Ieri ho rivisto la mia amica Elena F. dopo due anni in cui ci siamo sentite al telefono ogni due settimane, ma per vari motivi e forse una mia pigrizia a spostarmi in auto per farmi almeno un’ora di autostrada, non riuscivo ad andare da lei in zona Varese.
Ha organizzato questa uscita con un gruppo di dieci persone per una breve camminata di Forest Bathing che è una pratica di fitness per l’anima attraverso una camminata in natura, nella quale vivere (con i propri tempi e ritmi) una personale connessione. La presenza di una o più guide garantisce la sicurezza del percorso, in modo tale che il/la partecipante abbia la possibilità di abbandonarsi al suo libero sentire. Peccato che oggi c’era un gruppo di cinque donne che hanno impedito la piena connessione non avendo compreso in cosa si trattava l’uscita: non era un trekking in montagna.
E’ stato bello rivedersi e con le mie amiche, quelle con la ‘A’ maiuscola, il ritrovarsi è come se non fosse passato un giorno dall’ultima volta. Mi sono affidata a lei completamente, anche per la successiva camminata nel bosco e non ho capito bene quali percorsi abbiamo fatto e dove siamo state. In accordo con lei ecco il resoconto ‘buffo’ dell’evento:
Abbiamo fatto sù, poi ancora sù, un poco in piano, poi ancora sù. Pausa e siamo scesi, scesi ancora, strada asfaltata in discesa, sentiero dei vecchi, risalita, salita con miraggio del panino con la porchetta, pausa, qui giù per i vicoli, ancora giù e nella funivia chiediamo “ha trovato sua moglie?”, “Non ancora”, “Ma mica si è buttata di sotto?”. Proseguiamo giù, ancora giù nel bosco, piccola meditazione e connessione con il bosco. Con un albero abbiamo fatto un discorso, ma non so cosa ci siamo detti, con quello piccolo solo sensazioni negative di lasciarlo stare. Nelle rovine sensazioni negative, è successo qualcosa di brutto? Hanno messo al rogo una dozzina di frati francescani nei secoli scorsi. Ah ecco. Riprendiamo andando in sù, poi ancora sù, un po’ giù e tanta salita, siamo tornati alla funicolare. Ah giusto, per scendere si deve prima salire. Scendiamo pregando che allo scambio la nostra giri a destra senza scontrarsi con la cabina che sale, prendiamo l’autobus e andiamo giù. Vuoi fare un chilometro a piedi? Ho delle zampogne al posto degli scarponcini, ma quanto abbiamo camminato sù e giù ? Quasi quindici chilometri. Il resto è tutto un giù con l’autobus, fermata al bar, infine un pezzo a piedi con salitella finale. Mi sono divertita, mi sono stancata, ho visto cose belle, ho rivisto un’amica. Non ho capito bene cosa ho visto, ma mi è piaciuto un sacco.
Cosa ricordo di avere visto? Al capolinea si è creato il gruppo, salutato il posto di blocco degli alpini che oggi fanno festa su in cima. Abbiamo visto un hotel antico, che sopravvive per l’affitto delle antenne del telefono sul tetto, c’era il catering degli alpini, ieri hanno fatto 42 paioli di Polenta con crema di zola, ogni paiolo sono 200 coperti, quindi 8400 persone! Un po’ di voglia di polenta mi viene, ma ci sarà troppa coda al ritorno, per quanto siano efficienti la gente era davvero tanta e gli autobus continuavano a salire pieni zeppi.
Saliamo a piedi per raggiungere la scala del cielo, detta dai locali la scala impressionante. C’è una ringhiera vecchia di 100 anni che protegge dal baratro, nessuno si fida a toccarla. Ci fermiamo in uno spiazzo e si cerca di fare meditazione/connessione, ma non è giornata. Troppi turisti che passano, tre signore che si siedono accanto e da vere maleducate parlano al telefono.
Cerco di sentire le zone di energia, qualcosa lo sento, ma c’è troppo disturbo, proviamo a fare un esercizio di connessione dove vengo messa di fronte a una signora che non conosco e rimaniamo a guardarci negli occhi per un po’, il suo sguardo si ammorbidisce dopo un po’. Creata la connessione dobbiamo abbracciarci. Una tipa dice “AH, no queste cose non le faccio?” evidentemente ha problemi interni da risolvere e questa chiusura a priori non è una buna cosa per l’anima. Lei e le sue amiche non hanno capito in cosa si sono iscritte, non è un trekking da chiacchiera. Ci lasciano per proseguire per i fatti loro e poi mangeranno dagli alpini, quella è una grande tentazione.
Rimaniamo in tre e scendiamo per poi salire e giungere al Sacro Monte dove mangiamo un panino con porchetta e funghi strepitoso. Il locale è bello, accogliente e c’è musica di pianoforte. L’uomo del gruppetto ci offre la torta che è una “crumble di pesche” squisita, il sapore e godimento mi arrivano dritti al cervello e la zona del piacere. Wow.
Rimaniamo noi due amiche e scendiamo per giungere nel bosco dove c’era una fortezza di cui ormai esistono solo sassi sparpagliati. C’è tutta una storia dietro che esula la diario e che riguarda San Francesco e il suo ordine. Intrighi e scoperte da far invidia al Codice da Vinci.
Qui provo a entrare in connessione con la natura come ho appreso recentemente dall’esperienza in campeggio. Da vero principiante, chiudendo gli occhi e facendo una respirazione lenta, riesco ad avere tre sensazioni: una negativa, come un disturbo; una positiva dove sento il battito del mio cuore e il sangue che pulsa nelle vede; nessuna sensazione come se non ci fosse nessun canale energetico oppure sia chiuso.
Con Elena abbiamo parlato tanto, scherzato quanto basta, condiviso la natura e camminato parecchio. Mi mancava questo tipo di sensazioni e lo stare nella natura di un bosco.