Brutta cosa le ricorrenze, di solito si rievocano pensieri emozioni che forse era meglio fossero lasciate stare.
«In assoluto la cosa che mi imbarazza di più è definirmi. Fare bilanci, dire sono questo e non sono quello. Definirsi è stupido e forse anche un po' funerario.
».
Mi piace il dubbio. Per me è il sovrano assoluto. Persone che hanno pochi dubbi ovviamente le conosco anche io, ma evito di frequentarle anche perché con uno senza dubbi la conversazione langue
VALERIA GOLINO
Oggi è il quarto anno che vivo al femminile. Il giorno 8 Agosto 2019 ho avuto il coraggio di uscire di casa in abiti femminili e da lì in poi nessuno mi ha più fermata.
In realtà ero già uscita due volte, ma mai oltre il cancello del condominio. Una volta è stato in inverno quando ha iniziato una fortissima nevicata e sono scesa a tirare fuori l’auto dal garage, non mi ha vista nessuno e sono rientrata velocemente.
La seconda volta, finalmente avevo avuto il coraggio e mi ero preparata per benino, ma quando mi sono trovata all’ingresso del palazzo ho visto una delle vicine, una molto giudicante, venire verso di me. Presa dal panico sono scesa per il garage e lei avendo visto una persona che non conosceva, quindi sospetta, come ho scritto è super giudicante, ha fatto il giro dall’altra parte e mi è venuta incontro. Me la sono trovata davanti e mi ha detto “chi è lei”. Qui sono successe due cose dentro la mia testa, la prima è stata che non mi aveva riconosciuta per nulla e quindi non ero poi così male al femminile; la seconda è che mi sono chiesta “adesso con che voce parlo?” Avevo la voce molto maschile. Gli ho detto che ero “Sono Iula” e poi sono rientrata a casa. Per tre anni non ho più avuto il coraggio di uscire di nuovo. Avevo una paura folle del giudizio degli altri. Spesso mi vestivo e mi truccavo e rimanevo ferma di fronte alla porta d’ingresso senza riuscire a girare la maniglia per uscire di casa e dopo circa 15 minuti e mi convincevo a lasciar perdere.
Quattro anni fa, per una serie di motivi vari e quello più importante è che non ne potevo davvero più, sono uscita di casa approfittando del fatto che in questi giorni di agosto, al pomeriggio non c’è in giro nessuno. Anche allora ho incrociato due persone che non hanno badato a me, forse giusto un’occhiata veloce. Ero libera e potevo farlo, anzi l’ho fatto se sono qui a scriverlo.
In questi giorni ho provato a rifare alcune delle fotografie che mi ero fatta all’epoca. Non avevo in testa ancora di fare il blog, ma ho voluto fotografare quello che stavo facendo. Il confronto tra le due fotografie mostra che sono fisicamente un’altra persona.
Mamma “Tanti auguri. Un abbraccio e buona giornata
”
Oggi ho fatto attività che non avrei mai immaginato di poter fare liberamente, come far colazione al bar in compagnia di altre signore, andare a fare un giro al mercato e rovistare tra le offerte degli abiti femminili, girare in paese con la gente che ti saluta: ciao Bianca.
In serata volevo in qualche modo festeggiare questa mia rinascita, ma in questi giorni quando termino di lavorare mi si spegne il cervello per la fatica di rimanere concentrata a fissare il monitor. Inoltre c’era un qualcosa che era saltato fuori del mio passato al maschile. Me ne sono accorta dopo. Oltre la stanchezza avevo una specie di cerchio alla testa che è quello che avevo anni fa e che spesso mi impediva di uscire anche per fare cose normali come andare al cinema, oppure a fare un giro da qualche parte. Ho dormito mezz’ora ed è andata via la stanchezza del lavoro, ma era rimasto questo cerchio alla testa. Quando me ne sono resa conto mi sono vestita e sono uscita per andare in pizzeria. Abbiamo una pizzeria a circa cinquecento metri da casa e che fa una pizza molto buona che riesco a digerirla la notte.
In pizzeria ero l’unica cliente seduta, gli altri era lì solo per l’ asporto. Mi sono goduta una pizza “Salmone, Gamberetti e Rucola””, mangiandola lentamente e di tanto in tanto guardando stupidate al telefonino. Se fossi rimasta a casa avrei avuto il mal di testa e sarei andata a dormire molto presto. Ogni tanto ho queste forme di claustrofobia e devo uscire di casa. Forse anche per questo faccio così tante attività extra lavorative, ma che purtroppo in questo mese sono tutte ferme per vacanza. Non posso chiedere a nessuno di accompagnarmi in attività in zona perché le persone che conosco qui in zona hanno tutte famiglia oppure non abbiamo attività in comune.
Mangiata la pizza, mi hanno offerto il limoncello a fine pasto, ho fatto una breve passeggiata in paese per smaltire qualcosa e sono rientrata a casa. La birra e il limoncello avevano iniziato a fare effetto e ho dormito come un ghiro… Ultimamente non reggo più gli alcolici la sera.
“Tu stai bene?
”
Quando ci sono questi anniversari, oltre rievocare le cose, si fa il punto della situazione e negli anni ho dedicato varie pagine del blog a fare il punto della mia transizione e di quello che mi mancava da fare. A che punto sono della transizione adesso?
Mi manca una sola seduta di laser medicale, quello da 150€, per eliminare gli ultimi peli bianchi della barba. Se vorrò e potrò finanziariamente, dovrò andare a Bologna da una dottoressa specializzata a rimuovere i peli bianchi sulle guance, che comunque non si vedono e sono come quelli che hanno le donne della mia età e sono morbidi.
Il seno sta crescendo bene e non sento la necessità di averlo enorme. Nel caso a fine anno smettesse di crescere e potrebbe addirittura sgonfiarsi, valuterò se fare la mastoplastica additiva che ha una lista d’attesa di circa un anno. Il decorso dopo l’operazione sarà abbastanza lungo, ho scoperto che ci vogliono dai tre ai sei mesi ora che le protesi si assestino e diano la forma tonda.
Credo di non fare l’operazione di Vaginoplastica, un po’ per motivi di età, un po’ perché non mi fido dei chirurghi italiani che hanno una lista d’attesa di due anni e mezzo. Poi c’è la manutenzione da fare dopo l’operazione con dei dilatori vaginali. Infine non ho i 20.000€ per farla all’estero e non sono sicura di riuscire a convincere la ASL della provincia di Bergamo a rimborsarmi il 70% secondo le norme. La pratica che va fatta molto prima e che si deve presentare una serie di documenti che attestano che in Lombardia non la posso fare, oppure che la lista d’attesa è troppo lunga.
Manca la parte affettiva e un rapporto di coppia, non è importante il genere, ma trovare qualcuno oppure qualcuna che mi apprezzi per così come sono, senza che debba avere una patata in mezzo alle gambe come requisito.
Fede “Come se fosse una rinascita, quindi auguri di buon compleanno
”
Maurizia “Auguri cara!! Che tu sia sempre più felice!!! Un grande abbraccio
”
Direi che sono davvero a buon punto della transizione e ho raggiunto risultati che non avrei mai sperato, tra cui quello di avere i capelli lunghi.
Dovrò trovarmi dei traguardi da raggiungere, non più a livello fisico, ma prendendo le cose che ho tenuto dentro per anni e che finalmente ora fuoriescono come un vaso di Pandora. Vai Bianchina verso il futuro!