Dal titolo sembra una cosa leggermente blasfema, ma ha un senso perché sono già rinata quasi quattro anni fa e dopo un breve periodo di dubbi (anche se pieno di attività e emozioni) mi sono ripresa.
Erano dieci mesi che non facevo una camminata in montagna a causa dell’auto che era diventata inaffidabile e quella nuova è arrivata solo a fine stagione autunnale. Svegliata, docciata, fatto una piccola colazione, vestita multistrato e pronta alla partenza. Un residuo del passato mi ha preso durante il viaggio, quando andavo a fare dei trekking (ed ero un uomo) era solo perché speravo di conoscere qualcuno, magari una donna, una futura compagna. Forse è solo il residuo della piccola depressione che ho avuto l’altro giorno e che sembra dovuta solo a una carenza di Zinco e qualcosa d’altro (dovrò indagare).
Da quando sono Bianca non ho mai avuto problemi a conoscere gente, a stare in un gruppo anche di sconosciuti, quindi perché questo pensiero? Forse il dubbio di farlo solo per non rimanere sola a casa, ma non credo. Dopo un’ora di strada sono arrivata al parcheggio della funivia, punto di ritrovo. Uscita dall’auto vedo già delle persone che conosco e i pensieri svaniscono, vivo il momento.
Dopo che ho indossato gli scarponcini, tirato su lo zaino mi avvio verso il gruppo con il rituale dei baci/abbracci con le donne, lo faccio anche con un paio di uomini. Non so ancora quanto possa fare questo, i maschietti non so mai come la prendono e questi non sanno che sono una donna trans.
Facciamo i biglietti e abbiamo lo sconto visto che siamo più di venticinque. Mentre rimaniamo in attesa vicino al tornello di accesso mi trovo vicino a persone che non conosco, ma che conoscerò durante la camminata. Finalmente saliamo a bordo e non so come (la solita magia di Bianca?) mi metto a parlare con due partecipanti e in breve facciamo un gruppo. Staremo insieme quasi tutto il tempo.
Una l’avevo già vista a qualche evento organizzato da questo gruppo detto “degli zii e delle zie” data l’età degli organizzatori, l’altra è “nuova”. E’ alta come me, fisico importante e mi piace molto (anche se è troppo giovane). Vedo in lei delle caratteristiche mascoline di fisico pur essendo una bella donna. Sarà che non ho preso la pillola stamattina e il mio livello di testosterone è aumentato? (la pillola mi abbassa la pressione, fa fare tanta pipì che a un trekking non va bene, il testosterone aumenta la libido). Cerco di tenere dentro questi pensieri e godermi la giornata, ma con lei mi trovo così a mio agio (e da parte sua sarà lo stesso, anche se non con gli stessi scopi presumo) che pensano tutti che siamo amiche e arrivate al trekking insieme.
Durante la camminata scopro che è nata in Turchia, ha studiato a Londra, conosciuto un Italiano e venuta in Italia, da poco si è separata. Ha un fortissimo accento inglese quando parla italiano. Nonostante le differenze culturali abbiamo un feeling di intesa notevole. Mi sono chiesta se avrà capito che sono una donna trans? Non credo, anzi guardando le fotografie è la prima volta che mi vedo “femminile” in tutti gli scatti. Forse ho raggiunto il traguardo del “passing”, essere non distinguibile da una donna CIS (che non è trans). Traguardo atteso, ma che ora ha perso molto del suo significato, sono sempre Bianca e non importa cosa sembro, soprattutto perché così come sono piaccio a tutti.
Ho trovato una nuova amica.
La giornata trascorre camminando per arrivare su una cima a 2000 metri, maledicendomi per non avere previsto e portato i guanti. C’è ancora la neve qui! Avevo sentito che settimana scorsa era nevicato in montagna, ma pensavo fosse più in altura. Il panorama è color grigio, marrone e qualche fiore che nasce. Il cielo ha sprazzi di azzurro coperti spesso dalle nuvole. Il sole quando c’è è caldo, ma poi il vento e l’ombra ti mettono un freddo cane.
Arrivati in cima il panorama mi ripaga dei disagi e della fatica. C’è anche una campanella da suonare, sotto (protetto) c’è un libro dove mettiamo le nostre firme. E’ bello scrivere il mio nome.
Scendiamo al primo rifugio, ci sediamo sui tavoli esterni e io tiro fuori il mio panino mentre intorno a me tirano fuori di tutto da condividere. Il pranzo si trasforma in una specie di festa con tanto di (in ordine sparso) vino rosso, spumante, liquore alle erbe, colomba, cioccolatini, torte salate, ‘nduja, affettati, cantucci fatti in casa, biscotti casalinghi, etc.
La mia nuova amica ha una gran paura di trovare traffico al ritorno e stare ore in coda. Timore condiviso anche dagli organizzatori che prevedono un rientro a breve. Lei dice di scendere subito e mi aggrego, viene anche la terza e la coppia conosciuta in attesa nei tornelli della funivia.
Nonostante il vino che ho bevuto il freddo aumenta e nell’ultimo tratto non parliamo e speriamo solo di arrivare in tempo prima che parta la funivia di discesa. Altrimenti ci sarà da attendere mezz’ora. Arriviamo un minuto prima della partenza!
Arrivati al parcheggio la magia del trekking, del gruppo, del benessere giunge al termine. Ci scambiamo i contatti, ci abbracciamo e ognuno si dirige verso la sua casa, in direzioni diverse.
La mia nuova amica dirà questa cosa che riassume lo spirito di stare in compagnia nella natura “E' stato bello, avevo paura di non trovare gente con cui stare. Non ho pensato per tutto il tempo.
“, infatti il bello è “stare sul momento”, non pensare al passato né al futuro. Ho impiegato anni a impararlo.
Nessuno troverà traffico per fortuna. Io arrivo a casa dopo settanta minuti di guida e per sgranchirmi le gambe vado in paese a comprare un cono gelato. La gelataia mi ha visto in televisione e parliamo di quello, peccato (per me) che poi arriva una marea di clienti e la devo salutare.
La serata trascorre cercando di riposare e a differenza di sabato scorso dove mi sono sentita sola come quando ero un uomo solitario, mi sento bene, viva e per nulla sola.
L’immersione nella natura, rivedere delle belle persone, conoscerne di nuove, fare attività fisica è una delle cose che mi piacciono di più e per il nuovo corso dovrò sempre tenerlo a mente. Mi sento vera quando sono in mezzo agli altri, mentre quando sono da sola lo sono un po’ meno.