molto complicata e con un coinvolge non solo il fisico, ma anche la testa e i pensieri. Il crearsi una nuova identità senza rinnegare quella precedente, cercare di tenere il buono del passato e il meglio del presente non è facile.
La parte di me, che per anni ha cercato di adeguarsi a un ruolo dettato dalla società e dei costumi, la parte razionale che in questi giorni è uscita fuori quando sono con i miei genitori , soprattutto con papà.
Non so come continua a vedermi al maschile, creando anche alcuni momenti di imbarazzo come ad esempio quando eravamo eravamo dalla vicina e per tutti ero Bianca, una lei, mentre per il mio papà e per il marito della vicina, entrambi si riferivano a me con pronomi maschili. Sicuramente dopo i sessant’anni di età, se ti hanno conosciuta prima al maschile, proprio non ce la fanno a vederti in un’altra veste. Per le donne invece non c’è nessun problema.
Cosa ha fatto la mia parte razionale? Ha cercato di essere vicina al mio papà senza fargli vedere troppi cambiamenti, nel giro di un mese si è ritrovato una figlia grande e forse ha la paura di tutti i genitori di aver perso un figlio, mentre dovrebbe vedere la mia felicità di adesso capire che non c’è stata una vera perdita, ora ha una figlia, ma forse solo una mamma può capire certe cose.
Bianca è la mia parte sensibile, quella del cuore, quella che si emoziona e si commuove, che piange e che abbraccia la gente. Quando arrivano questi momenti troppo razionali, dovrò cercare di guardare dentro di me e tirare fuori la me stessa che sono ora: Bianca, una donna, non ancora completa, ma abbastanza per essere felice e apprezzare la vita.
Pietro A. “Auguri di un sereno Natale, che tu lo possa trascorrere bene questa giornata in famiglia.
”
Mario “C'era un Natale fatto di letterine e di doni sotto l'albero.
”
C'è stato un Natale fatto di calze, carrube e mandarini.
Ci fu un Natale fatto di meraviglia per piccole cose.
Questo è il Natale che auguro a te ed al mondo di ritrovare.