“Fotogitando e Mediadigital organizzano una giornata dedicata alla fotografia in studio, con uno shooting fotografico con due modelle aperto al pubblico. Ti aspettiamo a Bergamo dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 16.00 potrete partecipare alle sessioni in studio con la vostra macchina fotografica. Necessaria la prenotazione e aperto al pubblico.
Durante gli shooting e modelle indosseranno le creazioni – gioiello contemporaneo della designer Maria Tenore.”
Inizio con un apprezzamento del lavoro delle modelle: visto da fuori non sembra molto impegnativo, ma è davvero duro.
Oggi sono andata a fare uno shooting fotografico a Bergamo presso un club di fotografia. Mi aveva inviato la locandina la mia amica Luciana solo giovedì. Lei conosce uno degli organizzatori e una delle due modelle ufficiali. Avevo preso contatto per partecipare come fotografa dilettante e propormi come modella aggiuntiva. Mi era stato detto che non c’erano problemi e avrei potuto posare durante le loro pause, lo shooting sarebbe durato 4 ore e ci sarebbe stato tempo.
“Si è possibile partecipare allo shooting e anche come modella. Sappia però che le modelle lo fanno a titolo gratuito. Del resto anche l’evento è gratuito per la fase delle riprese
.”
In passato avevo fatto una giornata di prova abiti e foto (leggi articolo del blog), ma con il lockdown non si era fatto più nulla anche se aver avuto una stilista che mi vestiva è stato impagabile. In seguito ho fatto un piccolo servizio fotografico a tema me stessa in un parco per l’esame di un giovane fotografo (leggi articolo del blog). Oggi sarà il primo evento in studio con con macchine fotografiche professionali.

“Shooting Fotogitando di Domenica 2 luglio 2023… Bergamo
Foto scattate da me!
Model: Lorena, Noretta, Bianca
Gioielli: Maria Tenore Design
Location: Studio Mediafotomarket (BG)
Liberatoria presente.“
Sono arrivata con i miei soliti quindici minuti di anticipo, esco dall’auto e arriva proprio le due modelle. Nessuna di noi è una professionista e una è anche lei al primo shooting e come scoprirò più tardi è amica di Luciana, fanno danza country insieme.
Mentre stavano finendo di allestire i due set con sfondi e luci, mi sono scelta un angolino dove ho posato la valigia con i cambi e iniziato a fare qualche prova con la mia Fujifilm X-T30. Mi coinvolgono in una conversazione e mi chiedono se posso darla un attimo, a un tizio gli stanno consigliando di acquistare il modello più professionale, ma anche la mia per un principiante è notevole. Quanto notevole non si vedrà il giorno dopo allora elaborato e condiviso gli scatti. Nel blog li puoi già vedere più sotto!

Nel frattempo le modelle (Lorena, Noretta) stavano sistemandosi in uno sgabuzzino, tanto era piccolo il camerino improvvisato. Sono entrambe molto belle e molto più giovani di me, da parte mia sarà una bella concorrenza da affrontare. Ovviamente per me è tutto un gioco, ma come scoprirò durante il pranzo insieme, nessuna di noi aveva esperienza come modella di servizi a pagamento.
Sono anche arrivati alcuni membri nel club fotografico e anche qualche partecipante che ha visto l’evento su Facebook, praticamente tutti uomini.

Le due modelle chiedono alla designer che ha portato i gioielli, che sono stati realizzati al computer e stampati in 3D, che tipo di abbigliamento devono indossare. Io sono arrivata con un abitino super colorato con un sacco di fiori rossi e rosa e lei mi dice che non va bene l’abito perché occorre tutto nero oppure tutto bianco per far risaltare i gioielli.
Per fortuna che ho portato un trolley con un po’ di abiti anche se a prima vista sono tutti troppo colorati, ma poi mi ricordo che ho portato anche dei pantaloncini neri ampi e ci abbino una canottiera con le spalline creando una combinazione tutta nera. La cosa che temevo nell’ indossare le collane è che ho un collo ampio e la maggior parte dei gioielli in vendita, non mi si allacciano oppure sono talmente stretti che mi strozzano e li spacco. Per fortuna questi gioielli stanno giusti giusti e riesco indossarli. Che mi sia dimagrito il collo?

Nel frattempo terminato di allestire gli sfondi, che sono un telo nero che diventa grigio scuro illuminato dalle potenti lampade e un altro che è bianco, ma si vede che è un lenzuolo e dopo qualche scatto lo sostituiranno con un enorme foglio di carta.
Ogni modella si sistema di fronte allo sfondo specifico per l’abito: bianco su fondo nero e viceversa; nel frattempo mi unisco agli altri a fare qualche fotografia e prendere dimestichezza con la mia macchina fotografica. Scopro che non trovo più dove ci sono i settaggi per il controllo manuale, ma per fortuna trovo i preset assistiti dove si possono fare piccole modifiche. Oggi mi concentrerò sulle inquadrature e lascerò agli automatismi di fare la parte tecnica, speriamo escano belle foto. Non immaginavo quanto belle.

Una delle due modelle indossa un body sgambatissimo, forse troppo. Più tardi cercherò di emularla…
Quando le modelle iniziano essere stanche do’ loro il cambio e finalmente inizio la mia parte come modella. Qui sono tutte persone nuove e nessuno sa che sono una donna transgender e anche se hanno capito qualcosa nessuno da segni di transfobia e di disagio, si rivolgono a me come donna. Più tardi, quando andremo in auto a una trattoria, il tizio che ho fianco farà un accenno che sta diventando sempre più di moda anche in fotografia l’inclusione dell’identità di genere. Sul tardi arriverà un fotografo nuovo e riuscirà a riferirsi a me tre volte usando il pronome al maschile. Ero tentata di metterlo in riga mostrandogli la carta di identità, ma poi ho deciso di lasciar perdere, ero molto stanca.

Rivedendo le fotografie fatte con l’iPhone nella seconda parte della giornata, ho visto che non ero più così femminile e figa come nella mattina. Probabilmente quando accumuli tanta stanchezza ti esce fuori qualcosa nella biologia di nascita, magari in futuro dovrò fare degli eventi con una durata minore.

Con le ragazze non c’è stato nessun problema e per loro sono sempre stata una donna, ci siamo cambiate nel camerino, truccate e ho scoperto la marca del rossetto di Lorena che è rimasto intatto per tutto il tempo: rossetto liquidò di Deborah, talmente resistente che per toglierlo si deve mettere il burro cacao e poi dopo toglierlo con i prodotti appositi.

Quasi tutte le fotografie sono state fatte con una persona sola davanti allo sfondo, poi ho proposto di fare degli scatti a coppie e anche con tutte e tre. In molti scatti noi ragazze ci toccavamo per stringerci o fare delle pose molto ravvicinate tra di noi, nessun problema, Lorena un certo punto si è messa a ridere dicendo “con lo sguardo sembra che ci stiamo provando tra di noi”.

La mattina è trascorsa molto velocemente e oltre a fare fotografie ho osservato tutti questi fotografi dotati di macchine molto costose e professionali cosa facevano e come scattavano.

Che erano professionali lo si vedeva dalla dimensione del corpo macchina e soprattutto dagli obiettivi enormi.

Nello studio principale c’era un pannello enorme alto due metri che proiettava una luce uniforme, mentre a fianco c’era un flash che era sincronizzato e scattava insieme alla macchina fotografica che aveva inserito nella staffa del flash l’apposito telecomando. Questa cosa ha portato a problemi perché chi aveva quel sensore faceva partire un flash, ma se nel frattempo gli altri stavano scattando, gli si rovinavano le fotografie. Inoltre noi come modelle c’era il rumore improvviso e inatteso, seguito dal lampo che avevamo praticamente dritto in faccia.

Dopo aver fatto per quasi quattro ore da modella, ho capito quanto è impegnativo e faticoso questo lavoro anche se non sembra visto dal di fuori.
C’è tutto il discorso del make-up che potrebbe richiedere ore per farlo perfetto, poi quello degli abiti che ti fanno indossare, le eventuali acconciature, infine gioielli o bigiotteria. Stare tutto quel tempo su tacco 12 non è per nulla facile, soprattutto se la maggior parte del tempo stai ferma in piedi in qualche posa. Le luci non sono quelle moderne a LED, ma sono potenti riflettori con qualche migliaio di watt che hai puntati addosso che provocano tanto calore. Non c’era aria condizionata e non devi sudare.
È stato davvero impegnativo, ma mi sono divertita un sacco.

A un certo punto mi è venuta un’idea, andare in competizione con il body sgambato di Lorena e dopo aver provato in camerino la combinazione, non ho usato attuarla. Oggi ho indossato un tanga contenitivo e praticamente non si vede quasi il pisello, almeno di fronte. Unito con la canottiera a spalline, insieme sembravano un body. Avevo paura che nelle fotografie si vedesse “il pacco”, queste macchine fotografiche hanno veramente un sacco di mega pixel e prendono ogni particolare anche se nero.
Dopo un po’ però mi sono detta “tanto valeva provarci” e ho cercato di muovermi in modo da non stare mai di profilo e nelle fotografie avevo le gambe oppure la mano che coprivano sempre. Chissà cosa sarà uscito.

Nell’ultima mezz’ora, prima della pausa pranzo, è accaduta una cosa divertente e triste: compilare le dichiarazioni per la privacy e l’autorizzazione all’utilizzo delle immagini. Ogni fotografo deve avere una copia da ognuna delle modelle e ogni modella doveva ricevere una copia dal fotografo. 36 fogli da compilare e mi ci sono messa pure io perché ho aumentato di altre 12 copie facendo anche la modella. Ho visto gente accucciata nei posti più incredibili compilare questi moduli e rubarsi le penne. Ne avevo portata una borsa che poi non ho più rivisto a furia di prestarla.
A pranzo siamo andati in una trattoria a pochi minuti di macchina e mi hanno dato un passaggio. Ho ordinato una pasta che si chiama Casonsei che ha dentro la carne e tante altre cose. Ho pensato che mi servissero i carboidrati per riuscire a tirare avanti. Siamo stati un’ora a parlare e conoscerci meglio, noi tre ragazze eravamo al centro del tavolo. Al momento di pagare uno degli organizzatori ha detto che alle modelle avrebbero coperto loro e quindi non abbiamo pagato niente. Mi fa molto piacere questa cosa dell’offrire in maniera spontanea, ma non mi ci sono ancora abituata.

Nel pomeriggio non c’erano più gioielli da indossare e le ragazze sono sentite libere e hanno indossato i pantaloncini super corti è un top, insieme stavano davvero bene e non ho capito se si erano messe d’accordo in anticipo.
Quell’abbigliamento era molto sexy e ha galvanizzato fotografi maschi che le hanno fatte stare su una poltroncina e su un divanetto nelle pose più incredibili.

Quando mi ha fatto le fotografie tutte e tre insieme ho avuto qualche piccolo disagio e notando i miei piedi erano un pochino più grandi, non molto dato che ho il 41. Ho anche capito che in tre su una piccola poltrona io sono di troppo, anche perché sono troppo alta rispetto a loro e allo sfondo che non era poi così alto.

A un certo punto c’era un signore che faceva mettere una modella in determinate posizioni cercando di riprodurre delle fotografie che aveva sul telefono, scatti di qualche maestro della fotografia.
Dopo che ha finito ho provato a cercare di fare anch’io qualche scatto devo dire che mi sono uscite davvero bene. Me ne sono fatte fare anche un paio nelle stesse posizioni della modella e chissà se saprò mai come saranno uscite.

Vuoi per la stanchezza generale e le ragazze a corto di idee sulle posizioni dopo aver provato il divanetto, la poltroncina, lo sgabello, sedute per terra; ho avuto un’idea. C’era una tastiera musicale che sembrava un pianoforte e ho suggerito di usarla. I primi due scatti che ho fatto sembravano la pubblicità della pianola, ma dopo che hanno portato uno sgabello e fatta sedere Noretta gli scatti sono migliorati.

Ho cercato di fare una fotografia, che piaciuta tantissimo tutti e che ha richiesto venti scatti per trovarne uno decente, anche se ho dovuto fare una correzione del colore al computer, molto particolare. Ho diviso l’immagine su vari livelli di Photoshop, eliminare la parte bassa in un livello e viceversa. Quindi ho corretto separatamente i due livelli (mano e riflesso) e li ho uniti per salvare il risultato finale. Meno male che sono molto brava a lavorare con le immagini e sono un’illustratrice.
Riccardo “Dai inizia a postare perché i particolare pianoforte e la naturalezza dei ritratti sono eccezionali
”
Grazie , merito di alcuni fotografi con cui ho fatto dei laboratori…ogni volta mi si apre un mondo…non consigli tecnici, ma di “vedere” e poi scattare…

Dina “Non c’è cosa che non ti riesca. Sei davvero brava, bravissima.
”
Ti amiamo tutte, tutti e titti -che preferisco allo schwa
Noretta “ma tu sei fantastica!!!!! caspiterina che belle foto hai fatto!!!! BRAVISSIMA!!!! Grazie!!!!
“
Lorena “Grazie Bianca! A me piacciono molto, forse la chiave è proprio quella più emozioni e meno tecnica (anche quella serve tanto) ma saper cogliere l'attimo non è da tutti!
”
Alle 15:30 ero tutta sudata e dopo avermi visto un selfie video fatto insieme così le ragazze non mi vedevo più così fica e così femminile.salutato tutti e la cosa bella è che ne saluto con gli organizzatori ho dato il classico bacio sulla guancia abbracciandoli, senza nessun segno di disagio da parte loro.

La giornata però non era ancora finita sono tornata a casa per avere giusto il tempo di una doccia veloce per poi andare a Monza per una cena informale il mio primo gruppo di teatro di quattro anni fa.
Più che vedere gli altri sono andata per vedere Silvia e Massimo i miei insegnanti. Ho avuto il coraggio uscire di casa e affrontare il mondo con meno paura di eventuale giudizio da parte degli altri è stato merito del loro corso perché come attrice di teatro imparato avere il pubblico davanti e ignorarlo.

Appena arrivata mi hanno presentato ad alcune persone è una signora con me ha sbagliato un pronome, cavoli oggi pomeriggio è successo due volte, al momento mi sono sentita non così bella e femminile. Pochi minuti dopo ho scoperto che è la mamma di Silvia e che gli ha parlato tanto di me e lei finché non mi ha conosciuta, per lei ero un uomo. Ci siamo sedute su un salutino e ho risposto ad alcune domande, le ho raccontato di me e mi sono commossa. Una gran donna, molto intelligente e profonda e mi ha detto alcune parole che hanno riassunto quasi alla perfezione come mi sentivo l’inizio della transizione e di come mi sento adesso: libera di essere me stessa. Ha anche citato un libro che dovrò provare a leggere, Madame Bovary che parla del cambiamento di come ci si ricorda del passato.

Dopo ci sono state tante chiacchiere e a un certo punto dovevamo vedere la registrazione di uno spettacolo dove avevano partecipato quasi tutti i presenti. Si intitola “La presidentessa” ed è la nuova versione del mio spettacolo fatto quattro anni fa, dove interpretavo una parte maschile. Ovviamente è saltata fuori queste cosa che ho cambiato sesso e alcune donne ,mi hanno guardato non capendo che era vero. Guardando il video non ho avuto nessun problema e non ho avuto nessun ricordo né collegamento con la mia parte maschile, è stato come vedere uno spettacolo interpretato da un altro, punto.
Alle ore 21:30 la stanchezza mi è arrivata finalmente addosso, ho salutato e fatto fatica ad arrivare a casa, per fare prima e ridurre i rischi ho preso l’autostrada. Questo weekend ho davvero esagerato!.